Sono passati diversi anni dalla
fondazione del pensatoio (anti)politico e (contro)culturale “Amore
e Libertà” (www.amoreeliberta.blogspot.it
– www.amoreeliberta.altervista.org),
che ideai una volta preso atto della sconfitta definitiva dei partiti
elettoralistici e dei limiti delle ideologie novecentesche, oltre che
dell'economia capitalistico-produttivistica, la quale annichilisce ed
avvelena le menti ed i rapporti umani e sentimentali.
E' così che, ponendo al centro Anita
Garibaldi, eroina latinoamericana che si è battuta in Italia per
l'unica Repubblica che il nostro Paese abbia mai conosciuto –
quella Romana del 1849 – all'interno di un simbolo rosso – colore
della passione, dell'amore e del socialismo umanitario e garibaldino
– contornato da ventisei cuori bianchi – simbolo della purezza
del cuore – ho dato vita a questo partito-non-partito, “Amore e
Libertà” che è un partito nel senso ottocentesco del termine, non
elettoralistico, ma raggruppamento di ideali ed aperto a tutti gli
spiriti liberi e pensanti, ovvero un pensatoio.
Quali gli scopi di “Amore e Libertà”
? Principalmente ideali e racchiusi nel Manifesto d'Intenti:
http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm.
Ma, nel corso degli anni, si è via
via sviluppata una piattaforma ideale che ha portato, in sostanza,
all'elaborazione di una vera e propria teoria socio-politica che ho
definito “Civiltà dell'Amore”, che è, nei fatti, un recupero
delle culture matriarcali, del socialismo delle origini, della teorie
sulla decrescita economica, del recupero dell'antimodernismo e
dell'antiprogressismo, ovvero dell'anticapitalismo spirituale,
economico ed antimaterialistico. I nostri riferimenti sono infatti
cristiano-gnostici, teosofici, ma anche sufi e si sono inverati in
personalità quali Cristo, Madame Blavatsky, Giuseppe Mazzini, Pierre
Leroux, Anita e Giuseppe Garibaldi, Gabriele D'Annunzio, Evita Peron
e moltissime altre personalità. Né di destra né di sinistra, ma
centrali proprio in quanto il fulcro delle loro analisi era l'essere
umano, con i suoi sogni e bisogni.
In questo senso siamo antitetici alla
società di mercato (ovvero della mercificazione-prostituzione dei
corpi e delle menti, trattate come beni di consumo) che noi definiamo
società del piacere effimero (che si paga in termini di
produttivismo, schiavitù del lavoro e del salario, sfruttamento,
coercizione indotta dalla pubblicità e dai media, rinuncia al tempo
libero...), e contrapponiamo ad essa la Civiltà dell'Amore, della
condivisione, del baratto, dell'autogestione del lavoro e del diritto
al tempo libero ed allo sviluppo delle arti. Massimo sviluppo del
potenziale umano e massimo esempio di utopia concreta in una società
violenta e fintamente democratica, da combattere e superare.
Siamo pertanto per la democrazia che,
prima che essere diretta, è sovranità del popolo. E' politica di e
per il popolo. Ed in questo senso, come abbiamo sempre detto, siamo
per l'auto-rappresentanza nelle istituzioni, in luogo delle
mediazioni partitiche dei politici. Siamo dunque per il superamento
delle elezioni ad ogni livello e per un sistema basato
sull'estrazione a sorte fra i cittadini, per l'istituzione di
comitati popolari nei quali chiunque possa partecipare e decidere,
per i bilanci amministrativi partecipativi. In poche parole: per
l'autogestione della politica, senza deleghe in bianco, in rosso, in
nero o in giallo. Per l'Agorà Greca, massimo esempio di piazza
democratica.
E ci chiediamo anche perché mai alle
elezioni non possano essere rappresentati anche gli astenuti, ovvero
i cittadini che non si riconoscono in questi politici. Ed abbiamo
proposto di ripartire i non-voti, ovvero il numero complessivo degli
astenuti, assegnando anche a costoro appositi seggi che potrebbero
essere occupati da cittadini estratti a sorte fra i non votanti, in
modo da dare rappresentanza anche a loro. Questa è democrazia. Ed è
democrazia partecipativa e rappresentativa. Abbiamo peraltro
proposto ai partiti elettoralistici storici ed a tutte le
associazioni culturali storiche di trasformarsi in scuole di
formazione politica, storica, culturale utili a tutti i cittadini per
elevarsi e formarsi culturalmente e politicamente. Ma la nostra
proposta è, come al solito caduta nel vuoto, ridotta a provocazione,
allorquando la provocazione è ben altra: è lasciare i cittadini
nella schiavitù e nell'ignoranza.
Questo è “Amore e Libertà”, nel
solco dei grandi eroi del passato (ci rifacciamo in particolare alla
Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, che auspichiamo possa
mutarsi in una possibile Internazionale dell'Amore, che sani ogni
sciocca antica divisione ideologica, in nome dell'emancipazione
sociale e sentimentale). Ed è con questo spirito che abbiamo seguito
da vicino le vicende dell'America Latina e dato il nostro sostegno al
Socialismo del XXI secolo latinoamericano, che ha saputo emanciparsi
dal neocolonialismo per riscoprire le proprie radici culturali
indigene, autoctone ed ambientaliste.
Ed in questo senso vorremmo redarguire
i governanti socialisti e libertari dell'America Latina dallo
scendere a compromessi con l'altro imperialismo, oltre a quello
statunitense, ovvero con l'imperialismo russo-putiniano e
capital-comunista cinese, esempi neo-dittatoriali di sfruttamento e
di egemonia sui poveri, come ai tempi della Guerra Fredda.
Siamo pertanto terzomondisti e
terzaforzisti: fuori dai blocchi, fuori dal fascio-capital-comunismo,
fuori dalle ideologie, per una alternativa ambientalista,
antiglobalista, per la decrescita del pianeta e, dunque, per
l'armonia fra le persone ed il loro ecosistema, che, oltre ad essere
preservato, va sviluppato attraverso la de-urbanizzazione, la
de-industrializzazione e la de-cementificazione.
Utopie concrete alternative per un
Pianeta che non ce la fa più.
Questo, in estrema sintesi, il
significato del nostro “Amore e Libertà”, della nostra “Civiltà
dell'Amore” che, in questi anni, ad ogni modo, ha avuto la
possibilità di essere diffusa su taluni organi di stampa, attraverso
alcune video-interviste al sottoscritto – quale ad esempio quella
di Debdeashakti (al secolo Debora De Angelis) di alcuni anni fa - sul
saggio del giornalista Gabriele Maestri “Per un pugno di simboli”
(Aracne Editrice) ed attraverso il mio ultimo saggio, con prefazione di Antonio Tiberio di
Dobrynia e dal titolo, appunto, “Amore e Libertà: Manifesto per la
Civiltà
dell'Amore” (https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/).
Come sempre, non chiediamo niente a
nessuno. Al massimo di essere letti e di poter ascoltare le proposte
altrui. Risvegliando la nostra e l'altrui coscienza.
Luca Bagatin
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