Non si arresta il
movimento di protesta popolare dei Gilet Gialli, movimento cittadino
spontaneo, senza colore politico, che da giorni sta infiammando la
Francia e che sabato 1 dicembre intende riportare ancora una volta le
persone in piazza.
E' la Francia rurale e
delle periferie unita alla Francia dei cittadini comuni, giovani,
anziani, di ogni classe sociale, i quali rivendicano, oltre ad una
diminuzione del prezzo del carburante, anche molto altro. Ovvero una
riforma della Quinta Repubblica, attraverso l'introduzione di una
assemblea cittadina che sostituisca il Senato; l'innalzamento del
salario minimo; la parità di salario fra maschi e femmine;
l'innalzamento dell'età pensionabile; l'abolizione del pesticida
denominato glifosato, tossico e introdotto dalla Bayer-Monsanto.
Ormai appoggiata anche
dai maggiori partiti d'opposizione, dal Rassemblement National alla
France Insoumise e dal maggior sindacato francese, ovvero la CGT, il
movimento dei Gilet Gialli è il risveglio del popolo contro le élite
liberali, della destra e della sinistra capitalista, incarnate dal
governo Macron-Philippe, ovvero da quello che da più parti è stato
definito il "governo dei ricchi" e che ormai gode di appena
il 25% di popolarità.
Nei giorni scorsi, in
appoggio al movimento dei Gilet Gialli, sono intervenuti anche i
filosofi francesi Jean-Claude Michéa, orwelliano e marxista, già in
passato iscritto al Partito Comunista Francese e autore molto critico
nei confronti della sinistra, che non ha mai esitato a definire
capitalista e borghese e Alain De Benoist, esponente di spicco della
cosiddetta Nuova Destra (pur non essendo affatto di destra).
Michéa ha scritto una
lettera aperta, nella quale ravvisa il carattere popolare e
apartitico del movimento dei Gilet Gialli, sicuramente critico nei
confronti della deriva liberal-capitalista intrapresa dalla Francia
da decenni e portata avanti tanto dai governi di destra, quanto da
quelli di sinistra. Egli fa presente che l'attuale governo Macron, in
sostanza, li incarna entrambi, se pensiamo che il consigliere
principale di Macron è Mathieu Laine, uomo d'affari della City di
Londra, il quale ha curato la prefazione alle opere di Margaret
Thatcher tradotte in francese. Michéa definisce infatti l'attuale
governo Macron come "thatcheriano di sinistra"e ritiene che
abbia peggiorato di gran lunga le condizioni dei francesi che, non a
caso, oggi si ribellano in massa.
Jean-Claude Michéa |
Alain De Benoist |
Il
filosofo Alain de Benoist, interpellato dal sito "Boulevard
Voltaire", è sulla stessa lunghezza d'onda del collega e amico
Michéa e plaude anch'egli ai Gilet Gialli. Rileva che, per la prima
volta nella storia francese, esiste un movimento trasversale di
cittadini - con un consenso popolare fra il 70 - 80% dell'opinione
pubblica - che non ha scelto alcun interlocutore partitico o
sindacale e ciò sembra spaventare sia partiti che sindacati, in
quanto per la prima volta risultano del tutto marginali nella lotta
politica e sembrano essere pressochè del tutto snobbati.
De
Benoist plaude dunque a tale "auto-organizzazione popolare",
senza capi, autenticamente populista in quanto proveniente
direttamente dal popolo, senza tribuni. Un movimento che - come egli
afferma - si contrappone sia alla "sinistra moralista" che
alla "destra delle classi agiate".
Come
ha affermato lo scrittore e leader nazionalbolscevico Eduard Limonov,
del resto, vi è da dire che, da tempo, "Non esiste né sinistra
né destra. Esistono il sistema e i nemici del sistema". Ovvero
c'è il popolo, che necessita di riapproprarsi della propria
democrazia, cioè del proprio potere decisionale e di una dimensione
sociale dell'esistenza e, dall'altra parte, le élite liberali,
capitaliste, autoreferenziali e oligarchiche che, nei decenni, si
sono poste alla testa dell'attuale sistema di capitalismo assoluto,
il quale ha svuotato le tasche dei cittadini, le loro coscienze, la
loro sovranità e il loro potere decisionale, oltre che l'ecosistema
e le identità culturali.
In
Francia sembrano dunque averlo compreso.
Luca
Bagatin
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