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domenica 14 gennaio 2018

Il socialismo prospero - saggi sulla via cinese. Articolo di recensione di Luca Bagatin

Fu il leader socialista italiano Pietro Nenni, fra i primi, a riconoscere il ruolo geopolitico fondamentale della Repubblica Popolare Cinese alla costruzione di un mondo multipolare.
La Cina, uscita da tempo dal colonialismo che, nel corso dell'800, la rese schiava dell'Impero Britannico, il quale la costrinse ad aprire i suoi mercati all'oppio, e diversi suoi territori furono influenzati da tutte le maggiori potenze europee, è oggi, dopo l'avvento al potere di Mao Zedong e dei suoi successori, una delle massime potenze economiche indipendenti al mondo.
A parlarcene un saggio che è, in sè, una raccolta di saggi ed articoli curata dallo studioso Fabio Massimo Parenti e che raccoglie sia suoi interventi pubblicati principalmente, in questi ultimi anni, dalla testata "Il Caffè Geopolitico", più altri autorevoli interventi fra cui quelli del prefatore del saggio stesso - il prof. Domenico Losurdo dell'Università di Urbino - e della prof.ssa Ann Lee della New York University.
Sto parlando de "Il socialismo prospero - saggi sulla via cinese", edito di recente dalla casa editrice NovaEuropa.
Pensando alla Cina moderna non si può non chiedersi come possa un Paese a guida comunista - retto tutt'oggi dal Partito Comunista Cinese - convivere al suo interno con una economia di stampo capitalistico e quindi aver ricercato una propria personle via al socialismo, seguento le proprie peculiarità storiche, culturali e religiose.
L'autore, da me interpellato in merito, mi spiega - rifacendosi alle parole del prof. Losurdo - che lo stesso Mao sosteneva che l'esperienza delle forze del capitale non può essere annullata, bensì essa va valorizzata. Ovvero che la completa espropriazione economica delle classi borghesi è controproducente per le forze del socialismo, mentre è l'espropriazione politica che va portata sino in fondo. Questo, in sostanza, quanto accaduto nella Repubblica Popolare Cinese. La borghesia non è stata affatto espropriata economicamente, purtuttavia i settori chiave, da quello delle telecomunicazioni passando per quello dell'energia, dei trasporti e del sistema bancario rimangono saldamente in mano pubblica e tali settori, secondo quanto riportato nel saggio medesimo, sono in grado di competere vittoriosamente sul mercato mondiale e ciò è possibile anche grazie ad uno spirito patriottico che incoraggia tutto il popolo cinese alla cooperazione ed alla collaborazione reciproca.
Nel saggio si sottolinea come l'attuale Presidente cinese, Xi Jinping, abbia più volte ribadito il concetto che la globalizzazione, sotto il profilo cinese, va vista nell'ottica del miglioramento delle condizioni di vita delle persone e sia volta alla riduzione alla povertà, secondo il concetto "Lo sviluppo è del popolo, con il popolo e per il popolo" ed in questo senso lo stesso Presidente afferma che la Cina di oggi è riuscita a risollevare dalla povertà ben 700 milioni di cinesi.
Per poter fare ciò la geopolitica e la politica economica cinese sono orientate alla collaborazione con tutti i popoli e con la collaborazione ed il sostegno a tutti i Paesi, piccoli o grandi che siano.
La prof.ssa Ann Lee, ricorda ad esempio come la Cina abbia, in questo senso, cancellato il debito di molti Paesi emergenti e avviato numerosi progetti di collaborazioni, inverstimenti e partnership economiche e commerciali in particolare in Africa e America Latina (in particolare in Ecuador e Venezuela, che hanno beneficiato di finanziamenti per sviluppi infrastrutturali).
L'autore del saggio spiega come la Cina odierna sia in parte erede tanto del confucianesimo quanto della tradizione socialista europea, applichi diffusamente il diritto romano e abbia aperto a modalità di consumo tipiche dell'occidente moderno. L'autore riporta inoltre i dati dell'indagine condotta dal centro statunitense Pew Research degli anni 2010 - 2012, i quali ci dicono che il 92% dei cinesi sostiene che il loro tenore di vita sia migliore rispetto a quello dei loro genitori ed il 39% che sia addirittura di gran lunga migliore.
Fabio Massimo Parenti ricorda come la Cina sia generalmente considerata come un regime autoritario, tuttavia egli afferma che, nel corso dei decenni, vi sono state importanti riforme fondiarie, fiscali e amministrative che hanno aperto da tempo al diritto di manifestare liberamente anche attraverso la presenza sia di sindacati indipendenti che di partito, i quali hanno favorito numerosi scioperi ed occasioni di confronto e miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.
