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Sai Baba, Bettino Craxi e la moglie Anna
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Erano i primi anni 2000
quando, i miei studi e le mie ricerche in campo esoterico e
spirituale, mi portarono ad iscrivermi alla Società Teosofica,
organizzazione internazionale fondata a New York e in India, nel
1875, dall'occultista russa Madame Helena Petrovna Blavatsky, la
quale, peraltro, istruì alla teosofia anche i nostri eroi del
Risorgimento, Giuseppe Garibaldi (che la iniziò alla Massoneria e
con lei partecipò finanche alla battaglia di Mentana) e Giuseppe
Mazzini.
In quel periodo
frequentavo, a Pordenone, la casa di due anziani teosofi, la
romana Gerarda Cesarini, detta amichevolmente Gegè, e il napoletano
verace Oscar Martino, i quali erano entrambi citati in numerose opere
dedicate al Maestro spirituale indiano Sathya Sai Baba.
In
particolare le opere dello psicologo Giancarlo Rosati, massimo
studioso italiano del fenomeno Sai
Baba.
Gegè
ed Oscar sono stati, infatti, i primi fondatori di un Centro
intitolato a Sai Baba in Italia, negli anni '60 a Roma, in via
Benedetto Musolino, quando ancora era poco conosciuto e questa
simpatica coppia fu anche in assoluto la più ricevuta dal Maestro
indiano.
Molti
sono gli aneddoti che potrei ricordare di loro, come la loro amicizia
– negli Anni '60 - con il deputato socialista democratico Mario
Zagari e i numerosissimi oggetti d'oro che Sai Baba materializzò
dalle sue mani e che loro donò, senza chiedere nulla in cambio.
Sai
Baba non ha mai fatto alcun proselitismo. Io stesso scrissi un solo
articolo su di lui, nel 2010, sulla rivista del mistero “Secreta
Magazine”, quando ancora usciva in edicola.
Per
comprendere meglio la figura di Sai Baba, vorrei riportare alcuni
stralci di quell'articolo:
Chi
è Sathya Sai Baba?
Un mistico? Un santone? Un guru?
Nella
poliedrica varietà di sadhu e mistici che popola il vastissimo
continente asiatico, è facile confondere Sai Baba con uno di
loro.
Ma Sai Baba è – in realtà - molto di più.
Nato
a Puttaparthi - un piccolo villaggio dell'Andra Pradesh, regione
dell'India meridionale - il 23 novembre del 1926, sin da bambino,
dall'età di 10 anni, dimostra di possedere poteri
sovrannaturali.
Sai Baba, studiato da numerosissimi ricercatori da
decenni, possiede infatti poteri cognitivi come la chiaroveggenza, la
psicodiagnosi, la telepatia; poteri psicocinetici come la capacità
di materializzare oggetti, apportarli, moltiplicarli, anche sotto
l'occhio vigile di chi gli si trova di fronte.
Ma egli stesso non
sembra dare alcuna importanza ai miracoli che compie. Sai Baba sembra
compiere miracoli unicamente per focalizzare l'attenzione di chi lo
ascolta, per lanciare un messaggio di unità fra tutte le religioni
(simboleggiato anche dal Suo vessillo, il Sarva
Dharma: un fior di loto
contornato dal simbolo dell'Om Indù; dalla Ruota buddhista; dal
Fuoco zoroastriano; dalla Stella di David; dalla Luna e la Stella
dell'Islam e dalla Croce cristiana)."Esiste una sola religione",
afferma Sai Baba, "la religione dell'Amore. Esiste una sola
razza, quella dell'umanità. Esiste un solo Dio, che è
onnipervadente".(...)
“Per
mezzo delle frequentazione dei coniugi Martino, sono rimasto
letteralmente rapito nella descrizione delle loro esperienze dirette
con il Maestro. Quando ad esempio ad Oscar materializzò un anello
d'oro, preziosissimo, sotto i suoi stessi occhi, o quando regalò ad
entrambi una cornice d'oro recante la sua effige ricavata dalla
povere dorata che Baba stesso lanciò in aria per poi ricomporsi,
magicamente, fra le sue mani.
