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lunedì 27 giugno 2016

L'incomunicabilità nei rapporti di coppia e fra i sessi. Articolo di Luca Bagatin

Noto molto maschilismo di ritorno, che cela una paura fottuta per le donne, che si conoscono (e spesso si fanno conoscere) sempre meno.
Spesso noi maschietti eterosessuali siamo spaventati dal mondo femminile, inutile nasconderlo. Ma i conflitti si superano affrontandoli e approfondendo.
Mai come in questa epoca vi è abuso dell'immagine e totale incomunicabilità fra i sessi.
Le donne sembrano fintamente emancipate o chiuse a riccio nei confronti del mondo maschile, o diffidenti e ciò – a onor del vero - è sia causato dai retaggi della cultura patriarcale, sia spesso talvolta dall'inaffidabilità conclamata di molti maschi nel prendersi i rischi di una relazione o, ancor peggio, di pretendere di averne e gestirne più di una.
Purtuttavia è assurdo che ancora oggi si possa pensare ai ruoli imposti e, senza scomodare l'arcaica ed assurda figura dell'uomo padre padrone, è assurdo anche pensare che un uomo debba per forza proteggere una donna, accudirla, guidarla, che è cosa a cui molte donne ancora oggi assurdamente anelano. E parliamo di protezione spesso economica, oltre che fisica e psicologica e ciò le rende illusoriamente emancipate ed illusoriamente libere. Illusoriamente in quanto ciò le rende, ancora una volta, prigioniere e mercificate. E rende indirettamente prigionieri, in un ruolo imposto da chissà quale assurda credenza e/o tradizione, anche gli uomini.
E' altrettanto assurdo, peraltro, che un uomo ambiasca ad una donna per forza dolce e remissiva e/o procace e disposta a tutto o, eventualmente, al contrario, accetti di essere sottomesso o di sottomettere, così come va molto in voga in questi anni in cui il genere sadomaso sembra andare per la maggiore in quanto, forse, non si è in grado di stabilire un certo equilibrio entro sé stessi ed all'interno della coppia. Ed allora si sottomette, si pretende e si prende tutto dall'altra persona, come se questa fosse una macchina e non un essere umano indipendente e cosciente.
O peggio ancora si sceglie la via del cosiddetto “poliamore” e/o degli scambi di coppia, che è un modo per non voler ammettere i propri fallimenti sentimentali ed i propri squilibri emotivi.
Vi è da dire, poi, che anche una certa sensibilità maschile non sempre è compresa dalle donne e nemmeno una certa galanteria. E questo è uno dei tanti aspetti riguardanti l'incomunicabilità fra i sessi ed i ruoli imposti che sembrano non prevedere che un uomo possa essere sensibile, romantico, galante senza per forza un secondo fine. Talvolta sembra persino assurdo, per alcune donne, che un uomo possa essere un soggetto pensante, al punto che spesso talune donne preferiscono scegliere uomini forti, prestanti fisicamente, diretti, sedicentemente misteriosi, persino ricchi economicamente, ma non sempre o spesso altrettanto prestanti e ricchi intellettualmente. Forse ciò perché un uomo non sempre intelligente e colto è meglio gestibile e/o soddisfa meglio taluni bisogni materiali.
Ed anche qui rientriamo in un ennesimo rapporto di sottomissione e di incomunicabilità, dunque di squilibrio emotivo, sentimentale e affettivo colmato attraverso la mera materialità.
I rapporti, tutti i rapporti, che siano umani, sentimentali, affettivi o sessuali, necessitano poi di calma, tempo e di contatto diretto. La virtualità, la fuggevolezza dei rapporti, non fa che favorire l'incomunicabilità.
La società ipertecnologica, capitalistica, globalizzata e internettizzata, che è poi la società che ha generato la flessibilità/precarietà lavorativa ed il cosmopolitismo lavorativo (ovvero l'obbligo di spostarsi continuamente per lavoro), oltre che la vita frenetica ed il consumismo, non fa che rendere ogni tipo di rapporto di pessima ed infima qualità. Ogni rapporto è fuggevole, effimero, consumistico, appunto, ove i tradimenti sono spesso all'ordine del giorno, così come le separazioni ed i divorzi.
Occorre dunque fermarsi un attimo. Lasciare da parte il lavoro e la frenesia, per concentrarsi sugli affetti. Chi lavora troppo non fa l'amore ! E ciò con buona pace di quanto cantava Celentano negli anni che furono ! Lasciate un po' da parte la virtualità, le chat, le discussioni online, i forum, i blog, facebook, twitter, gli smartphone, il sesso virtuale, la pornografia (che poi sembra ormai essere sinonimo dei “social” precedenti) e/o quanto ne consegue, per uscire di casa: incontratevi, parlatevi di persona, confrontatevi, vedetevi, toccatevi, baciatevi, amatevi, persino litigate se è il caso: ma fatelo vis-à-vis. Direttamente, guardandovi in faccia.
La realtà parallela, compresa quella lavorativa, è e rimane parallela. E' e può essere utile per alcune ore al giorno, ma non può sostituire la vita di ciascuno. Non può sostituire i sentimenti, i pensieri, le azioni quotidiane. Il vivere civile è, in sostanza, preferibile rispetto al vivere di illusioni e consumismo che generano ulteriore incomunicabilità fra le persone e persino fra i sessi. Il sesso virtuale, sia detto per inciso, quale commento en passant, con il tempo inibisce una sana vita sessuale e/o di coppia, generando totale disinteresse per la stessa.
Vivere, in sostanza, è infinitamente meglio che condividere su Facebook.
Ma la qualità della vita passa dalla qualità dei rapporti umani, civili, sentimentali, affettivi: da ricercare e ricostruire completamente. Così come vanno ripensate completamente le fondamenta della nostra stessa società.

Luca Bagatin

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