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sabato 29 novembre 2014

Elogio del NON VOTO

Se vai a votare potrai anche lamentarti. Purtuttavia, se non voti, puoi iniziare davvero a LOTTARE

(Luca Bagatin)

www.amoreeliberta.altervista.org

Viva il calendario delle gattare ! Viva i gatti ! Viva l'ENPA (fondato, peraltro, dal Generale Giuseppe Garibaldi) !

Le "gattare" di Treviso e Venezia nude per un calendario benefico
MOGLIANO VENETO — Si chiamano Michela, Martina, Isabella, Ilenia, Francesca, Federica, Erica, Elisa, Elena, Chiara, Arianna, Antonella, Alessandra e vengono dalle province di Treviso e Venezia. Hanno posato nude insieme ai loro gatti per un calendario realizzato da un’idea dell’associazione Civico31 di Mogliano Veneto.
Donne semplici, sensibili che nel loro tempo libero si dedicano all’aiuto dei mici. L’iniziativa è a scopo benefico. Il ricavato delle vendite (per richiederne una copia e riceverla via posta basta scrivere a civico31@penso.us) verrà devoluto alle associazioni locali che assistono gli animali bisognosi





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mercoledì 26 novembre 2014

Daniella Cabello: eroina moderna d'Amore e Libertà

Daniella Cabello, cantante venezuelana, militante bolivariana e membro attivo del Partito Socialista Unito del Venezuela - che ci ricorda tanto Anita Garibaldi - recita una massima di Jimi Hendrix, che non può che essere in linea con il nostro pensiero: Quando il potere di amare sarà maggiore rispetto all'amore per il potere, il mondo conoscerà la pace.

martedì 25 novembre 2014

Alle amministrative di Emilia Romagna e Calabria vincono i cittadini non votanti. E' il momento di dar loro un'equa auto-rappresentanza. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

I risultati delle recenti elezioni amministrative di Emilia Romagna e Calabria parlano chiarissimo: ha stravinto il non voto, ovvero hanno stravinto quei cittadini che, stanchi della politica delle ruberie locali e dell'autoritarismo autoreferenziale ed antisociale del governo centrale, hanno preferito dare un chiaro segnale di dissenso alla politica nostrana.
In Emilia Romagna, dunque, hanno vinto i cittadini astenuti con il 69,3% dei consensi; mentre in Calabria i consensi degli “ex voto” sono stati 55,9%. Due partiti-non-partiti decisamente largamente maggioritari ai quali andrebbe data giusta rappresentanza attraverso un sistema che preveda – come peraltro teorizzavo in un comunicato stampa a firma del movimento “Amore e Libertà”, precedente le elezioni europee - l'attribuzione dei seggi dei non votanti a tutti i cittadini aventi diritto al voto, estraendoli a sorte.

Bisognerebbe, in sostanza, far sì che le singole intelligenze delle persone, dei cittadini, possano parlarsi, confrontarsi, approfondire, autogestirsi, attraverso il buonsenso tipico delle Agorà dell'Antica Grecia (Grecia ben diversa da quella attuale).
In questo senso, infatti, nell'ambito del pensatoio “Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.org) mi batto da tempo per un sistema elettivo tipico di quel periodo, ovvero la nascita di assemblee popolari estratte a sorte, fra tutti i cittadini compresi fra i 18 ed i 65 anni.
In questo senso, peraltro, non sarebbe impossibile né di per sé utopistico – al di là dei vari “inciuci del Nazareno” - pensare di cambiare la legislazione elettorale vigente, introducendo quantomeno la possibilità di attribuire, come dicevo, i seggi dei “non votanti” ai cittadini italiani (o emiliani, o calabresi, nel caso delle recenti elezioni amministrative), estraendoli a sorte fra tutti gli aventi diritto al voto.
Per la prima volta si permetterebbe così, dunque, alle singole intelligenze, di avere un posto all'interno del Parlamento, dei Consigli Regionali e Comunali. E dunque di costituire, via via, una base per una prima assunzione di responsabilità politica e civile da parte della cittadinanza attiva.
E tutto ciò al di là del solito imbroglio partitico-mediatico-elettorale che, di fatto, rappresenta una vera e propria "delega in bianco" che i cittadini, ormai a larghissima maggioranza, hanno dimostrato e stanno dimostrando di non volere più.