Sai Baba, chissà perchè, amava
moltissimo Gegè ed Oscar. Una coppia di teosofi adorabile,
semplicissima e sempre pronta a dare una mano al prossimo. Una coppia
che fu peraltro, per anni, in contatto con Madre Teresa di Calcutta e
con Padre Anthony Elenjimittam, ultimo discepolo vivente del Mahatma
Gandhi, alle cui missioni elargirono gran parte del loro
patrimonio.
Si recarono in India, a Puttaparthi, sino in età
avanzata, 90 anni Oscar e 80 Gegè. E puntualmente, pur fra una marea
di devoti in attesa di uno sguardo dal Maestro, furono ricevuti in
udienza privata.
Oscar, uomo sensibilissimo, mi raccontò che
confidò a Sai Baba che avrebbe voluto morire prima della moglie,
perché non avrebbe sopportato il dolore della sua scomparsa. Fu
allora che Sai Baba predisse loro che sarebbero morti l'uno a
distanza di due soli giorni dall'altra. Prima sarebbe morto Oscar e
successivamente Gegè.
La scena mi commosse molto.
Ricordo
inoltre ancora con affetto quando - conoscendo la mia golosità -
Oscar mi ricopriva letteralmente di dolciumi e Gegè, pur non essendo
consigliabile per la sua salute, ne approfittava per mangiarne in
quantità.
Volevo molto bene a Gegè ed Oscar, che per me erano
come dei nonni ai quali confidavo veramente tutto e fu un duro colpo
quando appresi della loro morte.
Il Messaggero Veneto di Pordenone
del 10 gennaio 2006 titolava, a tutta pagina: "Muore di dolore
due giorni dopo il marito. Gerarda Cesarini e Oscar Martino sono
rimasti legati fino all'ultimo da un'incredibile storia d'amore".
Nell'articolo, ovviamente, si parlava anche di Sai Baba e della sua
previsione e di come la coppia fosse a lui legata.
Persino il
prete, in Chiesa, nonostante Sai Baba sia fortemente criticato ed
osteggiato dalla Chiesa cattolica, si prodigò in elogi nei confronti
di questo particolarissimo Maestro indiano dalla folta e curiosa
capigliatura”.
Gegè
e Oscar mi raccontarono che il fratello di Bettino Craxi, Antonio,
era un devoto da anni di Sai Baba e che fu per molti anni loro amico.
Mi raccontarono che aveva messo radici nell'ashram (ovvero la
comunità religiosa) di Sai Baba e i suoi figli erano cresciuti lì.
Ero
molto colpito, perché, fin da quando ero adolescente, ero un
socialista autonomista e, quindi, craxiano. Craxi e Giuseppe
Garibaldi (che sapevo essere teosofo, oltre che massone) erano per
me, fin da ragazzino, due figure storiche e politiche di riferimento
e...lo stava diventando anche Sai Baba, sul piano spirituale e
sottile. I pezzi di un assurdo puzzle si stavano ricomponendo, nella
casa di Gegè e Oscar!
Ho
avuto la possibilità, l'onore e anche la fortuna di conoscere,
recentemente, Ananda Craxi, figlia di Antonio Craxi, nipote di
Bettino e... cresciuta per vent'anni – assieme alle sue sorelle e al
fratellino - dal Maestro Sai Baba. Le ho, dunque, voluto proporre
questa intervista.
Ananda,
scrittrice e critica letteraria, ha peraltro scritto un saggio
autobiografico, “Fuori Posto”, di cui parla nel suo sito web
(https://anandacraxi.it)
Un
saggio purtroppo attualmente fuori catalogo, ma che meriterebbe di
essere quanto prima ripubblicato e fatto conoscere al grande
pubblico.
Con
lei ho voluto ripercorrere gli anni della sua infanzia e, tramite le
sue parole, far conoscere tanto l'insegnamento di Sai Baba, quanto
ricordare il grande leader e statista socialista, Bettino Craxi.
