Fu il leader socialista italiano Pietro Nenni, fra i
primi, a riconoscere il ruolo geopolitico fondamentale della
Repubblica Popolare Cinese alla costruzione di un mondo multipolare.
La Cina, uscita da tempo
dal colonialismo che, nel corso dell'800, la rese schiava dell'Impero
Britannico, il quale la costrinse ad aprire i suoi mercati all'oppio,
e diversi suoi territori furono influenzati da tutte le maggiori
potenze europee, è oggi, dopo l'avvento al potere di Mao Zedong e
dei suoi successori, una delle massime potenze economiche
indipendenti al mondo.
A parlarcene un saggio
che è, in sè, una raccolta di saggi ed articoli curata dallo
studioso Fabio Massimo Parenti e che raccoglie sia suoi interventi
pubblicati principalmente, in questi ultimi anni, dalla testata "Il
Caffè Geopolitico", più altri autorevoli interventi fra cui
quelli del prefatore del saggio stesso - il prof. Domenico Losurdo
dell'Università di Urbino - e della prof.ssa Ann Lee della New York
University.
Sto parlando de "Il
socialismo prospero - saggi sulla via cinese", edito di recente
dalla casa editrice NovaEuropa.
Pensando alla Cina
moderna non si può non chiedersi come possa un Paese a guida
comunista - retto tutt'oggi dal Partito Comunista Cinese - convivere
al suo interno con una economia di stampo capitalistico e quindi aver
ricercato una propria personle via al socialismo, seguento le proprie
peculiarità storiche, culturali e religiose.
L'autore, da me
interpellato in merito, mi spiega - rifacendosi alle parole del prof.
Losurdo - che lo stesso Mao sosteneva che l'esperienza delle forze
del capitale non può essere annullata, bensì essa va valorizzata.
Ovvero che la completa espropriazione economica delle classi borghesi
è controproducente per le forze del socialismo, mentre è
l'espropriazione politica che va portata sino in fondo. Questo, in
sostanza, quanto accaduto nella Repubblica Popolare Cinese. La
borghesia non è stata affatto espropriata economicamente,
purtuttavia i settori chiave, da quello delle telecomunicazioni
passando per quello dell'energia, dei trasporti e del sistema
bancario rimangono saldamente in mano pubblica e tali settori,
secondo quanto riportato nel saggio medesimo, sono in grado di
competere vittoriosamente sul mercato mondiale e ciò è possibile
anche grazie ad uno spirito patriottico che incoraggia tutto il
popolo cinese alla cooperazione ed alla collaborazione reciproca.
Nel saggio si sottolinea
come l'attuale Presidente cinese, Xi Jinping, abbia più volte
ribadito il concetto che la globalizzazione, sotto il profilo cinese,
va vista nell'ottica del miglioramento delle condizioni di vita delle
persone e sia volta alla riduzione alla povertà, secondo il concetto
"Lo sviluppo è del popolo, con il popolo e per il popolo"
ed in questo senso lo stesso Presidente afferma che la Cina di oggi è
riuscita a risollevare dalla povertà ben 700 milioni di cinesi.
Per poter fare ciò la
geopolitica e la politica economica cinese sono orientate alla
collaborazione con tutti i popoli e con la collaborazione ed il
sostegno a tutti i Paesi, piccoli o grandi che siano.
La prof.ssa Ann Lee,
ricorda ad esempio come la Cina abbia, in questo senso, cancellato il
debito di molti Paesi emergenti e avviato numerosi progetti di
collaborazioni, inverstimenti e partnership economiche e commerciali
in particolare in Africa e America Latina (in particolare in Ecuador
e Venezuela, che hanno beneficiato di finanziamenti per sviluppi
infrastrutturali).
L'autore del saggio
spiega come la Cina odierna sia in parte erede tanto del
confucianesimo quanto della tradizione socialista europea, applichi
diffusamente il diritto romano e abbia aperto a modalità di consumo
tipiche dell'occidente moderno. L'autore riporta inoltre i dati
dell'indagine condotta dal centro statunitense Pew Research degli
anni 2010 - 2012, i quali ci dicono che il 92% dei cinesi sostiene
che il loro tenore di vita sia migliore rispetto a quello dei loro
genitori ed il 39% che sia addirittura di gran lunga migliore.
Fabio Massimo Parenti
ricorda come la Cina sia generalmente considerata come un regime
autoritario, tuttavia egli afferma che, nel corso dei decenni, vi
sono state importanti riforme fondiarie, fiscali e amministrative che
hanno aperto da tempo al diritto di manifestare liberamente anche
attraverso la presenza sia di sindacati indipendenti che di partito,
i quali hanno favorito numerosi scioperi ed occasioni di confronto e
miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.
L'autore sottolinea anche
come la cultura cinese, fortemente legata al confucianesimo, abbia
influenzato profondamente la popolazione relativamente al rispetto
nei confronti delle Istituzioni statali, anche da parte dei dirigenti
delle imprese private e come lo Stato sia visto tutt'altro che con
sospetto, ma come parte fondante della società, come una sorta di
"dimensione famigliare".
