Sto rivedendo in
questi giorni, in dvd, la miniserie - trasmessa da Sky del 2009 -
“Moana” di Alfredo Peyretti dedicata alla figura di Moana Pozzi.
La miniserie, in
sé, non è un granchè. E' eccessivamente macchiettistica - specie
nell'interpretazione di personaggi chiave quali Riccardo Schicchi,
Ilona Staller Cicciolina e Mauro Biuzzi, mal interpretati e resi
praticamente ridicoli dagli attori Fausto Paravidino, Giorgia Wurth e
Giampiero Judica – ma, a parte questo, rende giustizia alla figura
di Moana, egregiamente interpretata dall'affascinante Violante
Placido.
Violante Placido
– con il suo sguardo sensuale e malinconico - incarna infatti molto
bene la figura di Moana Pozzi.
Personaggio
poliedrico ed inquieto quello dell'attrice, della showgirl, della
pornodiva e successivamente dell'intellettuale e della leader
politica genovese Moana Pozzi.
Divenuta celebre
quale pornoattrice, grazie al contributo di Riccardo Schicchi e di
Ilona Staller che ne scopriranno il talento nel 1985 (come ricordò
la stessa Ilona in un'intervista che recentemente le feci) Moana
spiccherà presto il volo e, accanto a film hard ed erotico/pornosoft
(quali “Provocazione” di Piero Vivarelli, assieme a Ursula Davis
Hula Hop e Petra Scharbach e “Diva Futura – L'avventura
dell'Amore”, sempre con Hula e per la regia di Ilona Staller), sarà
nel cast di “Ginger e Fred” di Federico Fellini (che
affettuosamente la chiamerà “Moanina”), in quello di “Borotalco”
di Carlo Verdone, in “...e la vita continua” di Dino Risi, oltre
che nel cast di numerose trasmissioni televisive comico-surreali e di
intrattenimento quali “Tip Tap Club” (da lei condotto assieme a
Bobby Solo), “Matrioska” e “L'Araba Fenice”, dirette e ideate
da Antonio Ricci, padre di “Striscia la Notizia”.
Negli Anni '90
ecco il suo tentativo di smarcarsi dal mondo dell'hard, attraverso un
film quasi autobiografico, ovvero “Amami” di Bruno Colella, la
storia di una ragazza ripudiata e poi riconciliatasi con un padre che
non accetterà la sua carriera nel porno.
Tormentata,
infatti, sarà la vita di Moana con la madre, la quale non accetterà
mai del tutto le scelte professionali della figlia.
Purtuttavia Moana
non è e non fu tanto e solo un'icona del porno. Il porno, forse, fu
un trampolino di lancio per esprimere meglio sé stessa. Il suo senso
di libertà al di là del perbenismo borghese, che combatterà per
tutta la vita.
La lotta ai
pregiudizi sarà incarnata da Moana in tre momenti precisi della sua
vita, a cavallo fra il 1987 ed il 1993: quando parteciperà
attivamente alla campagna elettorale di Cicciolina nelle liste del
Partito Radicale; quando deciderà di scrivere “La filosofia di
Moana” ed “Il sesso secondo Moana” ed infine quando accetterà
di diventare leader del Partito dell'Amore, fondato da Riccardo
Schicchi e da Mauro Biuzzi nel 1991. Leader e simbolo del partito
stesso, visto che il suo volto – racchiuso in un cuore rosa –
sarà l'emblema del partito stesso.
Attualissime
sono, ancora oggi, le parole di Moana Pozzi scandite nelle varie
tribune elettorali dell'epoca, sia allorquando con il suo partito si
candidò alla Camera dei Deputati (1992), sia allorquando Moana fu
candidata a Sindaco di Roma, nel 1993, contro Gianfranco Fini e
Francesco Rutelli.
Moana sognava una
Roma ed un'Italia pulita, libera dalla corruzione, onesta, ove tutti
potessero avere un alloggio ed essere liberi dai pregiudizi.
Mauro Biuzzi,
oggi curatore testamentario di Moana, ricordò a tal proposito - in
un'intervista che gli feci nel febbraio del 2013 - che
Moana
ha concluso la sua vita facendo politica e senza usare i potenti
mezzi del Potere (Denaro, Media, Spettacolo, Scienza, Cultura,
Politica, Religione, ecc), ma al contrario mettendo la sua popolarità
al servizio di una piccola formazione come il Partito dell'Amore, che
aveva come scopo quasi suicida quello di opporsi ai poteri forti
partendo da zero.
E
proprio Biuzzi assieme alla madre di Moana, Giovannina Alloisio,
fondarono, nel 1999, l'Associazione Moana Pozzi (www.moanamoana.it),
a tutela e promozione dell'immagine dell'attrice.
Molte
sono le cose che, in questi anni, si sono dette e scritte a proposito
(e spesso a sproposito, per ragioni meramente mediatiche) della sua
prematura morte, a soli 33 anni, avvenuta a Lione il 15 settembre del
1994.
Noi,
a tal riguardo, preferiamo invece tacere e ricordare Moana Pozzi per
quel che ha rappresentato e per quel che rappresenta.
Moana
diva-antidiva passata, presente e futura. Che vive ancora,
certamente. Nel cuore di chi la ama e l'ha amata.
Luca Bagatin