Gli USA di Trump, per quanto riguarda l'America Latina, sembrano non aver rinunciato all'idea di distruggere e/o destabilizzare i governi socialisti, come nel desiderata di tutti i precedenti Presidenti USA, che del resto hanno da sempre storicamente operato per fare in modo di distruggere il socialismo, ovvero la giustizia sociale, la sovranità nazionale e l'indipendenza economica, tanto in America Latina quanto in Europa, Libia, Siria e via discorrendo.
E continuano a farlo, con il pretesto, questa volta, della cosiddetta “lotta al narcotraffico”, puntando il dito contro i governi socialisti di Colombia e Venezuela.
In merito, nei giorni scorsi, oltre al Ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, al deputato peronista argentino Jorge Taiana e alla portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, era già intervenuto il Presidente socialista della Colombia Gustavo Petro, il quale è tornato sull'argomento.
Il Presidente Petro, sui
social, ha affermato che: “Trump è molto disinformato sulla
Colombia. È un peccato, perché sta liquidando il Paese che più di
tutti sa del traffico di cocaina.
Durante la mia amministrazione,
la Colombia ha condotto 1.446 scontri armati e 13 attentati contro i
cartelli della droga, sequestrando 2.700 tonnellate di cocaina, la
quantità più alta mai registrata al mondo, equivalente a 32
miliardi di dosi che non hanno mai raggiunto i Paesi
consumatori.
18.000 laboratori rudimentali sono stati distrutti
senza un solo morto e 30.000 ettari di coca sono già stati
registrati dagli agricoltori per la sostituzione delle colture, con
il supporto di aziende private statunitensi.
Questa terribile
disinformazione da parte del Presidente degli Stati Uniti lo porta a
rilasciare dichiarazioni e ad adottare misure che non possono essere
dirette contro un presidente democraticamente eletto dalla
maggioranza della società colombiana. È così che la Colombia viene
mancata di rispetto.
Invito gli Stati Uniti a sostenere il
controllo delle grandi spedizioni di cocaina attraverso le acque
territoriali colombiane. Insieme accelereremo la costruzione di navi
della nostra marina: motoscafi ad alta velocità, fregate
porta-elicotteri e altro ancora.
La Colombia non ha bisogno che la
sua sovranità venga violata: siamo i più interessati a fermare le
mafie che hanno causato 300.000 vittime in mezzo secolo, e questo
Stato ha affrontato questa violenza con decisione.
Non sono mai
stato ostile agli Stati Uniti, ma non accetto imposizioni basate
sulla disinformazione alimentata da politici colombiani alleati con
le mafie o da ex ufficiali militari accusati di gravi violazioni dei
diritti umani e di loschi affari”.
Egli ha anche denunciato il sequestro della petroliera venezuelana da parte degli USA, al largo delle coste del Venezuela. Il Presidente Petro ha parlato di atto di pirateria volto a sequestrare il petrolio venezuelano.
E anche il Presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, aveva espresso la sua solidarietà e appoggio al governo socialista venezuelano sulla vicenda.
“Cuba esprime il suo pieno appoggio alla dichiarazione di denuncia del governo venezuelano e condanna fermamente l'assalto a una petroliera nel Mar dei Caraibi, perpetrato dalle Forze Armate degli Stati Uniti” aveva affermato Diaz-Canel su X.
Anch'egli ha parlato di “atto di pirateria”, di “violazione del diritto internazionale” e di “escalation di aggressione contro un Paese fratello”.
Il Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, in merito, ha affermato che “è stato smascherato il vero obiettivo dell'offensiva imperiale: il desiderio ossessivo di impossessarsi delle sue risorse naturali”.
Egli ha spiegato come la petroliera trasportasse petrolio greggio venezuelano verso i mercati internazionali nei Caraibi e che l'atto delle forze militari USA va considerato come atto di pirateria navale.
Egli ha anche fatto presente che “Se il Venezuela non avesse le maggiori riserve petrolifere del mondo, il Venezuela non esisterebbe per i miliardari e i suprematisti degli Stati Uniti. Vogliono rubare il petrolio del Venezuela e non pagarlo”, e ha concluso affermando che “fin dai tempi di Bolívar, per decreto presidenziale, tutto ciò che si trova sottoterra – oro, minerali, petrolio e gas – appartiene al popolo sovrano del Venezuela per mandato costituzionale, e nessuno e niente può rubare le risorse naturali e la ricchezza del popolo”.
Anche la Repubblica Popolare Cinese, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, Guo Jakun, ha ribadito di opporsi fermamente alle sanzioni unilaterali illegali, prive di fondamento nel diritto internazionale e non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Luca Bagatin
















