Sono passati esattamente
280 anni dalla nascita del conte di origini portoghesi Alessandro
Cagliostro che, a torto, viene volutamente confuso con l'imbroglione
palermitano Giuseppe Balsamo.
Quindici anni fa scrissi
diversi articoli su Cagliostro, frutto delle mie ricerche in
particolare sui testi di
Marc Haven (pseudonimo di Emmanuel Lalande), Pier Carpi e altri.
Una
decina di anni fa, inserii gran parte delle mie ricerche e i miei
articoli nel mio primo saggio, “Universo Massonico” (Bastogi
Editrice Italiana) e, in occasione dei 280 anni dalla morte di questo
enigmatico quanto affascinante personaggio, vorrei qui ripercorrerne
le gesta, ripubblicando ampi stralci di quei miei articoli.
Esponente
della Tradizione esoterica e della Gnosi, il conte Alessandro
Cagliostro, coniò il trinomio Fratellanza,
Uguaglianza, Libertà, poi mutuato
dalle Logge Massoniche d'Europa e finanche dalla Rivoluzione
Francese, con la quale non ebbe purtuttavia nulla a che spartire.
Salvo prevedere l'ineluttabilità dei fatti storici che seguiranno.
Pier
Carpi, studioso di esoterismo, regista, romanziere e fumettista
italiano, ne realizzò un bellissimo film – tratto dal suo
approfondito saggio “Cagliostro il Taumaturgo” (rieditato
dalle Edizioni Mediterranee, nel '97, con il titolo “Cagliostro
il Maestro sconosciuto”- uscito nelle sale nel 1974.
La
sceneggiatura del film fu peraltro scritta in collaborazione con
Enrica Bonaccorti e Daniele Pettinari e Cagliostro fu interpretato
dal bravissimo attore jugoslavo Bekim Fehmiu.
Come
spiegò Pier Carpi, ma anche il martinista Marc Haven – nell'800 –
il sosia di Cagliostro, Giuseppe Balsamo, palermitano e di umilissime
origini, fu un pretesto dei nemici del Nostro per incastrarlo e farlo
passare per ciarlatano, imbroglione, imbonitore. E lo stesso Balsamo
rimase egli stesso vittima peraltro giungendo ad autoconvincersi di
possedere poteri taumaturgici!
E
di nemici, fra i potenti del Secolo dei Lumi, Cagliostro ne ebbe
molti.
La
Chiesa in primis, che mal sopportava la nascita e diffusione della
Massoneria, specialmente di quella gnostica ed egizia fondata
dal Cagliostro stesso con la Loggia “La Saggezza
Trionfante” all'Oriente di
Lione, ed il suo rifarsi al templarismo di Jaques de Molay ed al
Rosacrocianesimo delle origini di Christian Rosenkreutz. Dottrine
tutte ritenute in contrasto con il dogma cattolico.
Si
pensi, per contro, che Cagliostro fu amico e confidente di Papa
Clemente XIII, successivamente assassinato per aver sciolto l'Ordine
dei Gesuiti.
Fra
i nemici del Nostro abbiamo poi la Regina Maria Antonietta di
Francia, alla quale aveva predetto la triste fine se non avesse posto
rimedio alle sofferenze del popolo francese e così tutti i nobili
europei che temevano la grande popolarità di cui godeva Cagliostro
fra gli umili ed i semplici, che curava grazie alle sue mistiche
facoltà.
Da
non dimenticare la graziosissima figura di Serafina (che i nemici di
Cagliostro faranno passare per la sgualdrina Lorenza Feliciani,
moglie di Giuseppe Balsamo), sua fedelissima compagna, il cui
incontro, Pier Carpi, descrive in un capitolo ricchissimo di
suggestioni e dall'emblematico titolo “La Via
Iniziatica”.
Un
capitolo nel quale è presente l'Iniziazione di Cagliostro agli
Antichi Misteri della Tradizione per mezzo del mistico Althotas, suo
Maestro Spirituale, che lo introdurrà nell'universo dell'Alchimia e
della Teurgia: spiegandogli il significato simbolico della Tradizione
Egizia, Rosacrociana e Templare.
