Il racconto in questione - che ripropongo ai lettori di "Amore e Libertà" - lo scrissi a quattro mani assieme alla vocalist dei Betty Poison, Lucia "Rehab" Conti, peraltro co-protagonista del mio saggio "Ritratti di Donna" e, rileggendolo, devo dire che è un vero spasso !
Il protagonista - Baglu - è inevitabilmente il mio alter ego dell'epoca. Anche Bazardelleparole - nella vita scrittore e sociologo - è un personaggio esistente, che allora era il mio migiore amico e in quegli anni ci ritrovavamo sempre in un bar, oggi chiuso da tempo, a elaborare progetti e idee e a parlare di cultura e di politica.
Con gli anni ci siamo persi di vista, sia con Baz che con Lucia. Ma non li ho mai dimenticati e li ringrazio ancora per avermi ispirato questo e altri racconti surRenali.
L. B.
DAL PORNO AL FORNO, OVVERO: QUANDO CUCINAI UN ORGIASTICO E
SUCCULENTO KEBAB AL SIGNOR POMPINO ANDREOLI
racconto by Luca Bagatin
e Lucia "Rehab" Conti
Luca Bagatin |
Mi trovavo come
ogni mattina a scrivere al bar Spock di Via XXX Aprile, di fronte al
mio computer portatile, fra una boccata di sigaretta (l'accadimento
si svolge prima dell'entrata in vigore del Decreto Antifumo Minchia)
ed un sorseggiamento pressoché continuo di uno zuccheratissimo caffé
al ginseng. Ero in attesa dell'arrivo dell'amico e socio d'affari
Bazardelleparole che doveva fornirmi una soffiata che avrebbe
definitivamente incastrato il Primo Cittadino Lello Grambordello,
ovvero la prova provata di una sua relazione equivoca con Monsignor
Sanguinaccio.
Nell'attesa della
sua venuta (Bazar è un tipo messianico) stavo scrivendo un pezzo
sull'arrivo degli alieni a casa della cantante (si fa per dire) Viola
Valentino. Un articolo di cronaca viola (figurativamente parlando)
insomma, che sarebbe uscito l'indomani sul "Menzognero Inedito".
Allo Spock come
al solito arrivò il rompiglioni di turno che mi si avvicinò
ignorando il fatto che se c'è una cosa al mondo che mi fa
innervosire è l'essere interrotto mentre sto scrivendo, pergiunta
concentrato di fronte ad un computer.
Lucia "Rehab" Conti |
"Ma lei è...
Baglu ! Il noto giornalista-scrittore..e patatinpatatanpataton..."
grida una voce alle mie spalle (che mi fa venir voglia di spegnergli
il mozzicone della mia cicca accesa in faccia in un repentino gesto a
tradimento).
"See...Sono
io...", proferisco senza scostare gli occhi dalla tastiera e
proseguendo nel mio lavoro.
"Piacere,
Pompino. Pompino Andreoli" e mi allunga (non siate maliziosi !)
la sua mano.
"Fellatio
per gli amici, scommetto ! In ogni caso, il piacere è tutto suo. Che
vuole da me signor Pompino ? Guardi che io mi occupo di servizi
giornalistici nel senso di reportage. Non certo di...altro tipo di
servizietti !" gli gridai contro girandomi di scatto e vedendo
un omone paffuto e pelato con gli occhialoni tondi tondi.
Il Pompino pareva
bello pomposo.
"Non
raccolgo !", mi rispose seccato.
"Ecco,
bravo, con la panza che si ritrova è meglio che eviti di raccogliere
qualche cosa, altrimenti le sue brache potrebbero rimetterci..."
"Signor
Baglu ! Guardi che io sono Pompino Andreoli, produttore
cinematografico di hardcore e sarei qui...sono qui per proporle un
affare !"
"Sono
categoricamente eterosessuale (non sono tipo che discrimina ma,
mettiamo i puntini sulle ipsilon !). Gli "affari" non mi
interessano. Onde per cui...Signor Succhione...".
"Signor
Pompino, prego !"
"Prega ? E
allora preghi, e magari pure in ginocchio !"
La tensione fra
noi cominciava a crescere ed io avevo pure una gran voglia di fumare.
Mi venne un attacco d'ansia quando mi accorsi che avevo finito le
cicche.
"Lei fuma,
Mr. Fell ?"
" Mr Fell ?
