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martedì 26 marzo 2019

L'Argentina ricorda. E Cristina Kirchner attacca Macri. Articolo di Luca Bagatin tratto da "Alganews"

Il 24 marzo si è tenuta una grande manifestazione in Argentina, organizzata da movimenti sociali, sindacali e politici, a 43 anni dal colpo di stato militare antiperonista sotenuto dagli USA e che destituì dal governo la Presidentessa Isabel Martinez de Peron - seconda moglie del compianto Presidente Juan Domingo Peron - dando il via a una nuova stagione di dittature militari antiperoniste, guidate dal generale Jorge Videla. Dittature che termineranno solamente alla fine di ottobre del 1983.
Il 24 marzo, per l'Argentina, è il "Giorno della memoria" delle vittime delle dittature militari, ovvero dei tanti "desaparecidos" accusati di essere peronisti o comunque oppositori al regime di Videla, e pertanto arrestati, torturati e uccisi senza che le autorità avvertissero miniamente di tutto ciò le famiglie dell'avvenuto arresto o che fossero forniti dei capi di imputazione chiari.
In questo giorno è intervenuta anche l'ex Presidentessa peronista Cristina Fernández de Kirchner, strenua oppositrice dell'attuale governo in carica, quello del liberale Mauricio Macri, il quale - oltre ad aver attuato, in questi anni, politiche fortemente antisociali e aver nuovamente indebitato l'Argentina con il Fondo Monetario Internazionale - giunse finanche a negare l'esistenza di trentamila desaparecidos (si pensi che la Corte Suprema argentina, i cui membri sono di nomina governativa, arrivò, nel 2017, a ridurre le pene per i detenuti militari per crimini contro l'umantà).
L'ex Presidentessa Kirchner ha paragonato - attraverso Twitter - il piano economico del 25 marzo 1976 con quello del governo attuale ed ha affermato che, come a quel tempo, anche oggi vi è una persecuzione degli oppositori politici. Un piano economico che - ha affermato la Kirchner - ha distrutto l'industria nazionale e aumentato la povertà.
In Argentina si voterà il 27 ottobre prossimo e Cristina Kirchner, alla guida della sua lista peronista Unidad Ciudadana, ha tutte le intenzioni di tornare in campo e battere Macri.

Luca Bagatin

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