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9 febbraio 1849: nasce l'unica Repubblica che l'Italia abbia mai avuto. Articolo di Luca Bagatin dell'8 febbraio 2016
9 febbraio 1849: nasce l'unica
Repubblica che l'Italia abbia mai conosciuto.
L'unica Repubblica, avete letto bene.
Perché, se per “res publica” intendiamo “cosa pubblica”,
ovvero non cosa dei politici, dei partiti, delle banche,
dell'economia e delle istituzioni lontane dai cittadini, allora la
Repubblica Romana del 1849 è stata in assoluto l'unica Repubblica
che l'Italia abbia mai conosciuto.
Fondata dal Trimumvirato costituito da
Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini, la Repubblica
Romana, conquistata con il sangue di patrioti e di garibaldini che
fecero fuggire il Papa Re a Gaeta, durò solamente cinque mesi,
soffocata brutalmente dai francesi di Napoleone III alleati del Papa.
Essa purtuttavia riuscì a dotarsi di una Costituzione avanzatissima
per l'epoca, che prevedeva la sovranità del Popolo fondata
sull'eguaglianza, la libertà e la fraternità, senza alcun
privilegio, nonché sulla piena libertà religiosa e di culto.
Una Repubblica indipendente non solo
dal potere religioso-statuale, ma anche da quello monarchico dei
Savoia. Una Repubblica che consacrò ad eroina quella Anita Garibaldi
che morirà poco dopo.
Una Repubblica dimenticata e la cui
memoria fu offuscata persino dall'attuale “Repubblica dei partiti”,
fondata nel 1948, la cui Costituzione è nata dal compromesso fra
clericali, comunisti e persino fascisti e che oggi è totalmente
serva di logiche internazionali: dal Fondo Monetario, alla Banca
Centrale Europea.
Solo la Libera Repubblica di Fiume di
Gabriele D'Annunzio e Alceste De Ambriis del 1919, riuscirà ad
eguagliare lo spirito della Repubblica Romana di mazziniana e
garibaldina memoria, persino connotando questa nuova impresa di
aspetti libertari, anarco-comunisti, erotici e spiritualisti. Si
pensi peraltro che la Costituzione della Repubblica di Fiume, ovvero
la Carta del Carnaro prevedeva aspetti avanzatissimi per l'epoca, al
punto che nemmeno oggi, alcuni aspetti, sono garantiti dalla
Costituzione italiana, ovvero: libertà di associazione, libertà di
divorziare, libertà religiosa e di coscienza al punto che furono
proibiti i discriminatori crocifissi nei luoghi pubblici, assistenza
ai disoccupati e ai non abbienti, promozione di referendum,
promozione della scuola pubblica, risarcimento dei danni in caso di
errore giudiziario, inviolabilità del domicilio.
Anche questa nuova impresa di
ispirazione libertaria, garibaldina e mazziniana sarà soffocata
dall'imperialismo internazionale e dal governo italiano retto da
Giovanni Giolitti che, nel 1920, inviò le truppe italiane a
sgomberare a cannonate i legionari di D'Annunzio.
Uno spaccato di Storia italiana ed
europea, insomma. Antica e più moderna. Che vide contrapporsi eroi e
martiri da una parte e politicanti prezzolati dall'altra.
Mazzini, Saffi, Armellini, i coniugi
Garibaldi, D'Annunzio, De Ambriis e molti altri da una parte e i
Giolitti, i Nitti, gli Andreotti, i Fanfani, i Togliatti ed oggi i
Draghi, i Renzi, le Merkel, gli Hollande e via discorrendo
dall'altra.
(Anti)politica nel senso di
Alta-politica da una parte e realpolitik nel senso di opportunismo
politico affamapoli dall'altra.
La Storia si ripete.
Sveglia ragazze e ragazzi !
Luca Bagatin
Lo spirito della Repubblica Romana per uscire dalla crisi. Articolo di Luca Bagatin del 9 febbraio 2008
La Costituzione italiana compie quest'anno 60 anni e per quanto
andrebbe oggi modificata per adeguarla ai tempi,
ha garantito a noi tutti democrazia e civiltà grazie soprattutto al
referendum del 1946 che sancì la procalamazione della Repubblica in
Italia.
Il coronamento dei sogni di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, avvenne infatti proprio a molti di distanza dalla loro morte e dopo che l'Italia fu purtroppo martoriata e vilipesa dal fascismo.
Purtuttavia, senza la loro guida politica e le loro battaglie risorgimentali, l'Italia, oggi, sarebbe certamente meno civile e meno democratica.
Per comprenderlo meglio dobbiamo tornare al 9 febbraio del 1849, ovvero quando fu proclamata la Repubblica Romana sotto la guida del Mazzini che ne fu il il propugnatore ed ispiratore politico e grazie al valore militare ed al sangue versato dai garibaldini come Goffredo Mameli e dal popolo romano i cui moti insurrezionali fecero fuggire il Papa Pio IX a Gaeta.
