Lo diciamo e lo scriviamo da tempo, da
molto tempo: è l'ora dei popoli. Dei popoli
affamati e affratellati.
Qualsiasi sia
stato l'esito elettorale, è l'ora dei Podemos e di Marine Le Pen e
di tutti coloro i quali si battono contro un'Europa oligarchica,
globalista e capitalista. L'Europa del debito pubblico impagabile.
E' l'ora di Pablo
Iglesias, leader dei Podemos spagnoli, che si è da sempre ispirato
alla Rivoluzione Bolivariana e democratica di Hugo Chavez e dei
leader dell'emancipazione dell'America Latina e che, come vado
affermando anch'io nell'ambito del pensatoio “Amore
e Libertà” (in merito al quale ho scritto un recente saggio,
con prefazione di Antonio Tiberio Dobrynia), sono alla base di una
nuova idea di democrazia: partecipativa, nazionale, popolare,
socialista libertaria e umanitaria.
E' l'ora, dunque,
di mettere da parte le vecchie etichette destra-sinistra; di
decretare uno “Stato di felicità permanente”, rispolverando un
vecchio slogan degli Indiani Metropolitani; è l'ora di smetterla di
credere ai falsi profeti alla Grillo, già stipendiati dalla Rai-Tv;
di smetterla di sostenere figure autoritarie come Matteo Renzi o come
quel Berlusconi che ripropone una nuova accozzaglia di moderati
oppure quegli pseudo-estremisti che già hanno mal governato questo
Paese come la Meloni e Salvini e che, peraltro, quando erano al
governo, hanno fatto esattamente l'opposto di quanto vanno predicando
oggi.
E' l'ora della
partecipazione attiva delle intelligenze stanche di subire un'inutile
austerità che ingrassa unicamente il sistema capitalista speculativo
e finanziario ed i politicanti di turno.
E' l'ora di
abolire – di comune accordo – il debito pubblico, come afferma
l'intellettuale francese Alain De Benoist, in quanto impagabile anche
con misure di austerità che stanno uccidendo letteralmente il
cittadino. Pensiamo ai numerosi casi di suicidio di piccoli
imprenditori o di coloro i quali hanno perduto il posto di lavoro.
E, anche se può
sembrare una provocazione, sarebbe l'ora che la BCE diventasse, più
che un istituto di credito (di quale credito gode poi ?), un istituto
di beneficenza, in grado di regalare danari agli Stati ed ai
cittadini che ne hanno bisogno. Che sono tanti e troppi, a differenza
dei pochi banchieri e dei pochi politicanti di Bruxelles, Washington,
Mosca o Pechino, che si crogiolano da sempre nel loro gioco
preferito: il Risiko. Sulla pelle dei lavoratori, dei poveri, degli
oppressi costretti a migrare a causa di guerre da loro non volute,
non cercate, non certo finanziate.
Questa è la
Civiltà dell'Amore che sogniamo. Una civiltà libera da povertà e
oppressione. Una Civiltà contrapposta, dunque, alla società del
piacere effimero e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Una Civiltà che
vada oltre la destra e la sinistra e che sappia coniugare la laicità
con la spiritualità. Spiritualità che, lo ricordiamo, non ha nulla
a che vedere con qualsivoglia dogma religioso che da secoli opprime
le menti ed è spesso all'origine di violenza e di prevaricazione.
Luca Bagatin
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