giovedì 31 marzo 2016

Intervista di Luca Bagatin all'Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia Dott. Julián Isaías Rodríguez Díaz

Del Venezuela, nella stampa italiana ed europea, si parla sempre poco e male. E così accade un po' per tutta l'America Latina, dalla quale, invece, avremmo molto da imparare e ad essa ci legano, non solo le comuni radici latine, ma anche un'antica storia di emigrazione italiana in quelle terre.
Ringrazio pertanto l'Ambasciatore della Repubblica Bolivariana in Italia Dott. Julián Isaías Rodríguez Díaz per avermi concesso questa intervista.

Luca Bagatin: I giornali italiani ed europei parlano di una situazione economica e sociale in Venezuela davvero disastrosa, in particolare dopo la morte del Presidente Hugo Chavez. Un fallimento del processo bolivariano e chavista, in sostanza.
Le cose stanno davvero così ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz: Vi è una strategia d’interessi stranieri affinché rimanga sfornito sia da dentro e da fuori. Nel linguaggio colloquiale si conosce come “GUERRA ECONOMICA CONTRO IL GOVERNO CHAVISTA”. E’ simile a quella contro Salvador Allende, nel Cile del 1973, e di fatto non ci sono grandi differenze con le sanzioni contro Cuba, soltanto che in Venezuela le Forze Armate non sono quelle cilene e per quanto riguarda Cuba, il Venezuela produce petrolio e non canna da zucchero. Si sostiene economicamente. Importa alimenti e internamente c’è stabilità militare. L'assenza del Comandante Chávez si sente. Tutti sapevamo - persino i nostri nemici - quanto sarebbe stato difficile mandare avanti il nostro processo senza Chávez. Nonostante tutto, siamo qui. Non è stato facile per le forze estranee al Paese smontare il processo politico pro-sovranità, d’integrazione, alternativo al capitalismo, anti neoliberale, partecipativo e conseguentemente vincolato alle idee concepite dal Presidente Hugo Chávez.
I prezzi bassi del petrolio hanno influenzato negativamente, ma iniziano a risalire. L’accaparramento, la mancanza di rifornimento e il controllo dell’offerta alimentare da parte dei settori transnazionali, ci fanno danneggiano, ma di recente la distribuzione incomincia ad essere sostenuta da organizzazioni popolari. Il para-militarismo colombiano è stato seminato in diversi punti del Paese e ci sono risposte positive. La società appare stremata, ma non sconfitta davanti alle aggressioni. Il solo fatto di non aver fallito socialmente e di avere cercato di uscire dalla crisi pacificamente, è un segnale positivo. Internamente l’opposizione è più logorata del governo, e anche questo è un segnale positivo. Ci sono delle risposte e ce ne saranno delle altre. Nonostante tutto crediamo che l’epilogo non sarà, come in passato, continentale o regionale. Geo-strategicamente la situazione mondiale è complessa e non si risolverà soltanto in un tavolo americano.


Luca Bagatin: Hugo Chavez ha aperto, dagli Anni '90 sino alla sua morte, ad un processo di possibile integrazione latinoamericana. Come mai, a suo avviso, non si è ancora riusciti – nonostante la vittoria alle elezioni in quasi tutti i Paesi dell'America Latina di governi socialisti, libertari e bolivariani – ad unificare davvero il continente Latinoamericano ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz: Il Colpo di Stato in Honduras arrestò il processo d’integrazione latinoamericana. O quantomeno lo rallentò. Successivamente, con il golpe in Paraguay, il capitale internazionale pretese di fermare il Mercosur (Mercato Comune dell'America Meridionale. N.d.A.). Non ci riuscì. La guerra dell’impero statunitense per riconquistare l’America Latina è stata forte. Con l’Alleanza del Pacifico si divise, ma non è riuscita ad istallare l’ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe- N.d.A.). Elettoralmente ha arrestato la rielezione di Evo Morales in Bolivia, è riuscita a dividere il movimento argentino e ha ottenuto una vittoria neoliberale con Macri quale Presidente. In Venezuela ha riconquistato uno dei cinque poteri pubblici, quello Legislativo. Sta facendo il possibile per evitare il trionfo di Lula in Brasile. Ma non riconquisterà mai l’antica maniera di pensare e neanche il nuovo ideale dei popoli latinoamericani.
Qui in America Latina si è radicata l’idea di integrazione, di sovranità, di un mercato più giusto, di una materia prima meno facile da acquisire, di un processo volto a creare un mercato con tecnologia propria, disposto a trasformare la propria materia prima o a commercializzarla in favore della propria crescita. Non si è riuscito per quanto prima detto, ad unificare e ad integrare il continente, ma neanche chi si oppone all’integrazione è riuscito negli obiettivi proposti con i trattati del libero commercio. Oggi li stanno spostando in Europa e in altri Paesi, dei quali soltanto quattro sono Repubbliche latinoamericane. E questo è già un passo avanti.