L'autore sottolinea anche come la cultura cinese, fortemente legata al confucianesimo, abbia influenzato profondamente la popolazione relativamente al rispetto nei confronti delle Istituzioni statali, anche da parte dei dirigenti delle imprese private e come lo Stato sia visto tutt'altro che con sospetto, ma come parte fondante della società, come una sorta di "dimensione famigliare".
In questo senso i dipendenti pubblici sono reclutati secondo principi meritocratici e così i vari membri del partito ed i dirigenti dello Stato. Vi sono, inoltre, forme di democrazia diretta che permettono non solo la contestazione e la richiesta di spodestare i rappresentanti al potere, ma anche forme di assemblearismo di base nei villaggi e nei quartieri. Sembra, in sostanza, che sia privilegiata la risoluzione delle controversie attraverso discussioni politiche costruttive fra le autorità politiche e la base.
Relativamente al settore degli immobili, come riportato dal saggio a cura di Parenti, le abitazioni, un tempo statali ed assegnate alla popolazione ad un canone di locazione agevolato inferiore all'1% del loro reddito, oggi sono diventate proprietà privata dei loro occupanti almeno per l'80% e questi le hanno potute acquistare dallo Stato a prezzi di gran lunga scontati rispetto ai valori di mercato.
Il fatto che lo Stato controlli il settore bancario e finanziario, permette inoltre alle autorità di intervenire direttamente nei periodi di crisi economica ed evitare dunque speculazioni finanziarie e conseguenti tracolli. Questo uno dei punti di maggior forza dell'economia cinese assieme al settore dell'innovazione tecnologica e dell'e-commerce, che hanno fatto registare un +10,2% nel corso degli ultimi anni.
All'attenzione dell'agenda del Presidente Xi, come riportato nel saggio di Parenti, il settore verde e del risparmio energetico attraverso lo sviluppo di tecnologia ad hoc, che hanno permesso un risparmio di 6,7 miliardi di tonnellate di carbone in cinque anni, con una riduzione del 19,71% dei consumi, superando l'obiettivo posto dall'Amministrazione nel suo ultimo piano quinquiennale.
La Cina sta dunque investendo moltissimo nello sviluppo di energie rinnovabili ed in energie tecnologicamente sotenibili atte a invertire la tendenza rispetto agli alti tassi di inquinamento registrati nei decenni passati.
Sul piano geopolitico la Cina, come dicevamo, è orientata allo sviluppo di un mondo multipolare, in controtendenza rispetto alla visione statunitense unipolare. In questo senso è stretta la collaborazione con la Russia, oltre che con il Brasile, l'India e il Sudafrica, riuniti, appunto, nell'associazione economica denominata BRICS. Oltre a ciò, dal 1996, Pechino e Mosca hanno gettato le basi dell'Organizzazione di Shangai per la Cooperazione (SCO), assieme a Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e dal 2001 Uzbekistan, con funzioni in particolare di sicurezza nazionale sul piano geopolitico.
La collaborazione Cina-Russia ha spesso portato alla condanna, a livello internazionale, degli insensati e dannosi interventi NATO in Libia, il tentativo di spodestamento del Presidente Assad in Siria e ha giocato un ruolo decisivo nella risoluzione delle controversie con l'Iran e con la Corea del Nord.
Il saggio di Fabio Massimo Parenti offre inoltre un ampio approfondimento relativo agli investimenti ed alla cooperazione fra la Cina e numerosi Stati africani. Cooperazione che non rappresenta una forma di sfruttamento (salvo rari e documentati casi che pur vi sono stati) di manodopera a basso costo e di risorse energetiche, bensì una opportunità di miglioramento delle condizioni di vita dei popoli africani medesimi.
Altro importante capitolo, che merita approfondimento, è quello relativo alla questione tibetana.
Nel saggio si fa presente che la libertà di religione e di culto è garantita dalle autorità cinesi e che l'economia tibetana ha avuto un incremento nel corso degli anni e la popolazione ha migliorato di gran lunga le sue condizioni di vita e che oggi il Tibet, proprio per la sua millenaria cultura spirituale, rimane un punto di riferimento e di attrattiva mondiale.
Nel saggio si dice anche che nell'Assemblea Nazionale Popolare (il Parlamento cinese) i deputati sono 21 e che al Dalai Lama, prima di andare in esilio, fu concessa la carica di Vicepresidente del Parlamento.
Questioni sulle quali, comunque la si pensi, occorre ad ogni modo, io credo, approfondire ulteriormente.
"Il socialismo prospeto - saggi sulla via cinese" di Fabio Massimo Parenti edito da NovaEuropa è dunque un testo utile a conoscere meglio un Paese solo apparentemente lontano dal nostro continente e sul quale, spesso, si tendono ad avere ingiustificati pregiudizi.
Ricordando il titolo di un celebre film degli Anni '60 diretto da Marco Bellocchio, dunque, possiamo dire che, per molti versi, "La Cina è vicina" e sicuramente protagonista della scena geopolitica mondiale per i decenni a venire.

Luca Bagatin

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