venerdì 2 agosto 2024

Il socialismo di François Mitterrand. Articolo di Luca Bagatin


Oggi facciamo fatica a immaginare che, almeno sino a trent'anni fa, in Europa, esistevano leader e partiti socialisti autentici.

Che sapevano coniugare laicità, modernità, diritti sociali e civili.

Che sapevano essere alternativi a quel liberal capitalismo che, nel corso degli Anni '80, dagli USA di Reagan alla Gran Bretagna della Thatcher, stava iniziando a smantellare i diritti dei lavoratori e a distruggere uno stato sociale così faticosamente costruito, grazie alle lotte operaie e socialiste dei decenni precedenti.

Erano gli anni in cui, in Paesi mediterranei come l'Italia, la Francia, la Spagna e la Grecia, (oltre che nei Paesi dell'Est europeo), governavano partiti socialisti che seppero porre un argine all'avvento del liberal capitalismo che, purtroppo, dagli Anni '90 in poi, spazzerà via, definitivamente, il socialismo dall'Europa intera, attraverso golpe e false rivoluzioni di ogni genere.

Erano gli anni dei grandi leader socialisti quali l'italiano Bettino Craxi, lo spagnolo Felipe Gonzalez, il greco Andreas Papandreou e il francese François Mitterrand.

Ed è proprio di quest'ultimo che vorrei ricostruire, brevemente, la storia, perché, al pari di Craxi, in particolare, seppe far diventare il socialismo protagonista in Europa.

François Mitterrand, classe 1916, in realtà, non nacque socialista.

In gioventù, negli Anni '30, era comunque permeato di ideali sociali, patriottici e cristiani, pur senza scadere nel clericalismo.

Aderì, così, giovane studente di scienze politiche, ai “Croix de Feu”, associazione di ex combattenti della prima guerra mondiale, permeata di ideali sociali e patriottici, contraria al diritto di sciopero e in favore dell'unione fra il capitale e il lavoro.

In quel periodo, Mitterrand, non si sentiva né dalla parte della destra borghese liberal capitalista, che difendeva i diritti dei ricchi; né dalla parte della sinistra marxista, che negava ogni valore spirituale.

Il primo incontro con il socialismo lo ebbe nel 1939, grazie alla sua amicizia con George Dayan, socialista di origine ebraica, che conobbe durante il servizio militare.

Nel 1940 fu ferito e fatto prigioniero dai tedeschi e inviato in un campo di lavoro, situato a Zeigenhain.

Qui lavorò per il regime di Vichy, per il quale, inizialmente, simpatizzò, ma, ben presto, entrò nella Resistenza antifascista ed esattamente nel “Rassemblement National des prisonniers de guerre”, ovvero il gruppo principale della Resistenza interna.

Alla fine della guerra, con il ritorno della democrazia in Francia, Mitterrand inizierà la sua militanza politica. E lo farà aderendo a partiti di sinistra laica, socialista, non marxista, quale, inizialmente, il “Rassemblement des gauches républicaines”, nel quale si candiderà alle elezioni per l'Assemblea Costituente, nel 1946, non risultandone eletto.

Successivamente aderirà all'Unione Democratica e Socialista della Resistenza (UDSR), un partito socialista democratico centrista, inizialmente sostenitore del Presidente Charles De Gaulle.

Dell'UDSR, Mitterrand, diventerà Presidente e manterrà tale carica dal 1953 al 1964. Oltre ad essere eletto deputato, nelle file di tale partito, nell'autunno 1946.

L'anno successivo sarà nominato ministro per i rapporti con gli “Anciens Combattants” del governo socialista retto da Paul Ramadier e, Ramadier, gli assegnerà il ministero della Francia d'Oltremare nel 1950.

Nel 1953 diverrà Ministro delegato al Consiglio Europeo; nel 1954, Ministro dell'Interno del governo del radicale Pierre Mandès France e, nel 1956, Ministro della Giustizia del governo socialista retto da Mollet.

I rapporti fra Mitterrand e De Gaulle saranno sempre pessimi e il primo accuserà sempre il secondo di ambire a diventare un dittatore e non approvò mai la scelta gollista di eleggere direttamente il Presidente della Repubblica a suffragio universale.

