Desidero rispondere alle considerazioni
dell'amico Giacomo Properzj, relativamente al suo articolo apparso su
Pensalibero.it il 30 gennaio scorso dal titolo “La speranza muore
dopo di noi o è già morta da un pezzo ?”
(http://www.pensalibero.it/la-speranza-muore-gia-morta-un-pezzo/)
Nell'articolo Giacomo Properzj si
riferisce alla galassia repubblicana, che - egli scrive - oggi non è
più praticamente rappresentata in parlamento se non da alcuni
senatori che fanno riferimento al leghista o ex leghista Tosi (sic !)
- ovvero la negazione per eccellenza del mazzinianesimo e del
garibaldinismo - ed ai quali il Partito Repubblicano “ufficiale”
ha concesso loro la denominazione – scrive l'amico Properzj - in
cambio di una quota del finanziamento istituzionale che viene dato al
gruppo (sic !).
Ora, tralasciamo qui le miserie di
questi aspetti che già farebbero rabbrividire eroi e combattenti
quali Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi ed i loro discepoli che –
per fortuna – mai costituirono partiti o partitini elettoralistici
(e mai presero finanziamenti pubblici, al punto che Mazzini morì
poverissimo e così Garibaldi che, dimessosi da deputato, sdegnato
per un parlamento ed un governo corrotto, tornò nella sua Caprera a
fare l'agricoltore), ma si batterono costantemente per
l'emancipazione dei più deboli, degli oppressi, dei lavoratori e per
l'onore e la libertà degli italiani tutti.
Giacomo Properzj prosegue nel definire
i mazziniani d'oggi (ma non tutta la base dell'Associazione
Mazziniana Italiana, per fortuna dico io) come “ancora sanamente
ancorati all'antica e credono alla società occidentale e atlantica,
nella sua difesa (leggi NATO), nel mercato globale e nel progresso
tecnologico (...)”.
Ora, lette queste righe allibisco e non
posso non intervenire, proprio da erede e custode quantomeno sul
piano ideale e culturale (ormai la politica italiana è poca cosa e
non mi interessa punto) degli ideali mazziniani e garibaldini
originari (ovvero repubblicani e socialisti rivoluzionari e
umanitari).
La NATO è una nefasta alleanza a guida
straniera (statunitense) che, lungi dall'essere stata utilizzata come
mezzo di difesa è stata, specie negli ultimi decenni, usata come
mezzo di offesa di popoli sovrani: ad esempio nell'ex Jugoslavia, in
Iraq, in Libia e in Siria.
In Libia, in particolare, la NATO ha
contribuito a defenestrare l'unico oppositore al terrorismo islamico,
oltre che leader laico e socialista al governo, ideatore e fautore
(altro che dittatore !) della democrazia popolare diretta (la
Jamahiria), ovvero il Rais Mu'Ammar Gheddafi.
La stessa cosa vale per la Siria
guidata dal Partito Baaht (Partito del Risorgimento Arabo Socialista)
che fu partito fondato da Michel Aflaq, il quale si ispirò proprio
agli ideali risorgimentali di Giuseppe Mazzini (oltre che a Marx e a
Nietzsche) e argine al fondamentalismo islamico da sempre.
L'unico repubblicano autentico del
dopoguerra che si oppose allo strapotere della NATO e degli Stati
Uniti d'America sul suolo europeo fu l'indimenticato Presidente
francese Charles De Gaulle (i cui eredi hanno ne hanno presto tradito
la memoria, come ebbe lui stesso a dire peraltro), non a caso
riferimento ideale del repubblicano mazziniano Randolfo Pacciardi. Ma
questo, gli eredi del PRI, sembrano averlo dimenticato da tempo.
Il mercato globale, esaltato dall'amico
Properzj, poi, assieme alla cosiddetta “sociatà occidentale” (ma
si noti che occidentale è anche l'America Latina del Socialismo del
XXI secolo, di cui ho molto scritto in questi anni e che mi appare
l'unico luogo nel quale si siano inverati, per molti versi, i sogni
mazziniani e garibaldini), mi risulta abbia causato solo nuove
povertà, nuove precarietà e squilibri sociali, oltre che nuove
forme di deportazione e di sradicamento degli esseri umani di cui il
fenomeno dell'immigrazionismo – indotto dal sistema capitalistico e
dalle politiche nefaste portate avanti dal Fondo Monetario
Internazionale - è il fenomeno più eclatante e drammatico.