La Repubblica Romana, guidata dal trimunvirato: Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini si dotò immediatamente di una Costituzione liberale la quale, agli Articoli I e II, stabiliva che la sovranità spettasse unicamente al Popolo, il quale si dava per regola tre principi fondamentali: l'eguaglianza, la libertà e la fraternità senza riconoscere alcun privilegio di casta o di titolo nobiliare.
In tutto il Documento si può notare come essa ricalcasse perfettamente i principi della Costituzione democratica degli Stati Uniti d'America redatta alla fine del '700, ovvero quanto gli USA avevano scacciato il tirannico regime monarchico inglese. Inoltre si può notare quanto fosse liberale e tutt'altro che antireligioso lo spirito di tale Costituzione, la quale, all'Articolo VIII dei Principi Fondamentali stabiliva che al Papa sarebbero comunque state concesse tutte le "guarentigie necessarie per l'esercizio indipendente del potere spirituale" e, all'Articolo precedente, si stabiliva la piena libertà religiosa dei cittadini della Repubblica.
Oggi certa storiografia clericale tende a descrivere i risorgimentali mazziniani di allora come dei "briganti atei ed antireligiosi". Nulla di più falso e calunnioso, al punto che lo stesso Giuseppe Mazzini ha sempre fatto riferimento nei suoi scritti e discorsi a Dio, inteso come Divinità universale antidogmatica, al di sopra di ogni Potere costituito.
Nella fattispecie la bandiera della Repubblica Romana: il tricolore verde, bianco e rosso, recava al centro la scritta "Dio e Popolo" (che per molti versi ricorda l'iscrizione posta sul Dollaro statunitense "In God We Trust", adottato circa un secolo dopo, ovvero nel 1956), per rimarcare la fede mazziniana e repubblicana nel Popolo sovrano e nella Divinità Universale (e ciò ci rimanda per moltissimi versi al teismo illuminista e volteriano), la quale non può ritenersi privilegio esclusivo della Chiesa cattolica e del Vaticano.
La Repubblica Romana durò solamente cinque mesi, soffocata nel sangue il 3 luglio 1849, dopo un mese di assedio, dai soldati francesi di Napoleone III alleati con il Papa. Purtuttavia essa fu un evento storico fondamentale e di svolta nelle lotte risorgimentali per l'unità d'Italia nonché per gettare il seme della speranza verso la creazione di uno Stato laico, civile e repubblicano.
Uno Stato libero dall'influenza della Chiesa e di Casa Savoia, entrambe ree di aver gettato gli italiani, specie i popolani e le classi sociali meno abbienti in generale, nel più nero sottosviluppo.
Oggi, a scuola, di tutto ciò si insegna poco o nulla ed è normale che, raggiunta l'età adulta, si sia poco consapevoli non solo della propria storia e quindi delle proprie origini, ma anche dei propri diritti e doveri.
Se, quantomeno nella scuola pubblica, ovvero in quelll'istituzione per la quale i mazziniani si batterono con maggiore tenacia per garantire a tutti l'elevazione intellettuale, morale e spirituale, si studiasse la Costituzione della Repubblica Romana e i "Doveri dell'Uomo" di Giuseppe Mazzini, sono certo che molti giovani comincerebbero a diventare veramente consapevoli del ruolo politico attivo che ricoprono nella società.
La politica italiana di oggi fa veramente ribrezzo e non mi stancherò mai di ripeterlo. La classe politica che siede in Parlamento è, per la maggior parte, totalmente incolta sia sotto il profilo intellettuale che morale.
La Costituzione della Repubblica andrebbe certamente rivista ed adeguata ai tempi, come abbiamo scritto all'inizio di quest'articolo, ma, come farlo con coloro i quali preferiscono fare accordi sottobanco e, di fronte agli elettori, insultarsi a vicenda come fossimo nella più malfamata delle osterie ?
Un'Assemblea Costituente urge, come nel 1946, per uscire dal nuovo fascismo nel quale siamo entrati da un quindicennio a questa parte.
Prima i cittadini-elettori e soprattutto i giovani elettori prenderanno coscienza del proprio ruolo attivo in una democrazia repubblicana e prima usciremo dal pantano nel quale ci siamo cacciati.
Lo spirito della Repubblica Romana non è morto né morirà mai. Vediamo di ricordarcelo e di agire di conseguenza.
Per il bene nostro e dell'Italia intera.
Il coronamento dei sogni di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, avvenne infatti proprio a molti di distanza dalla loro morte e dopo che l'Italia fu purtroppo martoriata e vilipesa dal fascismo.
Purtuttavia, senza la loro guida politica e le loro battaglie risorgimentali, l'Italia, oggi, sarebbe certamente meno civile e meno democratica.
