Grandi cambiamenti in Bolivia, dopo la vittoria alle elezioni del socialista Luis Arce, con oltre il 50% dei consensi, al primo turno, tenutesi il 18 ottobre scorso.
Introdotte le prime misure sociali e il ritorno alla normalizzazione del Paese, dopo il golpe bianco liberale che, un anno fa, aveva costretto l'ex Presidente socialista Evo Morales all'esilio e gettato la Bolivia nel caos e nello sfacelo economico e sociale.
Evo Morales ha potuto rientrare, nelle scorse settimane, dal suo esilio in Argentina e un altro importante cambiamento è giunto.
Sabina Orellana Cruz, di origine indigena e leader della Confederazione Femminile, ha prestato giuramento come Ministro delle Culture, della Decolonizzazione e della Depatriarcalizzazione e ha già affermato che intende portare avanti misure atte a combattere il razzismo, i residui di colonialismo e di cultura patriarcale presenti nel Paese, riaffermatesi purtroppo dopo l'avvento al potere dei golpisti liberali e di estrame destra.
“Sono una donna orgogliosa delle mie radici, perché sono quechua e tutti dovremmo essere orgogliosi di avere radici indigene”, ha dichiarato la neo Ministra Orellana, nell'ambito della cerimonia di investitura, che ha avuto luogo presso la Casa Grande del Popolo.
“Lavoreremo tra arte e cultura, est e ovest, campagna e città. Lavoreremo insieme e vi chiedo di darmi l'opportunità di lavorare per la gestione culturale collettiva, a beneficio del nostro popolo di Bolivia”, ha dichiarato.
E ha altresì aggiunto: “La fine del razzismo è una responsabilità che incombe su tutti noi, che vogliamo attuare una pacifica convivenza, nella quale nessuno possa vedere una donna o un uomo inferiori perché diversi. Siamo diversi come i colori della nostra wiphala”. La wiphala è la bandiera rappresentativa di tutti i popoli Nativi che vivono nei territori andini, che il governo golpista liberale, suprematista bianco e fondamentalista evangelico, aveva proibito.
La Ministra Sabina Orellana Cruz, ha concluso il suo discorso affermando che la Bolivia socialista vuole costruire “un Paese decolonizzato, depatriarcalizzato, orgoglioso delle sue radici e della sua grande ricchezza culturale”.
Diritti sociali e lotta al patriarcato sono da sempre cavalli di battaglia dei movimenti sociali, socialisti e peronisti in America Latina, almeno sin dagli Anni '50. Fra le pasionarie di tali diritti, ricordiamo Evita Peron, la quale, assieme al marito, il Presidente argentino Juan Domingo Peron, molto si è battuta, sia per l'emancipazione delle donne argentine, che per il diritto di voto alle donne.
Luca Bagatin
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