Stupisce che non ci si renda conto che
il capitalismo è il vecchio/nuovo totalitarismo da abbattere, per
fondare una società di cittadini in grado di e di autogovernarsi
(attraverso appositi comitati e assemblee popolari aperte a tutti) e
di autogestirsi attraverso l'unione fra il capitale (soprattutto
umano) ed il lavoro (che ciascuno dovrebbe avere la possibilità di
scegliersi a seconda delle attitudini e delle aspirazioni) in piena
concordia con gli ideali non solo mazziniani, ma anche portati avanti
da Evita e Juan Peron nel periodo più florido che l'Argentina
conobbe, prima delle sanguinarie dittature militari antiperoniste.
Quanto al progresso tecnologico, amato
dall'amico Properzj, a me appare come un vero regresso che ha
annichilito e rimbambito le menti con i cosiddetti “social-network”,
che hanno lo stesso valore onanistico del bar dello sport, uccidono
il pensiero e sdoganano la corbelleria libera; per non parlare dei
vari smartphone i Ipod (non so se si scrive così, non ne ho mai
voluto possedere uno) che, assieme ai “social” di cui sopra,
hanno ridotto la comunicazione verbale, gestuale, umana, a
masturbazione da tastiera e dunque a nuove forme di isolamento
sociale.
Non mi sembra, in sostanza, che i tempi
siano cambiati in meglio. Mi sembra invece che l'eroismo dei nostri
padri (risorgimentali, ma non solo) sia stato dimenticato, a volte
vilipeso, altre volte deriso, mentre l'ignoranza – attraverso una
scuola trasformatasi in diplomificio universale – la faccia sempre
più da padrone.
Mi sembra invece che ad essere
protagoniste nell'epoca in cui viviamo siano: la precarietà
(sociale, famigliare e sentimentale); l'individualismo (che ha
disgregato famiglie e comunità); lo sradicamento culturale (che ha
distrutto usi e costumi autoctoni per scopiazzarne altri ad uso e
consumo delle mode e del mainstream); l'edonismo ed il mercantilismo,
che sono poi gli specchietti per le allodole per le nuove classi di
sfruttati, siano essi giovani o immigrati da immettere nel tritacarne
della “crescita economica globalista”, ovvero nella nuova catena
di montaggio delle sfruttamento delle menti e dei corpi.
La yankizzazione della nostra Italia,
ma anche dell'intero continente europeo, in sostanza, ci ha
trasformati in degli sradicati depurati dalla nostra millenaria
cultura che, lungi dal voler esportare, rappresentava e
rappresenterebbe il nostro tesoro più prezioso (altro che la merce !
Altro che il vil danaro !).
Quanto alla costruzione degli Stati
Uniti d'Europa, tale progetto mi appare una autentica chimera. Prima
di tutto perché, come ho descritto, vi sono problematiche assai
serie nelle quali intervenire, in secondo luogo in quanto in Europa
vi sono identità, culture ed economie assai diverse e, dunque,
difficilmente integrabili.
Diverso fu, invece, il tentativo
purtroppo al momento non riuscito ma ancora in cantiere, di
intregrazione Latinoamericana tentato negli Anni '50 da Juan Domingo
Peron e negli Anni '90 da Hugo Chavez attraverso l'ALBA, ovvero
l'Alleanza Bolivariana delle Americhe ed altri organismi simili. Il
Socialismo del XXI secolo latinoamericano ha peraltro moltissimi
punti in comune con il mazzinianesimo (si legga la medesima “Dottrina
Peronista”, di cui scrissi un articolo per il quotidiano
L'Opinione) ed il garibaldinismo, esaltato da Chavez in più
occasioni assieme al bolivarismo.
Molto altro si potrebbe dire, ma mi
fermo qui, essendo ad ogni modo consapevole di non aver scritto nulla
di nuovo e che quanto ho scritto servirà, comprensibilmente, a poco.
Luca Bagatin