Un partito composto da
intellettuali e artisti, ma anche da giovani e giovanissimi,
provenienti dalle periferie russe, delusi dal crollo dell'URSS e
dall'avvento del capitalismo assoluto e dalla conseguente povertà
diffusa fra i ceti meno abbienti.
Fondato da tre artisti e
intellettuali, ovvero dallo scrittore Eduard Limonov, dal filosofo
Aleksandr Dugin e dal chitarrista punk rock Egor Letov, il PNB trasse
ispirazione dal nazionalbolscevismo degli Anni '20 di Ernest Niekisch
e di Karl Otto Paetel, primi ad opporsi in Germania al nazismo, e a
vedere nella Rivoluzione d’Ottobre del 1917 il loro punto di
riferimento, fondato sul primato della comunità e
dell’operaio-proletario al servizio della stessa, rispetto
all’egoismo dell'”homo economicus” della borghesia capitalista,
la quale pensava unicamente al proprio egoistico tornaconto
personale.
Eduard Limonov, 29 novembre 1994 |
“Limonka”, sebbene
fosse un organo di partito, si occupava principalmente di rock e di
letteratura e sulle sue pagine si formarono fior fiore di aspiranti
artisti russi. Un giornale underground nella Russia di quegli anni,
che poneva i nazionalbolscevichi o nazbol, quale avanguardia
controculturale, artistica, oltre che politica, al punto che furono
ammirati persino dalla giornalista Anna Politkovskaja, che li difese
a spada tratta in vari processi che li videro coinvolti per
insubordinazione nei confronti dell'autorità. Per lei erano “giovani
coraggiosi, puliti, gli unici o quasi che permettevano di
guardare con fiducia all'avvenire morale del Paese”.
Ed allo stesso modo la pensava Elena Bonner, vedova dello scienziato
dissidente Andrej Sacharov, che li stimava, pur suggerendo loro di
cambiare nome. Non le piaceva, infatti, il termine nazbol.
Egor Letov, famosissimo
nella Russia di oggi e di allora, attrasse molti giovani e così
Eduard Limonov, pur essendo questi, già negli Anni '90, un uomo
sulla cinquantina, ma il cui spirito punk colpì profondamente i
ragazzi dell'epoca.
Del PNB, peraltro,
iniziarono a far parte anche lo scrittore Zachar Prilepin e il
celebre jazzista, musicista e attore Sergey Kuryokhin. Di quest'ultimo,
peraltro, si possono ancora ritrovare – su youtube – alcune
performance artistiche assieme allo stesso Limonov e a Dugin.
Aleksandr Dugin oggi |
“Sei giovane, non ti
piace vivere in questo paese di merda. Non vuoi diventare un anonimo
compagno Popov, né un figlio di puttana che pensa soltanto al
denaro, né un cekista. Sei uno spirito ribelle. I tuoi eroi sono Jim
Morrison, Lenin, Mishima, Baader. Ecco sei già un nazbol”,
questo il provocatorio slogan recitato da Limonov, in quegli anni,
per esortare i giovani a entrare nel partito.
Il PNB, ad ogni modo,
bollato di “estremismo”, fu messo fuorilegge dalla Procura
Generale russa nel 2007, essendo il principale movimento di piazza al
governo liberal capitalista di Putin e ciò pur non avendo mai
commesso atti di violenza, ma unicamente manifestazioni pacifiche e a
carattere goliardico, pur non autorizzate.
Nel frattempo si era già
consumata la frattura ideologica fra Dugin e Limonov, il primo
maggiormente sostenitore del governo in carica e il secondo
decisamente critico.
Egor Letov morì
prematuramente, nel sonno, a soli 44 anni, nel 2008. Come
prematuramente morì anche Sergey Kuryokhin, a 42 anni, nel 1996, a
causa di un sarcoma cardiaco.
Zachar Prilepin, oltre a
continuare la sua carriera di romanziere (in Italia è principalmente
pubblicato dalla casa editrice Voland), tradotto in 11 lingue, ha
combattuto per la Repubblica Popolare di Donetsk ed è stato
consigliere del Presidente Zacharcenko.
Dipinto raffigurante Egor Letov |
Aleksandr Dugin rimane un
filosofo molto rispettato nel mondo, discusso - spesso a torto - nei Paesi liberal capitalisti, teorico della Quarta Teoria Politica, fondamento del superamento e della contrapposizione ai
tre totalitarismi novecenteschi: liberalismo, comunismo e fascismo.
Eduard Limonov, invece,
oltre a rimanere un romanziere di successo (in Italia, a giorni,
uscirà “Il boia”, edito da Sandro Teti), continua a portare
avanti la bandiera nazionalbolscevica (con una provocatoria granata
al centro, ovvero una “limonka”, simbolo dello storico e omonimo
giornale). Egli guida infatti il partito nazionalbolscevico “Altra
Russia”, ancora una volta composto per la maggior parte di giovani
e giovanissimi e che da anni si batte non solo per un ritorno ad un
sistema sociale anticapitalista, ma anche per la libertà di parola e
di opinione in Russia, ovvero per il rispetto dell'Articolo 31 della
Costituzione. E, per questo, i suoi componenti, vengono continuamente
– ancora oggi – vessati dalle autorità.
L'anniversario di
“Limonka”, in questi giorni, è molto festeggiato dai componenti
di “Altra Russia”, i quali sono l'avvenire di quella sinistra
nazionalpatriottica che ancora non si è arresa ad un presente e ad
un futuro diverso e alternativo rispetto al totalitarismo liberal
capitalista che, dagli Anni '90 ad oggi, comanda imperterrito in
Russia e in tutta Europa.
Luca Bagatin