Il socialismo da parecchi
decenni, è del tutto assente, sia in Italia che in Europa.
Per questo, in
particolare, occorre ricordare la figura di Bettino Craxi, ultimo
socialista italiano e europeo, la cui fine politica - nel 1993 – ha
coinciso con la fine di un'epoca storica.
Fu la fine di un'epoca
nella quale la politica contava ancora qualche cosa e teneva a freno
l'economia e la finanza.
Un'epoca nella quale
l'Est e l'Ovest erano in conflitto, certo, ma gli equilibri
geopolitici ancora reggevano, non come oggi ove a livello
internazionale gli USA e l'UE sembrano voler a tutti i costi entrare
in conflitto con Cina, Russia, Venezuela e numerosi altri Paesi
sovrani.
Un'epoca nella quale
l'immigrazione e l'emigrazione di massa erano ancora sconosciute, in
quanto il capitalismo assoluto, la globalizzazione e la conseguente
deregolamentazione dei mercati, erano fenomeni tenuti a freno dalla
politica e dal sistema democratico.
Un'epoca nella quale
esistevano in Nordafrica – prima fra tutti la Libia di Gheddafi -
ancora Stati laici, socialisti e sovrani, che tenevano a bada il
fondamentalismo islamico e sapevano creare prosperità per i
rispettivi popoli. Esisteva ancora la Jugoslavia, la quale era uno
Stato socialista unitario e autogestito.
Il caos occidentalista,
fondamentalista religioso, ultra-capitalista e globalista, era ancora
al di là da venire e Bettino Craxi, pur essendo un sostenitore della
modernizzazione, fu un sostenitore di quel socialismo che sapeva
guardare ai popoli laici e socialisti del Mediterraneo, del
Medioriente, dell'America latina e dell'Est (pensiamo agli ottimi
rapporti fra il PSI di Craxi e il Partito Comunista Rumeno di
Ceausescu), oltre che dell'Estremo Oriente.
Fu un sostenitore di quel
socialismo che sapeva tenere a bada il capitalismo e i poteri forti
finanziari, che dalla falsa rivoluzione di Tangentopoli seppero come
trarre vantaggio economico, sulle spalle del Paese e di una classe
politica dell'unico e solo centro-sinistra che l'Italia abbia mai
avuto, che aveva, nel bene o nel male, saputo garantire stabilità e
prosperità.
Craxi sarà l'avversario
principale dei postcomunisti, o, meglio, degli pseudo “comunisti”,
ormai votati al capitalismo assoluto, che si sentivano maggiormente
“protetti sotto l'ombrello della NATO” e di quei poteri forti che
il socialismo italiano contrasterà sempre, oltre che delle nascenti
destre, più o meno estreme.
Craxi sarà – da
Presidente del Consiglio - l'amico persino di quel Mario Appignani
detto “Cavallo Pazzo”, orfano, figlio di una prostituta, freak,
beatnik, indiano metropolitano che primo fra tutti denunciò – per
averli subiti sulla sua pelle – gli orfanotrofi “lager” gestiti
dall'Opera Nazionale Maternità e Infanzia.
Sarà dunque amico dei
potenti, ma anche dei più umili e, soprattutto, sarà amico dei
Paesi e dei popoli liberi, dall'America Latina alla Palestina e lo
sarà sempre in nome dell'Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi, di
cui fu appassionato collezionista di cimeli.
Bettino Craxi recupererà,
nel panorama culturale e politico, figure allora marginalizzate
dall'intellighenzia italiana e europea, ovvero l'anarchico
conservatore Pierre-Joseph Proudhon e il socialista liberale Carlo
Rosselli, unendo aspetti sino allora considerati ossimorici dal
sinistrismo borghese imperante che, negli anni successivi alla morte
fisica di Craxi, darà vita al partito delle élite antisocialiste,
ovvero al PD.
E da non dimenticare come
il socialismo di Craxi fosse contrastato dai post fascisti del MSI
(poi AN, poi Fratelli Meloni) e dalla Lega (prima Nord e poi non più
Nord), oggi partiti sostenitori del capitalismo assoluto e della
politica atlantista e filo USA tanto quanto il PD.
In Europa, parimenti,
dopo l'esempio del Partito Socialista Italiano di Craxi, nessun
partito che si richiamava – a parole – al socialismo, fu più
davvero socialista, ma adottò l'ideologia della crescita economica
illimitata, delle privatizzazioni selvagge, dell'immigrazionismo
senza regole, dell'esportazione della “democrazia”... ma
unicamente contro Paesi laici e socialisti quali Iraq, Libia, Siria e
Jugoslavia (sic!).
Il socialismo, in Europa,
scomparve dunque con il PSI di Bettino Craxi. Craxi che, persino
oggi, viene ricordato da taluni comunisti duri e puri (i pochi che
ancora esistono in questo Paese) per essere stato l'unico Presidente
del Consiglio italiano ad aver sfidato, con la vicenda di Sigonella,
gli Stati Uniti d'America. Come il miglior Charles De Gaulle. Come
dovrebbe fare un leader europeo che prende ordini unicamente dal suo
popolo e non da altri Paesi stranieri.
E' così che, oltre
vent'anni dopo essere passato a miglior vita, Bettino Craxi merita di
essere ricordato. Un raro uomo politico socialista, di quelli che
oggi, almeno in Europa, non esistono davvero più.
Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it