Luca Bagatin: La
tua storia nasce in India, luogo in cui sei nata e cresciuta. Lo devi
in particolare a tuo padre Antonio, che si avvicinò all'insegnamento
spirituale del Maestro indiano Satya Sai Baba e decise di andare a
vivere nel suo ashram, a Puttaparthi, nel Sud dell'India.
Ma, come nacque, per tuo
padre, l'amore per la figura di Sai Baba e cosa lo spinse a lasciare,
con la sua famiglia, l'Italia?
Ananda Craxi: Sì, si può dire che
la mia vita inizia nel 1978 in questa terra sacra e unica, l’India.
Sono nata a Milano, ma a soli sei mesi di vita i miei genitori mi
portarono in India, nel profondo sud, dove poi rimasi per i primi
vent’anni della mia vita. Fu una scelta dei miei genitori. Mio
padre in quegli anni era un uomo d’affari di successo e un dottore
commercialista con un portafoglio di clienti molto ricchi
appartenenti alla classe più alta della società milanese
dell’epoca.
Nel 1973 ebbero il primo figlio, Andrea, che
purtroppo era affetto dalla Sindrome di West. Erano disperati e
cercavano una cura ad ogni costo. Non volendo escludere nessuna
opzione, provarono anche ad andare nelle Filippine dai “maestri”
che asserivano di poter curare il bambino manipolando la sua aura per
guarirlo. Ogni tentativo risultò vano.
Una mattina, mia madre, trovandosi in una
libreria a Milano, fu fermata da un signore anziano con una barba
lunga e bianca che le presentò un libro intitolato “L’Uomo dei
Miracoli” scritto dall’autore Australiano Howard Murphet. Le
consigliò di leggerlo e lei decise di farlo come “ultima
spiaggia”, in questa ricerca che le sembrava infinita per trovare
un sollievo alla sofferenza del loro primogenito e di riflesso a
loro.
Il mese seguente i miei genitori si recarono a
Puttaparthi. in India. nello Stato di Andhra Pradesh. Da lì in poi
si innamorarono degli insegnamenti d’amore universale di Sai Baba e
mio padre decise di lasciare la sua vecchia vita di Milano per
imparare e mettere in pratica, il più possibile, la Sua parola.
Luca Bagatin: Tu
Ananda, il cui nome, in sanscrito, significa “Beatitudine” o
“Felicità” - sei cresciuta negli insegnamenti del Maestro Sai
Baba e lui stesso fu tuo tutore legale e “padre” adottivo per
quasi vent'anni. Ci sono molti testi, anche di autorevoli studiosi e
finanche teologi (fra i quali il noto Don Mario Mazzoleni, che, pur
non abbandonando gli insegnamenti cattolici, si avvicinò molto alla
spiritualità di Sai Baba), che lo hanno considerato un'incarnazione
Divina sulla terra. In India, molti, lo considerano addirittura
l'ultima incarnazione del Dio Krishna. Altri, invece, lo hanno
considerato un truffatore. Tu, che hai vissuto accanto a lui per così
tanti anni, cosa puoi dirci di Sai Baba?
Ananda Craxi: Questa
è una bella domanda, Luca! È un compito arduo per me poterti
rispondere con parole adeguate. Vedi, la “parola” è una mera
espressione per spiegare un concetto che appartiene maggiormente ad
una logica supportata dai canoni della nostra mente. È decisamente
limitata rispetto a ciò che noi siamo veramente e cioè energia o
Spirito, che è infinito. La mente è solo uno strumento che
possediamo, come del resto il nostro corpo. Appartiene alla
dimensione “materiale” che ci viene data in prestito per provare
le esperienze sensoriali che viviamo ogni giorno. Apparteniamo senza
alcun dubbio ad un'unica fiamma divina aldilà di ogni credo
religioso o culturale. Siamo tutti connessi e spesso e volentieri non
ci diamo il lusso di poterlo sperimentare, perché ci identifichiamo
troppo con la nostra mente. Swami (come amorevolmente chiamavamo noi
allievi Sai Baba) diceva: fermatevi a riflettere sul perché diciamo
“questo è il mio corpo, il mio nome è... oppure la mia testa fa
male”. La semplice verità è che noi non siamo né il corpo né la
mente, li usiamo per fare questo viaggio terreno.
