giovedì 29 dicembre 2016

Per un 2017 d'Amore e Libertà, ovvero libero dal consumismo, dal capitalismo, dalla violenza e dal possesso. Riflessioni di Luca Bagatin

Nell'epoca del rumore, della decadenza e del consumismo capitalistico, i botti di capodanno sembrano essere l'ennesimo eccesso antropocentrico dannoso per cose, persone e animali.
Proibirli e limitarne l'uso è solo buonsenso, al fine di garantire sereni festeggiamenti per tutti.


John Lennon immaginava un mondo libero dal possesso e dalla religione. Un mondo in cui nessuno uccidesse e tutti vivessero in pace. La sua canzone - “Imagine” - è diventata celebre in tutto il mondo, ma nessuno ne ha compreso né attuato il significato. Purtroppo.

Non mi stupisce che gli ex comunisti (vedi il Ministro italiano Poletti) ed i sedicenti socialisti (alla Blair, alla Hollande ed alla Valls, per intenderci), una volta al governo, abbiano attuato le peggiori politiche liberal-capitaliste a svantaggio dei lavoratori e dei poveri.
Il progressismo liberal, rappresentante della borghesia, ha sempre disprezzato i poveri e non li ha mai ascoltati, tanto quanto il conservatorismo aristocratico della destra.
I socialisti, gli anarchici ed i repubblicani mazziniani e garibaldini delle origini, diversamente, lungi dall'appartenere ad uno schieramento predefinito, si sono storicamente sempre contrapposti tanto al conservatorismo aristocratico della destra che alla concezione liberal-borghese della sinistra. Come giustamente ricordano gli intellettuali francesi Jean-Claude Michéa ed Alain De Benoist, non a caso spesso oscurati dai media “mainstream”.
Sarebbe bene ricordarlo.

giovedì 22 dicembre 2016

"Racconti d'Eros e d'Amore" by Luca Bagatin



LA VITA E' SENZ'ALTRO MERAVIGLIOSA
surRenalità by Luca Bagatin
(del 26 marzo 2006)
 
 
La vita è senz'altro meravigliosa, scrive Ted Berrigan il quale asserisce peraltro che "Quando si è innamorati sempre ci si annoia". Poi, in un'altra sua poesia, il buon Ted, si mette a parlare di sesso...del fatto che si scoperebbe i suoi amici anche se non è omosessuale.
Adriano, acuto osservatore, afferma che Ted Berrigan "si fa di viaggi mentali".
Andrea G. Pinketts, invece, si fa di assenzio.
La vita è senz'altro meravigliosa anche in assenza dell'assenzio.
Quando sono innamorato solitamente mi annoio in quanto raramente sono corrisposto. Funziono di più, diciamo, con gli amori per corrispondenza.
Io sono uno che scrive ! Sono uno scrivano, io ! La vita è per me meravigliosa quando ricevo innumerevoli e quotidiane lettere di ammiratrici sconosciute (e forse bellissime...mah) da Stoccolma, Parigi, Atene...Malta.
Sono anche poliglotta, ve l'ho mai detto ? Poliglotta politicante amante del 6. Del 6 politico. Purtuttavia il numero che preferisco è il 69. Con o senza prefisso. Con o senza suffisso. Con o senza soffitto. Il tetto è aperto. Le tette della Vanda, invece, sonoo prorompenti. Prosopopeiche e, direi, financo O-NO-MA-TO-PEI-CHE. Sembra infatti che facciano BLOMP BLOMP nel mentre in cui la Vanda mi passa accanto.
La Vanda è la mia segretaria.
Sono uno scrivano e ho bisogno di una segretaria.
La Vanda mi piace e ne sono innamorato.
Ovviamente non sono corrisposto. Tuttavia, un giorno, le ho lasciato un biglietto anonimo sulla scrivania. Un biglietto di sola andata per la Vita.
La vita è senz'altro meravigliosa. La vita della Vanda è stretta. E' un vitino. Taglia 42 e 6a di seno. Seno, coseno e tangente. Di tangenti non ne ho mai prese ed in geometria sono sempre stato una schiappa. 



FOSCO E NUTA
racconto by Luca Bagatin
(Pubblicato sulla fanzine "Officina" - ottobre 2002)
 
La ragazza che ho incontrato ieri era proprio carina. Nuta. Mi pare che si chiamasse così.
Ho davvero delle grosse amnesie sui nomi. Quando me li dicono me li dimentico subito.
I nomi. I volti no, e nemmeno i corpi.
Nuta era decisamente…superiore ad ogni mia facoltà immaginativa. Nel senso che…Ma poi perché sto sempre qui chiuso in camera a fantasticare…Il fatto è che, cazzo, faccio schifo !
Eppoi che ci vado a fare là fuori?
L’altra sera al bar mi ci ha portato l’unico amico che ho. Lo conosco dai tempi della scuola. Io non ci volevo andare fra tutta quella gente.
Chissà che avranno pensato di me poi ! “Ma guarda quello sfigato con gli occhialini da Archimede (quello dei fumetti)” “Saranno froci quei due ?” e finezze di questo genere. Ma che ci posso fare io se sono brutto e sfigato?
Eppoi è arrivata quella ragazza, Nuta, con i suoi lunghi capelli biondi e le sue labbra rosse come una rosa, con il suo profumo… Me l’ha presentata il mio amico. “Ciao io sono Nuta” (Nuda ? Avevo all’inizio capito io nella mia confusione ormonale. Macché nuda !)
“Ciao io sono Fosco” sono le uniche parole che mi sono uscite di bocca. Eppoi lei mi ha parlato di una certa Lidia che le aveva parlato di me…di meeee ?!? E chi è ‘sta Lidia ??? Ma se le uniche persone del “mio giro” (per così dire) sono il mio amico Alberto e sua sorella Grimilde !!!
A quel punto la mia ansia congenita mi ha impedito di risponderle e, dicendole che non mi sentivo niente bene mi sono fatto riaccompagnare a casa da Alberto. 
Tornando a casa siamo passati per la pedemontana, in quel tratto in cui dicono che ci sono gli “alberi dei desideri” in cui chiunque può appendere un messaggio….una cosa da ragazzini insomma. Ma domani voglio tornarci… eppoi sono anch’io un ragazzino nel cuore e ci voglio appendere un bel desiderio, un bel sogno, una bella utopia.
“Cara Nuta, di ragazze ne ho viste tante nella vita. Conosciute poche. In realtà non mi ha mai filato nessuna vista la mia imbranataggine e il mio fisico mingherlino. Tu potresti essere una delle tante ma … non so, da quando ti ho incontrata mi sono sentito riemergere e ho ricominciato a sperare. A sperare di poter conoscere una come te, che per uno come me sarebbe il massimo! Sarebbe come chiedere di avere in regalo dai propri genitori un viaggio per il Nepal di sola andata ! Sarebbe come…per un bambino avere in regalo montagne di gelati! Sarebbe…sarebbe troppo per me. E soprattutto per te. Ma nel senso negativo. Che te ne faresti della brutta copia di Woody Allen Vabbé ma avere un piccolo sogno nel cassetto non è mica reato, no ? E allora lo butto lì anch’io il mio sogno. Vorrei conoscerti e sposarti e fuggire insieme a te incontro al sole dell’avvenire che con i suoi caldi raggi brucia tutte le amarezze della vita. Con amore, Fosco.”
Ho appeso questo messaggio ad un albero. Accanto al mio ce n’era uno di Nuta.
“Caro Fosco, ti ho visto appena ma è come se ti conoscessi da sempre. Hai aperto una ferita che credevo non mi appartenesse più, così profonda da farmi rabbrividire. Eppure guardo i tuoi occhi, vita pura, il tuo volto che non smette di emozionarmi. Mi piacerebbe che si potesse dare un nuovo corso alle cose, agli eventi. So che non è possibile, sento il mio limite, mi sento fuori pista, non pronta, perdente. Rimango chiusa nel guscio di noce ascoltando la tua carezza lontana. Con amore, Nuta.”
Posso ricominciare a sperare. Possiamo ricominciare a sperare. Le nostre ferite possono finalmente chiudersi in un tenero abbraccio benedetto dal sole. 