In questo senso i
dipendenti pubblici sono reclutati secondo principi meritocratici e
così i vari membri del partito ed i dirigenti dello Stato. Vi sono,
inoltre, forme di democrazia diretta che permettono non solo la
contestazione e la richiesta di spodestare i rappresentanti al
potere, ma anche forme di assemblearismo di base nei villaggi e nei
quartieri. Sembra, in sostanza, che sia privilegiata la risoluzione
delle controversie attraverso discussioni politiche costruttive fra
le autorità politiche e la base.
Relativamente al settore
degli immobili, come riportato dal saggio a cura di Parenti, le
abitazioni, un tempo statali ed assegnate alla popolazione ad un
canone di locazione agevolato inferiore all'1% del loro reddito, oggi
sono diventate proprietà privata dei loro occupanti almeno per l'80%
e questi le hanno potute acquistare dallo Stato a prezzi di gran
lunga scontati rispetto ai valori di mercato.
Il fatto che lo Stato
controlli il settore bancario e finanziario, permette inoltre alle
autorità di intervenire direttamente nei periodi di crisi economica
ed evitare dunque speculazioni finanziarie e conseguenti tracolli.
Questo uno dei punti di maggior forza dell'economia cinese assieme al
settore dell'innovazione tecnologica e dell'e-commerce, che hanno
fatto registare un +10,2% nel corso degli ultimi anni.
All'attenzione
dell'agenda del Presidente Xi, come riportato nel saggio di Parenti,
il settore verde e del risparmio energetico attraverso lo sviluppo di
tecnologia ad hoc, che hanno permesso un risparmio di 6,7 miliardi di
tonnellate di carbone in cinque anni, con una riduzione del 19,71%
dei consumi, superando l'obiettivo posto dall'Amministrazione nel suo
ultimo piano quinquiennale.
La Cina sta dunque
investendo moltissimo nello sviluppo di energie rinnovabili ed in
energie tecnologicamente sotenibili atte a invertire la tendenza
rispetto agli alti tassi di inquinamento registrati nei decenni
passati.
Sul piano geopolitico la
Cina, come dicevamo, è orientata allo sviluppo di un mondo
multipolare, in controtendenza rispetto alla visione statunitense
unipolare. In questo senso è stretta la collaborazione con la
Russia, oltre che con il Brasile, l'India e il Sudafrica, riuniti,
appunto, nell'associazione economica denominata BRICS. Oltre a ciò,
dal 1996, Pechino e Mosca hanno gettato le basi dell'Organizzazione
di Shangai per la Cooperazione (SCO), assieme a Kazakistan,
Kirghizistan, Tagikistan e dal 2001 Uzbekistan, con funzioni in
particolare di sicurezza nazionale sul piano geopolitico.
La collaborazione
Cina-Russia ha spesso portato alla condanna, a livello
internazionale, degli insensati e dannosi interventi NATO in Libia,
il tentativo di spodestamento del Presidente Assad in Siria e ha
giocato un ruolo decisivo nella risoluzione delle controversie con
l'Iran e con la Corea del Nord.
Il saggio di Fabio
Massimo Parenti offre inoltre un ampio approfondimento relativo agli
investimenti ed alla cooperazione fra la Cina e numerosi Stati
africani. Cooperazione che non rappresenta una forma di sfruttamento
(salvo rari e documentati casi che pur vi sono stati) di manodopera a
basso costo e di risorse energetiche, bensì una opportunità di
miglioramento delle condizioni di vita dei popoli africani medesimi.
Altro importante
capitolo, che merita approfondimento, è quello relativo alla
questione tibetana.
Nel saggio si fa presente
che la libertà di religione e di culto è garantita dalle autorità
cinesi e che l'economia tibetana ha avuto un incremento nel corso
degli anni e la popolazione ha migliorato di gran lunga le sue
condizioni di vita e che oggi il Tibet, proprio per la sua millenaria
cultura spirituale, rimane un punto di riferimento e di attrattiva
mondiale.
Nel saggio si dice anche
che nell'Assemblea Nazionale Popolare (il Parlamento cinese) i
deputati sono 21 e che al Dalai Lama, prima di andare in esilio, fu
concessa la carica di Vicepresidente del Parlamento.
Questioni sulle quali,
comunque la si pensi, occorre ad ogni modo, io credo, approfondire
ulteriormente.
"Il socialismo
prospeto - saggi sulla via cinese" di Fabio Massimo Parenti
edito da NovaEuropa è dunque un testo utile a conoscere meglio un
Paese solo apparentemente lontano dal nostro continente e sul quale,
spesso, si tendono ad avere ingiustificati pregiudizi.
Ricordando il titolo di
un celebre film degli Anni '60 diretto da Marco Bellocchio, dunque,
possiamo dire che, per molti versi, "La Cina è vicina" e
sicuramente protagonista della scena geopolitica mondiale per i
decenni a venire.
Luca Bagatin
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