Per comprenderlo meglio dobbiamo tornare al 9 febbraio del 1849, ovvero quando fu proclamata la Repubblica Romana sotto la guida del Mazzini che ne fu il il propugnatore ed ispiratore politico e grazie al valore militare ed al sangue versato dai garibaldini come Goffredo Mameli e dal popolo romano i cui moti insurrezionali fecero fuggire il Papa Pio IX a Gaeta.
La Repubblica Romana, guidata dal trimunvirato: Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini si dotò immediatamente di una Costituzione liberale la quale, agli Articoli I e II, stabiliva che la sovranità spettasse unicamente al Popolo, il quale si dava per regola tre principi fondamentali: l'eguaglianza, la libertà e la fraternità senza riconoscere alcun privilegio di casta o di titolo nobiliare.
In tutto il Documento si può notare come essa ricalcasse perfettamente i principi della Costituzione democratica degli Stati Uniti d'America redatta alla fine del '700, ovvero quanto gli USA avevano scacciato il tirannico regime monarchico inglese. Inoltre si può notare quanto fosse liberale e tutt'altro che antireligioso lo spirito di tale Costituzione, la quale, all'Articolo VIII dei Principi Fondamentali stabiliva che al Papa sarebbero comunque state concesse tutte le "guarentigie necessarie per l'esercizio indipendente del potere spirituale" e, all'Articolo precedente, si stabiliva la piena libertà religiosa dei cittadini della Repubblica.
Oggi certa storiografia clericale tende a descrivere i risorgimentali mazziniani di allora come dei "briganti atei ed antireligiosi". Nulla di più falso e calunnioso, al punto che lo stesso Giuseppe Mazzini ha sempre fatto riferimento nei suoi scritti e discorsi a Dio, inteso come Divinità universale antidogmatica, al di sopra di ogni Potere costituito.
Nella fattispecie la bandiera della Repubblica Romana: il tricolore verde, bianco e rosso, recava al centro la scritta "Dio e Popolo" (che per molti versi ricorda l'iscrizione posta sul Dollaro statunitense "In God We Trust", adottato circa un secolo dopo, ovvero nel 1956), per rimarcare la fede mazziniana e repubblicana nel Popolo sovrano e nella Divinità Universale (e ciò ci rimanda per moltissimi versi al teismo illuminista e volteriano), la quale non può ritenersi privilegio esclusivo della Chiesa cattolica e del Vaticano.
La Repubblica Romana durò solamente cinque mesi, soffocata nel sangue il 3 luglio 1849, dopo un mese di assedio, dai soldati francesi di Napoleone III alleati con il Papa. Purtuttavia essa fu un evento storico fondamentale e di svolta nelle lotte risorgimentali per l'unità d'Italia nonché per gettare il seme della speranza verso la creazione di uno Stato laico, civile e repubblicano.
Uno Stato libero dall'influenza della Chiesa e di Casa Savoia, entrambe ree di aver gettato gli italiani, specie i popolani e le classi sociali meno abbienti in generale, nel più nero sottosviluppo.
Oggi, a scuola, di tutto ciò si insegna poco o nulla ed è normale che, raggiunta l'età adulta, si sia poco consapevoli non solo della propria storia e quindi delle proprie origini, ma anche dei propri diritti e doveri.
Se, quantomeno nella scuola pubblica, ovvero in quelll'istituzione per la quale i mazziniani si batterono con maggiore tenacia per garantire a tutti l'elevazione intellettuale, morale e spirituale, si studiasse la Costituzione della Repubblica Romana e i "Doveri dell'Uomo" di Giuseppe Mazzini, sono certo che molti giovani comincerebbero a diventare veramente consapevoli del ruolo politico attivo che ricoprono nella società.
La politica italiana di oggi fa veramente ribrezzo e non mi stancherò mai di ripeterlo. La classe politica che siede in Parlamento è, per la maggior parte, totalmente incolta sia sotto il profilo intellettuale che morale.
La Costituzione della Repubblica andrebbe certamente rivista ed adeguata ai tempi, come abbiamo scritto all'inizio di quest'articolo, ma, come farlo con coloro i quali preferiscono fare accordi sottobanco e, di fronte agli elettori, insultarsi a vicenda come fossimo nella più malfamata delle osterie ?
Un'Assemblea Costituente urge, come nel 1946, per uscire dal nuovo fascismo nel quale siamo entrati da un quindicennio a questa parte.
Prima i cittadini-elettori e soprattutto i giovani elettori prenderanno coscienza del proprio ruolo attivo in una democrazia repubblicana e prima usciremo dal pantano nel quale ci siamo cacciati.
Lo spirito della Repubblica Romana non è morto né morirà mai. Vediamo di ricordarcelo e di agire di conseguenza.
Per il bene nostro e dell'Italia intera.
Luca Bagatin
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