lunedì 26 agosto 2024

Al via una nuova prova di democrazia partecipativa in Venezuela. Articolo di Luca Bagatin


In Venezuela, domenica 25 agosto scorsa, si è tenuta la “Seconda Consultazione Nazionale Popolare”, una forma di democrazia diretta che ha coinvolto 4.505 circoscrizioni comunali.

Alla consulta hanno potuto partecipare tutti i cittadini venezuelani a partire dai 15 anni di età, i quali hanno potuto votare per questioni riguardanti l'acqua potabile, il sistema stradale, il sistema abitativo, elettrico, la sanità, l'istruzione, il sistema fognario, il sistema produttivo, l'ambiente, il trasporto pubblico, il sistema energetico e il trasporto pubblico.

La presidente della Commissione Elettorale Nazionale Comunale, Carolina Arellano, ha sottolineato la massiccia partecipazione dei venezuelani, in linea con la partecipazione alla precedente consulta popolare, tenutasi lo scorso 21 aprile.

In tale consultazione sono stati scelti oltre 27.000 progetti sui 103.000 proposti dai consigli comunali di tutto il Paese, attraverso assemblee popolari.

Il Vicepresidente dei Consigli Comunali e dei Comuni del Partito Socialista Unito del Venezuela ed ex Ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, in un'intervista a teleSUR, ha spiegato il sistema di democrazia partecipativa venezuelano, affermando che “Nel nostro Paese ci organizziamo in consigli comunali, che possono essere di 100 o 80 famiglie, nelle zone rurali 30 famiglie, in un dato territorio. Lì emerge il primo quadro istituzionale: i comitati per la casa, la sanità, l’acqua e l’elettricità. C'è un'unità finanziaria, un'unità di controllo. È un'istituzione che il popolo stesso si da in un'assemblea aperta dei suoi cittadini”.

Un sistema municipalista che fu pensato già dal leader socialista Hugo Chavez, basandosi sulle esperienze di Paesi socialisti quali la Cina, Cuba e il Vietnam.

Arreaza, nell'intervista, ha spiegato che il Consiglio Comunale è “il consiglio dei cittadini”. Un sistema “di governo sul territorio, dove il popolo può prendere le grandi decisioni”.

Nel momento in cui un governante che ricopre una carica rappresentativa si disconnette dalla base, è allora che smettiamo di avere una democrazia partecipativa”, ha sottolineato Arreaza.

Se riusciamo a far sì che il ministro, il sindaco o il governatore, che sono dei livelli di rappresentanza, si colleghino con il Consiglio Comunale, con l’agenda di azione concreta delle comunità, con i progetti di questa consultazione e altri progetti, allora parliamo di una vera democrazia partecipativa”, ha proseguito nell'intervista.

Arreaza ha fatto altresì presente che, tale processo elettorale, è stato seguito da almeno 120 osservatori internazionali provenienti da Europa, USA, Africa e America Latina.

Ed ha fatto presente che, nel dicembre prossimo, vi sarà un'altra consultazione popolare e che, nel 2025, ce ne saranno quattro, oltre alle elezioni per l'Assemblea nazionale, i governatori e i sindaci.

I progetti votati dagli elettori riceveranno le risorse economiche necessarie per la loro realizzazione e tali risorse saranno amministrate da ciascuna comunità locale, come previsto dalla Costituzione venezuelana.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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