sabato 30 maggio 2020

"Amazzone antica". Poesia di Luca Bagatin

AMAZZONE ANTICA
Poesia di Luca Bagatin
Foto di Frank Korapi
Modella: Carmen Sale

Donna fiera
Donna senza tempo
Donna guerriera
Donna che il pensiero mi accende, in un lampo,
E vaga oltre la frontiera.
Donna che certamente ha sofferto
Donna che nessuno deride
Donna dal cuore aperto
Donna il cui fascino uccide.
Chi sei tu, donna dalla veste nera ?
Chi sei tu, donna che attraversa il mondo,
Camminando su alti tacchi,
Ogni tuo passo è un affondo,
Per il mio cuore una partita a scacchi.
Sulla tua veste nera indossi una rossa rosa
Mi ricordi un'amazzone antica,
Più che una sposa.
Un'amazzone bolscevica.
La brezza marina ti accarezza i capelli neri,
Ne avverto il profumo, assieme a quello del mare.
La mia mente, prima piena di pensieri,
Ora ha stampato un solo verbo. Il verbo AMARE.

Luca Bagatin

L'Unione Europea sanziona la Siria laica e socialista. Occorre un mondo multipolare, libero dal liberal capitalismo, dal fondamentalismo e dal razzismo. Articolo di Luca Bagatin

Nonostante l'emergenza Coronavirus, nonostante quello siriano sia un governo laico socialista, che combatte da sempre il terrorismo islamico, l'Unione Europea conferma le sanzioni alla Siria, seguendo le direttive degli USA.
Sanzioni confermate per un altro anno, ovvero sino al 1 giugno 2021
Sanzionare un Paese, significa sanzionare il suo popolo. Lo sanno bene Cuba e il Venezuela, sanzionate da tempo solo perché al governo vi è il socialismo.
Ma agli USA e all'UE, i governo laico socialisti – per quanto sostenuti dai loro popoli - sembrano non piacere.
Un mondo multipolare, ove ogni Paese e ogni popolo si rispetti reciprocamente, sarebbe invece quanto di più auspicabile, specialmente nei momenti di emergenza sanitaria.
Il mondo laico socialista dovrebbe unirsi a fianco dei governi socialisti dei Paesi sanzionati – da sempre in prima linea contro ogni fondamentalismo e ogni sfruttamento dell'uomo sull'uomo - e opporsi ad ogni forma di ingerenza delle realtà liberal capitaliste che, nei loro Paesi, stanno condannando i propri popoli a pagare debiti impagabili e ad un sistema economico della “crescita” che genera profitto per pochi e sfruttamento per molti, togliendo loro ogni forma di sovranità e di autentica democrazia.
Un mondo più unito e multipolare è più che mai necessario.
L'Europa, che da tempo ha dimenticato che cosa sia il socialismo ed i partiti europei che si dicono “socialisti” lo sono solo di nome, appare sempre più una entità del tutto lontana dalle necessità dei popoli che la compongono.
Come ebbe a dire lo scrittore Eduard Limonov: “L’Europa sta mentendo quando afferma di difendere il bene, la democrazia, i diritti degli uomini. L’Europa, infatti, sta uccidendo i paesi dissenzienti, i diversi paesi, l’uomo diverso. L’Europa persegue il bene con tutti i mezzi del male. L’Europa è in profonda crisi, in crisi di coscienza. L’Europa è persa”.

Luca Bagatin

martedì 26 maggio 2020

Partnership Venezuela-Iran sul petrolio. Articolo di Luca Bagatin

Gli USA e l'Unione Europea sanzionano il Venezuela in quanto non accettano che le elezioni siano state vinte dal socialista Nicolas Maduro ?
Bene, quindi il Venezuela cerca nuovi partner economici, geopolitici e commerciali.
Da tempo, il Venezuela chavista, oltre ad aver rinsaldato i rapporti con Cuba e Nicaragua, è riuscito a trovare sostegno economico e politico da parte di Cina e Russia e, di recente, anche da parte dell'Iran. Ovvero di tutti Paesi sanzonati dagli USA e che da tempo ritengono necessario un quadro geopolitico multipolare, fatto di cooperazione e di collaborazione fra Paesi e popoli diversi, senza diffidenze reciproce di carattere economico o politico.
Ecco che, in tal senso, è giunta il 24 maggio scorso, in Venezuela, una delle cinque petroliere iraniane cariche di greggio, che garantirà approvvigionamento di greggio al Paese, vista l'attuale scarsità di carburante, aggravata dall'emergenza sanitaria legata al Covid 19.
Il piano di cooperazione con l'Iran prevede l'arrivo di 1,53 milioni di barili di petrolio complessivi. “La benzina iraniana che arriva in Venezuela è una pietra miliare nella lotta per la sovranità, l’indipendenza e la pace”, ha affermato su Twitter Samuel Moncada, Ambasciatore venezuelano presso le Nazioni Unite.
Oltre al carburante, le petroliere iraniane trasporteranno anche addittivi e tecnici specializzati, necessari a rimettere in sesto il lavoro delle raffinerie venezuelane, danneggiate dalle sanzioni di Washington e dal crollo del prezzo del petrolio legato all'emergenza sanitaria globale.

