"Io
ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici, e divento
pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la
luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi"
(tratto da "Siamo tutti in pericolo", ultima intervista di Pier Paolo Pasolini)
“Finché
l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e
servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del
nostro tempo è qui”
(Pier Paolo Pasolini)
"Nessun
centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo
della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario
e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture
particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano
imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si
limitava ad ottenere la loro adesione a parole.
Oggi,
al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è totale e
incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è
compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia
edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni
della storia umana.
[...]
Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero
paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture
originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni
autenticità e concretezza. Ha imposto cioè — come dicevo — i suoi
modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la
quale non si accontenta più di un “uomo che consuma”, ma pretende che
non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un
edonismo neolaico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e
ciecamente estraneo alle scienze umane.
[…]
La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non
certo in quanto “mezzo tecnico”, ma in quanto strumento del potere e
potere essa stessa. [...] Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato
sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo
italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e
di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha
scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre"
(da "Acculturazione e acculturazione; 9 settembre 1973; raccolto in Scritti Corsari; Garzanti Editore; Milano; 2012)
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