Swami mi
diceva… “Se impari ad essere il maestro della tua mente,
conquisti il mondo perché il mondo intorno a te è solo un riflesso
di ciò che sei dentro”.
Per poter esprimere a parole “l’esperienza
Sai Baba”, posso dire che è “casa”. Stargli vicino era come
provare il potere di un amore infinito e universale reso tangibile,
con il quale potevo interagire, giocando da bambina. Più avanti,
crescendo, è diventato il mio unico punto di riferimento d’amore
genitoriale e di vita, da allora fino ad oggi. Il suo esempio di vita
è un invito quotidiano, per me, a restare in contatto con quella
fiamma divina che ci unisce tutti. Mi stimola a vedere l'unione che
esiste attraverso le diversità, facendo buon uso dei miei sensi,
affinché possa contagiare anche inconsapevolmente coloro i quali
convivono con me in questa mia esperienza di vita terrena,
contribuendo alla verità assoluta. Luca, sapere è memoria e rimane
a livello intellettuale, ma la vera crescita avviene attraverso
l’esperienza dell’anima. E Sai Baba, per me, era questa
esperienza.
Luca Bagatin: Come
passavate, tu e le tue sorelle, le giornate nell'ashram di Sai Baba?
Cosa ricordi di quegli anni?
Ananda Craxi: Le giornate passate
nell’Ashram per le mie due sorelle e fratello piccolo erano
scandite da disciplina e autocontrollo. Siamo stati cresciuti nel
collegio di Sai Baba in un ambiente “molto spartano”, ma “molto
dignitoso”. Il virgolettato rappresenta le esatte parole di come
mio zio Bettino descrisse la nostra scuola quando venne a trovarci
nel 1986. Per noi era normale seguire quelle regole militaresche non
conoscendo altro, ma ti posso garantire che ci hanno forgiato a
diventare degli adulti, a sopportare e superare prove dure della
vita. La mia fortuna più grande è stata poter fare questa
esperienza apparentemente dura agli occhi degli occidentali, ma sin
da piccolissima mi ha portato a trascendere ciò che vedevo
esternamente con i miei occhi fisici e a guardare dentro di me. Così
ho potuto sviluppare una visione interiore, restando in contatto con
la nostra vera natura. Poter attingere a quel calore d’amore
infinito che vive dentro ciascuno di noi, mi ha fatto attraversare
ogni tempesta.
Sarei però ipocrita se non dicessi che tale
meravigliosa e unica esperienza di vita mi è costata la relazione
con i miei genitori. Essendo stata cresciuta lontana da loro ho avuto
problemi che trascino ancora oggi. Semplicemente loro pretendevano
che noi figli fossimo perfetti a seguito dell’opportunità che ci
davano di vivere in quel contesto privilegiato. E siamo tutt’altro
che perfetti.
Luca Bagatin: Tuo
zio Bettino venne a trovarvi in India e conobbe Sai Baba,
nella cui casa fu ospite. Se la memoria non mi tradisce, il suo
fotografo e amico, Umberto Cicconi, in un saggio ricordò due cose
che mi colpirono particolarmente. La prima che fece uno scatto
fotografico a Craxi e Sai Baba, senza autorizzazione di quest'ultimo,
ma, quando sviluppò la foto, Sai Baba – curiosamente - non era
presente nella foto. L'altra cosa fu il fatto che Sai Baba predisse,
molti anni prima, la fine politica che avrebbe fatto tuo zio.
Cosa puoi dirci del loro
incontro, di cui parli anche nel tuo libro biografico “Fuori
Posto”?