Luca Bagatin

giovedì 21 maggio 2020

Jean Thiriart e l'Impero Euro-Sovietico, sul terzo numero della rivista "sovranista" Il Guastatore

Sono a segnalarvi con entusiasmo l'uscita del terzo numero della rivista cartacea "sovranista" "Il Guastatore", diretta da Clemente Ultimo e coordinata da Luca Lezzi.
Aperta a varie riflessioni politiche e a vari orientamenti, anche contrapposti.
Se il secondo numero ospitava un mio lungo articolo storico sui cento anni di NazionalBolscevismo, da Ernest Niekisch sino a Eduard Limonov, questo terzo numero ospita un mio pezzo sul pensatore e gropolitico Jean Thiriart e la sua idea di Impero Euro-Sovietico.
Nell'augurare buona lettura ai lettori che vorranno acquistarla o abbonarsi, non posso che segnalare a tutti il sito web della rivista, che è il seguente: https://ilguastatore.edizionireazione.it e la sua pagina facebook: https://www.facebook.com/rivistailguastatore/

Luca Bagatin 

martedì 19 maggio 2020

2 giugno: il Partito Comunista annuncia manifestazioni contro il governo Cinque Stelle - PD. Articolo di Luca Bagatin

Il Partito Comunista di Marco Rizzo ha annunciato, per il prossimo 2 giugno, giornata della Festa della Repubblica, mobilitazioni in tutta Italia, contro il governo Cinque Stelle – Pd.
Manifestazioni annunciate ben prima del centrodestra, che terrà una manifestazione solamente nella Capitale. Centrodestra che Rizzo considera, peraltro, un'opposizione meramente di facciata.
Rizzo punta il dito in particolare contro la decisione del governo di garantire un prestito statale di 6,3 miliardi di euro in favore del grippo Fiat-Chrysler. Gruppo che ha sede legale e fiscale all'estero.
Oltre a ciò denuncia i contenuti del cosiddetto “Decreto Rilancio”, considerandolo “confuso e pasticciato”, che doveva essere chiuso per tempo e con regole più chiare e precise sotto l'aspetto organizzativo.
Nel merito, il PC di Rizzo, denuncia anche il fatto che centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione non abbiano mai visto un centesimo; che i lavoratori precari e stagionali non hanno ricevuto alcuna garanzia; che migliaia di piccoli negozianti non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno economico e rischiano di chiudere per sempre; che gli immigrati vengono “legalmente” sfruttati nel settore agroalimentare e che gli infermieri - che pur sono in prima linea nella lotta al Covid 19 - non hanno ricevuto alcuna gratifica e molti di costoro non sono stati nemmeno stabilizzati sul lavoro.
In un comunicato, i comunisti di Rizzo denunciano come la recente crisi sanitaria abbia messo a nudo il sistema capitalista, quello che – affermano - “ha prima distrutto la sanità pubblica e poi ha dimostrato che il profitto e gli interessi delle classi dominanti sono sempre più importanti della sicurezza delle masse popolari”. Pertanto i comunisti puntano il dito sul fatto che la cosiddetta Fase 2, avviata dal governo, vede il prevalere degli interessi economici privati rispetto alla salute pubblica.
Il PC di Rizzo, lungi dal credere in qualsiasi possibile alleanza a sinistra, si legge in un comunicato, “rilancia l’unità dei lavoratori tutti e l’alleanza con la piccola borghesia proletarizzata; un’alleanza politica e strategica che è al di sopra di ogni piano sindacale”.
Oltre a ciò, il PC rilancia l'uscita dall'Unione Europea, dall'euro e dalla NATO, ritenendo necessario “andare verso il socialismo” e “iniziare a cambiare seriamente i rapporti di forza in questo Paese”.
Di orientamento simile, peraltro, anche i comunisti russi di Zjuganov e il partito nazionalbolscevico “Altra Russia”, fondato da Eduard Limonov, che puntano il dito contro il governo di Putin, che è ancora in piena emergenza sanitaria
“Altra Russia”, fra le altre cose, propone un reddito di base per tutti attraverso la nazionalizzazione dei settori di estrazione e lavorazione delle risorse naturali; nazionalizzazione dei settori chiave dell'economia ad iniziare dal settore energetico; riduzione del numero di dipendenti pubblici e delle forze dell'ordine; proibire l'esportazione di valuta estera, oro e gioielli; abolire l'IVA; introdurre un'imposta fiscale progressiva e una tassa sul lusso; ridurre le quote di immigrazione; cancellare gli interessi sui debiti dell'intera popolazione e calmierare i prezzi sui prodotti alimentari di base.