La
sua Serafina è, invece, Iniziata Gran Sacerdotessa, come indica
questo bellissimo passo del capitolo che vorrei riportare: La
giovane era come quel giorno nella grotta delle rocce rosse, teneva
in mano un calice fumante di verde, presiedeva i lavori sacerdotali
del Tempio. Le sue parole erano incomprensibili, mentre il verde
fumoso del suo calice saliva verso la statua incarnata di Iside.
[….]
Serafina depose il calice, avvolgendosi nel verde a spirale.
-
A me il pugnale allora, perché non dovranno avermi ed il segreto del
Tempio dovrà perire con me - .
Il
volto della Sfinge si rischiarava, il sole dentro di esso ora aveva
meno luce, era meno rosso, e la scena che Cagliostro sentiva di
vivere si svolgeva nel volto freddo e impenetrabile della Sfinge.
Serafina
prese il pugnale che la sacerdotessa gli porse, senza un grido lo
portò al petto, dove lo affondò dolcemente. Serafina crollò a
terra e la scena disparve. Cagliostro chiuse gli occhi. Era
tranquillo, perché sapeva che l'avrebbe ancora incontrata.
Chi
muore nel segreto del Tempio, con nel cuore il segreto del Tempio,
vive.
E
così, terminata l'onirica iniziazione, i due si rincontreranno nel
mondo fisico allorquando Cagliostro scorgerà, a Roma, ad un
funerale, un carro trainante una bara. Nella bara vi era proprio
Serafina, che riconobbe come la compagna iniziata con lui nel Tempio
e la risvegliò con un bacio sugli occhi. La fece uscire dalla bara e
da allora rimasero alchemicamente uniti sino alla morte.
Pochi
altri testi trattano con cognizione di causa e documenti alla mano la
realtà storica ed esoterica del conte Alessandro Cagliostro.
Penso
al volume del già citato martinista ottocentesco Marc Haven , amico
di Papus, che scrisse “Cagliostro il Maestro sconosciuto
– Studio storico e critico sull'Alta Magia”)
ed al ben più recente “Il mistero di Cagliostro ed il
sistema egiziano” (Bastogi
Editrice) di Carlo Gentile, già Gran Maestro Onorario del Grande
Oriente d'Italia e che ricoprì anche importanti incarichi
nell'Ordine Martinista.
Molto
interessante fu anche l'approfondita analisi curata sul numero 1 del
2009 della rivista ufficiale del GOI, “Hiram”,
dall'allora Gran Segretario Giuseppe Abramo.
Nel
suo articolo “Cagliostro” (la
cui bibliografia si rifà in toto ai volumi precedentemente citati,
più altri testi minori), Abramo, oltre a confutare la tesi Balsamo
uguale a Cagliostro, ne analizza la dottrina ed il credo,
riassumendo la dotta analisi che ne fece il massone Arturo Righini
nella rivista di Studi Iniziatici “Ignis” nel
1925.
Fra
le farsi più significative pronunciate da Cagliostro, la seguente:
“Non sono di alcun epoca, né di alcun luogo; al di fuori
del tempo e dello spazio il mio essere spirituale vive la sua eterna
esistenza, e se immergendomi nel mio pensiero risalgo il corso delle
età, se distendo il mio spirito verso un modo di esistenza lontano
da quello che voi percepite, divengo colui che desidero. Partecipando
coscientemente all'essere assoluto, regolo la mia azione secondo
l'ambiente che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione,
perché sono libero; il mio paese è quello in cui fìsso
momentaneamente i passi.
Datatevi, se lo volete, da ieri,
rialzandovi con l'aiuto degli anni vissuti da antenati che vi furono
estranei; o da domani, per l'orgoglio illusorio di una grandezza che
non sarà mai la vostra”.
Anche
gli studiosi contemporanei Philippa Faulks e Robert L. D. Cooper si
occuparono di Cagliostro, dando alle stampe “Cagliostro il Mago
Massone”, edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee ormai diversi
anni fa.