Ananda Craxi: Sì,
mio zio Bettino è venuto una volta a trovarci in India all’Ashram
di Sai Baba. È stato accolto tra le braccia di Swami con grande
amore e attenzione. Gli zii erano ospiti a casa sua e Swami aveva
organizzato tutto fino all’ultimo dettaglio per la loro visita,
persino i pasti da servire loro, cucinati dalla sua cuoca personale.
Lo zio era stato in Cina per una visita ufficiale e poi decise di
dirottare il viaggio di ritorno e passare in India a vedere come e
dove eravamo sistemati. Da allora ci ha sempre chiamati “i miei
nipotini Indiani”. Ha fatto visita alla nostra scuola e voleva
sapere esattamente cosa mangiavamo e dove dormivamo. Swami ha
ricevuto tutta la famiglia in maniera ufficiale con gli onori del
caso, essendo lo zio all’epoca il Presidente del Consiglio.
Lo zio era molto curioso di capire che cosa
avesse trovato suo fratello in Sai Baba per lasciare tutti i suoi
affari fiorenti a Milano e per condurre una vita così rudimentale e
semplice.
Disse a Sai Baba di essere una persona diffidente
e non credente e Sai Baba lo rassicurò dicendogli che non serviva
credere in nessuno se non alla sua stessa coscienza, che era Dio. Sai
Baba gli disse espressamente che i suoi colleghi erano tutti falsi e
che lui aveva un cuore buono ed era per questo che il popolo Italiano
lo amava. Gli intimò anche di non dare le sue dimissioni e che la
maretta che c’era all’epoca sulla sua persona si sarebbe calmata
se fosse rimasto al Governo. Swami ribadì che lo zio avrebbe dovuto
farlo non per sé ma per la sua patria che amava moltissimo.
Purtroppo a marzo dell’anno seguente lo zio diede le sue dimissioni
e poi scoppiò Tangentopoli.
L’obiettivo era quello di eliminarlo perché
non era d’accordo con il disegno propostogli dallo “stato profondo” che prevedeva la distruzione dell’economia, cultura e
identità dell’Italia. Ed eccoci ad oggi in uno stato pietoso.
L’Italia è stata svenduta nel lontano 1992, nel famoso incontro
sul Britannia grazie ai nostri onorevoli che hanno presieduto la
Seconda Repubblica. Lo zio fece ogni cosa in suo potere per fermare
questa ondata, inutilmente. È doveroso ricordare che era
completamente da solo. I potenti tentacoli dello “stato profondo”
avevano già ben stretto la loro presa attorno a coloro che avevano
scelto di vendere la propria anima, scelta ottima e sbrigativa per
molti. Bettino a differenza loro era un vero patriota ed uomo di
principi, ha sacrificato la sua vita per i valori per cui ha vissuto.
Si è sempre battuto, in tutta la sua carriera politica, per la
libertà, la verità e la pace non solo in e per l’Italia, ma anche
per molti altri popoli oppressi. Altro che criminale come i mass
media lo avevano dipinto! Il popolo italiano si è bevuto fino
all’ultima goccia la coppa di veleno preparatagli dai media e dal
sistema giudiziario, che hanno trattato mio zio come un ladro da
eliminare a tutti i costi. Questo è un capitolo della nostra storia
molto umiliante e indegno. Purtroppo chi ne pagherà le conseguenze
sono i nostri figli e future generazioni. Sarebbe bastato un briciolo
d’amore da parte di ognuno di noi per la nostra identità come
italiani nel mondo per evitare la nostra distruzione. Purtroppo
l’Italia ha perso la sua stessa memoria di Paese sovrano e con
questo sono finiti nel dimenticatoio tutti gli sforzi che i nostri
predecessori hanno fatto per renderci un Paese grande, indipendente e
dignitoso nello scenario mondiale. Luca, confermo che il fotografo
personale non ha potuto portare a casa uno scatto senza il volere di
Sai Baba. Il volere Suo regna su ogni cosa/persona, semplicemente
perché è amore puro. L’amore è la nostra vera natura, arriviamo
dall’amore e ci ritorniamo alla fine della vita terrena!