IL SAPORE DEGLI OCCHI
flusso d'incoscienza by Luca Bagatin
(del 18 ottobre 2006)
 
Tu lo accogli fra le tue labbra. S’insinua nella tua bocca vermiglia e la tua lingua, carezzandolo con piccole pennellate, lo scioglie pian piano. Io ti guardo, tu alzi lo sguardo. I nostri sensi visivi e tattili s’incrociano in un profondissimo abbraccio d’Amore. Ed io mi perdo nei tuoi occhi azzurri e nel morbido delle tue labbra che amorevolmente sciolgono il mio ardore. E’ possibile perdersi oltre l’orizzonte ? E’ possible giungere là ove infiniti spazi sembrano aprirsi ed improvvisamente richudersi ? E’ possible credere e crescere un’illusione all’interno di un collant marca Golden Lady ? Ricordi quel quadro ? Ci perdemmo in esso. Ricordi ? Ricordi i tuoi occhi ?  I tuoi occhi sono lo specchio riflesso di ciò che si perde all’interno di esso. Io temo i tuoi occhi. Io temo gli occhi. Io credo che gli occhi possan financo parlare. Oppure...soltanto amare.

martedì 20 dicembre 2016

Solstizio d'Inverno

 
...Il solstizio, in celtico Yule, rappresenta un passaggio fondamentale per tutte le persone impegnate sul sentiero spirituale, da comprendere ed interiorizzare. È il momento in cui la luce vince l'oscurità, il momento in cui la dea partorisce il bambino sacro, il momento in cui la vibrazione della speranza si diffonde come un'onda sulla Terra...
 

giovedì 15 dicembre 2016

"Amore per la Natura. Libertà dalla materia". Riflessioni di Luca Bagatin

Noto che spesso la mentalità della massa è contemporaneamente antropocentrica, materialistica e masochista.
Tre aspetti che mi distinguono dalla massa, che non ho mai capito e che rifiuto, fondando la mia concezione di vita sulla superiorità della Natura e dell'eroismo umano.

La democrazia o è gestione il più possibile diretta del popolo per il popolo o non è democrazia.
L'elettoralismo, come il sistema mediatico e la pubblicità commerciale, sembra essere la peggiore delle illusioni.

Laddove c'è materialità c'è politica e dove c'è politica c'è potere e laddove c'è potere non può esserci che acqua sporca.
La libertà e la democrazia sono altrove. Sono nello Spirito e nel superamento della materia.

In quest'epoca non si conserva nulla. Tutto si butta !
Il progesso è il vero regresso (soprattutto mentale) !

Cuba ha di recente pianto un eroe.
I ricchi questo non lo capiranno mai e nemmeno coloro i quali, per anelare alla ricchezza, hanno abbandonato la Patria degli eroi.

Lo scandalo del potere. Da "Scritti corsari", di P.P.P.

C'è da chiedersi cos'è più scandaloso: se la provocatoria ostinazione dei potenti a restare al potere o l'apolitica passività del paese ad accettare la loro stessa fisica presenza.

Pier Paolo Pasolini

domenica 11 dicembre 2016

2016: i popoli rifiutano la globalizzazione delle élite e vogliono sovranità e democrazia autentiche. Articolo di Luca Bagatin

