A Roma va in onda non tanto e non solo
un funerale in stile hollywoodiano-kitsch come è stato definito, ma
anche la fiera dell'ipocrisia.
L'ipocrisia di una politica che finge
di scandalizzarsi, quando invece era tutto autorizzato. Dal Comune,
dai vigili, dall'AMA. Tutti sapevano, ma solo il giorno dopo tutti
costoro hanno iniziato a scandalizzarsi, a stracciarsi le vesti. A
scoprire che a Roma comanda la mafia, zingara o meno, da quel dì.
Del resto ci sono tanto di foto
storiche che ritraggono noti politicanti e noti burocrati accanto a
noti mafiosi. E tutti assieme cenano allegramente.
La mafia a Roma, del resto, è un
fenomeno antico quanto il mondo. Lo stesso Impero Romano si reggeva
sula corruzione e sul malaffare.
La mafia, del resto, è una certa
mentalità ipocrita, dedita alla ricerca del guadagno facile,
dell'edonismo senza faticare. La mentalità del “fotti il prossimo
e godi”. Una mentalità diffusa e difficilmente sradicabile. Una
mentalità familista e omertosa.
Una mentalità che si riverbera nella
politica odierna, una politica effimera, che ha ucciso il pensiero,
fondata sugli slogan, sulla disonestà intellettuale e
sull'autoritarismo prima berlusconiano e poi renziano. Una politica
fondata sul “gioco delle tre carte” che fa il paio con
l'altrettanto ipocrita Chiesa cattolica che anche oggi finge di
stracciarsi le vesti, la quale nel 2006 non autorizzò il funerale
del povero Piero Welby, la cui memoria è stata ancora una volta
oscurata. Dal malaffare diffuso. Dalla disonestà intellettuale e
morale. Dalla bestemmia di coloro i quali hanno usurpato il Verbo del
Cristo.
Non sappiamo come se ne potrebbe
uscire. Forse iniziando a legalizzare droghe e non droghe,
togliendone alla criminalità il monopolio. Forse abolendo per sempre
gli appalti per le opere pubbliche e facendo realizzare i lavori ad
aziende pubbliche e autogestite dai cittadini stessi. Forse
istituendo comitati popolari composti da cittadini estratti a sorte,
come nell'Agorà Greca, abolendo partiti ed elezioni politiche,
portatrici di corruttela, clientelismo, dittatura della burocrazia.
Ad ogni modo tutto ciò sarebbe solo
parzialmente risolutivo del problema. Occorre un cambio radicale di
mentalità e di atteggiamento.
Sin tanto che il popolo sarà ipocrita,
tendente alla corruzione ed alla corruttela, ovvero baserà la
propria vita sull'egoismo anziché sull'amore per il prossimo, ovvero
baserà la sua vita sul guadagno anziché sul dono; sino a che gli
individui condurranno una vita ove ammirano chi ha di più anziché
chi utilizza il proprio tempo libero per godere dei piaceri della
natura e lavora onestamente...sin tanto che ciò tenderà a
prevalere, la mafia continuerà ad avere la meglio.
E, come al solito, chi è causa del suo
mal, pianga sé stesso.
Luca Bagatin
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