Del Venezuela, nella stampa italiana ed
europea, si parla sempre poco e male. E così accade un po' per tutta
l'America Latina, dalla quale, invece, avremmo molto da imparare e ad
essa ci legano, non solo le comuni radici latine, ma anche un'antica
storia di emigrazione italiana in quelle terre.
Ringrazio pertanto l'Ambasciatore della
Repubblica Bolivariana in Italia Dott. Julián Isaías Rodríguez
Díaz per avermi concesso questa intervista.
Luca Bagatin: I giornali
italiani ed europei parlano di una situazione economica e sociale in
Venezuela davvero disastrosa, in particolare dopo la morte del
Presidente Hugo Chavez. Un fallimento del processo bolivariano e
chavista, in sostanza.
Le cose stanno davvero così ?
Julián
Isaías Rodríguez Díaz:
Vi è una strategia d’interessi stranieri affinché
rimanga sfornito sia da dentro e da fuori. Nel linguaggio colloquiale
si conosce come “GUERRA ECONOMICA CONTRO IL GOVERNO CHAVISTA”. E’
simile a quella contro Salvador Allende,
nel Cile del 1973, e di fatto non ci sono grandi differenze con le
sanzioni contro Cuba, soltanto che in Venezuela le Forze Armate non
sono quelle cilene e per quanto riguarda Cuba, il Venezuela produce
petrolio e non canna da zucchero. Si sostiene economicamente. Importa
alimenti e internamente c’è stabilità militare. L'assenza del
Comandante Chávez si sente. Tutti sapevamo - persino i nostri nemici
- quanto sarebbe stato difficile mandare avanti il nostro processo
senza Chávez. Nonostante tutto, siamo qui. Non è stato facile per
le forze estranee al Paese smontare il processo politico
pro-sovranità, d’integrazione, alternativo al capitalismo, anti
neoliberale, partecipativo e conseguentemente vincolato alle idee
concepite dal Presidente Hugo Chávez.
I prezzi bassi del petrolio hanno
influenzato negativamente, ma iniziano a risalire. L’accaparramento,
la mancanza di rifornimento e il controllo dell’offerta alimentare
da parte dei settori transnazionali, ci fanno danneggiano, ma di
recente la distribuzione incomincia ad essere sostenuta da
organizzazioni popolari. Il para-militarismo colombiano è stato
seminato in diversi punti del Paese e ci sono risposte positive. La
società appare stremata, ma non sconfitta davanti alle aggressioni.
Il solo fatto di non aver fallito socialmente e di avere cercato di
uscire dalla crisi pacificamente, è un segnale positivo.
Internamente l’opposizione è più logorata del governo, e anche
questo è un segnale positivo. Ci sono delle risposte e ce ne saranno
delle altre. Nonostante tutto crediamo che l’epilogo non sarà,
come in passato, continentale o regionale. Geo-strategicamente la
situazione mondiale è complessa e non si risolverà soltanto in un
tavolo americano.
Luca Bagatin:
Hugo Chavez ha aperto, dagli Anni '90 sino alla sua morte, ad un
processo di possibile integrazione latinoamericana. Come mai, a suo
avviso, non si è ancora riusciti – nonostante la vittoria alle
elezioni in quasi tutti i Paesi dell'America Latina di governi
socialisti, libertari e bolivariani – ad unificare davvero il
continente Latinoamericano ?
Julián
Isaías Rodríguez Díaz: Il Colpo di Stato in
Honduras arrestò il processo d’integrazione latinoamericana. O
quantomeno lo rallentò. Successivamente, con il golpe in Paraguay,
il capitale internazionale pretese di fermare il Mercosur (Mercato
Comune dell'America Meridionale. N.d.A.). Non ci riuscì. La guerra
dell’impero statunitense per riconquistare l’America Latina è
stata forte. Con l’Alleanza del Pacifico si divise, ma non è
riuscita ad istallare l’ALCA (Area di Libero Commercio delle
Americhe- N.d.A.). Elettoralmente ha arrestato la rielezione di Evo
Morales in Bolivia, è riuscita a dividere il movimento argentino e
ha ottenuto una vittoria neoliberale con Macri quale Presidente. In
Venezuela ha riconquistato uno dei cinque poteri pubblici, quello
Legislativo. Sta facendo il possibile per evitare il trionfo di Lula
in Brasile. Ma non riconquisterà mai l’antica maniera di pensare e
neanche il nuovo ideale dei popoli latinoamericani.