Luca Bagatin:
Amati moltissimo da milioni di persone, ma allo stesso tempo odiati e
calunniati da molte altre, Sai Baba e Bettino Craxi – figure molto
importanti se non fondamentali, della tua vita - hanno, forse, molte
cose in comune.
Non è un caso forse se,
nel sito web dedicato al tuo libro scrivi, fra le altre cose: “Scopri
attraverso questa storia vera come trasformare le ingiustizie subite
in un’armatura impenetrabile nel campo della vita assicurandoti la
vittoria per sempre”.
E aggiungi “I
mass media possono distruggerci? Assolutamente! Hanno questo potere.
Questo libro ti svela il segreto personale dell’autrice su come
potresti scansare gli effetti disastrosi delle bugie togliendogli
ogni possibilità di rovinare la tua vita”.
Cosa
puoi dirci, in merito?
Ananda
Craxi: È proprio così come tu scrivi,
entrambe le figure sono state amate da molti e calunniate da altri.
Ciò che unisce questi due personaggi secondo me è che Sai Baba
diceva “La mia Vita è il messaggio” ed era esattamente così.
Essendo la forma più pura di un amore universale ha vissuto tra noi
per ricordarci che l’amore è sempre la risposta ad ogni quesito,
in questo viaggio terreno che facciamo. Sai Baba non solo lo
diffondeva come messaggio, ma era Lui stesso un esempio vivente dei
cinque valori umani che sono la verità, la retta via, la pace,
l’amore e la non-violenza. Mio zio ci ha lasciato con questa
dichiarazione: “La mia Vita equivale alla Mia libertà”. Vuole
essere un messaggio esemplare per ciascuno di noi per ricordare che
siamo un Paese grande e per rimanere tale, è vitale mantenere la
nostra libertà intatta per poterci esprimere nel mondo nel rispetto
della libertà e identità altrui.
Se si studiano bene i fatti storici della
carriera di mio zio, non la narrativa che ci hanno proposto, è
palese come lui abbia vissuto con gli stessi principi di Sai Baba.
L’amore per la sua patria ed il popolo Italiano lo ha spinto a
scegliere la retta via basandosi sulla verità, sulla pace e sulla
non-violenza.
Luca, se me lo permetti, mi rivolgo qui ai
lettori. Ma vi siete mai chiesti perché Bettino Craxi è stato
allontanato dall’Italia?
Vi siete mai chiesti perché un “criminale così
pericoloso” non avesse avuto un processo giusto e perché non è
mai finito in galera? Vi hanno raccontato che era scappato per paura
di essere incriminato. Dunque perché la giustizia italiana non si è
preoccupata di andare a prenderlo dato che non era un segreto che mio
zio fosse in Tunisia? O forse ci è perfino sfuggito il significato
di “latitante”? Il codice di procedura penale Italiano, all’art.
296 dice che “E' latitante chi volontariamente si sottrae alla
custodia cautelare, agli arresti domiciliari, al divieto di espatrio,
all'obbligo di dimora o a un ordine con cui si dispone la
carcerazione”. Ebbene se leggete la testimonianza di Umberto
Cicconi nel suo ultimo libro “Bettino Craxi - I suoi ultimi
vent’anni”, saprete che mio zio è stato avvisato, gli hanno
espressamente dato un invito a lasciare l’Italia e il fatto che sia
partito da Roma con il suo passaporto regolare da cittadino Italiano
per Tunisi, vi spiega quante falsità sono state raccontate su di
lui. Addirittura mio zio chiese ai giudici di venire in Tunisia per
processarlo, era pronto a rispondere a tutte le domande. Nessuno
accolse tale richiesta.
La verità è che lui non doveva parlare! Non
avendo nulla da nascondere rappresentava una minaccia troppo grande.