Luca Bagatin

venerdì 15 maggio 2020

Eros e Thanatos, ovvero la resurrezione degli Eroi. Riflessioni brevi

Gli Eroi possono essere sconfitti nel mondo della materia, ma risultano vincitori nel mondo dello Spirito.
Il mondo della materia è merda. Non è fatto per gli Eroi. 
(Luca Bagatin)

Della tradizione conservatrice rifiuto la concezione gerarchica e elitaria, ma accetto la lotta alla modernità.
Della tradizione comunista rifiuto la concezione progressista e materialista, ma accetto la lotta al capitalismo.
Della tradizione liberale rifiuto la concezione capitalista e borghese, ma accetto la ricerca della libertà. 
(Luca Bagatin)

Sono dell'idea che, affinché le cose migliorino, sono le persone che devono migliorare.
E, affinché ciò possa accadere, è necessario che queste superino innumerevoli sofferenze e catastrofi.
Solo dal caos può nascere l'ordine. 
(Luca Bagatin)
  
La destra fa affari sull'immigrazione in quanto sventola la questione per raccattare voti, contrapponendo autoctoni e migranti.
La sinistra fa affari sull'immigrazione in quanto utilizza i migranti per farli lavorare a basso costo.
Destra e sinistra sfruttano migranti e popoli per i loro affari e lo fanno da sempre.
Il socialismo è un'altra cosa. Raccoglie i popoli e i poveri e li contrappone agli sfruttatori di destra e sinistra. 
(Luca Bagatin) 

mercoledì 13 maggio 2020

"Profumo nell'aria". Poesia di Luca Bagatin

PROFUMO NELL'ARIA 
Poesia di Luca Bagatin
Aria ingenua
Aria sognante
Aria di dolcezza
Aria di giovanile ebbrezza.
E' l'aria della Rivoluzione
Dei sensi
E' l'aria della Rivoluzione
Dello sconvolgimento dello Spirito.
E' l'aria della Rivoluzione
Dell'Eterno Ritorno nietzschiano
Il tempo è ciclico, lo spazio è infinito.
Il mio cuore batte seguendo il ritmo del tuo.

Luca Bagatin

martedì 12 maggio 2020

Riflessioni sparse di José "Pepe" Mujica, ex Presidente socialista dell'Uruguay, sull'emergenza Covid 19

"Cari miei umili ascoltatori, non crediate mai che la soluzione alle conseguenze di ciò che sta accadendo sia dietro l’angolo”.
“Abbiamo dimenticato che non si può navigare senza timone: in questa cosiddetta globalizzazione abbiamo lasciato la leadership del mondo al mercato ed alla tecnologia, dimenticando la coscienza politica degli umani".
“Il vecchio liberalismo sta diventando così pragmatico e innamorato di se stesso che si è trasformato in liberticida, lasciando dietro di se, per la strada, una lunga striscia di umanità…
Se credessi in Dio, direi che questa pandemia è una specie di avvertimento per i sapiens, per gli umani. Stiamo subendo una massiccia distruzione di valore ovunque, ciò comporterà improvvisamente ed esplosivamente una moltiplicazione della povertà.
Chi pagherà il costo di tutto questo ? Saranno sicuramente i più deboli.
Ma qualcosa cambierà di sicuro. Mentre gli sciovinismi salteranno nel mondo ricco e lì diventeranno ferocemente protezionistici, ci saranno risposte da tutto il mondo sotto forma di mobilitazioni di lotta e tensioni sociali. Perché nessuno, nessuno può essere lasciato povero.
Queste mobilitazioni partiranno dal basso, soprattutto da coloro che in basso sono precipitati a seguito degli eventi, e metteranno in discussione tutti i governi, come già stanno facendo i giubbotti gialli in Francia.
Ci saranno contrapposizioni tra l’area ricca del mondo e quella più povera. Ci sarà da parte dell’Occidente e in particolare degli Stati Uniti un confronto contro la Cina. È un pericolo se l’umanità non si rende conto che la cooperazione deve essere imposta sulla concorrenza ad ogni costo, soprattutto in questi momenti di tragedia”.
"L’umanità sta raggiungendo i suoi limiti biologici?
Saremo in grado di comportarci come specie pensante e non solo come Paese e come classe ?
La politica sarà in grado di guardare lontano, unendosi alla scienza ?
Raccoglieremo il messaggio di questi giorni ?
In questo disastro vedremo che la natura sembra rianimarsi dappertutto, proprio perché noi umani non la stiamo schiacciamo ?
Continueremo, come oggi, a continuare a spendere 3 milioni di dollari al minuto in bilanci militari ?
Dal momento che l’umanità non spende “per la vita” ma “contro la vita", saremo in grado di reagire a tutto ciò ?"
“Il coronavirus metterà fine alla globalizzazione capitalista ?” “Non sarà il virus a decretare la fine del capitalismo. Questa deve venire dalla volontà organizzata degli uomini, che sono stati quelli che lo hanno creato: è l’uomo che deve distruggerlo. Il dio mercato è la religione fanatica del nostro tempo, governa tutto”.

