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lunedì 9 luglio 2018

"Se Mira, se Kim", romanzo ucronico di Andrea Marsiletti. Recensione di Luca Bagatin tratta da Liberalcafé

Mira è un'insegnante trentacinquenne di Parma, componente del Partito Comunista Italiano in un'Italia alternativa rispetto a quella che conosciamo. Un'Italia socialista non revisionista, ove è stata abolita la proprietà privata e i mezzi di produzione sono stati messi in comune. Esistono solo attività statali e cooperative. Ogni differenza di classe è stata abolita, c'è piena occupazione e tutti
dispongono di un'abitazione e vivono in kommunalki, ovvero abitazioni comuni ove l'ingegnere divide il suo spazio con l'operaio e ciò - fra l'altro - ha favorito la socializzazione fra le persone. Un'Italia ove la crimintalità, il terrorismo e la mafia sono stati debellati e l'immigrazione è solo un miraggio, in quanto i principi marxisti-leninisti prevedono che ciascun popolo debba lottare per la propria emancipazione e non sfruttare la manodopera a basso costo favorendo un cosmopolitismo senza confini.
Questa la realtà immaginata da Andrea Marsiletti, autore del romanzo ucronico "Se Mira, se Kim" edito da Bloom.
Andrea Marsiletti è direttore di ParmaDaily, quotidiano online di Parma e proprio in questa città simbolo è ambiento gran parte del suo romanzo d'esordio, frutto dei suoi studi e di un suo viaggio a Pyongyang - nel settembre 2016 - come relatore del "Seminario internazionale sullo Juche e l'antimperialismo".
Lo Juche è il sistema ideologico comunista della Corea del Nord ideato da Kim Il Sung negli Anni '50, che al marxismo-leninismo unisce i principi del patriottismo coreano.
Il romanzo è un viaggio ucronico anche nello Juche, in quanto Mira è fidanzata con Kim, addetto all'Ambasciata della Corea del Nord con sede nella nuova Capitale d'Italia, ovvero Firenze.
Ma come ha fatto l'Italia ucronica immaginata da Marsiletti a diventare un Paese socialista reale ?
A seguito di un attentato al Segretario del PCI Palmiro Togliatti, ucciso da un esaltato nel 1948, gli ex partigiani e i comunisti ripresero le armi e fecero la rivoluzione, guidata da Pietro Secchia, il quale, una volta vinta la rivoluzione diventerà Capo del Governo. Del primo governo comunista d'Italia, che si doterà di una Costituzione comunista (i cui articoli - ideati dall'Autore - sono inseriti in appendice al romanzo) e lo Stato prenderà la denominazione di Repubblica Popolare d'Italia, mantenendo quale bandiera nazionale il Tricolore, con l'aggiunta di una stella rossa al centro.
La città che maggiormente si spese per il trionfo del comunismo sarà la sanguigna e popolare Parma, che l'Autore descrive facendo un parallelismo fra la Parma reale di oggi e quella socialista reale del romanzo, immaginandosi egli stesso uno dei personaggi minori, nei panni, ovviamente, di sé stesso, direttore di un ParmaDaily...comunista.
Il romanzo, ad ogni modo, oltre a raccontare tale realtà alternativa, è incentrato sulle vincende di Mira, ortodossa comunista stalinista sempre a caccia di revisionisti, trotzkisti e "rottamatori", come ad esempio il suo ex compagno di liceo nonché suo primo amore Pietro Privitera, bibliotecario e appassionato studioso di Vangeli apocrifi, gnosi e spiritualità orientale - in particolare buddhista - che egli ritiene essere compatibile e contigua con gli ideali marxisti, ponendo al centro l'essere umano e ricercando una via per la liberazione dalla sofferenza.
"Se Mira, se Kim", ad ogni modo, è anche il teatro di una guerra imminente fra un Giappone ritornato ad essere nazifascista e imperialista - alleato agli Stati Uniti d'America - e la Corea del Nord guidata da Kim Jong Un, che difende la sua indipendenza e il suo modello socialista e sarà proprio tale evento di portata epocale a segnare le vite di Mira e del suo innamorato Kim, sino al colpo di scena finale.
Romanzo appassionato, a tratti estremo, a tratti romantico, l'opera prima di Andrea Marsiletti incuriosirà certamente tutti i cultori del genere storico "alternativo", che mescola eventi e personaggi storici reali, anche contemporanei, in un contesto immaginario dai contorni che più rossi di così non si può.

Luca Bagatin

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