Avrebbe svelato la natura della falsa rivoluzione della Seconda
Repubblica, così il piano di eliminare una intera classe politica
non avrebbe avuto successo. La memoria dei veri politici che hanno
lasciato il loro sudore sul campo per renderci un Paese libero e
grande dal dopoguerra, è stata sepolta. Vi invito a fare una
carrellata, nella vostra memoria, di chi poi ha scaldato le poltrone
del nostro governo nella cosiddetta Seconda Repubblica. Vi
accorgerete che sono tutti personaggi tecnocrati, comici,
imprenditori e venduti a un potere estraneo a noi. Mio zio la
definiva “La mano Invisibile”! Bettino Craxi era troppo
pericoloso perché non si è mai sottomesso a poteri esterni ed è
stato l’unico politico italiano che ha risposto un secco “No”
agli Stati Uniti (caso Sigonella), in qualche modo doveva pagare. Sì,
l’ha fatto con la sua vita! Viva la verità, sempre!
Nel mio libro “Fuori
Posto” racconto come per il solo fatto di chiamarmi “Craxi” ho
dovuto subire umiliazioni e ingiustizie. Spiego come, con il tempo,
io abbia imparato a rimandare ogni insulto al mittente senza sentirmi
una vittima, senza dover necessariamente avere un confronto con loro.
ma piuttosto lavorando su me stessa. Assicuro che chiunque lo faccia,
si garantisce una vittoria sicura.
Luca
Bagatin: Satya
Sai Baba è noto per i suoi numerosi miracoli e poteri mistici. C'è
chi pensa di essere riuscito a smascherarli e ritiene fossero truffe
(non si capisce però ai danni di chi, visto che Sai Baba non ha mai
chiesto danaro ma, anzi, ha spesso materializzato oggetti di valore,
sempre donati ai suoi devoti), mentre altri (fra cui il
sottoscritto), sono convinti che siano autentici e in più occasioni
hanno avuto prova della loro autenticità.
Qual
è il tuo punto di vista?
Ananda
Craxi: Sì, lo confermo! Swami faceva i
miracoli e materializzava oggetti. C’è chi diceva che fosse un
truffatore e per la mia esperienza in vent’anni non ho mai visto
nessuno danneggiato da questi poteri mistici. Ho solo visto tutti
coloro che venivano in contatto con lui trarre benessere, gioia e
conforto. Avendo solo amore da dare a tutti, ci incitava a credere in
noi stessi e ripetutamente ricordava che queste materializzazioni le
utilizzava per esprimere il suo amore. Ricordo un miracolo a cui
assistetti personalmente, di un signore sulla cinquantina che arrivò
nell’Ashram in sedia a rotelle per conoscere Sai Baba. Swami lo
accolse davanti a tutti noi e passò la sue mani, contemporaneamente,
su entrambe le gambe, molto rapidamente, dalla vita in giù. Subito
dopo, Swami, gli disse: “Alzati”... Questo signore gli rispose
che da molti anni non camminava e quindi non capì questa
esortazione. A quel punto, Swami, cambiò tono e in modo perentorio
gli “ordinò” di alzarsi… Era come se gli parlasse con la
coscienza, trasmettendogli il credo, quella fiducia di potercela
fare…e realmente ce la fece.
Senza andare nel tecnicismo del fenomeno della
materializzazione, posso dire che nell’etere sono presenti tutti
gli elementi. Il fatto che con i nostri occhi nudi non li vediamo,
non significa che non esistano. Sai Baba diceva: “Quando
materializzo oggetti applico un intento puro” e ribadiva che ognuno
di noi dispone dello stesso potere. C’era però una differenza
importante, che spiegava così: “Io so di avere questo potere, ma
tu non hai ancora realizzato di possederlo”!
Luca
Bagatin: Mai
come in questo periodo storico, fra assurdi e sanguinari conflitti e
una classe politica decadente, in Italia, Europa e in Occidente in
generale, molto probabilmente, avremo necessità tanto di Sai Baba
quanto di Bettino Craxi. Qual è il tuo pensiero in merito?