Qui in America Latina si è radicata
l’idea di integrazione, di sovranità, di un mercato più giusto,
di una materia prima meno facile da acquisire, di un processo volto a
creare un mercato con tecnologia propria, disposto a trasformare la
propria materia prima o a commercializzarla in favore della propria
crescita. Non si è riuscito per quanto prima detto, ad unificare e
ad integrare il continente, ma neanche chi si oppone all’integrazione
è riuscito negli obiettivi proposti con i trattati del libero
commercio. Oggi li stanno spostando in Europa e in altri Paesi, dei
quali soltanto quattro sono Repubbliche latinoamericane. E questo è
già un passo avanti.
Luca Bagatin: Che cosa accadrà
ora che il PSUV ha perduto le elezioni parlamentari e dunque è in
minoranza in Parlamento ?
C'è il rischio che i partiti
anti-chavisti possano davvero distruggere tutto quanto ha costruito
la Rivoluzione Bolivariana dal 1998 ad oggi ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz:
L’opposizione ha vinto la
maggioranza parlamentare nelle elezioni del 6 dicembre 2015. Comunque
non siamo un governo parlamentare. Più che presidenzialista, si
tratta di un regime giudiziario in cui il Tribunale Supremo, tramite
la Sala Costituzionale, interpreta la Costituzione e controlla le
funzioni di ognuno dei poteri pubblici, evitando che l’uno invada
le competenze dell’altro. Le decisioni del potere Legislativo
devono essere sottoposte alle funzioni assegnate dalla Costituzione,
senza dirottarle ad interessi che non siano legittimi.
Si sono già
verificati alcuni tentativi di deviazione, ma il potere Legislativo
ha dovuto fare marcia indietro. Le decisioni che il Legislativo può
prendere non sono illimitate e possono essere annullate qualora non
si aggiustino a quanto previsto dalla Magna Carta della Nazione.
Luca Bagatin: Cuba ha da sempre
un rapporto privilegiato con il Venezuela. Ora che finalmente
l'embargo è stato tolto, pensa che anche i rapporti fra Caracas e
Washington potranno migliorare ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz:
Crediamo che i rapporti fra Cuba e Washington miglioreranno, ma
questo non significa che peggioreranno i rapporti con il Venezuela.
Osserviamo attentamente tutti i dettagli della visita di Obama a
Cuba: è stata preceduta dalla visita del nostro Presidente Maduro,
il quale è stato insignito di una importante onorificenza nel corso
della sua visita. E’ stata commentata la non partecipazione delle
Forze Armate cubane durante la visita del Presidente degli USA,
mentre un fatto contrario si è verificato durante la visita del
Presidente venezuelano.
Fidel Castro continua ad essere un
importante riferimento politico. Il Papa e Renzi lo hanno dimostrato.
Ha ricevuto il primo, ma non il secondo e neanche Obama è stato
ricevuto. A Maduro invece, Fidel Castro dedicato un’intera
giornata. Le dimostrazioni di solidarietà cubane verso il Venezuela
non si sono arrestate. Durante la visita di Obama hanno cercato di
tirare fuori l’argomento “Venezuela” e si è astenuto di
rispondere, ma non lo ha rifiutato.
Tutto migliorerà. Il mondo
migliorerà. Tutti gli imperi finiscono.
Luca Bagatin: Quali rapporti vi
sono fra il Venezuela e l'Unione Europea ed in particolare fra il
Venezuela e l'Italia ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz:
L’Unione Europea e l’Italia sono argomenti ben
differenziati per il Venezuela, anche per l’Italia stessa. Il
Primo Ministro è stato duro davanti alla centralizzazione
sproporzionata dell’Unione Europea rispetto all’Italia. L’Unione
Europea è stata sconsiderata
e parzializzata politicamente contro il processo politico
venezuelano. A nostro avviso si è lasciata influenzare dalla Spagna
e da alcuni governi conservatori. Specialmente dal neoliberismo che
porta avanti la politica dello sfruttamento. Le multinazionali ed il
potere finanziario internazionale segnano le loro politiche, che non
coincidono con quelle dell’America Latina in cerca della propria
identità, integrazione, sovranità e capacità di negoziazione per
difendere le proprie materie prime. Con l’ Italia, ciò nonostante,
il Venezuela mantiene oggi dei buoni rapporti. Cerca di sviluppare il
commercio d’importazione ed esportazione. Abbiamo bisogno di
tecnologia agroalimentare e di trasporto ferroviario in particolare.
Nel prossimo mese di maggio avrà luogo la riunione periodica
italo-venezuelana. Ci sono dei temi interessanti da trattare da parte
di entrambi i Paesi. Il nostro Ministero degli Esteri ha assicurato
la propria presenza e, se non si verificano degli incidenti di
percorso che ritardino la riunione, la stessa sarà un successo sia
per l’Italia che per il Venezuela.
Luca Bagatin
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