(José "Pepe" Mujica, ex Presidente socialista dell'Uruguay)

giovedì 7 maggio 2020

Covid 19. Perché tornare alla normalità non è auspicabile, ma occorre cambiare modello di sviluppo. Articolo di Luca Bagatin

Era prevedibile che, la cosiddetta Fase 2, in Italia e nel mondo, non avrebbe fatto altro che mettere al primo posto l'economia della crescita e non certo la salute e un nuovo modello di sviluppo.
Era prevedibile sin dal momento in cui l'Unione Europea avrebbe preferito che fosse attuato il Meccanismo Europeo di Staibilità (cosa che peraltro è stata in qualche modo fatta) e non, diversamente, emettere liquidità a fondo perduto, in favore di tutti i cittadini e di un sistema sociale e sanitario rafforzato.
E' stato evidente in Italia, con la nomina a capo della cosiddetta “task force” per la Fase 2, non già un medico o uno scienziato, ma un manager già alla guida di Vodafone e già frequentatore dei summit del Gruppo Bilderberg. Ovvero un esponente dell'economia capitalistica e della crescita economica illimitata.
E' oltremodo evidente che non si è colta e compresa la gravità della pandemia - che ha generato sofferenze e molte morti - e la necessità di modificare radicalmente ogni cosa.
Si sta preferendo tornare alla “normalità” tanto amata da Confindustria, da Renzi, da Salvini, da Zingaretti, da Di Maio, dalla Merkel, da Macron, da Trump, come se la “normalità” fosse o fosse stata benefica e positiva per tutti.
Con le nuove riaperture stiamo assistendo al fatto che molti lavoratori rischiano nuovamente il contagio e non sono affatto realmente tutelati, anche perché non sappiamo se e come il Covid 19 tornerà a colpire e se in ogni luogo di lavoro sarà possibile garantire il distanziamento sociale.
Oltre a ciò, non si è minimamente pensato di bloccare il pagamento di mutui, bollette e affitti per coloro i quali hanno perduto il lavoro e non saranno quindi in grado di pagarli o, se saranno in grado di farlo, lo faranno con grosse difficoltà e forse per un periodo limitato (magari saranno costretti addirittura a indebitarsi !).
In compenso, però, si aiutano le imprese, in modo indiscriminato. Un po' come quando si aiutarono le banche dal tracollo.
Con le nuove riaperture, stiamo peraltro assistendo a una nuova crescita dei livelli di inquinamento atmosferico e ambientale. Il fiume Sarno torna ad essere inquinato dai liquami industriali e così le nostre realtà, non solo italiane, ma di tutto il mondo, torneranno ad essere inquinate. E se c'è un fattore che aumenta il rischio di contrarre il Covid 19 è proprio l'inquinamento, causa già di gravi infezioni respiratorie.
E' per questo che, una nuova ripartenza che punti all'economia della crescita è quanto di peggio si possa e si potresse fare e dimostra, ancora una volta, i limiti e le criticità del sistema capitalista e fondato sulla modernità.
Come ricorda da tempo l'economista e filosofo francese Serge Latouche, occorre imparare a vivere del necessario e non del superfluo e proprio situazioni di emergenza (sia economica che sanitaria, ma anche politica) dovrebbero spingerci a modificare radicalmente modo di vivere e soprattutto di pensare. Evitando di sprecare le risorse, autoproducendo, evitando di trarre profitto dalle difficoltà altrui.
Un modo diverso di far andare avanti le cose, tornando ad esempio a forme di superamento dell'industrializzazione, a forme di cooperazione lavorativa e a forme di baratto, che superino il sistema monetario, il quale è fondato sul ricorso a prestiti con interessi, che genera schiavitù (del lavoro e del salario e indebita gli Stati, che mai potranno ripagare i loro interessi sui debiti, né i loro debiti stessi).
L'antropologo socialista Marcel Mauss (1872 – 1950), scrisse il “Saggio sul dono”, proponendo una economia fondata sul dono, praticata peraltro ancora oggi in società arcaiche e matriarcali, che hanno rifiutato ogni insana modernità e ideologia del progresso.
Una economia fondata su un forte senso di libertà, di comunità e di reciprocità, articolata in tre momenti: dare, ricevere e ricambiare.
Mauss spiegò fra l'altro, nel suo saggio, come le società arcaiche considerassero - a differenza di quelle moderne e fondate sulla crescita economica illimitata - i raccolti in eccesso, delle assolute catastrofi. Una volta soddisfatti i bisogni di ciascuno, quindi, dal raccolto in eccesso non si doveva trarre assolutamente alcun profitto (identificato anche nella società moderna come l'interesse sul capitale o usura), bensì andava donato ad altri, ritualmente - attraverso una cerimonia sacra - oppure distrutto.
Una economia fondata sul profitto è quindi destinata a implodere, in particolare in situazioni di emergenza ecnomica o sanitaria e stiamo già iniziando a vederlo, specie con l'aumento di una disoccupazione che da tempo era già endemica.
Ad oggi, un fenomeno molto pericoloso e totalmente sottovalutato, rimane l'accumulo di grandi capitali nelle mani di pochi e soprattutto di pochi che controllano settori sensibili, quali quello delle telecomunicazioni. Molto pericoloso il fatto che esistano monopoli o oligopoli come Google, Microsoft, Facebook, Twitter, Apple, Amazon, per non parlare di grandi società di telecomunicazione. Oligopoli che in questo periodo di emergenza sanitaria hanno accumulato ulteriori profitti.
I settori chiave dell'economia, fra cui questi, dovrebbero essere nazionalizzati e controllati direttamente dai cittadini/fruitori, anche in quanto raccolgono dati altamente sensibili legati alla privacy e come tali non dovrebbero rimere nelle mani di privati o di società quotate in borsa, che si arricchiscono sulle spalle di moltitudini di utenti e cittadini.
Altri settori chiave che andrebbero nazionalizzati, oltre a quello del credito e dell'energia, anche quello delle case farmaceutiche, che diventerà sempre più un settore sensibile e delicato e che non potrà essere più oggetto di profitto da parte delle multinazionali e di imprese private.
Ad oggi nessun governo ragiona in tali termini e non vi sono discussioni in tal senso, ma ciò è davvero molto serio e grave.
Ad oggi solo intellettuali quali Latouche, Dugin, De Benoist, Michéa e politici quali Marco Rizzo e Gennady Zjuganov sembrano avanzare ipotesi in tal senso.
E molto interessante, in questo senso, è anche il recente appello uscito pochi giorni fa su “Le Monde”, firmato da scienziati e numerose celebrità, fra cui Robert De Niro, Monica Bellucci, Pedro Almodovar, Wim Wenders, Ricky Martin, Madonna, Penélope Cruz, Juliette Binoche (quest'ultima già sostenitrice delle istanze dei Gilet Gialli, fra le quali un radicale cambio dell'economia francese) e molti altri.
In tale appello – che punta il dito contro il sistema economico, l'inquinamento e i danni alla natura e all'ecosistema, si legge, fra l'altro, “Gli aggiustamenti non bastano più” “Il problema è sistemico”. “Ci vuole una riforma profonda degli obiettivi, dei valori e delle economie. Il consumismo ci ha portati a negare la vita: quella dei vegetali, quella degli animali e quella di un gran numero di umani”. “Il mondo va verso un punto di rottura e dunque tornare alla normalità è inconcepibile” “La trasformazione globale che si impone a tutti i livelli, esige audacia e coraggio. Non avrà luogo senza un impegno di massa e determinato. E' una questione di sopravvivenza, ma anche di dignità e di coerenza”.
Anche il mondo della scienza, oltre che del ricco jet set, sembra dunque aver compreso che non è possibile andare avanti con l'attuale sistema, ma occorra sovvertirlo e puntare a un nuovo modello di sviluppo.
La crescita economica “illimitata”, il capitalismo, l'egoismo, la distruzione dell'ambiente, sono solo alcuni degli aspetti nefasti della nostra società moderna e “benestante”, tipica del Primo Mondo industrializzato.
Aspetti messi certamente a nudo dall'emergenza sanitaria Covid 19, che dovrebbe spingerci a modificare radicalmente il nostro stile di vita, modo di pensare e di agire.
Sovvertendo le regole dell'economia capitalistica e liberale, superando il sistema del mercato, superando il sistema usuraio degli interessi sui prestiti e della moneta quale mezzo di scambio. Introducendo, appunto, forme di baratto equo, di cooperazione, di autogestione del lavoro. Mettendo al bando teconologie pericolose per la salute (a iniziare dal 5G), mettendo al bando armi e armamenti, che sono costosi e generano violenze di ogni genere, di cui non abbiamo certamente bisogno.
Consumare meno, produrre il necessario e possibilmente a chilomentro zero.
Superare l'ideologia dell'arricchimento personale e lavorare non già per uno stipendio, ma per il benessere della collettività e dell'ecosistema.
Questi i fondamenti di una sana decrescita economica, che è l'unica possibile via d'uscita dalla sistematica distruzione del Pianeta e della Natura.
Pianeta e Natura che non sono nostri, ma che noi esseri umani occupiamo e che sono necessari alla nostra stessa sopravvivenza.

