In questi giorni si sta
per celebrare il 27esimo anniversario del giornale controculturale
russo “Limonka” (ovvero “Granata”), organo del Partito
NazionalBolscevico.
Editato dallo scrittore
Eduard Limonov, “Limonka” vide la luce il 28 novembre 1994 ed
ebbe una tiratura di circa 15.000 copie.
“Limonka” fu sì
organo di partito, ma si occupava anche e principalmente di rock e di
letteratura e sulle sue pagine si formarono fior fiore di aspiranti
artisti russi.
Un giornale underground
nella Russia di quegli anni, che poneva i nazionalbolscevichi o
nazbol, quale avanguardia controculturale, artistica, oltre
che politica.
Tanto per rendere l'idea,
nel numero 2 del giornale, pubblicato nei primi mesi del 1995, uno
dei trasgressivi slogan di “Limonka” fu: “Il nostro
obiettivo è che tutti gli stili giovani, punk, skins, membri del
Komosomol, tifosi di calcio e delinquenti, siano raggruppati nello
stesso genere: nazionalbolscevico. Stiamo creando un nuovo genere di
essere umano: estremo, radicale, rivoluzionario, musicalmente e
culturalmente trasgressivo. Solo la morte è più forte del
nazionalbolscevismo”.
Il
Partito NazionalBoslcevico, fondato inizialmente da Limonov nel 1992
con il nome Fronte NazionalBolscevico e, ufficialmente costituitosi
come partito, nel maggio 1993, grazie anche al contributo del
chitarrista e musicista punk rock Egor Letov e del filosofo Aleksandr
Dugin, diverrà la migliore avanguardia politica e artistica del
periodo post-sovietico.
Limonov, nel suo articolo
“Punk e nazionalbolscevismo”, ricordò che “Limonka” usò
spesso slogan d'impatto, tipici della controcultura punk russa, fra i
quali: “Mangia i ricchi!” e “Il buon borghese è un
borghese morto!” e “Il capitalismo è una merda!”.
Lo stile punk del PNB ha,
fra l'altro, influenzato - molti anni dopo - anche il collettivo
musicale russo punk e politicamente impegnato “Pussy Riot”, le
cui componenti (Maria Alekhina, Ekaterina Samucevic e Nadezda
Tolokonnikova),
sono spesso finite in carcere per
le stesse ragioni dei nazbol, ovvero l'accusa di “teppismo”. In
realtà per azioni politiche nonviolente, artistiche e provocatorie
contro il governo autoritario di Putin. Una delle componenti, Maria
Alekhina, è peraltro vicina alle posizioni politiche dei
nazionalbolscevichi e, le “Pussy Riot”, hanno spesso ricevuto il
plauso di Limonov in varie occasioni e interviste.
Egor Letov, famosissimo
nella Russia di oggi e di allora, attrasse molti giovani e così
Eduard Limonov, pur essendo questi, già negli Anni '90, un uomo
sulla cinquantina, ma il cui spirito punk colpì profondamente i
ragazzi dell'epoca.
Egor Letov, il cui padre fu ufficiale e la madre
medico, crebbe in un quartiere malfamato della Siberia. Sia lui che
il fratello Sergey coltivarono, sin da giovanissimi, una grande
passione musicale e si formarono musicalmente da autodidatti,
ascoltano i Beatles e i Led Zeppelin.
Con il fratello si trasferirono a Mosca. Sergey per
studiare chimica all'Università, mentre Egor iniziò a studiare in
un istituto professionale per muratori, dal quale fu in poco tempo
espulso. Lavorò alcuni anni sia come spazzino che come operaio
edile.
Mentre Sergey si dedicò alla musica jazz, divenendo
in seguito amico e collega del grande jazzista russo Sergey Kuryokhin
(figura di spicco del successivo Partito NazionalBolscevico), Egor si
ispirò al punk rock e iniziò un sodalizio con Kostantin Riabinov,
anche lui uno dei futuri componenti del partito nazbol (nota una
delle foto che ritrae Letov, Riabinov, Limonov e Dugin in una posa
che ricorda quelle di una rock band dell'epoca).
Con Riabinov, Egor Letov, fondò il gruppo “Posev”,
ovvero “Semina” e, nel 1984, i due fondarono il gruppo punk rock
“Grazhdanskaya Oborona”, ovvero “Protezione Civile”, che
attirò le nefaste attenzioni del Ministero degli Interni e del KGB.
Le autorità sovietiche iniziarono infatti a
considerare l'attività musicale di Letov sovversiva e, nel 1985, lo
ricoverarono coattivamente in un ospedale psichiatrico, trattato con
massicce dosi di psicofarmaci. Fu dimesso, dopo mesi, solamente in
quanto minacciò il suicidio.
Negli anni successivi, lui e la sua compagna Yanka
Diaghileva, furono a lungo ricercati e perseguitati dalle autorità
sovietiche e vissero a lungo di espedienti e da fuggitivi.
Lo spirito di Egor Letov fu sempre fortemente
anarchico e libertario e, se inizialmente il suo scontro con le
autorità dell'URSS lo portò a sviluppare un feroce anticomunismo,
negli Anni '90, con la fine del mondo sovietico e l'avvento del
capitalismo assoluto e dell'oligarchia liberale e criminale al potere
in Russia, sviluppò una coscienza socialista autogestionaria.
Ciò lo porterà, dunque, ad accettare l'invito di
Eduard Limonov a fondare il Partito NazionalBolscevico, influenzando
così molti suoi colleghi musicisti e artisti, fra i quali Riabinov,
oltre che moltissimi suoi fan.
La bandiera ufficiale del
Partito NazionalBolscevico, composta da una falce e martello nera
posta all'interno di un cerchio bianco, su fondo rosso, sarà
presentata al pubblico nel '94, al concerto di Egor Letov presso il
club delle “Forze Armate” di Mosca, nel quale il cantante punk
cantò storiche canzoni sovietiche in stile rock, acclamato da un
pubblico di giovani e giovanissimi.
Del PNB, peraltro, iniziarono a far parte anche lo
scrittore Zachar Prilepin e il celebre jazzista, musicista e attore
Sergey Kuryokhin. Di quest'ultimo, peraltro, si possono ancora
ritrovare – su youtube – alcune performance artistiche assieme
allo stesso Limonov e a Dugin.
Su
Sergey Kuryokhin, celebre per aver realizzato bellissimi e
famosissimi album musicali, fra i quali “Sparrow Oratorium”
(1994), merita di essere raccontato un simpatico aneddoto.
Nel
1991, egli fu intervistato da un'influente rete televisiva sovietica,
spacciandosi, goliardicamente, per uno storico. O quantomeno fu
creduto tale. Nell'intervista - condotta
dal giornalista Sergey Sholokhov - Kuryokhin, narrò, con prove
convincenti, che Vladimir Lenin – ispiratore e guida della
Rivoluzione Russa del 1917 - consumava grandi quantità di funghi
psichedelici e alla fine divenne egli stesso un fungo! Molto
divertente il punto nel quale affermò che il simbolo sovietico della
falce e martello altro non era che la rappresentazione degli
strumenti usati dai bolscevichi per raccogliere funghi!
Ovviamente
si trattò di una goliardica bufala che mise volutamente a nudo la
creduloneria delle masse (provocando grande scandalo all'epoca) e
dimostra - ancora oggi - come il cosiddetto "complottismo"
(ovvero rendere plausibili informazioni che in realtà non sono tali,
manipolandole a uso e consumo) sia una immensa scemenza per
creduloni.
“Sei giovane, non ti
piace vivere in questo paese di merda. Non vuoi diventare un anonimo
compagno Popov, né un figlio di puttana che pensa soltanto al
denaro, né un cekista. Sei uno spirito ribelle. I tuoi eroi sono Jim
Morrison, Lenin, Mishima, Baader. Ecco sei già un nazbol”,
questo il provocatorio slogan recitato da Limonov, nel 1994, per
esortare i giovani a entrare nel partito.
Il PNB, ad ogni modo,
bollato di “estremismo”, fu messo fuorilegge dalla Procura
Generale russa nel 2007, essendo il principale movimento di piazza al
governo liberal capitalista di Putin e ciò pur non avendo mai
commesso atti di violenza, ma unicamente manifestazioni pacifiche e a
carattere goliardico, pur non autorizzate.
Nel frattempo si era già
consumata la frattura ideologica fra Dugin e Limonov, il primo
maggiormente sostenitore del governo in carica e il secondo
decisamente critico.
Egor Letov morì
prematuramente, nel sonno, a soli 44 anni, nel 2008. Come
prematuramente morì anche Sergey Kuryokhin, a 42 anni, nel 1996, a
causa di un sarcoma cardiaco.
Zachar Prilepin, oltre a
continuare la sua carriera di romanziere (in Italia è principalmente
pubblicato dalla casa editrice Voland), tradotto in 11 lingue, ha
combattuto per la Repubblica Popolare di Donetsk, è stato
consigliere del Presidente Aleksandr Zacharcenko e, nel 2020 ha
fondato e è alla guida del partito politico russo di orientamento
socialista patriottico e anti-liberale “Za Pravdu” (“Per la
Verità”).
Di Prilepin merita di
essere ricordato il bellissimo romanzo, edito in Italia da Voland,
“Sankya”, che è uno spaccato di vita delle periferie russe e
della ribellione dei suoi giovani, nei confronti di un sistema
autoritario e a tutela unicamente dei ceti più ricchi. Racconta la
storia di Sankya, appunto, un giovane attivista nazionalbolscevico
delle periferie post-sovietiche, il quale sogna la rivoluzione. Nel
libro è peraltro citato un certo Kostenko, ovvero l'alter ego
letterario di Eduard Limonov. “Sankya” è peraltro la storia
romanzata di Sasha Tishin, giovane attivista del Partito
NazionalBolscevico, che fu peraltro fra i giovani nazbol difesi dalla
giornalista Anna Politkovskaja in uno dei tanti processi politici
intentati contro di loro nei primi anni 2000 e che da tempo è
combattente in Donbass, dalla parte delle Repubbliche Popolari di
Donetsk e Lugansk.
Aleksandr Dugin rimane un
filosofo molto rispettato nel mondo, discusso - spesso a torto - nei
Paesi liberal capitalisti, teorico della Quarta Teoria Politica,
fondamento del superamento e della contrapposizione ai tre
totalitarismi novecenteschi: liberalismo, comunismo e fascismo.
Dugin,
nel suo saggio “La Quarta Teoria Politica”, definisce il
nazionalbolscevismo come un “nazionalismo di sinistra”,
con aspetti spirituali e non materialisti ed egli inquadra nei
nazionalisti di sinistra odierni, in particolare, i movimenti
politici dell'America Latina del Socialismo del XXI secolo, ove
peraltro i leader sono spesso persone di origine indigena (vedi Evo
Morales, ex Presidente della Bolivia; oppure Hugo Chavez,
indimenticato Presidente del Venezuela). Egli, inoltre, nel suo
saggio fondamentale, definisce il nazionalbolscevismo quale forma di
"socialismo senza
materialismo, ateismo, modernismo e progressivismo".
Eduard
Limonov, invece, rimasto un romanziere di successo, ha portato avanti
– sino alla sua morte, avvenuta il 17 marzo 2020 - la bandiera
nazionalbolscevica. Egli ha guidato infatti il partito
nazionalbolscevico “Altra Russia” (dopo l'inguisto scoglimento
del Partito NazionalBolscevico nel 2007, da parte delle autorità,
con l'accusa di “estremismo”) ancora una volta composto per la
maggior parte di giovani e giovanissimi e che da anni si batte non
solo per un ritorno ad un sistema sociale anticapitalista, ma anche
per la libertà di parola e di opinione in Russia, ovvero per il
rispetto dell'Articolo 31 della Costituzione. E, per questo, i suoi
componenti, vengono continuamente – ancora oggi – vessati dalle
autorità. Oltre a ciò, il governo russo, non ha ancora permesso ad
“Altra Russia” di partecipare formalmente alle elezioni politiche
e non viene riconosciuto quale partito politico.
Ho avuto modo di
intervistare Eduard Limonov nell'agosto 2019. Ricordo che andava
molto fiero di essere definito “un piantagrane” e che non
gli interessava affatto di tutte le “sciocchezze” che
dicevano su di lui.
A
noi europei ha lasciato un grande monito, quando in una intervista,
mai abbastanza ricordata, dichiarò: “L’Europa
sta mentendo quando afferma di difendere il bene, la democrazia, i
diritti degli uomini. L’Europa, infatti, sta uccidendo i paesi
dissenzienti, i diversi paesi, l’uomo diverso. L’Europa persegue
il bene con tutti i mezzi del male. L’Europa è in profonda crisi,
in crisi di coscienza. L’Europa è persa”.
Suggestive
anche molte delle intuizioni e prospettive politiche, contenute
proprio nel saggio "L'Altra Russia", pubblicato a Mosca nel
2003, ma purtroppo non ancora tradotto e pubblicato in Italia.
In
esso, Limonov, immaginava un nuovo tipo di civiltà, che andasse a
sostituire quella vecchia, globalista e liberale, i cui principi –
egli scrive - erano
"i principi del lavoro e della religione protestante, che
parlavano il linguaggio dell'industriosità".
Principi che, secondo Limonov, promettevano una vita "tranquilla
e agiata",
ovvero "una
vita noiosa come quella di un animale domestico".
Nel
saggio, egli proponeva dunque una civiltà completamente nuova. I cui
principi fondamentali guardassero a "una
vita integrale, eroica, perigliosa, all'interno di comunità nomadi
armate".
Fondata sulla "comunanza
degli uomini e delle donne basata sulla fratellanza, sul libero amore
e sull'educazione sociale dei bambini".
Limonov,
nel saggio "L'Altra Russia" – fondamento del suo nuovo
partito nazionalbolscevico – scrive ancora "Le
gelide città dovranno essere chiuse e la loro popolazione dispersa".
Egli propone un "modello
di vita nomade",
fondato su comuni socialiste autogestite, con pochi bisogni da
soddisfare e con poche ma indispensabili industrie, poste tutte nelle
periferie delle città, ormai abbandonate.
"Bisogna
tornare al tradizonalismo"
– scrive Eduard Limonov – "nel
suo significato più profondo. Le comuni armate saranno come
fiammelle nel buio. Questo sarà il nostro tradizonalismo. Le comuni
saranno amministrate dal Consiglio della Comune. Al posto di Comuni
si potranno chiamare anche Orde. Non si dovrà temere le
contraddizioni che potranno sorgere tra comuni, nè temere scontri.
L'aggessività creativa dei separatismi è preferibile all'ordine
carcerario del globalismo".
Già
nel 2003, quando Internet non era ancora entrato così tanto nell'uso
comune delle persone, in particolare in Russia, Eduard Limonov
immaginava di svilupparlo al massimo, quale base per una possibile
democrazia diretta e di maggiore comunicazione fra le comuni
autogestite. E così scriveva: "Svilupperemo
sia Internet che la genetica, e una nuova supertelevisione.
Televisione e Internet collegheranno insieme le comuni armate in
un'unica civiltà di liberi cittadini".
Eduard
Limonov, in sostanza, immaginava la distruzione completa della
vecchia civiltà globalista e liberale che, come scrisse,
"dal punto di vista spirituale è già morta. E' fino in fondo
spiritualmente logora".
Limonov
ha lasciato il suo corpo fisico il 17 marzo 2020, certo, ma continua
a vivere attraverso il suo partito che dal settembre 2020, si chiama,
significativamente, "L'Altra Russia di Eduard Limonov".
Il
partito ha aggiunto al suo simbolo (bandiera rossa e bianca con una
granata al centro, simbolo del loro storico giornale controculturale
e "scoppiettante", "Limonka"), anche una saetta
bianca.
Su
tale aggiunta simbolica vale la pena soffermarsi un attimo.
La
saetta è forse un riferimento simbolico proprio all'alieno, venuto
dalle stelle, Ziggy Stardust, personaggio creato e interpretato da
David Bowie, il quale avvisava l'umanità che le mancavano solamente
cinque anni di vita? La “saetta”, rappresentata sia sul volto del
personaggio di Bowie, che sul nuovo simbolo di “Altra Russia”,
esotericamente, rappresenta – nell'alfabeto runico - la runa “Sig”
(lo stesso nome Ziggy,
di Ziggy Stardust, è proprio ad essa ispirato).
Il
significato di tale runa è “sole”. “Sig” assomiglia,
infatti, a un fulmine durante un temporale, capace di squarciare via
ogni cosa. Esotericamente, esso collega il cielo con la terra, ovvero
l'energia maschile del sole e quella femminile della Madre terra.
“Sig”
è la luce del sole, del Sole Invincibile delle antiche tradizioni
gnostiche e orientali; la Yule delle tradizioni nordiche per
celebrare il Solstizio d'Inverno, la festa della Luce. “Sig” è
la Luce che vince contro l'oscurità. Tale simbolo è infatti da
ritenersi tutt'altro che casuale, sia nell'utilizzo esoterico di
David Bowie, che in quello de “L'Altra Russia di Eduard Limonov”.
E
così, appunto, il 26 settembre 2020, dopo il loro VIII Congresso,
“Altra Russia” ha deciso di rinascere e rinnovarsi.
Di
rinascere attraverso un processo alchemico, passando per
l'autoscioglimento.
Perché,
come spiegano i giovani nazbol, il nazionalbolscevismo ha una sua
metafisica, un suo esoterismo gnostico.
Morire
e rinascere, spiritualmente.
Il
nazionalbolscevico segue la via della morte e quindi della rinascita.
Lotta e muore, alchemicamente e metaforicamente, alla vita terrena e
corporea e rinasce nello Spirito. Il nazionalbolscevico è una sorta
di Cavaliere Templare moderno. Un Templare Proletario, come scrisse
Dugin. Un monaco guerriero che, dicono i giovani di “Altra Russia”,
“lotta contro la nomenclatura di
Putin, ma, la prossima generazione post-rivoluzionaria di
nazionalbolscevichi, dovrebbe divenire una generazione di
cavalieri-crociati in grado di purificare l'Europa e il mondo intero
dell'eresia del capitalismo”.
Ma
che cosa vogliono i nazionalbolscevichi di Limonov, oggi?
Vogliono una
trasformazione rivoluzionaria della Russia. In politica estera
propongono non solo il sostegno dei cittadini di cultura russa,
all'esterno della Federazione Russa, ma anche un ritorno alla Russia
di tutti i territori che un tempo appartenevano all'URSS, oggi spesso
governati da leader anticomunisti e di estrema destra.
Ovvero la creazione di un
forte polo geopolitico in grado di contrapporsi all'egemonia
statunitense nel mondo.
In politica interna, i
nazbol de “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, chiedono che il
popolo sia ascoltato e vorrebbero restituire al popolo – secondo i
principi dei primi soviet leninisti – il potere al popolo stesso.
Chiedono elezioni libere
e trasparenti (al loro partito, al momento, non è consentito
presentare liste elettorali e spesso, a loro candidati in altre liste
indipendenti, viene a vario titolo impedito di presentarsi).
Chiedono l'abolizione
delle leggi che sopprimono la libertà di espressione dei cittadini e
quelle che censurano il web.
Propongono l'introduzione
di una economia socialista popolare, che sostituisca il capitalismo
liberale. Un'economia fondata sulla giustizia sociale e il lavoro,
che superi l'arricchimento dei pochi a scapito dei molti.
L'introduzione, quindi, di tasse di lusso per i più ricchi e pene
severissime – sino alla pena di morte - per i corrotti all'interno
dello Stato, oltre a istruzione
gratuita, alloggi gratuiti, controllo dei prezzi, ovvero prezzi
uguali in tutto il Paese e pianificazione economica.
“L'Altra Russia di
Eduard Limonov” chiede inoltre il blocco di ogni forma di
privatizzazione e pretende la nazionalizzazione dei settori chiave
dell'economia: il settore bancario, la produzione di elettricità e
delle materie prime, le infrastrutture dei trasporti. In modo da
ottenere una piena autosufficienza del Paese e di essere indipendenti
da quella che definiscono “l'oligarchia finanziaria mondiale”.
Oltre a ciò, il partito
di Limonov, propone l'abbassamento della maggiore età a 14 anni,
considerato anche il livello di maturità e cultura dei giovani
russi, introducendo il diritto di voto ai 14enni, la loro
partecipazione attiva alla vita politica, oltre che la possibilità
di formarsi una famiglia e il diritto al lavoro.
Sono,
come sempre, quasi tutti giovani e giovanissimi, i componenti de
“L'Altra Russia di Eduard Limonov”. Ci sono ventenni e trentenni
e i trentenni, molto spesso, sono nel partito da almeno dieci anni.
Ancora
oggi, come dicevamo, vengono perseguitati e arrestati, continuamente,
per le loro idee e per le loro lotte.
Che
sono socialiste e patriottiche. Ovvero l'avanguardia di tutte le
rivoluzioni socialiste nella Storia, dalla Comune di Parigi del 1871
sino alla Rivoluzione cubana del 1959, passando per quella maoista e
vietnamita.
Chi
scrive terrà a Pordenone, il 1 dicembre prossimo, alle ore 18.00,
presso l'atelier “L'Arca delle Arti”, una conferenza su tutto
questo dal titolo: “L'Altra Russia di Eduard Limonov, fra
dissidenza, arte e controcultura”.
La
conferenza potrà essere seguita in diretta Meet al seguente link:
https://meet.google.com/euw-bzur-dxo
Luca
Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it