Il 24 marzo si è tenuta
una grande manifestazione in Argentina, organizzata da movimenti
sociali, sindacali e politici, a 43 anni dal colpo di stato militare
antiperonista sotenuto dagli USA e che destituì dal governo la
Presidentessa Isabel Martinez de Peron - seconda moglie del compianto
Presidente Juan Domingo Peron - dando il via a una nuova stagione di
dittature militari antiperoniste, guidate dal generale Jorge Videla.
Dittature che termineranno solamente alla fine di ottobre del 1983.
Il 24 marzo, per
l'Argentina, è il "Giorno della memoria" delle vittime
delle dittature militari, ovvero dei tanti "desaparecidos"
accusati di essere peronisti o comunque oppositori al regime di
Videla, e pertanto arrestati, torturati e uccisi senza che le
autorità avvertissero miniamente di tutto ciò le famiglie
dell'avvenuto arresto o che fossero forniti dei capi di imputazione
chiari.
In questo giorno è
intervenuta anche l'ex Presidentessa peronista Cristina
Fernández de Kirchner, strenua oppositrice dell'attuale governo in
carica, quello del liberale Mauricio Macri, il quale - oltre ad aver
attuato, in questi anni, politiche fortemente antisociali e aver
nuovamente indebitato l'Argentina con il Fondo Monetario
Internazionale - giunse finanche a negare l'esistenza di trentamila
desaparecidos (si pensi che la Corte Suprema argentina, i cui membri
sono di nomina governativa, arrivò, nel 2017, a ridurre le pene per
i detenuti militari per crimini contro l'umantà).
L'ex
Presidentessa Kirchner ha paragonato - attraverso Twitter - il piano
economico del 25 marzo 1976 con quello del governo attuale ed ha
affermato che, come a quel tempo, anche oggi vi è una persecuzione
degli oppositori politici. Un piano economico che - ha affermato la
Kirchner - ha distrutto l'industria nazionale e aumentato la povertà.
In Argentina
si voterà il 27 ottobre prossimo e Cristina Kirchner, alla guida
della sua lista peronista Unidad Ciudadana, ha tutte le intenzioni di
tornare in campo e battere Macri.
Luca Bagatin
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