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lunedì 14 settembre 2015

"Senza pudori". Aforismi e riflessioni by Luca Bagatin (tratte da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Le case editrici che chiedono soldi agli autori non sono serie e vanno evitate. Piuttosto pubblicate il vostro lavoro in proprio, meglio se gratis e sul web.



L'editore dovrebbe credere nell autore, non spremerlo. Altrimenti non si chiama editore, ma ladro.


Direi che la mia donna ideale è un misto fra la principessa romantica, la donna guerriera e la pornostar.

Leggo in giro per la rete che c'è chi si schiera con Obama, chi con Putin.... Non capisco che cosa ci sia di interessante nello schierarsi con gente che scopa poco e che pensa solo ad esportare la guerra, sfruttando i suoi rispettivi popoli. Il mio Presidente idale, oggi, sarebbe Moana Pozzi.
Una donna che non può più parlare, ma ne avrebbe da dire su tutti.

L'unica economia non soggetta a bolle speculative è l'economia del dono.

Se proprio dovete sposarvi non dimenticate di sottoscrivere prima un contratto prematrimoniale. Se l'altra persona vi rovinerà la vita, quantomeno potete essere parzialmente risarciti del danno.

Mi sento da sempre un AN-archico. Ovvero, rinunciando ad assoggettarmi a qualsivoglia potere politico, preferisco contemplare, in ogni sua forma e dimensione, il sedere. Bello, sodo, femminile !

Per secoli se la sono presa con massoni e Massoneria. Salvo scoprire che le uniche forze eversive erano quelle politiche.

Anche di Moana dissero che era finanziata dal KGB, come oggi dicono che Femen sono finanziate da Soros e dalla CIA.
Che cosa non si inventano i seguaci del Potere pur di screditare le eroine !

E poi mi chiedono perché ho iniziato a fare politica sull'onda dell'elezione di Cicciolina in Parlamento !
Meglio una pornodiva nel palazzo, che tanti magnaccia !


Ecco perché preferisco da sempre - pur con tutte le loro contraddizioni e limiti - i Garibaldi, i Peron, i Pacciardi, i Craxi, i Gheddafi, i Chavez. I Caudillos popolari, populisti e repubblicani, che hanno combattuto e dato da mangiare ai poveri e tentato di includerli nell'attività di governo, anziché i politicanti "eletti" occidentali, che mai hanno combattuto, cravattoni succhiasoldi e affamapopoli, senza sogni, senza prospettive:
"La Libia è un laboratorio sociopolitico fondato su un miscuglio di oligarchia e anarchia, democrazia diretta e guidata, consumismo e rigorismo morale. La spinta ideologica viene sempre da Gheddafi che si dedica ad organizzare l'anarchia. (...) Pensa che il suo compito sia di condurre il suo piccolo popolo a fare a meno di ogni guida.
(...) Audace e appassionato come quando era un ragazzo, Gheddafi non ama essere l'uomo politico che si arrangia nel campo del possibile. Si trova più a suo agio ai confini fra realtà e utopia. (...) Alcuni sogni sono rimasti tali: il popolo libico non è diventato produttore, l'unità araba è ancora un miraggio. (...), ma molti sogni si sono avverati: i libici hanno ritrovato orgoglio, dignità e un senso di identità; la Libia di cui si diceva "è un Paese che non esiste", ha un posto di rilievo nell'atlante geopolitico; i particolrismi regionali e tribali sono superati; i diseredati non sono più tali; la sfida contro le onnipotenti compagnie del petrolio è stata vinta e ha messo in moto un meccanismo destinato a modificare gli equlibri mondiali".
(Mario Vignolo da "Gheddafi - Islam, petrolio e utopia" - Rizzoli, 1982).

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