A dire il vero...no"
Questo qui mi
stava sempre più sullo stomaco (per non dire sugli zebbedei, che "fa
poco fino" direbbero a Napoli). Dalla cucina avanzò Suleyma
Banhanan Halam, la giovane cuoca d'origine araba.
Un gran bel pezzo
di figliola, senza dubbio, ma decisamente troppo giovane per uno come
me che sa riconoscere i propri limiti. Non feci in tempo a salutarla
che il pomposo grassone le cinse la vita e la sollevò palpeggiandola
un po' ovunque: "Ho trovato la protagonista ! Lei signorina è
perfetta !".
Suleyma era una
ex danzatrice del ventre darkettona ed ex tossica, passata da poco
agli spini ed allo Xanax (ciò che la rendeva particolarmente
interessante ad un ex psicanalista junghiano come me...ma questa è
un'altra storia).
Nel mentre in cui
il signor Pompinio la sollevò, ad ella parea di librarsi nell'aria
come un uccello...Ed invece l'uccello era colui il quale la teneva in
braccio: un gran cazzone e per giunta porco quanto le fettone di
salame affumicato servite al banco del bar Spock.
"La ragazza
è perfetta per l'interpretazione di Cleopatra nel film holliwoodiano
che sto per produrre...e lei signor Baglu potrebbe scriverne la
sceneggiuatura !"
La cosa non mi
entusiasmava per nulla.
"Film
holliwoodiano ? Ma lei non ha detto di occuparsi di film hard ?"
"..." il Pompino arrossì. Poi a voce bassa: "Vero...ma
film holliwoodiano fa più scena...e poi la ragazza è perfetta
per..." E poi ad altissima voce: "Trattasi di un film ad
altissimo livello artistico e culturale...."
Suleyma pereva
rapita dalle parole dell'Andreoli. Toccava a me liberarla. In quel
momento arrivò Bazardelleparole.
"Heilà Bag
!"
"Helà Baz !
Hai il materiale su Granbordello ?"
"Già… in
dieci anni sono diventato/a un altro/a. E il motivo qual è?"
"Cazzo dici
Baz, ti sei bevuto il cervello ?"
"No, è solo
che pensavo che potevamo rimettere in piedi il nostro laboratorio di
poesia creativa..."
"Lascia
perdere. Ricordi com'è andata l'ultima volta ? Per poco non ci
impallinavano. Io ci ho la pellaccia dura ma tu..ci hai una certa
età. Allora, dimmi, il materiale l'hai con te ?"
"No,
purtroppo. Non qui...l'ho dimenticato a Svanito (Svanito al
Tegumento, il paese in cui abita Bazar. Ndr). Bazar è sempre stato
un tipo a tratti evanescente (oltre che messianico).
Fu così che gli
presentai il signor Pompino Andreoli e, come prevedevo, se ne fregò
altamente preferendo rivolgere le sue attenzioni a Suleyma.
"Piecere
siorrinna come sta ? Ha visto il qui presente Baglu che fisico
aitante che ci ha ? Magari potrebbe portarla ad Haiti questo
week-end...."
Bazardelleparole
ha sempre avuto una grande capacità a farmi vergognare in pubblico,
soprattutto di fronte al gentil sesso. Epperò (che non si scrive ma
si dice) era un amico che infondo ambiva solo ad una cosa: a papparsi
il pranzo di nozze di un mio immaginario matrimonio con chicchessia.
L'importante era
l'abbondanza e la qualità del pasto. Rigorosamente biologico.
Il produttore
cinematografico di filmini hard Pompino Andreoli proseguì nel
decantare le lodi del suo putribondo film fatto di scene orgiastiche
sadomaso che secondo la sua mente scimmiesca avrei dovuto
sceneggiare.
Bazar si
addormentò sul bancone. Ne approfittai per prendere il barattolo di
aringhe sott'olio sul bancone per rovesciarlo in testa al Pompino....
Immediatamente
l’uomo trasfigurò sotto l’impatto lavico di tutto quell’unto.
Strizzai gli occhi, mettendolo meglio a fuoco: “Ma lei… lei…
non è il Pompino che sembra… è tutt’altro genere di Pompino
!!!”.
La colata d’olio
d’aringhe avvolgeva il volto pacioso dell’Andreoli, modificandone
lentamente l’aspetto come in un gioco di prestigio: dalla sommità
del capo si scollarono lunghe ciocche (ciocche ?!?!?!) serpentine.