Il 2016 che si sta chiudendo ha, politicamente parlando, mostrato chiaramente dove il mondo vuole andare e dove non vuole andare.
I popoli vogliono riappropriarsi di una sovranità perduta; rifiutano la globalizzazione “liberaldemocratica” e la “cinesizzazione” del pianeta, che hanno tolto loro potere d'acquisto, sovranità popolare e dunque autentiche libertà e democrazia; sono aperti all'accoglienza ma sino a che questa non diventa una vera e propria deportazione di esseri umani con conseguente sradicamento sociale e culturale di tutti; pretendono un presente ed un futuro quanto più possibilmente certo, ovvero la sicurezza economica; una casa ove vivere dignitosamente, oltre che cure mediche gratuite ed adeguate.
Tutto ciò, ai commentatori “liberal”, appare come “anacronistico” e viene bollato come un femomeno populista.
Invero, tutto ciò, oltre a non essere affatto anacronistico, è davvero populismo, ma nel senso originario e più positivo del termine. Ricordiamo infatti che il movimento populista nacque in Russia nei primi anni del '900 ed era rappresentativo dei contadini e dei servi della gleba e per molti versi fu l'equivalente del Peoples Party statunitense, sorto alla fine dell'800, rappresentativo delle classi contadine e critico nei confronti del capitalismo. Ovvero politica di popolo e per il popolo.
Un autetico popolo alla ricerca di vera libertà e di vera democrazia, aspetti non garantiti dal capitalismo globalista “liberal” delle élite che, come al solito, fanno il gioco della borghesia e dei ricchi.
Questi sono i segnali che il 2016 ha potuto registrare attraverso almeno quattro eventi politici di una certe rilevanza: il referendum britannico sulla Brexit; la vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi; la sconfitta alle primarie francesi del globalista Sarkozy e la non ricandidatura alle imminenti elezioni presidenziali francesi dell'altrettanto globalista Hollande, oltre che l'avanzata inesorabile del Front National di Marine Le Pen ed infine la recente vittoria del NO al referendum costituzionale italiano, una vera e prioria forma di dissenso nei confronti delle politiche “liberal-capitaliste” attuate dal governo Renzi.
Il mondo cosiddetto “occidentale” sta forse iniziando a comprendere che l'ondata “liberalizzatoria” iniziata negli Anni '90, non ha prodotto alcuna autentica libertà per i cittadini, ma solo per le classi agiate e talune economie internazionali (vedi quella cinese). Ha impoverito quasi tutti; fatto perdere sovranità nazionale e popolare oltre che monetaria; implementato un immigrazionismo che si traduce in nuovo sfruttamento di manodopera straniera a basso costo e nell'emersione di nuovi mercati clandestini; implementato politiche di precarizzazione e di sfruttamento del lavoro (vedi Loi Travail francese e Jobs Act italiano); aumentato il rischio di una nuova contrapposizione fra Stati Uniti d'America e Russia, anziché dato luogo ad un comune impegno contro il terrorismo internazionele e così via.
Di fronte a tutto ciò, allorquando i popoli sono stati chiamati a pronunciarsi, hanno chiaramente espresso posizioni sovraniste, isolazioniste in politica estera, autarchiche e anti-globaliste.
Ora, non crediamo affatto che i partiti elettoralistici di matrice cosiddetta “sovranista” presenti sul panorama internazionale e le persone che li rappresentano possano essere la panacea. Diffidiamo assai dei tanti e troppi esagitati, pur osservando con attenzione almeno due fenomeni, ovvero il rinnovamento attuato da Marine Le Pen nel suo partito e le proposte positive dei Podemos spagnoli guidati da Pablo Iglasias
Riteniamo ad ogni modo che una avanzata elettorale del “sovranismo” sia sintomatica delle richieste dei cittadini.
Ed in questo senso rilanciamo l'idea dell'attuazione di una autentica democrazia diretta e dal basso, magari attraverso assemblee popolari alle quali in ogni quartiere, comune, provincia e regione, ciascun cittadino possa partrcipare e discutere/decidere liberamente e, appunto, democraticamente, in luogo di partiti elettoralistici e di “rappresentanze” in nome e per conto dei cittadini stessi. E un'assemblea di estratti a sorte fra tutti i cittadini, a livello nazionale, in luogo dei Parlamenti.
Rilanciamo l'idea di un reddito universale di cittadinanza (necessario in quest'epoca ove il lavoro sarà sempre più una rarità e sostituito dalle macchine) e di tutele universali per tutti i cittadini in luogo delle fantomatiche “tutele crescenti”. Ed il diritto ad una abitazione dignitosa per tutti i cittadini ed alla sanità universale gratuita.
E se non ci sono le risorse le si cerchino, si stampino i danari, si attui finalmente una economia del dono fondata sull'amore fra le genti, come nelle civiltà matriarcali e come illustrato dall'antropologo socialista Marcel Mauss nel suo celebre saggio.
E si investa in decrescita economica e non più in crescita. Si investa nell'ecosistema e nel riutilizzo dei beni. Si smetta di produrre cianfrusaglie e di esportarle solo per alimentare il mercato ed una assurda idea di “crescita illimitata” che si traduce in danno per l'ambiente e per la psiche umana, traducendosi, appunto, in ideologia del lavoro (e suo conseguente sfruttamento) e nella creazione di bisogni superflui indotti (indotti ad esempio dalla pubblicità commerciale) e nella conseguente ricerca di risorse economiche per poterseli acquistare anche attraverso il gioco d'azzardo, piaga moderna di questa società capital-consumista e dunque nè libera nè democratica in quanto non scaturita dall'autentica necessità/richista/volontà della comunità.
Occorre far rivivere il senso ci comunità e di appartenenza: sociale, culturale, civile, anziché seguire e sdoganare modelli di sradicamento sociale, culturale e civile tanto in voga negli ultimi decenni.
Occorre bloccare ogni traffico di armi e cancellare ogni richiesta di pagamento dei debiti dei Paesi del Terzo Mondo, i quali devono invece essere aiutati ad emanciparsi come nelle prospettive avviate dal Presidente del Burkina Faso Thomas Sankara negli Anni '80.
Occorre davvero pensare ad una nuova o forse antica idea di civiltà, quella che mi piace chiamare “Civiltà dell'Amore” e per molti versi resa attuale nell'America Latina del Socialismo del XXI secolo che, non a caso, ha conosciuto meno di altri la crisi economica e sociale ed ha permesso a popoli sfruttati da secoli di emanciparsi.
E' la civiltà che, forse, piacerebbe anche al Papa dei cattolici Francesco e che anche chi cattolico non è può riconoscersi per il solo fatto di essere un essere umano.
E' la civiltà della libertà e della democrazia autentica perché non slegata dalla comunità e dalle persone che la compongono.