Luca Bagatin

lunedì 24 novembre 2014

"Un mondo nuovo": finalmente in tv si parla del Manifesto di Ventotene e di Europa unita e fraterna. Peccato che gli italiani preferiscano distrarsi con le solite scemenze "commerciali". Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Sarà stato anche un flop di ascolti (2,9 milioni di telespettatori), ma, finalmente, in prima serata e su Rai Uno, si è data voce a quell'antifascismo laico e federalista a cui la voce è sempre stata negata in quest'Italia che ha a cuore più i destini delle partite di calcio, piuttosto che le libertà civili, sociali ed individuali che persone come Altiero Spinelli (1907 - 1986), Ernesto Rossi (1897 - 1967) ed Eugenio Colorni (1909 - 1944) hanno portato avanti a rischio della loro stessa vita.
E' stato così che domenica 23 novembre abbiamo potuto assistere a “Un mondo nuovo”, film tv di Alberto Negrin che ha ricostruito le vicende storiche di Altiero Spinelli, ex militante comunista che abiura il comunismo per scegliere la strada dell'antifascismo laico; Ernesto Rossi, giornalista di formazione economica, liberalsocialista del Partito d'Azione e fra i fondatori del primo Partito Radicale ed Eugenio Colorni filosofo ebreo, anch'egli di fede politica liberalsocialista.
Vicende che, dal confino nell'Isola di Ventotene al quale furono costretti dal regime fascista, li porteranno ad ideare – nel 1941 ed in clandestinità - il celebre Manifesto di Ventotene, che – allora utopisticamente – parlava di Europa unita e federale, di popoli europei affratellati e di visione democratica del Continente, senza più Stati sovrani. Visione che, peraltro, recuperava gli ideali di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, già elaborata nell'ambito della Giovine Europa (1834).
Il Manifesto di Ventotene, come si può osservare nel film tv, viene scritto ed elaborato dai tre senza farsi scoprire dalle milizie fasciste dell'Isola e sarà poi diffuso all'esterno grazie al contributo di due donne: Ursula Hirschmann – allora moglie di Eugenio Colorni (e successivamente diverrà moglie di Altiero Spinelli, dopo la morte di Colorni, ucciso barbaramente da una banda di fascisti)– e Ada Rossi, moglie di Ernesto Rossi.
Un Manifesto, quello di Ventotene, che sarà destinato a fare clamore sia durante il regime mussoliniano che negli anni a venire, al punto che, nel 1984, Altiero Spinelli propone al Parlamento Europeo – nel quale era stato peraltro eletto nel 1979, come indipendente nelle liste del PCI – un progetto costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa che, pur approvato, sarà successivamente bocciato dal Consiglio Europeo. Da allora, peraltro, si intensificheranno i rapporti di amicizia e collaborazione fra Spinelli ed il Partito Radicale di Marco Pannella, peraltro erede, per molti versi, del Partito Radicale fondato negli Anni '60 dallo stesso ex amico di Spinelli, Ernesto Rossi.
Peccato che, nella fiction televisiva, manchino dei tutto questi accenni, così come manca il riferimento alla cultura azionista e liberalsocialista di Riccardo Bauer e dello stesso Rossi, definiti di ispirazione “anarchica” (sic !).
