Giorgia Meloni informa i suoi “amici
virtuali” di Facebook che ogni giorno, per tutto il mese di agosto,
pubblicherà un aforisma – iniziando da quello celebre di
D'Annunzio “Memento audere semper” - e tale notizia, tutto
sommato abbastanza marginale, viene ripresa anche da alcuni organi di
informazione, in particolare per informare che la sig.ra Meloni
intende contrapporre la figura di D'Annunzio a quella di Che Guevara.
Lei infatti scrive che i ragazzi
dovrebbero “studiare sui libri di scuola in maniera più
approfondita la figura di D'Annunzio”, “un grande italiano che
non ha nulla da invidiare a un qualunque Che Guevara, che pure tanti
giovani amano indossare sulle loro magliette” ed afferma ciò
esaltando l'impresa di Fiume del 1919.
Lodevole il fatto che la Meloni esalti
e ricordi l'impresa di Fiume, meno lodevole il suo tentativo di
contrapporre la figura del rivoluzionario anti-casta e libertario
D'Annunzio all'altro rivoluzionario anti-casta e libertario Che
Guevara.
In questo senso, sia gli studenti che
la sig.ra Meloni dovrebbero studiarsi approfonditamente sia la figura
di D'Annunzio che quella di Che Guevara, ma su testi che hanno
trattato tali figure in modo obiettivo e non ideologizzato.
Per quanto concerne Gabriele
D'Annunzio, il “Poeta soldato”, il “Vate” per eccellenza,
qualche anno fa segnalammo e recensimmo l'ottimo “Manuale del
Rivoluzionario”, edito dalla Tre Editori e curato da Emiliano
Cannone
(http://www.opinione.it/cultura/2014/08/28/bagatin_cultura-2808.aspx).
In questo saggio sono riportati discorsi ed aforismi del Vate e che
lo consacrano quale miglior rappresentante della cultura socialista
rivoluzionaria, anarchica, antiparlamentare ed internazionalista,
oltre e contro la destra (rappresentante delle élite monarchiche ed
oligarchiche) e oltre e contro la sinistra (rappresentante della
borghesia industrialista ed affamapopoli).
Nel saggio, infatti, fra le altre, si
riportano le parole ad una celebre intervista a D'Annunzio, il quale
affermava che egli ambiva ad un “comunismo senza dittatura”
(esattamente come Che Guevara peraltro !) e non a caso fu ammirato da
Lenin (il quale inizialmente, nella costituzione dei Soviet, si
ispirò agli ideali anarchici) e la Repubblica di Fiume - costituita
con il contributo di socialisti rivoluzionari e mazziniani quali ad
esempio Alceste De Ambriis - fu l'inveramento di quel comunismo
libertario d'annunziano che permise le libertà sessuali (con
relativa tolleranza e pratica dell'omosessualità), la libertà di
associazione, la libertà di divorziare, la libertà religiosa e la
libera ricerca spirituale (l'aviatore Guido Keller e lo scrittore
Giovanni Comisso fondarono la rivista “Yoga”, che proponeva una
visione esoterica e spirituale della realtà), la proibizione dei
crocifissi nei luoghi pubblici, l'assistenza ai disoccupati ed ai non
abbienti, la promozione dei referendum, la promozione ed il sostegno
alla scuola pubblica, il risarcimento dei danni in caso di errore
giudiziario ecc... tutte cose che nemmeno l'attuale Repubblica
italiana di cui Giorgia Meloni è rappresentante, sembra garantire
appieno.
Ci chiediamo, peraltro, se queste cose
la sig.ra Meloni le sappia (visto che diversi dei punti del programma
della d'annunziana e fiumana “Carta del Carnaro” sono in aperto
contrasto con gli ideali da lei stessa propugnati). Così come ci
chiediamo se la sig.ra Meloni sappia che Gabriele D'Annunzio fosse
apertamente e dichiaratamente massone (massone lo fu anche Che
Guevara e la gran parte dei rivoluzionari cubani, oltre che fiumani),
appartenente alla Serenissima Gran Loggia d'Italia (oggi Gran Loggia
d'Italia degli ALAM) e che la stessa bandiera della Reggenza del
Carnaro fosse un chiaro richiamo al simbolismo gnostico e massonico,
ovvero un uroboro (un serpente che si morde la coda) con al centro le
sette stelle dell'Orsa Maggiore.
Gabriele D'Annunzio e gli eroi di
Fiume, così come il Che e gli eroi di Cuba osarono ed osarono
sempre, inverando appunto il motto “Memento audere semper”. Eroi
(anti)politici e contro la realpolitik, alla quale contrapposero
l'amore per le genti, per l'umanità, per la libertà intesa come
libertà dal bisogno per approdare al sogno di una società o,
meglio, di una civiltà umanitaria e comunitaria diversa ed
alternativa a quella dei politicanti, degli oligarchi e degli
industriali affamapopoli.
Eroi senza compromessi al punto che
furono purtroppo sconfitti. La Repubblica di Fiume fu smantellata
dall'esercito del Regno d'Italia nel 1921, non senza scontri (si
ricordi in proposito il famoso “Natale di sangue”) e, per quanto
riguarda Che Guevara, in polemica con il sostegno sovietico dell'Urss
a Cuba e con le posizioni di Fidel Castro in merito, si dimise da
tutte le cariche e da Ministro dell'Industria ed andò a combattere
per i popoli oppressi in Congo ed infine in Bolivia, ove fu ucciso.
Ecco gli eroi da ricordare, celebrare,
emulare da tutti e soprattutto dai giovani d'oggi, amebizzati dagli
smartphone e dagli (a)socialnetwork. Eroi senza macchia che lottarono
a sprezzo del pericolo e mai furono mantenuti ad ufo dai
contribuenti.
Ecco perché è errato, come fa la
Meloni, tentare di contrapporre D'Annunzio (accreditandolo magari “a
destra”, niente di più sbagliato) a Che Guevara (che comunque non
va assimilato alla “sinistra”, ma fu personaggio e studioso che
andò ben oltre le ideologie illuministico-borghesi).
Nell'ambito del pensatoio che ho
fondato - “Amore e Libertà (www.amoreeliberta.blogspot.it
– www.amoreeliberta.altervista.org)
– non a caso, tanto D'Annunzio che Che Guevara, sono inseriti nel
“pantheon” dei nostri ispiratori (si veda il link:
http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm)
e proprio per le motivazioni che ho già scritto qui, come in altri
articoli.
Dunque la Meloni approfitti della
“pausa estiva” per leggere gli scritti ed i discorsi politici di
D'Annunzio, la Carta del Carnaro e magari i saggi dello storico
Giordano Bruno Guerri in proposito, oltre che il saggio a cura di
Emiliano Cannone già citato un questo articolo. Eviterà di fare
affermazioni imprecise e di contrapporre dei veri combattenti per
l'emancipazione dei popoli, i cui ideali, oggi, nella società
liquida dei consumi e della casta politica autoconservativa, mancano
enormemente.
Luca Bagatin
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