Articolo de "Il Gazzettino" di Pordenone del 22 novembre 2019 |
Articolo de "Il Messaggero Veneto" di Pordenone del 22 novembre 2019 |
Estratto video della serata di presentazione del saggio, alla presenza dell'Autore, Luca Bagatin, presso l'atelier "L'Arca delle Arti" di Pordenone
(Realizzazione del video e dell'evento a cura di Elena Gaglioti).
L'Autore esordisce presentando la figura storica e politica di Anita Garibaldi, la cui immagine centrale è il simbolo del pensatoio ideato da Bagatin e del saggio stesso.
Alcune foto della serata
L'Autore mostra l'ultimo saggio di Alain De Benoist, "Critica del liberalismo" |
Prefazione di A. Tiberio di Dobrynia
Eretico. Nel senso “che sceglie”. Atto di colui che non cede alle opinioni e alle ideologie comuni.
Eretico, perché libero di scegliere: vincolato solo al suo pensiero
e a una via che non conosce bivi incerti, perché pur dentro sentieri
battuti è capace di aprirsi piste non convenzionali, nuove quanto ovvie,
semplici, ma per ciò stesso incomprese ai molti.
Eretico: così si definisce Luca Bagatin nell’incipit di questo suo
nuovo saggio. E lo è, senza finzioni o maschere di compiacenza, tanto da
farne della sua eresia intellettuale un sistemico progetto.
Tra etica ed estetica sospesa, forma e sostanza possono
riorganizzarsi nell’energia più rivoluzionaria che si possa immaginare:
Amore. Amore quale atto di volontà (la “scelta”) e da questo la Libertà,
che è fenomeno del primo, perché dall’uno scaturisce l’altra e non
viceversa.
Da qui sorge l’idea da parte dell’Autore di fondare il movimento Amore e Libertà – eresia per eccellenza! – un pensatoio fuori
dai luoghi comuni, da rotte sclerotizzate, che scorre irrefrenabile su
nuove carte nautiche dell’anima. Coniugando costellazioni politiche,
storiche, massoniche, sentimentali, erotiche, spirituali, laiche,
creative, visionarie, in alternative alchimie antisistema che possano
approdare a quell’isola felice (che ancora non c’è) della
“Internazionale dell’Amore”, contrapposta alle terre morte e devastate
della perdente ideologia materialista del “Lavoro”, da superare con
formule e algoritmi spaventosamente semplificati, in una sola definizione: con la “Civiltà dell’Amore”.
Se vogliamo risalire alle idee di liberazione della coscienza alla
base del pensiero di Luca Bagatin, a ritroso nel tempo occorre andare
sulle tracce di quella cultura underground newyorkese degli anni ’50-’60
che nel fenomeno della Beat Generation trovò il massimo esponente nello
scrittore Jack Kerouac, le cui opere hanno segnato un tempo mitico,
insieme a Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, scuotendo le certezze di un
mondo in decadimento con versi forti urlati dalla strada, dagli
inchiostri acidi, sui ritmi esistenziali di musiche affacciate
all’immaginario, e restituendo all’individuo un valore altro
d’indipendenza interiore, e sostituendo all’abbattimento psicologico
provocato da un marcio sistema politico e finanziario, un’alternativa e
sana follia: capace di ribaltare sterili dogmi e riconquistarsi e riconoscere le proprie stelle.
Da qui, l’Autore percorre esperienze sociopolitiche e di libera
creatività che attraversano i momenti più importanti della sua vita, da
adolescente prima a maturo pensatore oggi. Ed eccolo negli entusiasmi
del primo impegno, vicino ai giovani comunisti, ai verdi, ai circoli
ambientalisti, ai radicali, ai repubblicani e liberalsocialisti, ai
movimenti laici, spiritualisti, e delle pornostar. E poi ad
introspezionarsi e vergare pagine d’argute riflessioni sui temi
controversi del capitalismo borghese e del materialismo proletario,
sugli aspetti migliori di grandi personaggi più vicini al suo intimo
sentire, più vicini al cuore del popolo.
Allora, pagina dopo pagina di Amore e Libertà – critico e
irriverente pamphlet sociopolitico – l’Autore evoca con magistrali
incantesimi emozionali le rarefatte figure della Triade più
emblematica delle principali incarnazioni di Libertà, Uguaglianza e
Fratellanza: Casanova, Garibaldi, Cagliostro. A questi s’alza un coro
d’armonia suggestiva, intramontabile di pensiero e idee. Da Mazzini a
Simon Bolivar, da Peron a Evita, Chavez, Anita Garibaldi, la Blavatsky e
così a seguire…
L’anima dei Popoli ribolle ma l’evoluzione è ribelle. La politica
dell’America Latina ha saputo affrancarsi dalle logiche partitocratiche,
dai poteri forti che annientano le società civili; da qui dall’oceano,
per contro, l’Europa ancora soggiace allo sguardo dell’invisibile
Medusa, e l’unione delle genti da tanti intellettuali auspicata, è ancor
miraggio nella desertica schiavitù morale ed economica degli stati
sopraffattori. Nella letteratura anti sistema, l’Autore non dimentica di
argomentare anche con il filosofo francese Alain De Benoist e il suo J’accuse al mostro dalle mille facce del
potere bancario e di certa mala politica che lo sostiene, che domina
incontrastato il mercato, il libero commercio, la speculazione
internazionale, il debito pubblico, controllando e lucrando sulla moneta
di scambio come fosse sua esclusiva proprietà, così conducendo gli
stati privati della loro sovranità nazionale a perire sotto una montagna
di debiti insanabili, e spingendo i popoli inconsapevoli verso il
baratro di crisi economiche spesso volute a tavolino, individui da
tartassare, dissanguare e distruggere alle fondamenta della loro
libertà, dignità, diritti umani.
Una terza via possibile, verso la dorata Civiltà dell’Amore è
necessario ricercare, ma interclassista, e non più di scontro di
ideologie perverse franate ormai sotto i colpi di una mutata realtà che
anela riprendersi sé stessa, interamente, libera d’orpelli di cattivi
pensatori e dommatiche zavorre, sì che possa risvegliarsi libera ed
evolvere, dal cencio imprigionato d’ogni Adamo, una Umanità Nuova.
A. Tiberio di Dobrynia
Per acquisti del saggio: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/
Per contatti con l'Autore: burroughs279@yahoo.it
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Per contatti con l'Autore: burroughs279@yahoo.it
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