Se osservata bene, la vicenda di Spinelli, Rossi e Colorni, ovvero la vicenda che ha portato alla formazione del Manifesto di Ventotene e ciò che è accaduto dopo la guerra, sino ai giorni nostri, possiamo vedere come quelle lucide utopie siano state disattese, vilipese ed offuscate dai politicanti, dai burocrati e dai banchieri dei singoli Sati europei che, anziché volere una politica comune europea, su basi democratiche, hanno preferito mantenere gli Stati sovrani ed introdurre una moneta unica che, di fatto, avvantaggia solo le elite economico-finanziarie e politiche, peraltro non elette da nessuno, visto che la Commissione Europea non è un organo elettivo e lo stesso Parlamento Europeo discute unicamente di questioni marginali.
Chissà che direbbero oggi Spinelli, Rossi e Colorni di questo. Forse che viviamo una nuova stagione fascista, ma molto più subdola, perché ammantata di presunte libertà. E forse i loro spiriti sarebbero lì a suggerirci, ancora una volta, di lottare, ad ogni costo e con ogni mezzo.
Purtuttavia spiace che i telespettatori italiani, che spesso premiano fiction e film tv o melensi o sanguinolenti, oppure storie di santi, preti e papi descritti come pezzi di pane (magari tacendo del resto), questa volta, allorquando sul piccolo schermo viene raccontato un fatto storico di grande rilevanza per la libertà e la democrazia in Europa, il pubblico sia assente e preferisca guardare altro, ovvero le solite scemenze o le solite partite di calcio.
Il pubblico, del resto, più che sovrano, sembra qualificarsi per quel che è, ovvero disattento, incapace di ricercare qualche cosa che vada al di là del superfluo, del faceto, del “commericale”, di quel “commerciale” che de decenni ha reso schiave le menti italiane ed europee in una spirale di consumismo senza costrutto.
Del resto, anche nella fiction “Un mondo nuovo”, lo stesso attore che recita la parte di Colorni ad un certo punto fa riferimento all'“italiano medio con il quale pur bisognerà imparare a dialogare, a scendere a patti”, ovvero l'italiano che prima – nel massimo dei fasti mussoniliani - era fascista e successivamente, vista la mala parata, è diventato improvvisamente antifascista !
Accade così, del resto, da sempre. Prima si è berlusconiani e successivamente si diventa antiberlusconiani. Prima si è grillini e poi si diventa antigrillini. Prima si è renziani e poi...anche Renzi vedrà cadere il suo astro nascente, allorquando arriverà un altro “Duce” che riuscirà ad incantare meglio i....telespettatori !
Ciò, ad ogni modo, fa riflettere sul fatto che è l'italiano stesso, spesso, la causa del suo mal. Volutamente incapace, per la maggior parte, di avere una sua coscienza critica, di volere effettivamente emanciparsi ed emancipare il prossimo, l'italiano medio preferirebbe (o preferisce) fregarlo continuamente e badare solo al suo tornaconto personale.
La vera piaga-Italia, che si riverbera nella nostra stessa classe politica, sembra piuttosto insita in questo popolo di addormentati. Il Popolo degli Addormentati, del resto, se diventasse un partito politico ed avesse come leader il primo babbeo uscito da una di quelle trasmissioni di Maria De Filippi, forse, diventerebbe il “nuovo che avanza”. E' così da sempre, anche se ciò è molto, molto triste.
L'Italia di oggi, del resto, non è “un mondo nuovo”. Ma il solito caro vecchio Paese del menefreghismo ipocrita e conservatore.