Ananda
Craxi: Assolutamente, Luca! Oggi come non
mai abbiamo un forte bisogno di prendere esempio sia dalla vita di
Sai Baba che dall’esempio della vita e morte di mio zio. Entrambi
sono personaggi che hanno vissuto rispetto ai principi che stavano
loro a cuore, valori basati sull’umanità. Devo però menzionare
che una differenza importante c’era tra i due e cioè Sai Baba era
l’essenza della perfezione, mentre mio zio ha fatto degli errori,
come facciamo tutti da umani.
Mio zio è senz’altro un esempio da seguire per
come ha dimostrato al mondo di proteggere i suoi valori, Sai Baba è
la versione più pura e assoluta di altruismo.
Luca
Bagatin: Attualmente,
di cosa ti occupi? Quanto hanno influito, nella tua vita, gli
insegnamenti di Sai Baba e quelli di tuo zio Bettino?
Ananda
Craxi: Mi definisco “una scrittrice
fantasma”. Scrivo molto, leggo molto, studio e cerco di
implementare i valori che ho appreso in India da Sai Baba. Nella
tempesta di questa vita, quando è tutto nero ed il vento forte e le
onde alte coprono il cielo, io so per certo che finirà per
trasformarsi in un cielo sereno. Nel mentre, mi sorreggono le mie
armi della gratitudine, della pazienza e dell’incorreggibile fede
che tutto passa, che la dualità ci governa, che la notte precede il
giorno e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Con questa certezza riesco a diventare testimone
della mia stessa vita senza identificarmi con essa ove possibile.
Anche se né Sai Baba né mio zio si trovano tra noi fisicamente,
vivono più che mai nel mio cuore ed è tutto ciò che mi serve. Non
hanno certamente vissuto invano, la loro impronta mi guida e guiderà
senz’altro le generazioni a venire. La nobiltà d’animo lascia
sempre il suo segno nell'eternità.
Ora vivo e lavoro in Spagna con mio marito.
Forniamo servizi e assistenza a tutti coloro che desiderano
trasferirsi in questa meravigliosa terra, la Costa del Sol, baciata
dal sole 300 giorni all’anno. Ho anche deciso di portare avanti qui
da noi una delle attività dei miei genitori, per amore e rispetto
verso di loro. L’attività consiste nel mandare avanti un
allevamento di Cavalli e Asini Miniature Americane. Oltre che
diffondere questa razza poco conosciuta in Europa, ho la fortuna di
accudire questi angeli zoccolati (mia madre li chiama così) e vivere
insieme a loro. Sono un dono dal cielo e dei veri messaggeri di Dio.
L’unica cosa che sanno fare è dare a noi umani amore e fiducia
totale, non sanno giudicare e seguono il ritmo di madre natura.
Del resto, avendo vissuto in India nella casa del
mio Grande Maestro, ho potuto toccare con mano l’amore puro che Lui
provava per il suo grande amico a quattro zampe, un elefante indiano
chiamato “Sai Gita” (significa “canzone divina”), che
ricambiava lo stesso amore a Swami in maniera disarmante ed unica.
Alla sua morte ho visto piangere Swami per la prima volta nella mia
vita, manifestando una fragilità umana.
Questi animali sono migliori rispetto all’essere
umano di oggi? Direi di sì, sono diventati in questo scenario
mondiale di guerre, sangue, armi e odio, dei veri Maestri di Vita.
Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it
Le foto a corredo del presente articolo sono state gentilmente concesse da Ananda Craxi
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Sai Baba e Ananda Craxi bambina
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Sai Baba e Ananda Craxi bambina |
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Sai Baba, Ananda Craxi bambina le sue sorelline e il fratellino
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Sai Baba, Ananda Craxi bambina e le sue sorelline | | |
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Ananda Craxi oggi
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Le foto qui sotto fanno, invece, parte del mio repertorio di ricordi, di cui parlo nel mio articolo introduttivo
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Oscar Martino, Gerarda Cesarini (detta Gegè) e Luca Bagatin, inverno 2005 |
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Gegè e Luca Bagatin, inverno 2005
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