Luca Bagatin

lunedì 4 maggio 2020

Riflessioni alternative alla modernità e al capitalismo, per un'etica sociale

"Non vi è dubbio che il successo delle teorie del complotto proviene prima di tutto dalla straordinaria semplificazione che propongono, e per questo la modernità, che si caratterizza innanzitutto per una sempre crescente complessità dei fatti sociali, costituisce per esse un terreno privilegiato. Più lo stato del mondo è complesso, più la semplificazione radicale che la teoria reca con sé appare salvifica"

(Alain de Benoist, 'Psicologia della teoria del complotto', in «Trasgressioni», n° 14, gennaio-aprile 1992, p. 7.)


"In nessun caso i tradizionalisti e i conservatori possono essere dalla parte della borghesia, poiché questa  è ovviamente una patologia sociale, la portatrice di decentralizzazione, invidia, bugie e cattiveria.
Il capitalismo è rappresentato dalla figura dell'imprenditore, ovvero una persona che gestisce i suoi interessi egoistici, che lotta per il proprio privato, cercando di espandere il proprio indvidualismo, che è sempre opposto all'interesse altrui.
Pertanto, tutta la nostra storia si basa non solo sull'odio per il capitalismo, ma su un profondo disaccordo con l'etica capitalista"

(Aleksandr Dugin)

Il vero anarchico non è colui il quale non rispetta le regole, ma non rispetta solamente le regole che egli non ritiene giuste e adatte ad una società ordinata.
Il vero anarchico è infatti colui il quale crede in una società ordinata. Dove le persone libere sono solamente quelle che hanno interiorizzato il senso dell'ordine (civile, morale, spirituale).
Pierre-Joseph Proudhon l'aveva ben compreso. 

