Noto molto maschilismo di ritorno, che
cela una paura fottuta per le donne, che si conoscono (e spesso si
fanno conoscere) sempre meno.
Spesso noi maschietti eterosessuali siamo spaventati dal mondo femminile, inutile nasconderlo. Ma i conflitti si superano affrontandoli e approfondendo.
Mai come in questa epoca vi è abuso dell'immagine e totale incomunicabilità fra i sessi.
Spesso noi maschietti eterosessuali siamo spaventati dal mondo femminile, inutile nasconderlo. Ma i conflitti si superano affrontandoli e approfondendo.
Mai come in questa epoca vi è abuso dell'immagine e totale incomunicabilità fra i sessi.
Le donne sembrano fintamente emancipate
o chiuse a riccio nei confronti del mondo maschile, o diffidenti e
ciò – a onor del vero - è sia causato dai retaggi della cultura
patriarcale, sia spesso talvolta dall'inaffidabilità conclamata di
molti maschi nel prendersi i rischi di una relazione o, ancor peggio,
di pretendere di averne e gestirne più di una.
Purtuttavia è assurdo che ancora oggi
si possa pensare ai ruoli imposti e, senza scomodare l'arcaica ed
assurda figura dell'uomo padre padrone, è assurdo anche pensare che
un uomo debba per forza proteggere una donna, accudirla, guidarla,
che è cosa a cui molte donne ancora oggi assurdamente anelano. E
parliamo di protezione spesso economica, oltre che fisica e
psicologica e ciò le rende illusoriamente emancipate ed
illusoriamente libere. Illusoriamente in quanto ciò le rende, ancora
una volta, prigioniere e mercificate. E rende indirettamente
prigionieri, in un ruolo imposto da chissà quale assurda credenza
e/o tradizione, anche gli uomini.
E' altrettanto assurdo, peraltro, che
un uomo ambiasca ad una donna per forza dolce e remissiva e/o procace
e disposta a tutto o, eventualmente, al contrario, accetti di essere
sottomesso o di sottomettere, così come va molto in voga in questi
anni in cui il genere sadomaso sembra andare per la maggiore in
quanto, forse, non si è in grado di stabilire un certo equilibrio
entro sé stessi ed all'interno della coppia. Ed allora si
sottomette, si pretende e si prende tutto dall'altra persona, come se
questa fosse una macchina e non un essere umano indipendente e
cosciente.
O peggio ancora si sceglie la via del
cosiddetto “poliamore” e/o degli scambi di coppia, che è un modo
per non voler ammettere i propri fallimenti sentimentali ed i propri
squilibri emotivi.
Vi è da dire, poi, che anche una certa
sensibilità maschile non sempre è compresa dalle donne e nemmeno
una certa galanteria. E questo è uno dei tanti aspetti riguardanti
l'incomunicabilità fra i sessi ed i ruoli imposti che sembrano non
prevedere che un uomo possa essere sensibile, romantico, galante
senza per forza un secondo fine. Talvolta sembra persino assurdo, per
alcune donne, che un uomo possa essere un soggetto pensante, al punto
che spesso talune donne preferiscono scegliere uomini forti,
prestanti fisicamente, diretti, sedicentemente misteriosi, persino
ricchi economicamente, ma non sempre o spesso altrettanto prestanti e
ricchi intellettualmente. Forse ciò perché un uomo non sempre
intelligente e colto è meglio gestibile e/o soddisfa meglio taluni
bisogni materiali.
Ed anche qui rientriamo in un ennesimo
rapporto di sottomissione e di incomunicabilità, dunque di
squilibrio emotivo, sentimentale e affettivo colmato attraverso la
mera materialità.
I rapporti, tutti i rapporti, che siano
umani, sentimentali, affettivi o sessuali, necessitano poi di calma,
tempo e di contatto diretto. La virtualità, la fuggevolezza dei
rapporti, non fa che favorire l'incomunicabilità.
La società ipertecnologica,
capitalistica, globalizzata e internettizzata, che è poi la società
che ha generato la flessibilità/precarietà lavorativa ed il
cosmopolitismo lavorativo (ovvero l'obbligo di spostarsi
continuamente per lavoro), oltre che la vita frenetica ed il
consumismo, non fa che rendere ogni tipo di rapporto di pessima ed
infima qualità. Ogni rapporto è fuggevole, effimero, consumistico,
appunto, ove i tradimenti sono spesso all'ordine del giorno, così
come le separazioni ed i divorzi.
Occorre dunque fermarsi un attimo.
Lasciare da parte il lavoro e la frenesia, per concentrarsi sugli
affetti. Chi lavora troppo non fa l'amore ! E ciò con buona pace di
quanto cantava Celentano negli anni che furono ! Lasciate un po' da
parte la virtualità, le chat, le discussioni online, i forum, i
blog, facebook, twitter, gli smartphone, il sesso virtuale, la
pornografia (che poi sembra ormai essere sinonimo dei “social”
precedenti) e/o quanto ne consegue, per uscire di casa: incontratevi,
parlatevi di persona, confrontatevi, vedetevi, toccatevi, baciatevi,
amatevi, persino litigate se è il caso: ma fatelo vis-à-vis.
Direttamente, guardandovi in faccia.
La realtà parallela, compresa quella
lavorativa, è e rimane parallela. E' e può essere utile per alcune
ore al giorno, ma non può sostituire la vita di ciascuno. Non può
sostituire i sentimenti, i pensieri, le azioni quotidiane. Il vivere
civile è, in sostanza, preferibile rispetto al vivere di illusioni e
consumismo che generano ulteriore incomunicabilità fra le persone e
persino fra i sessi. Il sesso virtuale, sia detto per inciso, quale
commento en passant, con il tempo inibisce una sana vita sessuale e/o
di coppia, generando totale disinteresse per la stessa.
Vivere, in sostanza, è infinitamente
meglio che condividere su Facebook.
Ma la qualità della vita passa dalla
qualità dei rapporti umani, civili, sentimentali, affettivi: da
ricercare e ricostruire completamente. Così come vanno ripensate
completamente le fondamenta della nostra stessa società.
Luca Bagatin
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