Luca Bagatin

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giovedì 1 dicembre 2016

"Johannes delle Grandi Sabbie", romanzo spirituale di Pier Carpi. Articolo di Luca Bagatin

Immaginate un mondo senza guerre, senza povertà, senza carestia, senza contrapposizioni fra religioni, ma anche senza autentica libertà, soggiogato da esseri alieni da oltre un secolo.
Questo lo scenario di “Johannes delle Grandi Sabbie” (Malipiero editore), il romanzo per ragazzi scritto da Pier Carpi nel 1979, di cui sono venuto in possesso tramite un amico, già collaboratore dello scrittore e che ne conserva la memoria storica e l'archivio in quel di Mantova.
Johannes è un ragazzo che vive la realtà sopra descritta, come se per lui fosse la normalità. Una normalità imposta dai Vis, appunto, gli esseri alieni che da un secolo hanno invaso il pianeta Terra.
Ma com'era la Terra prima dell'invasione dei Vis ?
Un pianeta ove la violenza, le guerre ed il potere dei governi soggiogava l'individuo. Un pianeta ove la scienza era al servizio del potere e non già dell'essere umano. Un pianeta ove, ad ogni modo, un forte movimento di giovani, di attivisti per la pace e per l'ambiente si stava costituendo e stava prendendo coscienza di sé. Un movimento contro i governi e contro la scienza al servizio del potere, per un nuovo umanesimo spirituale.
Purtuttavia accadde che la Terra fu invasa dai Vis. I quali portarono ordine al caos, abolirono la violenza gratuita, ma stabilirono che le guerre dovessero essere “programmate”. Si istituirono pertanto delle guerre organizzate in appositi Stadium, ove gli individui potevano scegliere liberamente di combattere fra loro per questa o quell'altra fazione.
I Vis inoltre, oltre ad aver reso la Luna completamente nera, abolirono il danaro, lo sostituirono con delle conchiglie che diedero in abbondanza a tutti i popoli della Terra. I Vis imposero alle grandi Religioni della Terra di abolire la sepoltura dei corpi ed imposero la cremazione, purtuttavia incontrando la disapprovazione di quasi tutte le Religioni. E, via via, i Vis vollero addirittura cancellare negli individui la stessa idea di Dio.
Ma chi era in realtà Johnannes, il giovane abitante delle Grandi Sabbie ? E chi era Magda, la ragazza che incontrerà nel suo cammino e gli farà prendere coscienza di sé e delle sue vere origini ?
Johannes non è un ragazzo di questa Terra, bensì è figlio del Resuscitatore e della Strega Dema, scacciata da tutti – sulla Terra - solamente in quanto aveva sul corpo una voglia di pipistrello.
Johannes, aiutato da Magda (anche nelle vesti de La Suprema-guerriera amazzone) e dall'uomo a cui Dema l'aveva affidato da bambino, ovvero il saggio Cornelius, riuscirà a comprendere che un mondo apparentemente perfetto, ma privo di libertà e di spiritualità, non è un mondo nel quale vale la pena vivere.
Per cui Johannes deciderà di combattere il potere dei Vis e scoprirà il vero volto di suo padre, il Resuscitatore, ovvero lo scienziato Aldous Ghermal, colui il quale si rivelerà essere il capo dei Vis, ovvero la mente di una grande cospirazione mondiale che aveva fatto credere agli uomini di essere soggiogati dagli alieni.
I Vis, in realtà, non erano altro che scienziati ribellatisi al potere dei governi mondiali e, attraverso la loro scienza, avevano deciso di creare un mondo perfetto, costruendo ad arte una finta invasione aliena. Aldous Ghermal, purtuttavia, si era pentito di quel progetto che, nei fatti, soggiogava l'umanità e la costringeva ad una nuova schiavitù. Per questo risvegliò in Johannes la sua coscienza e gli propose di scegliere: Johannes solo, quale ultimo vero erede dei Vis, aveva ora il potere di decidere se prolungare il dominio degli scienziati-Vis sulla Terra, oppure farla tornare alle origini.
Johannes, con saggezza, fece tornare la Luna di nuovo bianca ed i campi tornarono rigogliosi di grano. Il libero arbitrio era ripristinato.
“Johannes delle Grandi Sabbie”, opera minore di Pier Carpi, che pur con essa vinse il Premio Selezione Bancarellino del '79, più che un romanzo per ragazzi è un romanzo spirituale, filosofico, finanche religioso e politico. E' un romanzo alla ricerca dei nostri limiti, dei limiti umani e delle scelte che l'individuo si trova a compiere durante il suo cammino. Ovvero il mistero della vita. Una vita intrisa - prima di tutto - di spiritualità, della ricerca del Divino, ovunque Egli sia.