Luca Bagatin

sabato 22 novembre 2014

L'amore è eterno o non è.

L'amore o è eterno, oppure è meglio rimanere single.
Evitando così di rovinare la vita a sé stessi e/o a qualcun altro.
(Luca Bagatin)

lunedì 17 novembre 2014

Sfruttamento della disperazione

La chiamiamo "politica dell'accoglienza" o, piuttosto, sfruttamento della disperazione degli esseri umani da parte di governi, imprese e multinazionali ?

giovedì 13 novembre 2014

In difesa della figura umana, politica e storica di Juan Domingo Peron (oltre che di Evita): una risposta ad un articolo del direttore de "L'Opinione" Arturo Diaconale. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)


Mi permetto di dissentire dal direttore del quotidiano nazionale “L'Opinione delle Libertà”, Arturo Diaconale, con il quale peraltro collaboro, relativamente all'articolo pubblicato il 13 novembre scorso, dal titolo “La legge elettorale, il peronismo fiorentino”.

Ne dissento non tanto nel merito della questione, nel senso che le critiche di Diaconale relativamente all'autoritaria legge elettorale – denominata Italicum - che vuole imporre Matteo Renzi peraltro sostenuto da Silvio Berlusconi, sono legittime. Il solito sbarramento per i partiti cosiddetti più piccoli, oltre che un premio di maggioranza spropositato, di certo non è in linea con la Costituzione della Repubblica italiana.
Purtuttavia mi sento di dissentire con forza relativamente all'azzardato paragone fatto da Diaconale fra un grande leader internazionale quale fu Juan Domingo Peron, Presidente dell'Argentina dal 1946 al 1955, democraticamente eletto dal suo popolo ed indimenticato dallo stesso proprio per i suoi interventi in favore delle classi più disagiate, al punto che fu defenestrato dalle dittature militari che cercarono di offuscarne la memoria almeno sino agli Anni '80.
Della figura umana e politica Juan Domingo Peron ho scritto peraltro più e più volte negli ultimi mesi, proprio sulle pagine dell'Opinione e così della moglie Evita Duarte, la quale si occupò per tutta la sua pur breve vita di diritti delle donne e degli anziani.
Assolutamente fuori luogo, pertanto, anche il paragone del direttore Diaconale fra Evita e Maria Elena Boschi, figura pur interessante, ma certo – come ho scritto più volte in numerosi miei articoli – per nulla emancipata dalla figura del “patriarca Renzi” ed ancora lontanissima dall'ideale di eroina che incarnò Evita (ma anche Anita Garibaldi e quella Moana Pozzi che, con il Partito dell'Amore, offrirà all'elettorato un'alternativa antipartitocratica e libertaria, fondata su principi e valori garibaldini). Evita Peron, una pasionaria innamorata del popolo e di suo marito, ma capace di avere una sua visione politica personale, al punto da influenzare le scelte di Peron stesso - in sostanza - non può essere paragonata ad una giovane ed inesperta ministra quale è Maria Elena Boschi, ancora priva di una sua personale linea politica ed al traino di Renzi.
In conclusione, mentre Matteo Renzi è un leader mai eletto al governo da nessuno, che sta attuando politiche autoritarie ed antisociali contro lavoratori, disoccupati ed imprenditori, oltre ad essere un sostenitore della politica fondata sull'imperialismo e sulle banche centrali; Juan Domingo Peron fu leader eletto democraticamente (al punto che ancora oggi al Governo dell'Argentina vi sono leader che si rifanno al peronismo), fu un autentico socialista nazionale, laico e di ispirazione cristiana ma anticlericale (che con il fascismo nulla aveva a che spartire se non per l'ammirazione che Peron aveva per le riforme sociali attuate in un primo tempo da Mussolini), fu il primo a denunciare - come scrissi il 5 settembre scorso proprio in un mio articolo sull'Opinione dal titolo “Peron, giustizialismo e socialismo nazionale” - il pericolo dell'imperialismo yankee, ovvero statunitense, e l'avanzare dell'imperialismo sovietico e comunista. Inoltre, fu forse il primo a denunciare le manovre speculative dei governi USA relative al dollaro, fra cui il fenomeno dei signoraggio, e del Fondo Monetario Internazionale che, peraltro, sono tutt'oggi all'origine della crisi economica che stiamo subendo e fu il primo che, durante il suo mandato di governo, propose l'unificazione dell'America Latina, ovvero la fondazione degli Stati Uniti Latino-Americani.
In questo senso Juan Domingo Peron ricorda piuttosto Bettino Craxi che Matteo Renzi, peraltro figlio, quest'ultimo, del cattocomunismo dei Berlinguer e dei De Mita.
Da una parte un leader del socialismo libertario e nazionale, erede di Bolivar, Garibaldi e Peron, insomma, mentre dall'altra un politico autoritario servo dei Poteri Forti.
E, come scrissi nel mio già citato articolo: Oggi, nel 2014, forse, avremmo necessità di un nuovo Juan Domingo Peron. L'avrebbe l'America Latina, ancora non unificata ed ancora attraversata da una grave crisi socio-economica. E l'avrebbe l'Europa, unita solo dall'economia e dal continuo sfruttamento monetario e tartassatorio che noi cittadini subiamo ogni giorno, peraltro soggetti alle scelte di politica internazionale dei soliti USA e del solito Fondo Monetario Internazionale.

