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mercoledì 25 aprile 2018

La “Generazione Erasmus” e la guerra di classe del XXI secolo raccontata dal nuovo saggio di Paolo Borgognone. Articolo di Luca Bagatin tratto da Pensalibero.it del 26 marzo 2018

Cedere il passo alla globalizzazione ed al capitalismo significa, in sostanza, cedere il passo al materialismo, al nichilismo, alla distruzione di ogni identità, comunità e civiltà in nome dell'individualismo, dell'egoismo e del narcisismo.
Questo il contesto nel quale si è sviluppata e si trova a vivere la "Generazione Erasmus", descritta dal saggista Paolo Borgognone nell'omonimo saggio dal titolo "Generazione Erasmus - I cortigiani della società del capitale e la guerra di classe del XXI secolo", edito di recente da Oaks Editrice (www.oakseditrice.it) con prefazione di Francesco Borgonovo.
Ma che cos'è la Generazione Erasmus, secondo Borgognone ?
E' la massa di giovani sradicati dalla comunità originaria di appartenenza inviata in giro per l'Europa, culturalmente senza classi sociali e dedita a piaceri materialisti effimeri veicolati dalla pubblicità commerciale.
E' la massa di giovani che vuole lasciare il proprio Paese per "cercare fortuna altrove", spesso non pagata o sottopagata in una società capitalistica che ormai "vende sogni", ma non assicura alcun tipo di stabilità (economica, sociale, sentimentale, spirituale...).
E' la massa di giovani "flassibili" e "disponibili", spedita qua e là a seconda delle necessità del mercato. Mercato che genera bisogni e consumi indotti in una spirale senza fine, ma che crea l'illusione nei suddetti giovani che il divertimento per loro sarà sempre assicurato attraverso quella che Borgognone definisce l'"industria globale dell'entertainment", ma che, come rilevato dal medesimo autore "sono costretti a sposarsi a 45 anni poichè disoccupati o precari".
La "Generazione Erasmus" è dunque figlia della dottrina liberale che si fonda "sull'esaltazione strumentale dei vizi dell'uomo mercantile, individualista, rapace e dedito al perseguimento con ogni mezzo, lecito e illecito, dell'accumulazione capitalistica (illimitata) di beni e status sociale (...)".
Dottrina liberale che l'autore del saggio ritiene abbia subìto un acceleramento dal 1989 ad oggi ove, crollato ad Est il comunismo, è diventata il perno dello sdoganamento del capitalismo assoluto in tutta Europa.
Capitalismo assoluto che ha significato per i popoli europei l'avvento del modello unico a guida statunitense fatto di: flessibilità e precarietà economica; distruzione del Welfare attraverso i tagli imposti dal Fondo Monetario Internazionale; sradicamento culturale e identitario, attraverso un cosmpolitismo imposto e funzionale alla flessibilità del mercato di cui sopra.
A tale modello Paolo Borgognone, in linea con il pensiero dei filosofi Michéa, Lasch e De Benoist, contrappone la visione populista e socialista originaria, ovvero critica nei confronti del mercato e del capitalismo e alternativa alla visione delle élite finanziarie e politiche, composte da una destra ed una sinistra liberali: la prima a tutela dei ceti più ricchi, la seconda a tutela unicamente delle libertà civili, ma che non considera affatto i bisogni sociali e culturali dei popoli.
Visione populista e socialista originaria che l'Autore ravvisa in un'alleanza antiglobalista che egli afferma potrebbe assumere la denominazione di "socialismo patriottico", atta a ripristinare la "sovranità democratica e nazionale dei popoli costituenti l'umanità intera". Una sovranità, dunque, alternativa alle regole del mercato e funzionale al recupero del primato della politica e dei popoli sull'economia.
In questo senso, Paolo Borgognone ravvisa nella filosofia della Nouvelle Droite di Alain De Benoist, nei movimenti socialisti latinoamericani di ispirazione bolivariana e peronista, nella filosofia eurasiatista del filosofo russo Aleksandr Dugin e nel Partito Comunista della Federazione Russa guidato da Gennadij Zjuganov, un sentimento anti-materialistico e spirituale di risposta in chiave antiglobalista e anticonsumista allo stato di cose presenti.
Nel suo corposo saggio, che consta di ben 496 pagine (bibliografia esclusa), l'Autore prosegue analizzando numerosi altri aspetti caratterizzanti l'attuale momento storico e le attuali nuove generazioni. Ad esempio, sotto il profilo sessual-sentimentale, Borgognone rileva come "nell'era del capitalismo liberale e della società di mercato, infatti, si parla continuamente di sesso ma la nuova morale commerciale imposta dai liberal è in fin dei conti puritana, scoraggia le relazioni sessuali e si limita a prescrivere, ai propri utenti e clienti di ceto medio, alcune normative obbligatorie in materia di stili di vita e gusti in fatto di mode della più svariata natura, vendute "ai molti" come propedeutiche a facilitare l'accesso di massa alla sessualità mercificata". In sostanza, oggi, laddove la sessualità è esibita e ostentata in ogni dove, si fa meno sesso e ancor meno l'amore. L'amore, infondo, è ormai persino messo (e promesso) "in vendita" attraverso i numerosi siti di incontri online. Non è più dunque amore inteso quale senso profondo di comunione fra due anime affini, ma diviene ancora una volta mezzo di scambio e di consumo, elevato a merce come ormai ogni cosa (come l'amicizia, ormai scambiata attraverso qualche clik nei più svariati sedicenti "social"network e atta unicamente ad accrescere il patrimonio dei gestori dei medesimi attraverso l'introduzione di banner pubblicitari o attraverso la vendita, più o meno consentita, di dati personali).
L'Autore non a caso parla dei "social"network come non-luoghi nei quali "si posta forsennatamente ogni singolo pensiero e ogni istantanea relativi a qualche esperienza percepita come à la page e rapidamente consumata ma non si trasmette più alcun valore positivo, ovvero incompatbile e svincolato da categorie utilitaristiche di sorta".
Medesimo aspetto, secondo l'Autore, avviene attraverso i talk show, i quali, nelle loro forme più evolute hanno "lo scopo di vendere un prodotto all'utenza diversificata a seconda del format in questione".
In tutto questo c'è da chiedersi dove sia la democrazia e dove si trovi la libertà della persona di decidere autonomamente. Dov'è la sua libertà di pensare con la propria testa e di formarsi una propria autonoma opinione, senza essere condizionata e bombardata da messaggi mercificatori di ogni sorta ?
Parlando delle nuove generazioni "Erasmus", l'Autore afferma: "L'isteria turistica che coglieva il tipo antropologico giovanilistico contemporaneo era il frutto di un processo di atomizzazione sociale, di atrofizzazione delle sensibilità collettive, di rifiuto consapevole della riflessione e dell'accezione signorile, cavalleresca, della nozione di sentimento, nonché di polverizzazione di ogni forma di coesione delle comunità".

