Lo scorso 10 marzo 15.000
persone hanno manifestato a Masca per protestare contro la legge
sulla "sovranità digitale" approvata in prima lettura alla
Duma nel febbraio scorso. Tale legge prevede - se passasse
definitivamente - l'obbligo, per le compagnie di telecomunicazione
russe, di far passare il traffico dati internet unicamente attraverso
router approvati dal Ministero delle Telecomunicazioni.
Secondo il governo russo,
tale norma sarebbe funzionale a ridurre la dipendenza informatica
dagli USA e rafforzare la sicurezza digitale.
Gli oppositori di tale
legge, diversamente, ritengono che essa - se dovesse passare, in
seconda lettura, nei prossimi giorni - sia utile al governo per
controllare e censurare i movimenti di opposizione attraverso la
rete, in quanto tale legge prevede peraltro che i cosiddetti VPN
(Virtual Private Network), utilizzati da molti per navigare in modo
anonimo, siano resi inefficaci.
Ad opporsi maggiormente a
tale legge sono in particolare coloro i quali hanno partecipato
massivamente alla manifestazione del 10 marzo, ovvero i libertari di
Mikhail Svetov e il partito nazionalbolscevico "Altra Russia",
fondato dallo scrittore Eduard Limonov e che ha fra i suoi
sostenitori giovani e giovanissimi, fra cui la pasionaria Olga
Shalina che, nell'autunno scorso, rischiò ben cinque anni di carcere
per aver protestato, presso una mostra ove erano esposte attrezzature
militari e di polizia, contro le torture nelle carceri russe,
tagliandosi - provocatoriamente - le vene del braccio sinistro.
Già nel maggio 2018 il
governo russo annunciò la chiusura del servizio di messaggistica
Telegram, ma, grazie alle proteste di oltre 7000 persone, tale
decisione fu revocata.
Luca Bagatin
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