Trovo abbastanza
illusorio e un po' sciocco il voler abolire "l'odio" per
legge.
I politici vorrebbero normare tutto, senza comprendere nulla.
I politici vorrebbero normare tutto, senza comprendere nulla.
Come se la “legge”,
il “diritto”, fossero in grado di cambiare le persone e persino
di “migliorarle”.
L'odio può essere abolito solo dal cuore umano.
Attraverso un percorso di autocoscienza.
L'odio può essere abolito solo dal cuore umano.
Attraverso un percorso di autocoscienza.
L'odio ha origine
dall'egoismo. L'essere umano – specie nelle società cosiddette
“economicamente avanzate”, ma anche fortemente dogmatiche sotto
il profilo religioso - nasce, spesso, con tale nefasto sentimento e
la vita terrena dovrebbe essere funzionale a debellare tale sua
atavica malattia dell'anima e della psiche.
La dittatura del danaro, il capitalismo, nascono dall'egoismo e l'egoismo si fondata sull'odio. E così l'idea malsana che la propria religione (o il proprio popolo) possa e debba essere migliore delle altre.
La dittatura del danaro, il capitalismo, nascono dall'egoismo e l'egoismo si fondata sull'odio. E così l'idea malsana che la propria religione (o il proprio popolo) possa e debba essere migliore delle altre.
Egoismo e odio, anziché
essere sdoganati, vanno curati.
Allo stesso modo, egoismo
e odio non possono essere puniti, così come non si può sanzionare
una patologia.
L'odio, diceva il
filosofo indiano Jiddu Krishnamurti, può essere osservato. Egli
disse esattamente: “quello che si può fare è osservare l’odio
e metterlo gentilmente da parte. Non metterti a fare la guerra
all’odio, non star lì a dire che cosa orribile è odiare gli
altri. Piuttosto, invece, vedi l’odio per quello che è e lascialo
cadere…La cosa importante è non lasciare che l’odio metta radici
nella tua mente”.
E a proposito dell'amore,
in rapporto all'odio: “Se si potesse insegnare l’amore i
problemi del mondo sarebbero molto semplici, no ?… Non è facile
imbattersi nell’amore. È invece facile odiare e l’odio può
accomunare le persone… Ma l’amore è molto più difficile”.
Secondo Krishnamurti
l'importante non è “fare la guerra all'odio”, ma evitare
che esso metta radici nella mente umana. Egli, infatti, così
prosegue il suo ragionamento a proposito dell'odio: “La tua
mente è come un terreno fertile e qualsiasi problema, solo che gli
si dia tempo a sufficienza, vi metterà radici come un’erbaccia e
dopo farai fatica a tirarla via. Invece, se tu non lasci al problema
il tempo di metter radici, allora non sarà possibile che esso cresca
e finirà, piuttosto, con l’appassire. Ma se tu incoraggi l’odio
e dai all’odio il tempo di mettere radici, di crescere e di
maturare, allora l’odio diventerà un enorme problema. Al
contrario, se ogni volta che l’odio sorge tu lo lasci passare,
troverai che la mente si fa sensibile senza diventare sentimentale”.
L'odio va dunque superato
e solo il cuore umano può fare ciò. Non i politici, non le leggi,
non le contrapposizioni fra ideologie nuove o vecchie, che non
faranno altro che portare e fomentare nuove contrapposizioni, nuove
divisioni, nuovo odio.
L'odio, dicevo, nasce
dall'ego. Dal perseguimento dell'interesse del singolo, della propria
mente egoica, ad ogni costo. E ciò può portare invidia oppure
violenza o contrapposizione su base sociale, religiosa, etnica ecc...
E' molto importante
osservare tali aspetti, nella propria vita quotidiana, al fine di
poterli superare.
La società capitalista,
fondata sul danaro e sull'interesse, è forse l'esempio più lampante
di società fondata sull'egoismo, sull'individualismo, sull'accumulo
di danaro, beni materiali, oggetti alla moda, sullo sfruttamento
delle menti, dei corpi, del lavoro.... Sull'invidia sociale,
sull'odio di chi è diverso per cultura, estrazione sociale, modo di
intendere le cose o altro ancora. Non ci rendiamo conto di quanto
pericoloso sia tutto ciò ! Tutto ciò ci può apparire “normale”
semplicemente perché, si dice, “fa parte della natura umana”.
Ma una “natura umana”
egoistica non può essere “normale”, se questa produce divisioni,
contrapposizioni, violenza, odio....
Solo soffermandosi ad
osservare tali storture si può iniziare a comprendere l'odio. Per
superarlo e lasciarlo cadere, senza che esso possa mettere radici
nella nostra mente e nel nostro cuore. Senza giudicare il prossimo,
ma osservando semplicemente la nostra quotidianità.
Ho letto, nei cosiddetti
“social”, nei giorni scorsi, taluni che si definiscono
“socialisti” o “anticapitalisti”, inneggiare all'odio, ad
esempio a quello che definiscono “odio di classe”. E a dire che
esiste un “odio giusto”, per così dire. Penso non si rendano
conto di quanto ciò finisca per farli assomigliare ai liberal
capitalisti, con il loro odio (anche inconsapevole !) per i più
deboli, la loro volontà di far prevalere il danaro sui rapporti
umani, il loro sfruttamento del lavoro a basso costo, le loro
speculazioni borsistiche e così via...
L'odio non dovrebbe aver
nulla a che vedere con il socialismo, che è ideale di emancipazione
sociale, di amore per il prossimo, di condivisione. Ideale che il
Presidente socialista e profondamente democratico Hugo Chavez riassunse sia nei suoi discorsi che –
simbolicamente e graficamente - in un cuore, con i colori della
bandiera venezuelana, oppure rosso con delle scritte bianche -
simbolo ripreso peraltro dal suo successore, Nicolas Maduro,
attraverso molti cuori colorati usati nella trasmissione televisiva,
con la quale dialoga settimanalmente con il suo popolo, “Los
Domingos con Maduro”.
Il cuore del socialismo è
il cuore del popolo. E il cuore è il simbolo dell'amore, che è il
senso ultimo del Socialismo del XXI Secolo latinoamericano, erede dei
movimenti indigeni, di quelli populisti ottocenteschi, di quelli
teosofici, garibaldini, bolivariani. Oltre le ideologie atee e
materialiste della destra e della sinistra, che hanno insanguinato il
mondo e che continuano a farlo, oggi in nome del danaro, del
capitale, della religione (che è l'opposto rispetto alla
spiritualità), della presunta superiorità di un popolo rispetto a
un altro.
Ecco dunque perché
l'odio deve e può essere superato da ciascuno di noi, che è figlio
del popolo. Un popolo che merita una società diversa o, meglio, una
civiltà diversa. Fondata sull'emancipazione e sulla giustizia
sociale. Fondata sull'amore e sulla libertà di ciascun popolo,
affratellato agli altri popoli.
Luca Bagatin
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