(Luca Bagatin)

Venezuela. Fallito ennesimo tentativo di destabilizzazione del Paese. Il governo socialista resiste. Articolo di Luca Bagatin

Ennesismo tentativo di destabilizzazione del Venezuela. Ennesimo tentativo fallito, a circa un anno dal tentato golpe da parte dell'ex deputato dell'opposizione Juan Guaidò e dal suo sodale Leopoldo Lopez.
E' accaduto la mattina del 3 maggio scorso, come ha dichiarato il Ministro dell'Interno e della Giustizia venezuelano Néstor Reverol.
"Un gruppo di mercenari terroristi provenienti dalla Colombia ha tentato di compiere un'invasione via mare, con l'obiettivo di commettere atti terroristici nel Paese, assassinare il leader del governo rivoluzionario e aumentare la spirale di violenza (...) e con essa portare a un nuovo tentativo di colpo di stato ". In questo modo il Ministro Reverol ha spiegato il tentativo di incursione via mare da parte di una trentina di mercenari armati, a bordo di diversi motoscafi, lungo le coste dello Stato di La Guaira, nel nord del Paese.
Lo stesso Ministro ha fatto presente che il tentativo di invasione è fallito e che molti dei mercenari sono stati uccisi dalle forze speciali bolivariane, mentre altri sono stati catturati nelle prime ore del 3 maggio. Le autorità venezuelane hanno inoltre provveduto al sequestro di un arsenale di fucili d'assalto.
Reverol ha assicurato che il Paese rimane costantemente in allerta contro qualsiasi tentativo di destabilizzazione contro il legittimo governo socialista guidato da Nicolas Maduro, il quale, già un anno fa, fu ampiamente sostenuto dalla popolazione contro ogni tentativo di golpe da parte dei leader dell'opposizione liberale.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente dell'Assemblea Nazionale Costituente (ANC), Diosdado Cabello, il quale ha puntato il dito contro gli USA, affermando:
"È un piano orchestrato dagli Stati Uniti, che utilizza agenti della DEA e del traffico di droga, per un'incursione militare nella nostra patria".
Il presidente dell'ANC ha sottolineato inoltre come uno dei morti dell'operazione fosse il capitano Robert Colina, alias Pantera, accusato di essere responsabile di un campo paramilitare in Colombia e collegato ad un traffico di armi da un milione di dollari, scoperto alcune settimane fa.
Secondo Cabello, Colina aveva legami con l'ex militare Clíver Alcalá, deportato di recente negli Stati Uniti, dopo essere stato accusato di traffico di stupefacenti e aver ammesso i suoi piani di voler portare armi nel territorio venezuelano, con il sostegno del deputato dell'opposizione Juan Guaidó, al fine di assassinare il Presidente Nicolás Maduro e alti funzionari del governo socialista.
Cabello ha inoltre puntato il dito contro il Presidente della Colombia, Iván Duque, in quanto, a suo dire, protettore delle azioni di Alcalá e Colina.
"Questa Assemblea costituente nazionale respinge fortemente gli atti di violenza e rifiuta che i governi degli Stati Uniti e della Colombia continuino a cercare di minare le istituzioni in Venezuela. E la cosa più triste è che sono finanziati dal traffico di droga", ha concluso Cabello.
Ancora una volta, il Venezuela socialista, resiste alle aggressioni esterne.

Luca Bagatin

venerdì 1 maggio 2020

Lunga vita al Primo Maggio (socialista, nazionalbolscevico, peronista, dannunziano) !

"Compagne, compagni: Ancora una volta sono nella lotta, di nuovo sono con voi, come ieri, oggi e domani. Sono con te per essere un arcobaleno di amore tra la gente e Perón; Sono con voi per essere quel ponte di amore e felicità che ho sempre cercato di essere tra voi e il capo degli operai"
(Evita Peron, 1 maggio 1952. Suo ultimo discorso) 


 "l'assoluta autonomia della classe operaia da tutti i partiti e da tutte le ideologie politiche; l'azione diretta della classe produttiva, verso le altre classi ed i poteri pubblici, senza mediatori; la rappresentanza delle categorie economiche nei corpi elettivi; l'assoluta autonomia comunale, considerando il Comune come l'organismo della libertà popolare; l'autonomia politica e amministrativa della regione per tutti gli interessi che non richiedono provvedimenti di indole nazionale; l'eliminazione progressiva delle funzioni dello Stato centralistico con la soppressione della relativa burocrazia. Quest'ultimo principio può essere tradotto nei fatti con la Repubblica Sociale Federativa." "L'uomo emancipato dai vincoli della materia potrà liberare soprattutto il suo spirito, dedicarsi al lavoro dell'intelletto che è certo piacevole, come sa chiunque ne abbia gustato. L'uomo si farà superuomo: supererà se stesso ed annullerà la maledizione biblica di dover produrre dolorando." 
(Alceste De Ambris 'Il Manifesto dei sindacalisti e la Costituzione Fiumana' 1/9/'21)

Senza il socialismo è il mercato che governa i popoli. Articolo di Luca Bagatin del 2 aprile 2019

