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lunedì 15 febbraio 2016

Riflessioni sul liberalismo e sullo statalismo. Ovvero sulla necessità del loro superamento in nome della Civiltà dell'Amore. Articolo di Luca Bagatin

Il 15 febbraio scorso sono stato, in veste di curioso, ad un convegno cosiddetto “liberale” in cui vi erano molti cosiddetti "conservatori liberali", alcuni dei quali hanno affermato che il liberalismo economico significa, in sostanza, essere liberi di fare ciò che si vuole e che i "diritti" sarebbero dei "privilegi".
Ora, da studioso e da osservatore, direi che ciò è completamente errato.
Innanzitutto nel mondo materiale è IMPOSSIBILE essere liberi al 100%. Vivendo nella società e dunque scontrandosi/incontrandosi continuamente con innumerevoli persone e sistemi mentali, economici, psicologici, politici ecc... diversi e/o diversissimi fra loro, è IMPOSSIBILE non dover scendere a compromessi e dunque essere obbligati a rinunciare ad una parte della propria libertà.
In secondo luogo, il liberalismo economico non può non essere identificato con l'egoismo umano. E l'egoismo è antitetico alla società ed al vivere in società.
Puoi essere dunque libero a questo mondo, volendo estremizzare, in due soli modi: ritirandoti completamente dalla società oppure suicidandoti.
Diversamente, ciò che sostengono i liberali economici, è la creazione di un nuovo regime che, lungi dal liberare la società, la schiavizza sempre di più e sdogana, conseguentemente all'egoismo: la schiavitù del lavoro e del salario, oltre che la schiavitù dei bisogni indotti (il cui canale massimo è la pubblicità commerciale, che schiavizza le menti, inducendole ad acquistare prodotti e servizi di cui nella stragrande maggioranza dei casi non hanno alcun bisogno).
Una visione non dissimile, in sostanza, allo statalismo che, lungi dal liberare l'individuo, lo rende dipendente del sistema politico ed economico, qualsiasi sia il sistema economico ed il sistema politico di turno.
Una sana Civiltà dell'Amore, antitetica alla visione capitalistico-borghese-liberale ed alla visione statalista-corporativa, diversamente, si fonda sull'economia del dono. Sul donare e donarsi reciprocamente agli altri, nel rispetto della propria individualità ed essenza. Ovvero su un sistema che privilegi la socializzazione dei rapporti umani che vadano a superare ad ogni livello i rapporti economico-politici.
Ne consegue una sana autogestione consapevole volta al rispetto del nostro simile e dell'ecosistema nel quale vive.
Ne consegue un superamento delle barriere mentali imposte dal sistema mediatico/informatico veicolato dai media trazionali (giornali e tv, sostenute per la stragrande maggioranza da imprenditori e/o politici interessati) e dai cosiddetti “social-network” che di sociale non hanno proprio nulla e che permettono solo ad un manipolo di soggetti di accrescere il loro patrimonio economico.
Ne consegue un nuovo modello di vita che punti alla ricerca della libertà (una ricerca infinita ed incessante) e che giunga infine all'amore universale senza distinzioni.

Luca Bagatin
Presidente e fondatore del pensatoio (anti)politico e (contro)culturale “Amore e Libertà”

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