La Cina, specialmente dopo l'ottima gestione della pandemia Covid19, è divenuta una potenza mondiale in grado di competere con gli Stati Uniti d'America per la leadership mondiale.
Il primo a riconoscere le potenzialità della Repubblica Popolare Cinese fu, in piena guerra fredda, l'allora Ministro degli Esteri, nonché leader socialista, Pietro Nenni.
Fu infatti grazie in primis a Nenni, se la Cina è stata riconosciuta in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Da tempo, in Italia, il socialismo di Nenni non esiste più, quanto all'Europa, come rilevato da numerosi studiosi e dai fatti, i partiti cosiddetti “socialisti” sono diventati liberali e capitalisti.
Ovvero ben lontani da prospettive politiche di emancipazione sociale e di elevazione morale, civile e spirituale.
Il prof. Fabio Massimo Parenti, esperto di geopolitica, professore associato alla China Foreign Affairs University di Pechino e docente presso il Lorenzo de' Medici – The Italian International Institute di Firenze, ha recentemente dato alle stampe il suo ultimo saggio dedicato alla Repubblica Popolare Cinese.
Edito da Meltemi, “La via cinese – Sfida per un futuro condiviso” di Parenti, mira innanzitutto – con dati, analisi e studi alla mano - a decostruire gli stereotipi che il pubblico, i media e le autorità occidentali si sono fatti sulla Cina.
Il prof. Parenti ci spiega innanzitutto come, grazie alla leadership del Partito Comunista Cinese (i cui componenti sono selezionati attraverso principi meritocratici), la Cina si sia liberata dalla povertà assoluta e siano state garantite possibilità di miglioramento ad ogni strato della società, rendendo il Paese moderno e in grado, non solo di competere con le più grandi potenze mondiali, ma finanche di essere diventata pressoché la prima potenza economica mondiale al mondo.
Il tutto anche e soprattutto grazie sia a un profondo senso di far prevalere l'interesse generale rispetto a quello egoistico-paersonale, sia ad un profondo patriottismo radicato nel popolo cinese, ispirato al confucianesimo (oltre che al taoismo e al buddismo) ed ai principi marxisti-leninisti e all'insegnamento di Mao Tse-Tung.
Uno spirito patriottico radicato nel popolo cinese che, a differenza di quanto accade nei Paesi occidentali e liberali, supporta direttamente il suo governo. Cosa che peraltro si è vista nella gestione della pandemia che, da tempo, in Cina, non rappresenta più un pericolo reale.
E ciò non solo grazie ai forti finanziamenti in campo medico-sanitario (a differenza dei Paesi occidentali e liberali, che hanno fortemente tagliato in questo settore), ma anche in quanto popolazione, istituzioni, personale sanitario, medico e scientifico, hanno agito tempestivamente e in piena sinergia, secondo i tre principi di “testare, tracciare, trattare”, volti ad arginare i contagi e combattere il virus. Oltre che aiutare in tal senso altri Paesi, come l'Italia.
Strategia diametralmente opposta di quanto è avvenuto e sta avvenendo nei Paesi liberal capitalisti occidentali, ove ancora si investe poco in sanità, ove le autorità e la popolazione sembrano collaborare molto poco ed ove l'esempio cinese non è stato affatto seguito.
Altro dato, spiegato da Parenti, che ha permesso alla Cina di divenire la prima economia del pianeta, è stata la possibilità per molti cinesi di viaggiare all'estero già dagli Anni '80 e '90, permettendo loro di acquisire conoscenze da importare e migliorare nel loro stesso Paese.
Oggi, in Cina, risiedono infatti innumerevoli società ad alta tecnologia che sono state in grado di innovare, rispetto ai loro competitor occidentali e il tutto grazie ad un forte, deciso e fattivo sostegno dello Stato socialista cinese.
Proprio a causa di tali successi, come spiega il saggio del prof. Parenti, gli USA hanno e stanno mettendo in campo nuove politiche da “guerra fredda”, al fine di arginare l'ascesa cinese.
E lo fanno sia direttamente, come ha fatto l'amministrazione Trump, attraverso dazi ai prodotti provenienti dalla Cina; sia attraverso tentativi di disinformazione mediatica; sia attraverso tentativi di destabilizzazione interna, sovvenzionando ad esempio i manifestanti violenti ad Hong Kong, che frange terroristiche islamiche nello Xinjiang (tutti aspetti approfonditi nel saggio di Parenti).
Da notare che, invece, la Cina, agisce in modo totalmente opposto. Ovvero non entra nelle questioni interne di altri Paesi, promuovendo non solo l'armonia fra i Paesi, ma anche la cooperazione economica. E, come fa presente il prof. Parenti, mentre gli USA possiedono basi militari in ben 80 Paesi, la Cina ne possiede unicamente una a Gibuti, in Africa.
Da sottolineare peraltro come la Cina, sin dagli Anni '50, abbia sostenuto e cooperato con gran parte dei Paesi africani che si stavano liberando dal colonialismo, mentre gli USA hanno sempre sostenuto le potenze europee coloniali e neo-coloniali, imponendo il loro modello liberal capitalista.
Quello cinese, fa presente il saggio di Parenti, è in sostanza un “socialismo con caratteristiche cinesi” o “socialismo di mercato non capitalista”, che ha delineato, nei decenni, una “globalizzazione con caratteristiche cinesi”.