I
due studiosi sostengono che Cagliostro, molto probabilmente, nacque
nel 1748 e non nel 1743, in Portogallo e che fu allevato nella città
di Medina nella casa del mufti Salahaym dal tutore Althotas.
Sarà
proprio Althotas a condurlo in innumerevoli viaggi: da La Mecca, nel
1760, passando per l'Egitto, l'Asia e l'Africa, sino a Malta, ove
Althotas morirà.
A Malta, Cagliostro sarà iniziato all'Ordine
dei Cavalieri di Malta dal cavaliere Luigi D'Aquino e con lui
intraprenderà altri viaggi, da Napoli sino a Roma. Qui, il Nostro,
incontrerà e si innamorerà di Serafina Feliciani, figlia di un noto
commerciante romano, che diverrà presto sua moglie.
Giunto a
Londra, Cagliostro, sarà iniziato alla Massoneria nella Loggia
Esperience di Rito di Stretta Osservanza Templare. Correva l'anno
1776.
Cagliostro, invero, proprio grazie agli insegnamenti di
Althotas ed a quelli appresi nel corso dei suoi viaggi - specie in
Estremo Oriente - conosceva già i segreti della Teurgia e della
Gnosi e si dice fosse in grado di trasmutare i metalli in oro e di
curare gli ammalati.
La sua fama, dunque, crebbe ben presto in
Inghilterra, ma ciò fu in realtà l'inizio delle sue sventure. Qui,
a causa dell'invidia nel suoi confronti, si fece molti nemici che gli
causarono false accuse di frode e lo condussero, assieme alla moglie,
nelle prigioni di Sua Maestà Britannica.
Nel 1777, i Cagliostro,
partirono dunque alla volta di Bruxelles anche grazie all'aiuto dei
suoi Fratelli massoni. Successivamente si recarono in Olanda ed anche
qui, Cagliostro, non smise di stupire il pubblico con i suoi prodigi
e guarigioni. Purtuttavia le sue idee innovative sulla Massoneria -
come ad esempio l'iniziazione femminile - gli procurarono altre
inimicizie.
Cagliostro mise dunque appunto l'idea di creare una
Massoneria di Rito Egizio, con, per le Logge femminili, Gran Maestra
sua moglie Serafina. L'idea di Cagliostro, ad ogni modo, era ben più
profonda ed attingeva agli Antichi Misteri ed alla teurgia. Il suo
scopo ultimo si sostanziava nella riunificazione delle Logge in
un'unica Massoneria, che attingesse ai Sacri Misteri dell'Antico
Egitto.
I Cagliostro, nel frattempo, giungeranno in Polonia,
Prussia e Russia. Saranno accolti con tutti gli onori sia dai massoni
che da tutte le Corti europee.
Purtroppo, però, a causa del
potere dei suoi numerosi nemici, finirà ben presto in disgrazia.
L'ingenuità di Cagliostro, infatti, era pari alla sua erudizione nel
campo delle scienze occulte.
Nel 1785, sarà infatti coinvolto
ingiustamente nel cosiddetto "Scandalo della collana di
Diamanti" ai danni della Regina di Francia Maria Antonietta.
Scandalo orchestrato ad arte dalla contessa de La Motte che, ad ogni
modo, come predetto dallo stesso Cagliostro, sarà scoperta e
condannata ad essere esposta nuda e frustata di fronte alla
Conciergerie.
Cagliostro, ad ogni modo, ritenuto complice della
de La Motte, anche grazie al già allora nascente giornalismo
diffamatorio (si veda il "Courier de l'Europe" dell'epoca,
di cui, grazie alle gratuite diffamazioni, diverrà direttore un
certo Thevenau de Morande, già precedentemente "amico" di
Cagliostro), sarà esiliato dalla Francia e riparerà a Roma.
La
Roma papalina di allora, oltre ad essere profondamente arretrata
culturalmente ed economicamente, aveva messo al bando i massoni e la
Massoneria.