Luca Bagatin

sabato 26 novembre 2016

Viva Fidel ! Articolo di Luca Bagatin

E dopo Marco Pannella se n'è andato anche Fidel Castro.
Nello stesso anno, a distanza di sei mesi l'uno dall'altro.
Ad aprile di quest'anno scrissi un articolo nel quale accomunai questi due grandi eroi del XX e del XXI secolo (http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/04/fidel-castro-e-marco-pannella-due-eroi.html). Un articolo che destò non poche polemiche, ma che rivendico e rivendicherò sempre in quanto in esso – se si avrà la pazienza di leggerlo e/o di rileggerlo – paragonavo la temerarietà dell'uno e dell'altro. La passione civile e militante delle tante battaglie vinte in favore degli ulitmi. Di quegli ultimi di cui i politicanti d'accatto se ne sono sempre fottuti e continuano a fottersene, pur riempiendosi la bocca di parole che in realtà non conoscono o non praticano, quali “democrazia” e “libertà”.
Marco e Fidel, questi due giovani vecchi, ci hanno insegnato tanto la democrazia quanto la libertà.
La loro vita ne è stato un grande esempio !
Nel ricordare qui Fidel Castro, vorrei in particolare fare riferimento ad un articolo che scrissi nel luglio del 2015, nel quale parlai di Cuba come della “democrazia dei Caraibi”, costruita grazie al sangue dei martiri e degli eroi.
Così scrissi in proposito:
Fidel Castro a differenza di Che Guevara, che fu un marxista della prima ora, era un comunista utopista. La stessa “Revolucion cubana” del 1959 non fu una rivoluzione socialista, bensì una rivoluzione di popolo e per il popolo. Il socialismo arrivò dopo, ma spesso in forme piuttosto libertarie, autogestionarie, piuttosto che comuniste/collettiviste tout-court.
Soprattutto nessuno dei rivoluzionari si sognò mai di esportare la rivoluzione, ma nessuno di loro rinunciò a dare sostegno ai movimenti di emancipazione sociale e nazionale in giro per il mondo: dall'Angola sino al Sudafrica che subì – sino al benefico ed auspicato trionfo di Nelson Mandela il regime dell'apartheid.
Sì, è vero, Cuba si alleò ai sovietici. Avrebbe potuto rimanere un Paese non allineato ed invece si alleò con i russi. Ma che avrebbero mai potuto fare Fidel ed il Che con un embargo economico e con un rischio d'invasione da parte degli yankee ? Perché mai rinunciare alla sovranità nazionale e rischiare, oltretutto, di morire completamente di fame ? Ricordo che la stessa Repubblica libertaria di Fiume di Gabriele d'Annunzio si fece riconoscere dai sovietici. Certo, i russi erano una dittatura e nemmeno delle migliori, ma dall'altra parte era davvero così rosea la situazione come ci hanno fatto credere per decenni di pubblicità commerciale edonista e rimbabimento politico ? Gente che bambarda altra gente inerme e che impone il proprio sistema economico “libero”, può dirsi una democrazia ? Un governo che fa pagare le cure mediche a chi non ha danaro è una democrazia ? Un sistema politico che prevede la concorrenza fra candidati che spendono milioni di dollari o di euro a caccia di voti...anziché spenderli in progetti sociali, culturali ecc...è una democrazia ?
Lo ripeto, non sono né sarò mai comunista, ma sicuramente non dirò mai che il sistema yankee o capitalista sia un sistema democratico e civile. Sono entrambi sistemi criminali e antiumanitari e ne ho già spiegato le ragioni in innumerevoli articoli, oltre che nel mio ultimo saggio.
A Cuba la sanità è gratuita ed i medici sono all'avanguardia. Ed operano in tutto il mondo, senza egoismi. Ma questo quasi nessun giornale “libero” lo scrive.
A Cuba è riconosciuta la libertà di culto, anche se ho sentito assurde leggende metropolitane che vorrebbero che a Cuba il Natale non si potesse festeggiare sino al 1998, allorquando il papa dei cattolici incontrò il Lider maximo.
A Cuba peraltro i massoni cosa strana...visto che persino nell'Italia degli Anni '90 sono stati perseguitati – sono liberi di riunirsi nelle loro Logge. Che sono peraltro molto numerose sull'isola caraibica, anche perché la gran parte dei rivoluzionari appartenevano alla Massoneria.
A Cuba l'istruzione è libera e gratuita e l'analfabetismo è praticamente debellato, come, nonostante l'embargo economico, la gente non muore più di fame.
Oltretutto i diritti umani sono rispettati...nonostante ciò che ci raccontano dalle nostre parti.
I diritti delle donne sono esattamente gli stessi rispetto a quelli degli uomini e l'Assemblea Nazionale, ovvero il Parlamento cubano, è composto da quasi il 50% di donne. Eh sì, perché anche Cuba ha un Parlamento regolarmente eletto a suffragio universale e Fidel Castro o, meglio, oggi suo fratello Raul, non ha affatto un potere illimitato.
E sui diritti degli omosessuali, la deputata Mariela Castro, figlia di Raul Castro, si sta battendo affinché possa essere riconosciuto il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
C'è un partito unico, il Partito Comunista Cubano (www.pcc.cu), che purtuttavia non si presenta alle elezioni, ma è un simbolo: il simbolo della Rivoluzione. E poi, visto il pluripartitismo elettoralistico dei Paesi cosiddetti “liberal-democratici”...possiamo davvero dire che ciò sia una pecca ? Fra l'altro a Cuba ogni candidato all'Assemblea Nazionale è uguale all'altro, visto che non esiste come nei nostri Paesi “liberal-democratici” - alcun tipo di propaganda elettorale ove vengono spesi milioni di euro per ottenere voti...spesso frutto di “amicizie” interessate e clientele (sic !).
Oggi finalmente anche il Presidente degli USA Obama ha capito che l'embargo nei confronti di Cuba era una follìa. Per quanto chi scrive teme che Cuba – anche con il possibile arrivo di Dominique Strauss-Kahn (uno che dovrebbe andare a nascondersi visti i suoi trascorsi !) nell'isola quale consulente di Raul Castro...il futuro dei Caraibi sembra tingersi di grigio !
Raul non è Fidel. Così come in Venezuela Maduro non è Chavez. Ma al momento meglio loro che qualcun altro.
Confidiamo ad ogni modo nei popoli caraibici e latinoamericani. Che la Rivoluzione sia sempre nei loro cuori e nelle loro menti e che non finisca tutto come la Grecia di Tsipras: nella resa ai potenti ed agli sfruttatori criminali di turno.
Questo è ciò che scrissi lo scorso anno e questo è quanto auspico nei giorni della morte di Fidel Castro, l'ultimo leader del mondo moderno e contemporaneo.
Di leader come lui ne nascono pochissimi. La gran parte sono stati leader latini. Ci sono stati Simon Bolivar, José Martì, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Juan Domingo Peron, Sandino... e recentemente ne abbiamo conosciuto solo un altro, ovvero Hugo Chavez e nel recente passato Mu'Ammar Gheddafi, barbaramente ucciso e vilipeso quando invece i suoi ideali si fondavano sulla democrazia diretta delle masse popolari. Una forma di governo ancora ritenuta purtroppo utopistica !
Ma è di utopia che necessitiamo ! E' di democrazia vera che necessitiamo ! E' di formazione intellettuale e morale che necessitano le persone, oltre che di pane per gli affamati e di emancipazione per gli sfruttati di tutto il mondo !
L'ideale socialista autogestionario, libertario e patriottico – oltre la destra e la sinistra - non è morto con la fine di questi eroi. Rimane nel cuore di coloro i quali sono pronti a coglierlo e ad ascoltarlo.
Viva Fidel ! Viva la Patria ! Viva il Socialismo ! Viva la Victoria !

