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domenica 2 dicembre 2018

"Superare il sistema del danaro". Riflessione breve di Luca Bagatin

Il problema è il salario o, meglio, il danaro.
Lo hanno capito i situazionisti di Guy Debord, che si battevano contro il salario e, infatti, per l'abolizione del danaro, che è strumento di schiavitù e alla base di ogni prostituzione.
Ad oggi il lavoro salariato è infatti una forma di prostituzione. È la forma primaria di prostituzione. E' una forma di compravendita, infatti: io metto in vendita il mio tempo e il mio lavoro e lo metto a disposizione di qualcun altro.
Non sono libero di gestire il mio tempo e il mio lavoro, cosa che sarebbe possibile superando il capitalismo e abolendo il danaro, attraverso una economia del dono e reintroducendo aspetti legati al baratto. Senza interesse (economico, egoistico), solo per il bene del proprio prossimo e, dunque, della comunità di cui tutti facciamo parte. Produci ciò che consumi. Il resto lo redistribuisci o lo scambi.
Nell'attuale situazione capitalistica, purtroppo, essendo il danaro necessario, tutti quantomeno dovrebbero avere un reddito. O stampando danaro, oppure obbligando chi è ricco e ha il danaro a fornire un reddito a chi non lo ha.
Il capitalismo - che esiste in quanto sdogana l'egoismo umano e grazie al sistema dell'accumulo e del danaro - favorisce la ricchezza di pochi e garantisce lo sfruttamento di molti, purtroppo.
Questo, al lettore medio, potrebbe forse apparire un discorso di sinistra.
Purtuttavia, personalmente, non potrò mai dirmi di sinistra, in quanto la sinistra - in Europa - ha sempre coperto il fianco dei liberali e dei capitalisti ed è fondamentalmente moralista e borghese, sin dalla sua nascita ai tempi della borghese Rivoluzione Francese.
Non potrò ad ogni modo mai dirmi di destra perché, benché i miei valori siano conservatori, non amo né i ricchi né le gerarchie, e penso che entrambi tali aspetti non dovrebbero esistere in un mondo che voglia essere democratico, ovvero autogestito dal basso, in modo egualitario.
Sono dunque un socialista originario, direi, piuttosto. Utopista nei limiti del fatto che, se esiste il sentimento, non esiste alcuna utopia, ma semplice realtà e volontà del cuore. La volontà dell'amore unita alla libertà.

Luca Bagatin

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