Ho stima e sono un lettore del maestro
filosofico di Diego Fusaro, ovvero Costanzo Preve. Condivido molte
sue tesi anticapitaliste e comunitariste, anche se non totalmente il
suo pensiero, non essendo io marxista, ma facente parte della scuola
socialista e repubblicana originaria, di ispirazione spirituale,
cristiana (non cattolica !), teosofica e umanitaria da Pierre Leroux
passando per Mazzini, Garibaldi sino a Evita e Juan Peron, Hugo
Chavez e i leaders del Socialismo del XXI secolo.
Ad ogni modo non ho alcun pregiudizio
intellettuale nei confronti di Diego Fusaro, come molti, troppi.
Preferisco infatti leggerne e approfondirne il pensiero e, semmai,
come in questo caso, dire ciò che penso in merito ad alcune sue
prese di posizione.
Mi è capitato di leggere su un
giornale italiano chiamato “Il Fatto Quotidiano”, un suo articolo
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/15/transgender-perche-la-nostra-societa-li-santifica/3393324/)
nel quale egli parla di “santificazione della figura transgender”.
Ora, personalmente non capisco di cosa parli, in quanto del fenomeno
transessuale (molto meglio usare un termine italiano comprensibile a
tutti, scrivendo, appunto, in lingua italiana) trovo si parli sempre
molto poco ed invece trattasi di fenomeno umano e sociale diffuso e
del tutto normale e naturale che, come tale, esiste infatti anche nel
regno animale (vedasi in merito, fra l'altro, il seguente articolo
del compianto amico Peter Boom, che anni fa teneva sul mio vecchio
blog una rubrica dedicata alla Pansessualità:
http://www.floriterapia.com/ilvolodellasirena/the_theory_of_pansexuality.htm).
Nell'articolo di Diego Fusaro, il
filosofo paragona il liberalismo economico al “liberalismo
sessuale”, reo, a suo dire, di generare fenomeni che superano il
concetto di “limite naturale” e ciò comporterebbe “l'elogio
mediatico permanente della figura del transgender”.
Ora, come già scritto, non mi risulta
che la figura della persona transessuale sia permanentemente
elogiata. E, come la scienza dimostra, le persone transessuali sono
perfettamente in linea con i fenomeni naturali.
Nel corso dell'articolo Fusaro parla di
“deregulation sessuale” (anche qui, essendo l'articolo pubblicato
in Italia, non si capisce perché non parlare di
“deregolamentazione”, anziché usare termini anglofoni) e
paragona la persona transessuale al migrante ed al precario (sic !).
Davvero una analisi a parer mio
incomprensibile in quanto, mentre il precario e il migrante si
trovano a vivere una condizione loro imposta dall'avvento del
capitalismo assoluto e dalla deregolamentazione dei mercati
conseguenza dell'egoismo umano, la persona transessuale si trova a
vivere una propria indentità che, come tale, rivendica. E, in un
quadro di rivendicazione delle identità/sovranità (aspetti che
Fusaro dovrebbe difendere), è più che legittimo che la persona
transessuale (così come la persona omosessuale o eterosessuale che
sia) rivendichi la sua propria intima, naturale e personale identità
sessuale.
Fusaro, nel suo articolo, invece,
afferma che l'eterosessualità sarebbe vista come “vetusta” e,
secondo dei fantimatici “gender studies” (che immagino si traduca
in “studi di genere”), l'eterosessuale sarebbe ridefinito come
“cisgender”, che mi risulta essere un neologismo che
significherebbe “qualcuno a proprio agio con il genere che gli è
assegnato dalla nascita”.
Beh e allora ? Buon per gli
eterosessuali. E proprio per questo andrebbero capite quelle persone
che non sono a proprio agio con il genere che gli è stato assegnato
alla nascita. Semplicemente costoro si sentono di avere una identità
diversa da quella che biologicamente è stata assegnata loro...e
allora ? Sempre di identità si tratta e, come tale, va rivendicata,
affermata e difesa.
Tutte le identità meritano di essere
rivendicate perché rappresentano i colori dell'arcobaleno
dell'universo mondo o, meglio, le colonne portanti dell'intera
umanità.
Ma ciò non ha nulla a che vedere con
l'avvento del capitalismo assoluto, che è fenomeno estraneo alle
identità e che è fenomeno imposto e che fa leva sull'egoismo, che è
il peggiore dei vizi che un essere umano possa avere e coltivare in
quanto porta alla distruzione delle comunità; all'imposizione della
propria visione della vita (e dunque della propria identità sulle
altre); alla precarizzazione di ogni rapporto, pulsione, pensiero;
all'avvento di quella società liquida e “migrante” che proprio
Fusaro, erede filosofico di Preve, dovrebbe contribuire a sradicare.
E' qui che non riesco a comprenderne il
pensiero e che lo trovo fortemente incoerente.
E trovo che i sostenitori di questa
sedicente “teoria gender” dimostrino in realtà quanto sia
difficile, in quest'epoca senza ideali, senza memoria storica e senza
radici, riconoscere la propria intima identità e riconoscere la
bellezza dell'identità altrui. Ovvero il diritto alla differenza,
non già alla mescolanza e all'omologazione del pensiero unico di
massa (politicamente corretto, massonofobo, omofobo, transofobo,
misogino...proprio perché si ha paura – di volta in volta - della
Massoneria in quanto portatrice di spirutualità originaria;
dell'omosessuale perché diverso tanto quanto il transessuale, che
magari può attrarre sessualmente anche un eterosessuale; perché si
ha paura delle donne che oggi sono più emancipate...) ma alla
differenza, ovvero all'armonia degli spiriti presenti in natura.
E' proprio attraverso il superamento
delle ancestrali paure dell'essere umano che, invece, può fondarsi
la Civiltà dell'Amore, che è poi un ritorno all'antico Eden, al
Divino, all'angelico, che trascende la materia, intesa sia in senso
economico che in senso sessuale e carnale.
Ed è qui che, forse, il marxismo,
lungi dal rappresentare la via maestra al socialismo originario, ha
finito per affiancare il capitalismo, che è materia, sfruttamento e
bassi istinti.
La via maestra al socialismo
originario, anche questa volta, ci viene insegnata da molti Paesi
dell'America Latina del Socialismo del XXI secolo: Argentina,
Uruguay, Brasile hanno legalizzato i matrimoni omosessuali; l'Ecuador
ha inserito le unioni civili in Costituzione; il Venezuela chavista
non è riuscito ad approvare la legge sulle unioni civili voluta da
Chavez, ma almeno dal 1999 c'è una legge contro l'omofobia, come in
Bolivia; a Cuba si discute da tempo di matrimonio omosessuale.
La via del Cristo, che è poi la via di
Krishna, Buddha e di tutti i Grandi Iniziati, che è una via
socialista umanitaria, è dunque la via di colui il quale non giudica
il prossimo. Ma si limita – e non è poco – ad amarlo e a
riconoscerne identità e diritto alla differenza.
Luca Bagatin
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