Luca Bagatin






Storico intervento di Juan Domingo Peron in cui parla di Che Guevara e Fidel Castro 



martedì 22 novembre 2016

Riflessioni antimaterialiste di Luca Bagatin sulla passione, sull'economia del dono e della decrescita. Per una (possibile) Civiltà dell'Amore

Se tutta l'umanità annientasse e trascendesse il suo ego, l'economia del dono tipica delle società matriarcali e spiegata dall'antropologo Marcel Mauss sarebbe una realtà. E così l'economia della decrescita tanto cara a Serge Latouche.
I materialisti, capitalisti, liberali e marxisti, non sono in grado di comprendere questo.
Personalmente riconosco la superiorità morale del povero sul ricco e ritengo che il ricco debba per forza essere al servizio del povero, sino al punto in cui povertà e ricchezza non esisteranno più e vi sarà - al loro posto - una comunità di eguali e dunque di liberi. Ma ciò sarà possibile solo rigettando le empie ideologie umane, comprendenti anche le religioni monoteiste istituzionalizzate.
Dall'ideologia nasce solo violenza e divisione.
I comunisti post-marxisti e tutta la sinistra in genere, purtroppo, disprezzano la povertà ed infatti, una volta giunti al potere, finiscono per diventare capitalisti e si alleano o diventano esattamente come i liberali. Ce lo insegnò Pier Paolo Pasolini nel suo discorso ai giovani sull'edonismo sessantottino. Lo abbiamo visto in tutto l'Occidente.
La povertà non va combattuta in sé, ma compresa, appresa, vissuta. Personalmente ho imparato tutto dalla povertà.
I ricchi, i borghesi, i polticanti ideologizzati, invece, si fanno grandi attraverso lo sfruttamento dei poveri per accrescere la loro bramosia materiale. Costoro ricercano potere, ricchezza, agi, desideri illimitati. E' per questo che, una sana filosofia della decrescita, rispettosa dell'umanità e della comunità, non può che osteggiare tutto ciò.

Ho da sempre idee di sinistra e valori di destra. Oppure, viceversa, idee di destra e valori di sinistra.
Credo nella giustizia sociale e nella democrazia intesa come "governo di popolo e per il popolo" tanto quanto nell'eroismo, nelle identità e nei doveri verso patria e umanità.
Sono della scuola, in sostanza, di Alain De Benoist, Giuseppe Mazzini, Anita e Giuseppe Garibaldi, Evita e Juan Domingo Peron, Hugo Chavez, Eduard Limonov, Simon Bolivar e molti altri pensatori, condottieri, patrioti.

La passione brucia tutto ciò che trova.
Se sei una persona appassionata rischi di bruciare e di bruciarti.
Per questo devi indirizzare le tue energie in grandi imprese. Senza fermarti mai. E soprattutto senza curarti del successo o dell'insuccesso.

lunedì 21 novembre 2016

Articolo-intervista di Luca Bagatin alla modella d'arte Lidia Laudani

Gli sguardi, gli sguardi delle donne. Gli sguardi delle donne sono a volte più intriganti dei corpi. I corpi, con il tempo, sono destinati a svanire. Gli sguardi, invece, rimangono immutati.
Curiosi, intriganti, sorridenti, smaliziati...
Non ho mai creduto che la bellezza possa in qualche modo salvare il mondo. Il mondo è già condannato dagli uomini che non sanno attingere alla bellezza della natura. Alla natura in tutte le sue forme, non edulcorata dalle strutture e sovrastrutture umane e razionali.
Ho sempre saputo, ad ogni modo, che lo sguardo di una bella donna può aprire il cuore di un Eroe dello Spirito.
Ancora una volta nella mia vita devo ringraziare lo sguardo di una bella donna. Uno sguardo che uno scrittore come me può solo tentare di raccontare mettendolo su carta o, meglio, oggi si direbbe, tentando di trasmetterlo ad uno schermo di pixel, pigiando su di una tastiera delle lettere che vanno a comporre e ricomporre storie, racconti, vite.
La storia, la vita, lo sguardo è quello di Lidia Laudani, ventinovenne catanese di nascita ma milanese d'adozione. Attrice, conduttrice, fotomodella e modella d'arte.
Mi ha colpito molto il fatto che mi abbia ricercato sul web, pressoché per caso, dopo aver letto casualmente un'intervista che realizzai alla mia musa Maria José, qualche tempo fa, ed ora mi fa molto piacere dare voce al suo sguardo ed alla sua anima.

Luca Bagatin: Ho scoperto che, prima di essere una modella, sei una giovane mamma. Mi piacerebbe ci raccontassi la tua storia e quella della piccola Aurora.
Lidia Laudani: Aurora ora ha 9 anni. Avevo 20 anni quando è nata ed io le dico sempre che se Dio me l’ha mandata tanto presto è perché probabilmente avevo bisogno di lei il prima possibile ed è vero è lei che sta insegnando tanto a me. Quanto sia meravigliosa la vita, quanto è bello meravigliarsi ogni giorno di cose a cui magari prima non davo importanza. E’ una bambina estremamente, sensibile, buona, gentile e premurosa verso chi è più in difficoltà. Le si spezza il cuore quando vede qualcuno che soffre. Con la sua dolcezza ha smussato alcuni angoli di me, mi ha fatto capire che non bisogna stare sempre con un’armatura addosso. Mi ha aiutato a liberarmi da tutti quei macigni che impediscono di “volare”. Grazie a lei ora volo, affrontando la vita col sorriso e la vita mi risponde sorridendo. Siamo molto legate ed ogni giorno ci diciamo quanto siamo importanti l’una per l’altra.

Luca Bagatin: Dalla Sicilia ti sei trasferita a Milano. E' stata solo una scelta professionale o dettata anche da altri motivi ?
Lidia Laudani: Beh la scelta professionale è stata presa dai miei genitori quando io ero molto piccola. Sono praticamente stata adottata da Milano, che non posso far altro che ringraziare perché mi ha dato molto sia a livello personale che professionale. Le mie origini ed il mio cuore rimangono comunque legate alla mia terra.

Luca Bagatin: Che cosa significa per te “arte” ? In un'epoca mercificata come la nostra c'è ancora spazio per la vera arte, a tuo parere ?
Lidia Laudani: L’arte è ovunque ci sia emozione. Tutto ciò che ci trasmette qualcosa e ci suscita un’emozione è arte. Arte è poesia, musica e spettacolo. Posso affermare con certezza che c’è ancora spazio per la vera arte, perché ho avuto la fortuna di conoscere artisti veri in diversi ambiti.

Luca Bagatin: Arte ed erotismo, a tuo parere, sono concetti destinati ad unirsi e allearsi oppure no ?
Lidia Laudani: Partirei con il dire che a me piace più parlare di sensualità che di erotismo. L'erotismo è esplicito, la sensualità è sottile, meno evidente, fatta di gioco e finezza. Arte e sensualità possono assolutamente legarsi, arte ed erotismo secondo me no. Amo l’elegante sensualità, che deve essere ben lontana dalla volgarità. Mi permetto di citare Coco Chanel perché sono perfettamente d’accordo con questa frase “Amo il lusso. Esso non giace nella ricchezza e nel fasto, ma nell'assenza della volgarità. La volgarità è la più brutta parola della nostra lingua. Rimango in gioco per combatterla”.