Fu Bettino Craxi, il primo, in Europa, a denunciare il fenomeno della globalizzazione. E lo fece con queste parole: “Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare”.
Bettino Craxi, non a caso, usò il termine “imperialismo”. Quell'imperialismo che, qualche anno dopo, bombarderà la Jugoslavia e, successivamente, l'Iraq (con tanto di denunce – da Hammamet – dello stesso Craxi), la Libia e la Siria. Ovvero tutti Stati sovrani, non allineati e laico-socialisti.
Fu lo stesso Craxi a denunciare, da buon socialista, peraltro, il fenomeno padronale dell'emigrazione di massa, che di lì a poco sarebbe esploso – causa del globalismo capitalista - proponendo ad esso un argine. Craxi affermò infatti: “Nel Sud del Mediterraneo le popolazioni sono soggette a un tasso di incremento demografico che è ancora troppo alto. Sono iniziate correnti emigratorie e immigratorie che in assenza di un accelerato processo di sviluppo che abbracci tutta la riva Sud del Mediterraneo sono destinate a gonfiarsi in modo impressionante, e saranno delle tendenze inarrestabili e incontrollabili. Paesi con popolazioni giovanissime, le quali naturalmente vanno verso le luci, le luci della città, se noi non accenderemo un maggior numero di luci in quei Paesi. In realtà le grandi nazioni ricche del mondo non compiono lo sforzo che viene considerato necessario per ridurre queste distanze, le distanze sono assai grandi, sono abissali ed è questa ripeto la grande questione sociale del nostro secolo”.
Craxi fu amico di tutti i socialisti del Terzo Mondo e li sostenne sempre e in ogni modo: dall'America Latina sandinista sino al socialismo arabo.
Craxi, da buon socialista, si immaginava sicuramente un'Europa diversa. Sovrana, anti-globalista, indipendente da ogni imperialismo, un po' come se la immaginarono Charles De Gaulle e Jean Thiriart.
Craxi fu defenestrato da quei poteri forti che non potevano accettare tale visione delle cose e da quella sinistra post-comunista che, rinnegando gli insegnamenti di Togliatti, sarebbe diventata la paladina del liberal capitalismo assoluto. Craxi, invece, fu bollato come un criminale e solo oggi – di fronte a una destra e a una sinistra capitaliste e padronali - la sua figura è da molti rivalutata. Craxi fu, in realtà, l'ultimo dei socialisti europei.
Un po' come Palmiro Togliatti fu, forse, l'ultimo dei comunisti italiani. E vale la pena ricordare ciò che egli disse, a proposito dell'importanza della sovranità nazionale, in un'epoca di messa in vendita di ogni cosa e di ogni identità: “E’ ridicolo pensare che la classe operaia possa staccarsi, scindersi dalla nazione. (…) I comunisti non possono staccarsi dalla loro nazione se non vogliono stroncare le loro radici vitali. Il cosmopolitismo è una ideologia del tutto estranea alla classe operaia. Esso è invece l’ideologia caratteristica degli uomini della banca internazionale, dei cartelli e dei trust internazionali, dei grandi speculatori di borsa e dei fabbricanti di armi. Costoro sono i patrioti del loro portafoglio”.
Ecco che Craxi e Togliatti, pur nella loro diversità ideologica, rappresentarono ad ogni modo una sintesi degli ideali della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, non ancora inquinata dalle dispute fra le sue correnti interne fra marxisti, socialisti, anarchici, mazziniani.
La Prima Internazionale fu, con l'esperienza della Comune di Parigi del 1871 (il cui simbolo fu il garofano rosso) e la Rivoluzione bolscevica del 1917, l'antitesi rispetto alla borghese e liberal-progressista Rivoluzione Francese del 1789, che tagliò la testa ai nobili, senza modificare alcun rapporto di classe, escludendo del tutto il Quarto Stato e instaurando un regime borghese, ove le diseguaglianze non saranno affatto sanate.
E' merito del filosofo francese contemporaneo Jean-Claude Michéa, con il suo “I misteri della sinistra” ed altri successivi saggi, l'aver individuato la differenza abissale fra socialismo originario e sinistra. Il primo è il rappresentante del Quarto Stato, la seconda della borghesia. Il primo è comunitario e preferisce conservare i valori, fra cui quello della propria patria di origine, delle proprie tradizioni popolari, del posto di lavoro fisso e della monogamia; la seconda preferisce disgregarli, in nome del danaro e della “libertà” di produrre all'infinito, di consumare, di godere illimitatamente.
Il socialismo si rifà insegnamenti di Marx, Engels, Bakunin, Proudhon, Mazzini, Garibaldi, Pierre Leroux, i quali – come rileva Michéa - mai si definirono di sinistra, ma sempre si batterono contro l'oligarchia monarchico-aristocratica (la destra) e contro la borghesia capitalista (la sinistra).
Oggi, in Europa, è molto facile notare come il socialismo sia del tutto pressoché scomparso. Pressoché nessun partito maggioritario si rifà a quel tipo di ideali (in parte solo Jean-Luc Mélenchon in Francia e Jeremy Corbyn in Gran Bretagna).