L'ingenuità di Cagliostro gli giocò, dunque,
nuovamente, un brutto scherzo. L'Inquisizione cattolica, infatti, lo
arresterà, imprigionerà e torturerà con una sola accusa: quella di
essere massone.
Il conte Alessandro Cagliostro, infatti, fu
condannato unicamente in quanto appartenente alla nobile
confraternita della Massoneria. Il suo fu, dunque, il primo atto di
massonofobia assieme a quello che colpì il poeta Tommaso Crudeli,
altro celebre martire massone.
Questa, in sintesi, la prima parte
del libro di Philippa Faulks e Robert Cooper.
La seconda parte
inizierà con un'interessantissima documentazione relativa alle
origini ed alla storia della Massoneria.
La Massoneria, nata
ufficialmente nel 1717 in Inghiliterra, in realtà, ha origini più
antiche. Gli autori del volume la fanno risalire almeno al XVI
secolo, in Scozia, allorquando William Schaw, Maestro d'Opera alla
corte di Re Giacomo VI, decise di istruire i muratori di corte.
I
muratori, dediti alla costruzione di cattedrali, erano ad ogni modo
completamente analfabeti e digiuni di filosofia e speculazioni di
qualsiasi tipo. Schaw decise di istruirli ad un particolare rituale
di sua invenzione, gettando così le basi della cosiddetta Massoneria
Operativa. Un rituale esclusivo, non scritto ma solamente orale, che
conteneva anche insegnamenti filosofici, alchemici, gnostici,
esoterici.
Le prime regole furono dettate nella Loggia dei
muratori di Edimburgo nel 1598 e diffuse a tutte le Logge di Scozia.
Il rituale doveva essere imparato esclusivamente a memoria e per
mezzo della cosiddetta "Arte della Memoria", diffusissima
durante il Rinascimento. Ovvero quella particolare pratica avente
origine nell'Antica Grecia, che permetteva agli eruditi di imparare
interi volumi a memoria immaginandosi un grande edificio fatto di
molte stanze e corridoi. Ad ogni stanza, da immaginarsi il più
particolareggiata possibile, corrispondeva un periodo del volume da
ripetere a memoria.
Tecnica che, verosimilmente, Schaw insegnò
ai suoi muratori ignoranti ed analfabeti.
Sarà poi nel XVIII
secolo che si passerà dalla Massoneria Operativa a quella
Speculativa, con l'iniziazione in Massoneria di non muratori, bensì
di appartenenti all'aristocrazia, al clero ed alla borghesia. E così,
via via, dalla Gran Bretagna, essa si diffonderà in Francia ed in
tutta Europa, incontrando subito l'avversione della Chiesa cattolica,
la quale non poteva sopportare che potesse esistere un'associazione a
lei concorrente in campo spirituale, in particolare un'associazione
senza dogmi ed unicamente fondata sulla filosofia e le speculazioni
umane.
La terza parte di "Cagliostro il Mago Massone" è
ampiamente dedicata alla Massoneria elaborata da Cagliostro, ovvero
quella di Rito Egizio, dotata di profondissimi insegnamenti
spirituali. Per la prima volta, peraltro, viene riportato interamente
il rituale originale scritto da Cagliostro: composto da Statuti e
Regolamenti, Preparazione della Loggia e Catechismi e conservato
attualmente in originale presso il Museo della Gran Loggia di
Scozia.
Infile, gli autori, dedicheranno un intero capitolo di
commento al rituale stesso, ricco di simbolismo e significato.
Una
storia certamente affascinante quella del conte Alessandro Cagliostro
che, assieme al conte di Saint-Germain e ai fondatori del Martinismo
Martinez de Pasqually e Louis Claude de Saint-Martin, dimostrarono
come il Secolo dei Lumi non fosse unicamente intriso di materialismo,
bensì, accanto a questo, vi fosse una rinnovata apertura verso
quegli Antichi Misteri poi approfonditi – nel secolo successivo –
in particolare dalla Teosofia di Madame Blavatsky.
Luca
Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it