Luca Bagatin: Che cosa accadrà ora che il PSUV ha perduto le elezioni parlamentari e dunque è in minoranza in Parlamento ?
C'è il rischio che i partiti anti-chavisti possano davvero distruggere tutto quanto ha costruito la Rivoluzione Bolivariana dal 1998 ad oggi ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz: L’opposizione ha vinto la maggioranza parlamentare nelle elezioni del 6 dicembre 2015. Comunque non siamo un governo parlamentare. Più che presidenzialista, si tratta di un regime giudiziario in cui il Tribunale Supremo, tramite la Sala Costituzionale, interpreta la Costituzione e controlla le funzioni di ognuno dei poteri pubblici, evitando che l’uno invada le competenze dell’altro. Le decisioni del potere Legislativo devono essere sottoposte alle funzioni assegnate dalla Costituzione, senza dirottarle ad interessi che non siano legittimi.
Si sono già verificati alcuni tentativi di deviazione, ma il potere Legislativo ha dovuto fare marcia indietro. Le decisioni che il Legislativo può prendere non sono illimitate e possono essere annullate qualora non si aggiustino a quanto previsto dalla Magna Carta della Nazione.


Luca Bagatin: Cuba ha da sempre un rapporto privilegiato con il Venezuela. Ora che finalmente l'embargo è stato tolto, pensa che anche i rapporti fra Caracas e Washington potranno migliorare ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz: Crediamo che i rapporti fra Cuba e Washington miglioreranno, ma questo non significa che peggioreranno i rapporti con il Venezuela. Osserviamo attentamente tutti i dettagli della visita di Obama a Cuba: è stata preceduta dalla visita del nostro Presidente Maduro, il quale è stato insignito di una importante onorificenza nel corso della sua visita. E’ stata commentata la non partecipazione delle Forze Armate cubane durante la visita del Presidente degli USA, mentre un fatto contrario si è verificato durante la visita del Presidente venezuelano.
Fidel Castro continua ad essere un importante riferimento politico. Il Papa e Renzi lo hanno dimostrato. Ha ricevuto il primo, ma non il secondo e neanche Obama è stato ricevuto. A Maduro invece, Fidel Castro dedicato un’intera giornata. Le dimostrazioni di solidarietà cubane verso il Venezuela non si sono arrestate. Durante la visita di Obama hanno cercato di tirare fuori l’argomento “Venezuela” e si è astenuto di rispondere, ma non lo ha rifiutato.
Tutto migliorerà. Il mondo migliorerà. Tutti gli imperi finiscono.


Luca Bagatin: Quali rapporti vi sono fra il Venezuela e l'Unione Europea ed in particolare fra il Venezuela e l'Italia ?
Julián Isaías Rodríguez Díaz: L’Unione Europea e l’Italia sono argomenti ben differenziati per il Venezuela, anche per l’Italia stessa. Il Primo Ministro è stato duro davanti alla centralizzazione sproporzionata dell’Unione Europea rispetto all’Italia. L’Unione Europea è stata sconsiderata e parzializzata politicamente contro il processo politico venezuelano. A nostro avviso si è lasciata influenzare dalla Spagna e da alcuni governi conservatori. Specialmente dal neoliberismo che porta avanti la politica dello sfruttamento. Le multinazionali ed il potere finanziario internazionale segnano le loro politiche, che non coincidono con quelle dell’America Latina in cerca della propria identità, integrazione, sovranità e capacità di negoziazione per difendere le proprie materie prime. Con l’ Italia, ciò nonostante, il Venezuela mantiene oggi dei buoni rapporti. Cerca di sviluppare il commercio d’importazione ed esportazione. Abbiamo bisogno di tecnologia agroalimentare e di trasporto ferroviario in particolare. Nel prossimo mese di maggio avrà luogo la riunione periodica italo-venezuelana. Ci sono dei temi interessanti da trattare da parte di entrambi i Paesi. Il nostro Ministero degli Esteri ha assicurato la propria presenza e, se non si verificano degli incidenti di percorso che ritardino la riunione, la stessa sarà un successo sia per l’Italia che per il Venezuela.

Luca Bagatin

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