C'è chi pensa che in Italia
l'informazione sia democratica e/o pluralista.
Costui o costoro sbagliano.
Lo abbiamo visto per decenni con i
Radicali, i quali hanno avuto visibilità mediatica solo quando il
loro leader è defunto. Prima, nonostante le numerose denunce, solo
poche righe e qualche rara ospitata di loro esponenti, magari a notte
fonda.
Lo vediamo poi con i cosiddetti
“piccoli partiti e movimenti” che spesso sono piccoli anche
perché non è data loro la possibilità di affacciarsi sui media,
nonostante una legge – quella sulla cosiddetta e sedicente “par
condicio” - lo preveda.
E' storia risaputa e francamente non
avevo nemmeno troppa voglia di dedicarvi un articolo, ben consapevole
che la democrazia non è tanto quella attribuita alla rappresentanza
politico-partitica, bensì la possibilità che tutti i cittadini,
nessuno escluso, possano dire la loro ed incidere nelle decisioni
politiche in ogni dove e ad ogni livello.
Se scrivo queste righe è perché
vorrei rispondere all'appello dell'Avvocato Carlo Rienzi del
Codacons, candidato a Sindaco di Roma per l'omonima lista, il quale
ha denunciato a più riprese il mancato rispetto del pluralismo
mediatico/informativo in questa competizione elettorale
amministrativa (e, come ho sopra scritto, non è la prima volta e
temo non sarà nemmeno l'ultima !).
C'è da chiedersi perché i media –
ad esempio nel caso di Roma (ma la stessa cosa vale per tutte le
realtà ove si vota) - dedichino unicamente attenzione ai candidati
Raggi, Giachetti, Meloni, Fassina e Marchini e non agli altri
candidati. C'è da chiedersi se ci siano motivazioni specifiche e,
nel caso ci fossero, queste sarebbero ad ogni modo motivazioni in
violazione della legge e della democrazia.
E' chiaro che ciò, ancora una volta,
avrà delle ripercussioni sull'esito elettorale, anche perché ai
cittadini è stato vietato di conoscere il programma degli altri
candidati a Sindaco.
C'è da chiedersi, peraltro, come una
siffatta informazione inquinata, parziale e faziosa, in totale
violazione del diritto ad una corretta e plurale informazione dei
cittadini, possa ancora avere credibilità nel nostro Paese, oltre
che diritto di continuare a trasmettere/pubblicare/informare (se
questo è davvero il suo compito).
Non esiste alcuna libertà senza
trasparenza, pluralismo, conoscenza, informazione senza distorsioni.
Questo i mass media nostrani sembrano
non comprenderlo.
Ed è davvero molto deprimente.
Luca Bagatin
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