Il giovane d'oggi è dunque uno sradicato che ha perduto ogni valore ed ogni sensibilità cavalleresca che ha caratterizzato le generazioni precedenti almeno sino al 1968, anno in cui, come ricordarono criticamente gli intellettuali comunisti Michel Clouscard e Pier Paolo Pasolini, i figli di papà presero il sopravvento credendo di emancipare il mondo ed in realtà lo resero unicamente più schiavo delle mode e del mercato.
All'incultura d'oggi Paolo Borgognone contrappone il senso di comunità, reciprocità, solidarietà, patriottismo e rispetto per le differenze. Valori che egli ravvisa oggi presenti in maniera preminente nella Russia Ortodossa (e personalmente aggiungerei anche nell'America Latina socialista), che non a caso è vista con sospetto dalle élite liberali borghesi propugnatrici del capitalismo assoluto e del mercato ad ogni costo.
Ringrazio l'Autore per avermi citato relativamente ad un articolo che scrissi qualche anno fa e nel quale parlai dei Nazbol guidati dallo scrittore russo Eduard Limonov, attualmente unica opposizione democratica extraparlamentare a Putin e che, a differenza dei giovani borghesi della Generazione Erasmis, sono poveri, emerginati, provenienti dalle più remote periferie post-sovietiche e delusi dall'avvento del capitalismo assoluto e dell'oligarchia e rappresentano un po' quella richiesta di riscatto di molti giovani dell'Est e dell'Ovest oggi sottopagati, precari, lavoratori in nero o nei call center per pochi euro l'ora e snobbati dalla politica e dall'economia dominanti.
Il saggio di Paolo Borgognone prosegue poi nell'approfondimento relativo alle varie destabilizzazioni di governi sovrani laici e socialisti da parte degli USA: dalla Libia di Gheddafi alla Siria di Assad sino alla Jugoslavia e sempre in nome del modello unico mercatista da imporre ovunque.
Fra le riflessioni conclusive dell'Autore la seguente: "La Generazione Erasmus è parte integrante del pensiero unico della mondializzazione e della crisi antropologica dell'uomo contemporaneo (di cui la crisi economico/finanziaria degli Stati non è che la conseguenza diretta e perseguita), tanto che il motto identitario di riferimento di questa nebulosa adolescenziale postmoderna è "lassez-passer", ossia la formula di istituzione, sin dai tempi del Codice napoleonico, del liberismo economico negli ordinamenti giuridici di alcuni Paesi europei, Francia in testa. L'obiettivo dei fautori dell'espansione ulteriore del capitalismo liberale era infatti quello di "selezionare talenti per creare più mobilità" finalizzata a facilitare interazioni continue tra business school private internazionali e aziende che cercano profili interessanti, ovvero personale da cooptare sulla base non solo dei tecnicismi acquisti dagli studenti/clienti (...), ma anche e soprattutto, di precise caratteristiche riconducibili a una fedeltà ideologica a tutta prova".
Sino a che, in sostanza, la Generazione Erasmus non prenderà coscienza di sè e non inizierà a pensare autonomamente e a rifiutare i modelli mercificatori imposti, rimarrà parte di un sistema tutt'altro che libero e democratico.
L'Autore, a conclusione, sostiene infatti che sia in atto un nuovo conflitto di classe contemporaneo fra "i sostentori dell'ideologia nichilista e giovanilista del presente sclerotizzato a guida americanocentrica e i fautori della filosofia del Sacro, del Sovrano e dell'Eterno".
Comunque la si possa pensare, "Generazione Erasmus - I cortigiani della società del capitale e la guerra di classe del XXI secolo" è un testo che merita di essere letto ed approfondito sia per la corposità dell'analisi e le numerose note a margine, sia per la scottante attualità dei temi che porta all'attenzione del pubblico spesso poco abituato ad approcci che vadano oltre la vulgata proposta dai mezzi di comunicazione di massa.

Luca Bagatin

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