Luca Bagatin

mercoledì 12 novembre 2014

La tv dei Vescovi, Vladimir Luxuria e l'indecoroso linguaggio mediatico. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Si fa un gran parlare, in questi giorni, dell'invito da parte della “tv dei Vescovi” - ovvero di TV2000 – a Vladimir Luxuria di partecipare ad una loro trasmissione per discutere di tematiche cosiddette “etiche” riguardanti la comunità omosessuale e transessuale.
Partecipazione, peraltro, successivamente negata in quanto - come spiegato dal direttore del tg di TV2000 - la trasmissione sarebbe andata in onda in concomitanza con l'assemblea della CEI, che avrebbe dovuto discutere ancora una volta sui temi legati alla famiglia.
Ora, per carità, ciascuno è libero di esprimersi sulle tematiche che desidera, ed in questo senso anche i Vescovi della CEI lo sono. Per quanto dovrebbe essere ben chiaro a tutti che i giudizi dei Vescovi non dovrebbero essere vincolanti per nessuno, visto che, sino a prova contraria, l'Italia dovrebbe essere uno Stato laico. E ciò anche in presenza di una classe politica conservatrice, autoritaria e clericale, oggi anche al governo del Paese.
Al di là di questo la mia riflessione verte piuttosto sull'idea di invitare – a rappresentanza della cosiddetta comunità LGBT, ovvero del mondo omoessuale, bisessuale e transessuale – Vladimir Luxuria, volto noto della tv, “maitre à penser” catodico in sostanza, di cui si è tornati a parlare grazie al suo recente incontro con Silvio Berlusconi e con la sua compagna Francesca Pascale.
Un'idea, quella dell'invito di TV2000 a Luxuria, che segue – ancora una volta – logiche meramente mediatiche, anziché tendenti a rappresentare una realtà umana, un'orientamento sessuale, che certo non può dirsi rappresentato dal solo Luxuria.
Mi sono sempre chiesto perché, nelle varie trasmissioni televisive, in sostanza, poco si invitino cittadini qualsiasi, siano questi omosessuali, transessuali o eterosessuali (infondo siamo tutti esseri umani !), bensì si tendi ad invitare sempre ed unicamente i soliti “maitre à penser” catodici, i soliti giornalisti catodici, i soliti politicanti catodico-imbonitori. Quelli che, in sostanza, siamo abituati a vedere a Ballarò, a Porta a Porta e così via.
Costoro non rappresentano la realtà delle persone, dei cittadini (omosessuali, transessuali, eterosessuali, operai, impiegati, imprenditori, infermieri, insegnanti ecc...), bensì l'indecoroso spettacolo del linguaggio mediatico che filtra una realtà a suo uso e consumo. Uno spettacolo indecoroso già denunciato peraltro da Pier Paolo Pasolini, che lo paragonò al “nuovo fascismo”. Sul “Corriere della Sera” del 9 dicembre 1973, Pasolini scriveva infatti, fra le altre cose: È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre.
Il mondo dei media, in sostanza, grancassa della società dei consumi e del pensiero unico imposto dalla trimurti "politica-religione-showbusiness", finisce - come ci ricordava già Pasolini - per annientare ogni realtà umana, ogni sentimento umano, ogni orientamento sessual-sentimentale. Oltre che presentarci una realtà falsata, fuorviante, imposta.