In molti, anche quelli che a parole si dicono “socialisti” e fanno riferimento al cosiddetto Partito “Socialista” Europeo, sono stati i primi, dagli Anni '90 in poi, ad aver abbracciato il capitalismo assoluto: promuovendo leggi di deregolamentazione del lavoro (Loi Travail, Jobs Act); promuovendo le liberalizzazioni; attuando privatizzazioni selvagge; appoggiando guerre di sedicente esportazione della sedicente “democrazia” (Jugoslavia e via discorrendo) e imponendo sanzioni a Paesi sovrani socialisti (vedi oggi il Venezuela).
Costoro, infatti, lungi dall'essere socialisti, appartengono alla sinistra. Borghese, liberal, progressista, ovvero al campo di quello che potrebbe essere definito il “liberal-capitalismo”.
In questo senso non si differenziano affatto da coloro ai quali vorrebbero contrapporsi, ovvero i “liberal-capitalisti” di destra: i vari Bolsonaro, Salvini, Putin o Macron (quest'ultimo una fusione fra liberal-capitalismo di sinistra e di destra). I programmi, in termini economico-sociali, sono infatti i medesimi e a tutto sostegno delle classi medio alte.
Questo, almeno, quanto accade in Europa e negli USA, ove nemmeno Bernie Sanders, che pur presenta un programma in discontinuità rispetto ai “liberal” del Partito Democratico USA, non può essere definito pienamente un socialista, ovvero un oppositore del sistema del capitale, del danaro e del profitto.
Solo in alcune realtà non allineate, come ad esempio la Cuba di Guevara e Castro, la Libia di Gheddafi, l'Egitto di Nasser, la Jugoslavia di Tito, l'Argentina di Peron, il Burina Faso di Sankara, il Sudafrica di Mandela e il Nicaragua sandinista di Ortega, abbiamo assistito all'avvento al potere del socialismo originario, con caratteristiche che univano aspetti autogestionari e di democrazia diretta anche in campo economico. Così come peraltro fu nella libertaria Reggenza del Carnaro di D'Annunzio e De Ambriis negli Anni '20 e nell'Unione Sovietica di Lenin.
Negli ultimo decenni, solo in America Latina, da Hugo Chavez in poi, abbiamo assistito ad una rinascita di tali ideali. Chavez ha saputo recuperare gli ideali emancipatori di Bolivar e quelli di Garibaldi, fondendoli con il socialismo marxista, cristiano, libertario. E tale vento di emancipazione soffiò finanche in Brasile, con Lula, in Argentina, con i Kirchner, il Uruguay con Mujica e in Bolivia con Morales. Dottrine e realtà diverse, ma simili. Che hanno posto al centro l'essere umano e – pur nella diversità dettata dalle diverse realtà economiche, sociali, di cultura e tradizione – hanno saputo riprendere in mano ideali antichi, attualizzandoli, facendo rivivere il meglio del socialismo della Prima Internazionale.
Non diverso è il percorso compiuto dai movimenti panafricani in Africa. Grazie al socialismo arabo di Nasser e Gheddafi, che hanno tenuto a freno il fondamentalismo religioso e nazionalizzato le risorse, a beneficio della collettività; grazie alle lotte di emancipazione di Thomas Sankara; di Nelson Mandela e di molti altri politici e intellettuali di ispirazione socialista o marxista.
Non a caso tutti invisi dai Paesi colonialisti e neocolonialisti d'Europa e Nordamerica e, come tali, combattuti e spesso drammaticamente uccisi. Ma difesi dall'allora Unione Sovietica, sino a che ha resistito all'avvento del globalismo e che ha portato successivamente al potere gli oligarchi.
Da tempo, con Putin, gli oligarchi sono tenuti a freno, ma di certo la Russia moderna è pur sempre nelle mani del liberal-capitalismo, “grazie”, si fa per dire, alle privatizzazioni selvagge e all'innalzamento dell'età pensionabile volute da Putin, ma combattute da quello che – in Eurasia – rimane il più grande Partito Comunista, ovvero il KPFR di Zjuganov. Quello Zjuganov che, tentando di resistere all'avvento dell'oligarchia, ha costituito – negli Anni '90 - un fronte nazionalpatriottico contro Eltsin, recuperando gli ideali nazionalbolscevichi di Niekisch, Mario Bergamo e Thiriart, così come hanno fatto il filosofo Aleksandr Dugin e lo scrittore Eduard Limonov, con il loro Partito NazionalBolscevico, aggregando i giovani sbandanti e post-punk delle periferie post-sovietiche.
Profeti del socialismo originario, in Occidente, furono Pier Paolo Pasolini, Michel Clouscard e Christopher Lasch. I primi due furono militanti comunisti, Lasch fu un intellettuale statunitense, di orientamento socialista conservatore.
Tutti costoro, ad ogni modo, denunciarono nel corso degli Anni '70 – in particolare – l'avvento della società dei consumi. Quella società dei consumi che si sarebbe imposta dagli Anni '90 in poi, che avrebbe imposto la globalizzazione denunciata dallo stesso Craxi. Quella società che ha ormai preso il posto di qualsiasi altro valore della nostra epoca. Che distrugge l'ambiente, che diffonde precarietà (lavorativa, sociale, sentimentale), che distrugge le culture e le identità (imponendo alle persone di emigrare, per trovare spesso un lavoro sottopagato o non pagato).
Quella società sdoganata dalla sinistra, che non è altro che l'altra faccia della destra.
Dove continueremo ad andare a finire, senza più il socialismo ?

Luca Bagatin