Gli occhiali tonditondi caddero e si ruppero, dalle guance e dalle
mandibole si sganciarono (precipitando con un tonfo) sei etti e
sessanta di protesi di silicone e il porcello che non più di due
minuti prima stava palpeggiando allegramente quel grandissimo pezzo
di Aishaecoute-moi della cuoca, assunse gradualmente le sembianze di
un riccioluto analista comportamentale.
“Non ci posso
credere!!!” urlai, folgorato.
Bazar aprì gli
occhi, sussultando “Cazzo, socio… ti avevo chiesto di svegliarmi
solo in caso di sviluppi rilevanti…”
“E non ti
sembra uno sviluppo rilevante, QUESTO?!” puntai l’indice contro
l’ex obeso mutaforme che intanto cercava frettolosamente di
guadagnare l’uscita.
Lo anticipai
lanciandogli addosso i 245 fascioli (rilegati in cuoio piombato della
collana “L’albero di Natale spiegato ai Tuareg”).
K.O.. Al tappeto.
Punto e partita. Game Over.
“Baz, ho il
piacere di presentarti PAOLANTONIO GIANCHECCA, psicoterapeuta
mediatico, conservatore, astrologo dei vip, nonché consigliere,
confidente e compagno di merende parrocchiali del nostro amato primo
cittadino LELLO GRAMBORDELLO (tadadadààààn!!!)!!!”
… gli occhi di
Bazar si spalancarono (ancor più di quel che sono già)… “Cazzo,
ho dimenticato un cd sul cruscotto !!! Col caldo che c’è rischio
di fottermelo ! Scusa Baglu…” e un attimo dopo non c’era già
più (ma questo lo scoprii ben più tardi).
Ignaro
dell'assenza di Bazar, proseguii, meglio di Sherlock Holmes: “Sulle
spalle complici di quest’ometto, caro Baz, spalle al momento
spedite nel mondo dei sogni insieme al resto del corpo, Grambordello
piange da tre anni tutte le sue lacrime, maledicendo gli occhi
languidi di Monsignor Saguinaccio. In amore, com’è arcinoto, c’è
che fugge e c’è chi insegue… a quanto pare il nostro prelato è
quello con le ali ai piedi…”
"I reattori,
caro mio...I REATTORI !!!", la voce proveniva da terra, dal
groviglio appiccicoso di opuscoli e vestiti troppo larghi in cui lo
psico-cerusico, semi-rinvenuto, si dibatteva.
Paolantonio
Granchecca cercò di giustificarsi: “In tre anni mai un fiore, mai
un gesto carino, mai una premura !!! Sempre via, sempre di corsa, mai
una volta che si fosse fermato a cena da Lello… sempre una scusa
pronta per andarsene: un intervento contro i Pacs da provare davanti
allo specchio, un film sonoro al cineforum degli Arcivescovi “perché
chissà quando ci ricapita !”, la benedizione del presepe di
polistirolo … addirittura una volta l’ha piantato in asso tra le
frasche perché si è ricordato di dover rammendare il cappuccio
bianco”
”Quale
cappuccio?! Parla, è meglio!!!”, intervenni incazzoso”
“Quello che
mette quando va a bruciare quelle croci col tondino nei giardini
delle femministe...”
“Non ci posso
credere.” (un Baglu incredulo o solamente miscredente ?!? NdA).
“Lo dico
anch’io ! Per queste cose esistono le perpetue !!! No, la verità è
che ha cessato di amarlo…” e così dicendo l’ex Pompino si
sollevò sulle ginocchia, si frugò nelle tasche della giacca,
estrasse un fazzoletto a pois e ci si soffiò il naso proseguendo poi
nel discorso: “Purtroppo il mio fraterno amico Grambordello da
quell’orecchio non ci sente… si illude… e nel frattempo sta
diventando lo zimbello della città !!!”
Mi accesi una
sigaretta.
“E tu, anima
pia di un can barbone, hai cercato almeno di evitare che il suo più
grande nemico lo sbattesse in prima pagina con tutto l’ambaradàn
dei suoi vizietti privati…”
“Vedo che hai
afferrato”
“Intrufolandoti
nella mia vita sotto mentite spoglie per spiarmi e ostacolarmi,
VERO?!”(ed io ODIO che qualcheduno s’intrufoli nella mia
intricatissima vita).
“Non permetterò
a un ateo dissociato, bilancia ascendente pesci, per giunta, di
rovinare due tra le persone più influenti di questa città”.
