Dall'11 al 13 settembre
si terranno, in Russia, importanti elezioni regionali, in 83 regioni,
di cui in quattro (Tatarstan, le regioni di Kursk, Penza e Yaroslav),
si terranno elezioni supplettive per i seggi della Duma di Stato,
ovvero la Camera Bassa del Parlamento. In 11 regioni si terranno
consultazioni per eleggere i deputati delle Assemblee Legislative,
mentre in 18 regioni si terranno le elezioni dei governatori.
Tali consultazioni
saranno anche un test per il Cremlino, che da tempo – dopo gli
ulteriori smantellamenti del sistema sociale sovietico - vede il
Presidente Vladimir Putin in caduta libera nel gradimento e nei
sondaggi.
Secondo il Levada Center,
ovvero l'istituto indipendente di sondaggi russo, solo il 31% dei
russi ha affermato, nei giorni scorsi, che sarebbe disposto a votare
per il partito di governo Russia Unita (dimezzando così il numero di
consensi).
In ascesa, secondo il
medesimo istituto, invece, il nazionalista Partito LiberalDemocratico
di Vladimir Zhirinovsky, che raccoglie l'11% dei consensi e l'attuale
maggior partito di opposizione alla Duma, ovvero il Partito Comunista
della Federazione Russa (KPRF), raccoglierebbe il 7%.
Gli altri partiti minori,
ovvero i Comunisti di Russia; i liberali Yabloko e il Party of
People's Freedom; i Verdi; il Partito Russo dei Pensionati per la
Giustizia Sociale; il socialdemocratico Russia Giusta; non
otterrebbero più del 3% ciascuno.
Secondo i sondaggi
dell'Levada Center, inoltre, il 6% ha dichiarato che è intenzionato
a annullare la propria scheda; che il 22% non andrà a votare e che
l'11% è ancora indeciso su chi scegliere.
E se l'anziano e storico
leader nazionalista Vladimir Zhirinovsky è stato uno dei primi al
mondo a farsi vaccinare contro il Covid 19, facendosi iniettare
volontariamente il vaccino russo “Sputnik V”, proponendosi quale
forte sostenitore della ricerca scientifica russa in merito, il
Segretario del Partito Comunista della Federazione Russa Gennady
Zjuganov, critica fortemente le scelte economiche del governo e
rilancia il programma anti-crisi elaborato dal suo partito:
abolizione della riforma delle pensioni (ovvero per un ritorno
all'età pensionabile a 60 anni per gli uomini e a 55 anni per le
donne); elezione del membri del Consiglio della Federazione e dei
giudici; introduzione della pianificazione dello sviluppo economico;
dichiarazione dell'appartenenza delle risorse del sottosuolo al
popolo russo; indicizzazione delle pensioni e degli assegni sociali;
salario minimo e pensioni non inferiori al minimo sindacale;
pagamento dei servizi di alloggio non superiori al 10% del reddito
famigliare; il diritto della Duma di decidere relativamente alla
fiducia o sfiducia al governo, ai suoi ministri e ai referenti delle
autorità federali.
Esclusi dalle
competizioni elettorali, invece, ancora una volta, i
nazionalbolscevichi di Altra Russia ed il Fronte di Sinistra,
accusati, come sempre, di estremismo da parte delle autorità
governative e ancora oggi vedono loro esponenti ingiustamente
arrestati, senza che abbiano commesso alcun reato. E, in questo
senso, i militanti di Altra Russia stanno conducendo, in tutto il
Paese, picchetti e manifestazioni per la liberazione dei prigionieri
politici.
I militanti di Altra
Russia, partito nazionalbolscevico dello scrittore recentemente
scomparso, Eduard Limonov, hanno sempre giudicato il partito di
Zjuganov eccessivamente moderato e accondiscendente nei confronti del
governo, pertanto, pur non essendo presenti alle elezioni, rilanciano
il loro programma anti-crisi: risarcire i cittadini per i costi
sostenuti nel periodo della quarantena relativi ai servizi di
pubblica utilità (elettricità, acqua, gas); introduzione di un
reddito incondizionato per tutti i cittadini; nazionalizzazione dei
settori strategici dell'economia a iniziare dall'estrazione e
lavorazione delle risorse naturali; introduzione di prezzi fissi per
i prodotti alimentari di base e i beni essenziali; introduzione di
una carta sociale per i più bisognosi; cancellazione dei debiti per
interessi dell'intera popolazione; creazione di un sistema di
assistenza ai disoccupati e organizzazione di opere pubbliche su
larga scala a iniziare dallo spegimento degli incendi in Siberia;
riduzione del numero dei dipendenti pubblici e delle forze
dell'ordine; equiparazione dello stipendio dei deputati a quello di
tutti i cittadini; blocco dell'esportazione di capitali, valuta e oro
all'estero; riduzione drastica delle quote di immigrati;
semplificazione delle procedure per ottenere la cittadinanza russa
per i cittadini russi delle Repubbliche dell'ex URSS; abolizione
dell'IVA; introduzione di una tassa sul lusso e di una tassazione
progressiva (oggi assente in Russia).
Un programma,
evidentemente, considerato troppo “estremista” per i liberali al
governo, al punto da non permettere di candidarsi e, anzi, perseguitare, coloro i
quali lo stanno promuovendo.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento