Il 2 novembre scorso in videoconferenza, causa restrizioni emergenza Covid 19, si è tenuto il VI Plenum del Consiglio Centrale dell'Unione dei Partiti Comunisti – Partito Comunista dell'Unione Sovietica (UPC – CPSU).
Tale organismo comprende i 15 partiti comunisti delle Repubbliche ex sovietiche, più tre di recente formazione (Transnistria, Abcasia e Ossezia del Sud) ed è presieduto da Gennady Zjuganov, attuale Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa.
Nell'ambito del Plenum sono state discusse essenzialmente due questioni, ovvero i risultati delle campagne elettorali del 2021 e le misure per rafforzare l'Unione dei Partiti Comunisti ed i preparativi per il centenario di costituzione dell'URSS.
All'incontro, presieduto da Zjuganov, sono intervenuti: Afonin Yuri Vyacheslavovich - Primo Vice Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa, membro del Consiglio Centrale dell'UPC-CPSU; Novikov Dmitry Georgievich - Vice Presidente del Consiglio Centrale dell'UPC – PCUS; Symonenko Pyotr Nikolaevich - Primo Segretario del Partito Comunista dell'Ucraina; Sokol Oleksiy Nikolaevich - Primo Segretario del Partito Comunista di Bielorussia; Voronin Vladimir Nikolaevich - Presidente del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia; Kazaryan Erjanik Yurikovich - Primo Segretario del Partito Comunista d'Armenia; Pipia Temur Iosifovich - Presidente del Partito Comunista Unito della Georgia; Bebiya Bakur Sharbeevich- Presidente del Partito Comunista della Repubblica di Abkhazia; Toybekov Yrysbek Ormankulovich - Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Kirghizistan e Kochiev Stanislav Yakovlevich - Presidente del Partito Comunista della Repubblica dell'Ossezia del Sud.
Zjuganov, nel suo discorso di apertura, ha puntato il dito contro il partito di governo di Vladimir Putin, “Russia Unita”, denunciando il suo “disastroso progetto di bilancio” e ha dichiarato che, attraverso un piano di nazionalizzazioni, occorre rafforzare la Federazione Russa, attualmente in crisi.
Yuri Afonin, Vice-presidente del Partito Comunista dellla Federazione Russa, ha illustrato i risultati della recente campagna elettorale dei comunisti russi, fecendo presente i brogli e le falsificazioni da parte delle autorità, che hanno ostacolato l'attività elettorale dei comunisti.
“Nonostante i numerosi ostacoli, il sostegno al nostro partito è piuttosto alto e continua a crescere, perché la gente vede davvero nel Partito Comunista della Federazione Russa l'unica alternativa all'attuale governo. È stato il Partito Comunista della Federazione Russa a lottare costantemente per le dimissioni del governo Medvedev e per emendamenti popolari alla Costituzione della Federazione Russa, contro l'innalzamento dell'età pensionabile e la vaccinazione obbligatoria”, ha dichiarato Afonin.
Successivamente, il Vice-presidente del Consiglio centrale dell'UPC – CPSU, Dmitry Novikov, nel ricordare i successi dell'Unione Sovietica (eliminazione dell'analfabetismo, aumento di 23 volte degli operatori scientifici, aumento di 5 volte del numero degli studenti, vittoria sul nazifascismo), ha rilanciato la necessità dell'unione fraterna di tutti i popoli delle Repubbliche post-sovietiche.
Tutti gli altri Primi Segretari dei partiti comunisti delle Repubbliche ex sovietiche, hanno successivamente relazionato sulla situazione interna dei relativi Paesi, rilanciando la necessità di farli tornare al socialismo e quindi uscire dal capitalismo e dall'alleanza militare della NATO.
Tutti aspetti che hanno distrutto l'eredità sovietica e “i legami morali ed etici della nostra società”, ha affermato Yrysbek Ormankulovich, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Kirghizistan.
Ormankulovich ha significativamente aggiunto anche che “Il capitalismo fornisce tutti i tipi di benefici con una mano, ma allo stesso tempo toglie più di quanto dovrebbe. I ricchi diventano più ricchi, ma la gente comune diventa solo più povera”.
Il VI Plenum si è dunque concluso con una risoluzione che impegna i Comitati Centrali dei Partiti Comunisti post-sovietici a lanciare un'ampia campagna informativa, ideologica e educativa verso il 104esimo anniversario della Grande Rivoluzione d'Ottobre, che fu guidata da Vladimir Lenin nel 1917; a intensificare l'attività dei comunisti eletti negli organi legislativi al fine di proteggere la libertà di espressione delle opinioni politiche e promuovere l'integrazione dei popoli dei Paesi post-sovietici, contrastando ogni forma di incitamento all'odio etnico e alla discriminazione linguistica, difendendo così anche i diritti delle minoranze nazionali e, infine, contrastare ogni forma di intimidazione o messa fuorilegge dei partiti comunisti nelle Repubbliche post-sovietiche.
Luca Bagatin
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