Luca Bagatin

lunedì 10 novembre 2014

Il Presidente della Repubblica italiana scelto da "Amore e Libertà"

VOGLIAMO UNO STRAPPO ALLA REGOLA !
VOGLIAMO UN'ATTO DI CORAGGIO, 
CONTRO L'IPOCRISIA DEI SOLITI POLITICANTI CORROTTI!
 VOGLIAMO UN ATTO D'AMORE !
VOGLIAMO JOSE' PEPE MUJICA NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA !

www.amoreeliberta.altervista.org

La "società dei consumi" è il nuovo fascismo

La "società dei consumi" - o "società del piacere" - è il nuovo fascismo propagato e propagandato dai politici e dagli economisti di oggi e di sempre. Che, senza averne contezza o per mero calcolo personale, parlano anche di "crescita economica".
Che è l'esatto opposto della crescita umana e spirituale.



Civiltà dell'Amore contro società del piacere by Luca Bagatin

giovedì 6 novembre 2014

"La parte più sensuale di una donna": aforismi e riflessioni politico/sensoriali by Luca Bagatin (tratte da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

La parte più sensuale di una donna trovo sia la sua schiena.
Un amore può meglio essere dimostrato nei fatti, piuttosto che essere dichiarato.
Trovo che poche cose possano essere più erotiche e sensuali del dialetto siciliano.
Fra il socialismo libertario ispirato da Hugo Chávez ed il libertarismo di Ron Paul, nei fatti, non vi è alcuna differenza: entrambi denunciano da decenni le elite economico-finanziarie che hanno portato all'attuale crisi globale; hanno una visione antimperialista degli USA quale "poliziotto del mondo" e lavorano per una prospettiva umanitaria della società. 
In questo senso trovo che il punto di vista del regista Oliver Stone, da sempre amico di Chavez e sostenitore di Ron Paul alle ultime primarie USA, sia assolutamente condivisibile.
Come scrissi in un mio aforisma, qualche tempo fa: "La peggior destra, in Italia, è senza dubbio la sinistra".
E, recentemente, con un mio articolo per il quotidiano nazionale L'Opinione, ho rilanciato il messaggio indirizzato ai sedicenti "socialisti" europei:
"Gli unici veri leader del Socialismo mondiale, libertario ed umanitario sono altri e spesso vivono in America Latina. Sono gli eredi di Juan Domingo Peron, gli eredi di Hugo Chavez, gli Evo Morales, i José Mujica – Presidente dell'Uruguay che ha deciso di vivere in povertà - e tutti coloro i quali da decenni si oppongono ad una globalizzazione che ingloba l'individuo, anziché emanciparlo".
Mi sono sempre guardato bene dall'essere una persona tollerante. Specie di fronte all'ignoranza ed alla stupidità.
Più che scendere in piazza gli italiani dovrebbero ribellarsi alla legge, se questa è da considerarsi ingiusta.
Sono e rimarrò sempre un difensore della Prima Repubblica ed un sostenitore di quel Mazzinianesimo e di quel Socialismo Nazionale e Garibaldino di cui si fecero portatori statisti quali Randolfo Pacciardi e Bettino Craxi.
Ovvero l'esatto opposto di fascistelli e fighettini come Matteino Renzi e Angelino Alfano.
Il mio slogan è, ormai: meno Stato, meno mercato, più individuo ! Oppure: meno Stato, meno mercato, uguale a più individuo.
A 10 anni ho abbandonato la Chiesa cattolica in quanto ho compeso che essa rappresentava e rappresenta la negazione dell'insegnamento del Cristo.

