Per i Gilet Gialli è la
ventiseiesima settimana di protesta. Ben sei mesi di proteste
ininterrotte e di denunce di violenze da parte delle forze di polizia
contro manifestanti inermi.
E' stato addirittura
diffuso un video su Youtube nel quale si vede un poliziotto lanciare
un sampietrino contro i manifestanti, il primo maggio. Una scena
inaudita, l'ennesima, dopo che, nei mesi scorsi, la ventenne
studentessa di filosofia Fiorina Jacob Lignier e uno dei leader dei
Gilet Gialli, Jerome Rodrigues, feriti dai lacrimogeni della polizia,
hanno perso un occhio.
Persino l'ONU, attraverso
l’Alto commissario per i diritti umani Michelle Bachelet, aveva
sollecitato “un’indagine approfondita su tutti i casi
segnalati di uso eccessivo della forza”.
I Gilet Gialli sono stati
accusati, dal Ministro dell'Interno Christophe Castaner, di aver
“invaso”, nelle manifestazioni del primo maggio, un ospedale e di
aver danneggiato le sue strutture. Accusa rivelatasi totalmente
infondata. Le ricostruzioni dei fatti e i video hanno infatti
rilevato che diverse decine di Gilet Gialli si sono riversati presso
l'ospedale della Pitié-Salpetriere non certo per danneggiarlo,
quanto piuttosto per proteggersi dalle cariche violente della
polizia.
Il Ministro dell'Interno
ha tentato inutilmente di scusarsi, affermando “Non avrei dovuto
usare il termine attacco, ma piuttosto di intrusione violenta che ha
scioccato il personale sanitario. Accettare di ritrattare le mie
parole, non mi crea problemi”. In realtà nemmeno di intrusione
violenta non si è trattato.
Sono pertanto in molti a
richiedere le dimissioni del Ministro Castaner. Primo fra tutti il
leader de La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon, il quale ha
affermato che Castaner “è un bugiardo, oltre a essere un
incompetente”. La senatrice verde-comunista Esther
Benbassa ha definito su Twitter Castaner “Pinocchio”
e l'esponente dei Repubblicani
Bruno Retailleau ha scritto che “il ministro dell'Interno
deve smetterla di gettare olio sul fuoco e spiegarsi sulle sue
dichiarazioni smentite dai fatti”.
Nel
frattempo, 1400 firme sono state pubblicate sul quotidiano
“Libération” in calce a un appello di “artisti,
creatori e creatrici” riuniti nel collettivo “Yellow Submarine”,
ispirato a John Lennon e alle sue battaglie libertarie (il testo al
seguente link: www.nousnesommespasdupes.fr).
L'appello ha per titolo “Non siamo sciocchi” e sottolinea come il
movimento civico e spontaneo dei Gilet Gialli sia “un
movimento senza precedenti nella Quinta repubblica”,
un movimento “che il potere tenta di screditare e reprime
duramente mentre la violenza più minacciosa è quella economica e
sociale”. E si conclude con
queste parole: “Usiamo il nostro potere, quello delle
parole, della parola, della musica, dell'immagine, del pensiero,
dell'arte, per inventare una nuova narrativa e sostenere coloro i
quali lottano nelle strade da mesi. Niente è scritto. Disegniamo un
mondo migliore”. Fra i primi
firmatari dell'appello le celebri attrici Juliette Binoche e
Emmanuelle Beart e gli scrittori Edouard Louis e Annie Ernaux.
Ancora
una volta il governo Macron esce sconfitto e si ritrova l'opposizione
netta nelle piazze, in Parlamento e quella del panorama culturale e
artistico francese. O Macron deciderà di dimettersi, fare mea culpa
e indire nuove elezioni, oppure la situazione in Francia è destinata
e diventare sempre più preoccupante e sempre meno democratica.
Luca
Bagatin
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