Espirai elaborate
volute di fumo a forma di cassapanca fiorentina del diciannovesimo
secolo
“Cominciamo a
mettere i puntini sulle ypsilon ! Innanzitutto sono uno gnostico
asociale, acquario ascendente toro ! Hai capito, Baz ? Il vero
cavallo di Troia era un figlio di troia con indosso un travestimento
insospettabile. Giuro sul Graal che sembravi veramente un porcone
stupra-tope!!!”
E così il
Gianchecca ex Pompino Andreoli: “Mi avevano detto che eri un
pervertito e uno scambista. Dovevo pur guadagnarmi la tua fiducia. Ma
non sai che fatica!!! E strusciarmi contro quella donna, poi…”
sbirciò con lieve disgusto la silhouette della giovane cuoca, che ci
dava le spalle (annoiata più che sorpresa) per riguadagnare la
cucina, proseguendo “…a volte mi chiedo se il Sindaco
Grambordello si renda conto di quanto gli sono amico !”
”Non me ne
frega una cippa e pergiunta lippa ! Quando è stata l’ultima volta
che i piccioncini si sono visti ?”
“Da me non
saprai nulla, pervertito scambista in arte Baglu !” A quelle parole
gli tirai un ceffone che lo fece roteare su sé stesso.
“Pervertito ci
sarai tu e scambista ci sarà Bazar. E ora, rispondi: l’Arcivescovo
si trova in città al momento ?”
“Possiamo anche
fare notte….nun te risponno !!!!”
“Hai ucciso tu
Miss Violetta Vomitoire sul panfilo Maria Cristina di Sassonia”?”
“CHI?!?!”
“… scusa.
Sono andato clamorosamente off topic. E comunque adesso basta con la
commedia. Baz, le manette!”
“Non c’è.”
“Chi?”
“Il tuo amico
Bazar. Se ne è andato da un pezzo”.
Ecco che mi
guardai intorno disorientato: “Mannaggia al clero, e….da quando
?!” “DALL’INZIO!!!” e, con un balzo felino, Andreoli in
Gianchecca mi sorprese piombandomi addosso e disarmandomi di tutte le
mie buone intenzioni (per via del fatto che non avevo in quel momento
armi da farmi sottrarre). Rotolammo sul pavimento per un po’,
quindi l’astrologo-analista riuscì ad avere la meglio assestandomi
un colpo in testa con uno dei 245 fascicoli sparsi al suolo (quello
sulle palle natalizie decorate stile danese). E così, caddi in un
deliquio agitato di pochi secondi, che furono però sufficienti al
mio avversario per sparire rumorosamente, facendo rimbombare le scale
dell bar.
Quando rinvenni
vidi Bazar che mi osservava dall’alto. Teneva in mano un cd
deformato e storto: “Fuso, cazzo. Sembra un cd di Dalì. Ma che ci
fai lì a terra?”
“… ”
“Va beh, Baglu…
io vado a dormire in un vero letto. Sono a pezzi. Svegliami se ci
sono sviluppi…”
“…rilevanti.
All right Baz, ricevuto !”.
Il resto della
storia è ormai leggenda. Metropolitana.
La tresca di
Monsignor Sanguinaccio con il Sindaco Grambordello fu da me svelata
per mezzo di un articolo-bomba che fu pubblicato sulla prima pagina
del locale quotidiano “Menzognero Inedito”. Dopodiché, alle
elezioni successive il sindaco Granbordello venne comunque rieletto
con il 70 % dei consensi (il pueblo, spesso, è bue e con il suo
sadomasochistico voto sa benissimo farsi bua da solo), mentre il
sottoscritto giornalista-scrittore patatinpatatonpatatan fu costretto
a cercarsi un altro posto per lavorare in quanto il bar Spock venne
definitivamente chiuso dai Nas in quanto si scoprì che i succulenti
Hamburger preparati dalla giovane cuoca Suleyma Banhanan Halam erano
farciti con ragni e lombrichi cotti al vapore.
Inutile
aggiungere che, da buon buongustaio, mi fidanzai qualche tempo dopo
con la cuoca ed aprii con lei un ristorantino friul-calabrese in
Transilvania. Ma questa è un’altra storia che vi racconterà
l’amico Bazardelleparole: non a caso di professione sociologo &
scrittore animatore di centridiurni e notturni.
Ne converrete che
la fantasia testé utilizzata per produrre codesto racconto, abbonda
(come il riso, ma quello nella bocca degli stolti !). Purtuttavia non
scordate mai che la realtà supera sempre di gran lunga la fantasia,
dalla quale, in ogni caso, non si discosta mai del tutto.
Nessun commento:
Posta un commento