Una globalizzazione fondata sul modello definito “win-win”, ove tutti gli attori coinvolti risultano soddisfatti e vincitori. Un modello di cooperazione economico, strategico e geopolitico alla pari, ove il modello cinese non viene esportato, ma ove la Cina attua forme di cooperazione paritaria con altri Paesi.
Una cooperazione che si basa sulla non-aggressione e sulla non-ingerenza negli affari interni; sul rispetto reciproco; sulla difesa dell'integrità nazionale territoriale; sul multilateralismo e la cooperazione pacifica.
Da tempo la Repubblica Popolare Cinese collabora con la Russia, l'America Latina (Cuba, Argentina, Bolivia e Venezuela in primis), l'Asia e l'Africa, ma anche con la nostra Europa, attraverso la Belt and Road Initiative (BRI), detta anche Nuova via della seta.
Il saggio di Fabio Massimo Parenti, oltre a ciò, si sofferma nell'illustrare il sistema politico e sociale della Cina moderna, in modo da decostruire quegli stereotipi occidentali che vorrebbero far passare il governo cinese per autoritario e antidemocratico.
Parenti ci spiega come la Cina sia una Repubblica fondata sulla “democrazia consultiva”. Ovvero su una procedura di dialogo fra la società e le istituzioni.
A tal proposito esiste un organismo chiamato Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, formata da 3000 componenti e costituisce l'elemento che permette alla società civile di interagire con le autorità politiche.
Ovvero, spiega il prof. Parenti, i membri del Partito Comunista ricevono consigli elaborati da vari rappresentanti della società civile, appartenenti a diversi settori professionali. Si creano, così, gruppi e commissioni che elaborano le varie analisi e proposte e si attuano i piani di sperimentazione delle nuove politiche, oltre che la correzione delle politiche già in atto nel Paese.
Per molti versi, in sostanza, in Cina, si potrebbe parlare di parziali forme di democrazia diretta e dunque popolare e proprio tali aspetti vengono particolarmente approfonditi nel saggio di Parenti.
Il sistema politico e sociale cinese si fonda, essenzialmente, su principi di quella che viene definita “meritocrazia politica verticale”, ovvero di un sistema che premia l'efficienza delle politiche attuate e i buoni risultati ottenuti.
Nella società e nel Partito, in sostanza, fa carriera solamente chi ne ha merito, ovvero ha ottenuto risultati.
Da sottolineare come la società cinese, sia per cultura e religione (confuciana, taoista e buddista), oltre che per principi politici attuati (marxismo-leninismo e maoismo-dengismo), fa prevalere unicamente l'interesse generale e ogni aspetto individualistico e egoistico passa sempre in secondo piano.
E proprio tutto ciò, ha permesso l'edificazione di una Repubblica Popolare che è riuscita a liberarsi, prima dal feudalesimo e dal colonialismo e, nei decenni, dall'analfabetismo e dalla povertà assoluta, divenendo quindi, infine, la prima potenza economica mondiale.
Da dire poi, come sottolinea il prof. Parenti nel saggio, che la Cina non consta di un solo partito politico, per quanto quello Comunista ne rappresenti la guida e la leadership.
Nel Congresso Nazionale del Popolo, ovvero nel parlamento, composto da 3000 deputati con mandato quinquiennale, 800 membri rappresentano 8 partiti non comunisti e 500 sono deputati indipendenti.
Nel parlamento cinese, inoltre, è garantita un'adeguata rappresentanza di genere e delle minoranze etniche. Il 94% dei deputati è in possesso di una laurea; il 70% ha meno di 55 anni e il 5% ha meno di 25 anni.
Capitoli importanti del saggio di Parenti, sono dedicati alla Nuova via della seta cinese – siglata anche dall'Italia - e sono volti a dimostrare come questa non sia un Piano Masshall, ma una grande opportunità economica per tutti e possa gettare le basi per un mondo multipolare, pacifico e fondato sulla mutua cooperazione e non sull'imposizione imperialista del modello unico liberal capitalista e neocolonialista.
Fabio Massimo Parenti, in conclusione, ravvisa come ad ogni modo la perdita di peso economico, politico e strategico degli USA nel mondo, li stia spingendo verso scenari o da nuova “guerra fredda” o addirittura da possibile “terza guerra mondiale” contro la Cina e i Paesi ad essa più vicini strategicamente (si pensi alla Russia, ma anche al Venezuela, a Cuba e a molti Paesi sovrani e che guardano a forme di sviluppo multipolari e alternative al liberal capitalismo).
Tali scenari andrebbero scongiurati, in quanto portatori di tensioni e ripercussioni non solo a livello militare e politico, ma anche economico.
L'unico scenario positivo, ravvisato da Parenti, è dunque quello pacifico e multipolare, guidato dalla Cina nel pieno rispetto della sovranità nazionale di ogni Paese, della sua integrità territoriale e dei suoi usi e costumi.
“La via cinese – Sfida per un futuro condiviso”, offre dunque nuovi spunti sia al lettore che si interessa di fenomeni geopolitici, che a quel lettore che, spesso, sull'onda di un'informazione parziale, faziosa o distorta, ha accumulato pregiudizi relativamente alla Repubblica Popolare Cinese e al suo sistema politico, economico e sociale.
Luca Bagatin
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