Luca Bagatin: Sei una modella, per così dire, “curvy”, nel senso che porti con orgoglio una taglia 44. E forse, a parer mio, è anche questo a renderti particolarmente intrigante e decisamente anti-convenzionale rispetto alla masse delle tante modelle supermagre. Pensi sia proprio questo il tuo punto di forza nel lavoro che svolgi ?
Lidia Laudani: Credo che la bellezza si manifesti attraverso gesti, modi, sguardi, sorrisi e parole. Tutto ciò che è la personalità. La bellezza è una miscela di molti elementi, mentre il corpo è solo l’involucro. Ovviamente la bellezza esteriore e la fisicità in questo lavoro sono importanti ed io sono orgogliosa delle mie forme !

Luca Bagatin: In generale quale pensi possa essere il tuo punto di forza ?
Lidia Laudani: Il mio punto di forza nel lavoro e nella vita in generale è sicuramente il mio carattere, la mia personalità e quello che esprimo a chi mi sta intorno. Mi ritengo una portatrice sana di positività. Amo la vita e affronto ogni situazione col sorriso.

Luca Bagatin: Quale pensi possa essere il punto di forza delle donne in generale e delle donne della tua generazione in particolare ?
Lidia Laudani: Il punto di forza di ogni donna dovrebbe essere piacersi, accettarsi ed amarsi. Oggi si tende a seguire la moda in maniera eccessiva diventando tutte troppo simili tra loro perdendo di unicità sia nel modo di pensare che fisicamente.

Luca Bagatin: Nel mio articolo introduttivo ho parlato di sguardi delle donne. E proprio con il tuo sguardo vorrei concludere. Che cosa racconta, dunque, il tuo sguardo un po' orientale?
Lidia Laudani: Mi piacerebbe che a quest'ultima rispondessi tu Luca. Cosa ti ha trasmesso il mio sguardo ?

Luca Bagatin: Ti dirò che il tuo sguardo mi ha ricordato il mito della Donna Selvaggia di cui parla Clarissa Pinkola Estés nel suo saggio “Donne che corrono coi lupi” e di cui ho trattato anche nel mio saggio “Ritratti di donna”. Saggio che ho dedicato in particolare ad una mia musa, che ho definito non a caso “Donna selvaggia doc”.
Il tuo è lo sguardo di una donna libera dai condizionamenti esterni. Forte e per nulla malizioso.
Direi che è lo sguardo fiero delle donne di Sicilia che, senza rigettare la tradizione e senza scadere nella mercificazione consumistica e borghese, vogliono liberarsi dall'ancestrale cultura patriarcale che per troppo tempo le ha oppresse.
Penso che tu e la tua piccola Aurora meritiate di volare sempre alto, senza mai perdervi nei labirinti di questa società troppo spesso barbarica e volgare.

Luca Bagatin

venerdì 18 novembre 2016

Sul referendum e la democrazia popolare diretta (dal "Libro Verde" di Mu'Ammar Gheddafi)

Il referendum è una frode contro la democrazia.
Quelli che dicono “Si” e quelli che dicono “No” non esprimono di fatto la loro volontà, ma sono stati imbavagliati in norme del concetto di moderna democrazia. E’ permesso loro dire una parola soltanto: “Si” o “No”. Questo è il sistema dittatoriale più oppressivo e crudele.
Colui che dice “No” dovrebbe poter motivare la sua risposta e spiegare perché non ha detto “Si”. Colui che ha detto “Si” dovrebbe poter giustificare la sua scelta e spiegare la ragione per cui non ha detto “No”. Ognuno dovrebbe poter dire ciò che vuole ed esprimere le ragioni del suo consenso o del suo rifiuto.
Qual’è, allora, la via che le società umane devono seguire per liberarsi definitivamente dalle epoche dell’arbitrio e della dittatura ? Poiché, nella questione democratica, il problema insolubile è quello dello strumento di governo, problema che si esprime nella lotta tra i partiti, le classi o tra individui, dato che l’invenzione dei metodi elettorali e del referendum non è altro che un tentativo di camuffare l’insuccesso di questi esperimenti, che non riescono a risolvere questo problema, ne consegue che la soluzione è nel trovare uno strumento di governo diverso dagli attuali, che sono causa di conflitto e che rappresentano solo una parte della società.
Si tratta, dunque, di trovare un sistema di governo che non sia il partito, la classe, la setta o la tribù, ma che sia il popolo nel suo insieme e che, quindi, non lo rappresenti e non si sostituisca ad esso. “Nessuna rappresentanza al posto del popolo”, “la rappresentanza è un’impostura”.
Se fosse possibile trovare questo sistema di governo il problema sarebbe risolto. La democrazia popolare sarebbe realizzata e le società umane avrebbero posto fine ai tempi dell’arbitrio e ai sistemi dittatoriali che sarebbero sostituiti dal potere del popolo.
Il “Libro Verde” presenta la soluzione definitiva del problema dello strumento di governo; indica ai popoli il modo per passare dall’era della dittatura all’era della vera democrazia. Questa nuova teoria si fonda sul potere del popolo, senza alcuna rappresentanza né sostituto. Attua una democrazia diretta, in modo organizzato ed efficace. Differisce dal vecchio tentativo di democrazia diretta che non ha trovato realizzazioni pratiche e che ha mancato di serietà a causa dell’assenza di un’organizzazione di base popolare.

lunedì 14 novembre 2016

"Democrazia è autogoverno. Libertà è essere liberi di godere del proprio tempo". Riflessioni di Luca Bagatin

Il tempo non dovrebbe essere danaro, ma libertà di godere del proprio tempo.
Sino a che saremo soggetti al sistema del danaro non vi potrà essere alcuna libertà.



In America Latina il populismo ha permesso a molta gente di mangiare, istruirsi, liberarsi dal giogo delle oligarchie.
In Europa invece si teme il populismo, ma non i soliti politicanti che gli europei votano da decenni. 
Prendere in mano il proprio destino sembra, purtroppo, spaventare i più.



Il fatto che non tutti siano d'accordo sull'elezione di Trump (ma si sarebbe potuto anche trattare di un altro Presidente) dimostra che le elezioni non sono un sistema democratico.
L'unica democrazia possibile è dare alle persone la possibilità di auto-rappresentarsi e di auto-governarsi. Ascoltando e dando spazio alle opinioni ed alle proposte di tutti.