martedì 4 novembre 2014

Il suicidio assistito di Brittany Maynard: una storia di amore e libertà. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)


Brittany ha deciso di morire.
Ha deciso di farlo perché sapeva che sarebbe morta comunque, fra indicibili sofferenze.
Ma Brittany Maynard amava la vita. E la rispettava al punto dal voler morire con dignità.
A Brittany era stato diagnosticato un tumore incurabile al cervello e da tempo sopportava il peso degli effetti collaterali dei farmaci che le erano somministrati.
E' così che ha preso la decisione di salutare tutti i suoi cari e di realizzare, alcuni giorni prima della sua scelta, un video su Youtube – visitato da oltre dieci milioni di persone – per raccontare la sua storia e la sua decisione di morire, aiutata dall'associazione “Compassion & Choices” che si occupa - nello Stato americano dell'Oregon - di accompagnare le persone che chiedono volontariamente di togliersi la vita.
E' così che, il primo novembre, nella sua casa, dopo aver salutato tutti i suoi cari, ha ingerito i farmaci letali che l'hanno condotta alla morte.
Queste le sue ultime, toccanti parole su Facebook: “Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, davanti alla mia malattia terminale, questo terribile cancro che ha portato via così tanto da me, ma che avrebbe preso ancora di più. Il mondo è un bel posto, il viaggio è stato il mio maestro più grande, i miei amici più stretti e miei parenti sono le persone più generose e altruiste. Ho anche un cerchio di supporto intorno al mio letto, mentre scrivo... Addio mondo. Spargete buona energia. Siate generosi, pagate in anticipo per restituire ad altri il bene che ricevete”.
E queste le commoventi ed al contempo incoraggianti parole che Brittany ha scritto sul suo blog: “Sono le persone che si fermano ad apprezzare la vita e che rendono grazie, quelle più felici. Se noi cambiamo le nostre menti, cambiamo il nostro mondo. Pace e amore a voi tutti”.
La scelta consapevole di Brittany riapre e riaprirà certamente il dibattito sull'eutanasia e magari anche sul suicidio assistito. Ad ogni modo ci chiediamo perché ancora vi siano dibattiti nell'ambito di personalissime scelte individuali. Scelte dolorose, come dolorose spesso sono le scelte che la vita ci pone di fronte. Scelte che non andrebbero nemmeno, quindi, dibattute. Ma semplicemente rispettate ed accettate.
Ancora una volta pensiamo alle parole dell'attivista per i diritti civili Roberta Tatafiore, scritte nel suo diario, prima di suicidarsi: "A chi appartiene la vita ? Alla società ? A Dio ? A noi stessi ? Credo che la vita appartenga ad ogni individuo libero di affidarla a chi vuole in base a ciò che gli suggerisce la coscienza" .
La vita di Brittany Maynard apparteneva a lei ed a lei soltanto. Ed il suo esempio dovrebbe essere compreso da quelle Istituzioni – a livello internazionale - ancora insensibili di fronte alla sofferenza umana ed a quelle toccanti e personali scelte individuali che, come tali, meritano il più sacro ed umano rispetto. Oltre che il più sacro ed umano amore possibile.

Luca Bagatin

sabato 1 novembre 2014

Scontri di piazza (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Più penso ai recenti scontri di piazza fra operai e poliziotti, a Roma, e più penso che a rimetterci siano sempre coloro i quali lavorano, siano essi, appunto, operai o poliziotti.
Mentre i politicanti ed i governanti rimangono sempre lì, al loro posto. Sordi all'orecchio del misero, avrebbe detto Brecht.
Qualcuno di costoro invita persino ad "abbassare i toni", quando ad alzarli è stato proprio il Palazzo.
E' un triste segno dei tempi. In un Paese ed in un'Europa che ha perso - o sta perdendo - il senso della democrazia e delle libertà.


Luca Bagatin 
Presidente di "Amore e Libertà"