Mitterrand si attirerà così, ben presto, le simpatie dei radical-socialisti e dei comunisti, ma la sua UDSR finirà ben presto per dividersi fra sostenitori di De Gaulle e oppositori e ciò porterà, nel 1964, alla sua dissoluzione.

Nel 1964 fonderà, così, la Convention des Institutions Républicaines (CIR), partito socialista-repubblicano che, alle elezioni del 1965, si presenterà alle elezioni presidenziali nella coalizione da lui guidata, denominata Federazione della Sinistra Democratica e Socialista, comprendente la Sezione Internazionale dell'Internazionale Operaia, il Partito Radicale e altri movimenti di ispirazione socialista.

Alle sue prime elezioni presidenziali, purtuttavia, otterrà solamente il 31,7% al primo turno e il 44,8% al secondo.

Fin da allora, Mitterrand, getterà le basi per il suo programma, anche futuro, fondato su: libertà sindacali, libertà individuali, diritto all'informazione e autonomia dei Comuni sul piano amministrativo.

Forte di tale rilancio del socialismo, scioglierà la CIR, nel 1971, durante il famoso Congresso di Epinay, nel Partito Socialista Francese, di cui diverrà presto leader indiscusso.

Da allora inizierà un dialogo costante con il Partito Comunista Francese, rilanciando l'unità fra tutte le sinistre.

Nel 1973 pubblicherà il saggio “La Rosa nel Pugno” (simbolo scelto per rappresentare il Partito Socialista Francese stesso), nel quale rilanciò la sua idea socialista, parlando, apertamente, di “appropriazione collettiva dei grandi mezzi di produzione” e criticando pesantemente il sistema capitalista.

Con tale programma e sostenuto, oltre che dal Partito Socialista, anche dai comunisti e dai radicali di sinistra, si ripresentò alle presidenziali del 1974, ma venne nuovamente sconfitto dai gollisti di Giscad d'Estaing, ottenendo il 43,2% al primo turno e il 49,1% al secondo turno.

Si rifarà, ad ogni modo, nel maggio 1981, sconfiggendo Giscad d'Estaing ottenendo, al primo turno il 25,9% ed al secondo il 51,8%.

Anche questa volta è sostenuto da socialisti, comunisti e radicali di sinistra, con i quali forma il suo primo governo con un programma basato su: nazionalizzazioni dei settori chiave dell'economia; introduzione della settimana lavorativa di 35 ore; redistribuzione dei redditi; tassazione dei più ricchi; introduzione di nuovi diritti dei lavoratori; riduzione della corsa agli armamenti.

Mitterrand riuscirà solo in parte a portare avanti tali propositi, anche a causa della successiva “coabitazione” con una maggioranza di destra, guidata dal Primo Ministro Jaques Chirac.

Ad ogni modo, la forma socialista democratica mitterandiana - oltre il modello sovietico e oltre il modello socialdemocratico classico – ancorata agli antichi valori socialisti e a una sinistra aperta e plurale, rimarrà nella Storia.

Così come la sua politica estera, in particolare in Medio Oriente, ove la sua amicizia allo Stato di Israele non offuscherà affatto la sua amicizia alla causa palestinese.

Esattamente come il suo amico e omologo socialista, Bettino Craxi, lavorerà infatti, per il reciproco riconoscimento fra Israele e Palestina, anche attirandosi le critiche da parte della destra gollista di Chirac.

Così come lavorò per il dialogo fra Est e Ovest e per ridurre il divario fra i Paesi ricchi del Nord del mondo rispetto a quelli del Sud, oltre alla costruzione di una unità europea fondata sul rispetto della sovranità degli Stati e la promozione della giustizia sociale.

Con questo spirito vincerà, ancora una volta, le elezioni presidenziali nel 1988, con il 54%, contro Chirac e rimarrà in carica fino al 1995, un anno prima della sua morte.

Oggi lo spirito di Mitterrand, Craxi e degli altri grandi leader socialisti è scomparso del tutto.

L'Europa unita da loro immaginata è un'altra cosa e i conflitti, sia sociali che internazionali, ai quali i socialisti tentarono di porre risoluzione, sono sempre più accesi.

Oggi, chi nel Parlamento europeo si dice o si presenta come “socialista”, non ha un briciolo dello spirito di Mitterrand, di Craxi, di Papandreou e di Gonzalez.

Come sempre, ci rimane la Storia e la memoria. Per chi vuole studiare, approfondire e non dimenticare.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it


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