Ogni qual volta sento parlare un “politico del fare” mi preoccupo.

Molto meglio che un politico faccia il minor danno possibile. 
Al massimo che esegua la volontà del popolo. Senza escludere nessuno.

venerdì 11 novembre 2016

Femen: paladine d'amore, democrazia e libertà. Articolo di Luca Bagatin

“Nuda, scalza, ma con una corona di fiori in testa” è un detto popolare ucraino usato per descrivere una ragazza povera, ma bella in quanto, con poco, riesce a valorizzare la propria personalità.
Nude, scalze e con una corona di fiori in testa sono le Femen, il noto gruppo di “seXtremiste” ucraine nato contro lo sfruttamento sessuale dei corpi e delle menti, le quali, nude, manifestano nei luoghi più sensibili del pienata: dalla Russia putiniana alla Bielorussia di Lukashenko, passando per i Paesi islamici, per denunciare l'incultura patriarcale e le violazioni sistematiche dei diritti umani in nome delle ideologie e delle religioni.
Di Femen mi occupai già in un articolo alla fine del 2013 sul quotidiano nazionale L'Opinione delle Libertà (http://www.opinione.it/esteri/2013/12/31/bagatin_esteri-31-12.aspx).
Già allora ero affascinato da questo movimento spontaneo e spontaneista formato da giovanissime ragazze nate fra la fine degli Anni '80 ed i primi Anni '90 in quell'Est europeo martoriato prima dalla dittatura sovietica e poi dal turbocapitalismo liberale, ovvero da quelle ideologie che, negando la prima il pensiero di Marx e la seconda l'autentico bisogno di libertà delle persone, hanno di fatto instaurato nuove forme di autoritarismo dittatoriale di stampo politico ed economico, oltre che sociale.
E dunque ecco Inna Shevchenko, Anna Hutsol, Oksana Shachko e le altre manifestarsi nel 2008, affacciandosi sulla scena politica internazionale attraverso delle vere e proprie permofmance artistiche ai limiti della provocazione. Ma, in questo caso, la “provocazione” sembra assumere un significato diverso da quello originario. Appare come una sorta di “vocazione in favore” di qualche cosa, ovvero – in questo caso - dei diritti civili di tutti proprio in quanto esseri umani pensanti, senza etichette. Una vocazione/invocazione principalmente in favore delle donne da secoli sottomesse e sfruttate dalla cultura patriacale e dal sistema commerciale-consumistico-pubblicitario, oltre che dai dogmi religiosi.
Il corpo nudo delle Femen, unica arma – peraltro nonviolenta - a loro disposizione, infatti, è l'esatto opposto rispetto al corpo esibito delle modelle della pubblicità commerciale. Il loro corpo è proprio lì a voler scioccare lo spettatore che certo non è abituato ad un messaggio politico forte trasmesso attraverso un corpo femminile nudo; è un'allusione alla loro povertà; diviene un manifesto sul quale scrivere slogan contro la mercificazione, contro la violenza e la prevaricazione del sistema capitalista, dei regimi autoritari, della morale religiosa che impone alle donne di non abortire, agli omosessuali di scomparire, alle persone di non pensare con la propria testa.
E' la ragione principale per le quali le Femen sono accusate dai media e dai complottisti di essere finanziate da qualcuno a scopi commerciali o dall'establishment economico. Salvo dover rendersi conto che queste ragazze sono totalmente autofinanziate, come dimostra anche l'ottimo saggio di Massimo Ceresa “Femen – Inna e le streghe senza dio”, edito da “Tra le righe libri” ed i cui proventi dei diritti d'autore andranno interamente ad un'associazione di beneficienza che si occupa di infanzia.
Il saggio di Cerasa - già autore di un saggio sulle Pussy Riot, altro gruppo rivoluzionario al femminile - è, in questo senso, rarissimo reportage realizzato in Italia sul fenomeno Femen.
E dimostra come sia proprio l'establishment politico e mediatico a temere queste ragazze che, scardinando il linguaggio dei media e del politicamente corretto, bucano gli schermi e gli schemi dei benpensanti.
Non è un caso se Femen sono da sempre bersaglio dei fondamentalisti islamici e cattolici, oltre che dei gruppi di estrema destra che non sono ancora in grado di abbandonare i loro retaggi ideologici in favore della libertà di pensiero e della democrazia autentica.
Nel saggio di Cerasa apprendiamo, anche grazie ad un'intervista all'attuale responabile del movimento, Inna Shevchenko, che il loro riferimento ideale di base è il pensiero marxista e quello socialista di August Bebel, il quale scrisse uno dei primi saggi femministi, ovvero “La donna e il socialismo”. Un pensiero totalmente tradito nei Paesi dell'Est e del cosiddetto “socialismo reale”, ove di reale vi fu solo una dittatura burocratica ed oligarchica.
Dittatura affatto diversa da quella attuale in quei Paesi e non è un caso che le Femen siano le principali oppositrici di regimi quali quello di Lukashenko in Bielorussia e di Vladimir Putin in Russia (il quale ha reso illegale il principale partito attivista di opposizione, ovvero il Partito Nazionalbolscevico dello scrittore Eduard Limonov), al punto che in questi Paesi furono arrestate e brutalmente torturate e su di loro pesano dei mandati di cattura.
Dittature peraltro non dissimili da certa mentalità dittatoriale facente capo alle Religioni Monoteiste Istituzionalizzate che le Femen combattono in quanto figlie di quella cultura patriarcale ed oppressiva che ebbe il suo apice durante i secoli bui del Medioevo.
E dittature non dissimili dall'ideologia capitalista e di “libero commercio”, ove la prostituzione – che le Femen combattono strenuamente - ne è forse la più alta forma di rappresentazione metaforica.
Ecco dunque le nuove paladine della democrazia, alternative alle varie dittature e forme dittatoriali sparse nel mondo. Paladine snobbate e vilipese dai più, così come erano snobbati e vilipesi i rivoluzionari del passato, specie se con pochi mezzi e nessuna ambizione personale.
I loro seni sono le loro armi. Novelle Grandi Madri in un mondo sempre meno democratico ed in decomposizione. E che necessita di amore, democrazia e libertà.

Luca Bagatin