Di fronte ai soliti
sbarramenti elettorali ed a raccolte firme "a discrezione",
ovvero ove a doverle raccoglierle sono unicamente le liste che non
fanno parte di gruppi parlamentari o non hanno ottenuto accordi con
nessuno di tali gruppi, c'è da chiedersi davvero dove sia la
democrazia in Italia.
La democrazia è
rappresentanza di tutti e personalmente da tempo credo nella
democrazia diretta, in apposite assemblee popolari ove chiunque possa
dire la sua e dare il suo contributo civile e civico alla vita
pubblica. Senza necessità di partiti elettoralistici o di poteri
centralizzati.
I partiti, come dico da
tempo, dovrebbero e potrebbero, molto più utilmente, tornare alla
loro funzione originaria di scuole di pensiero e di formazione
intellettuale e politica. Che è quanto manca alla società
mercantilistica, consumistica e modernista di oggi e, dunque, al
corpo politico ed elettorale odierno in generale.
Detto questo, auspicando
e credendo nella democrazia diretta e nell'autogestione politica ed
economica, nemmeno a questa tornata elettorale andrò a votare.
Ad ogni modo, a tutti
coloro i quali decideranno o stanno decidendo di andare alle urne,
sto consigliando di dare il loro sostegno ed il loro voto ad un
partito che mai avrei pensato in passato di sostenere, ovvero il
Partito Comunista guidato da Marco Rizzo.
Questo per diverse
ragioni, che di seguito sintetizzerò ed elencherò brevemente.
La prima è il coraggio
dei comunisti di aver raccolto le firme necessarie alla presentazione
della lista, senza apparentamenti o accordi con nessuno, senza
lamentele e senza clamori mediatici.
La seconda è il coraggio
di presentare un simbolo storico, quello con la falce ed il martello
e di dichiararsi orgogliosamente una lista socialista, oltre che
comunista.
La terza è appunto la
coerenza di essere socialisti autentici nel 2018, ovvero parlare di
superamento del sistema capitalista, di socializzazione dei mezzi di
produzione, di libertà dal bisogno.
La quarta è il voler
proporre, coerentemente, l'uscita da una Unione Europea oligarchica,
autoreferenziale ed austera e, contestualmente, il proporre l'uscita
dalla NATO, criticandone le politiche imperialiste e
destabilizzatrici: dalla guerra nell'ex Jugoslavia alla guerra in
Libia contro il governo laico e socialista di Mu'Ammar Gheddafi sino
alla guerra in Iraq e alla guerra in Siria (per fortuna l'intervento
della Russia a fianco del governo legittimo è stato determinante
nella lotta all'Isis). Tutte guerre che hanno, alla fine dei conti,
favorito il fondamentalismo in quanto volte a combattere,
assurdamente, i governi di matrice laica.
La quinta è l'aver
capito che lo Ius soli è una battaglia ideologica e che, come ha
dichiarato Marco Rizzo in un suo intervento, "il flusso
immigratorio serve solo a creare un esercito industriale di riserva".
Creando, dunque, guerre fra poveri. E ricordando che: "Se
vogliamo risolvere il problema dell'immigrazione dobbiamo
innanzitutto non far la guerra in quei Paesi" e, dunque,
evitare le operazioni imperialistiche. E, aggiungerei, favorendo
politiche panafricane in quei Paesi.
La sesta è il sostegno
incondizionato del Partito Comunista alle politiche di emancipazione
portate avanti dal Socialismo del XXI secolo in America latina e a
tutti i movimenti di emancipazione nel mondo.
La settima, ma certamente
non ultima, è l'opposizione politica alla sinistra borghese e
capitalista ed al liberalismo in generale, ovvero ad una visione
unipolare del mondo fatta di accumulo, crescita economica, perdita di
sovranità e di identità degli Stati e degli esseri umani.
Ad una politica e ad una
economia che mette in vendita tutto, persino i sentimenti e la
"verginità delle persone" io non ci sto proprio e mi
schiero dalla parte di coloro i quali vogliono contrastarle in modo
civile e democratico con un programma rivoluzionario.
E ciò al di là delle
divisioni ideologiche destra/sinistra, che non credo siano affatto
interessanti.
E proprio per questo
ritengo che ogni persona intellettualmente onesta dovrebbe dare il
suo sostegno, in Italia, oggi, al Partito Comunista. E lo dico anche
e proprio da garibaldino, mazziniano, socialista rivoluzionario e
libertario.
Luca Bagatin
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