Il numero di immigrati che continua a
morire nel Mediterraneo continua a salire. E così anche il flusso di
migranti senza un futuro, approdati sulle nostre coste.
Una vera e propria deportazione forzata
e di massa. Che va arrestata.
Deportazione causata da povertà e
guerre causate direttamente e/o indirettamente dall'Occidente (si
pensi alle guerre in Libia e Siria che hanno peraltro favorito il
terrorismo fondamentalista internazionale) e dalle politiche del
Fondo Monetario Internazionale, che si rifiuta di fare l'unica cosa
sensata e che già leader africani quali Thomas Sankara richiedevano
negli Anni '80: condonare il debito che soffoca i popoli ed i Paesi
poveri.
Deportazione causata da guerre sia
tribali che occidentaliste, che va arrestata attraverso la
proibizione della vendita di armi ai Paesi del Terzo Mondo e con la
progressiva riconversione delle industrie di armi nei nostri Paesi.
Deportazione causata dal capitalismo e
dalle multinazionali, che hanno di fatto nuovamente colonizzato
l'Africa ed il Terzo Mondo, come un tempo fecero le grandi Potenze
europee.
Deportazione che favorisce unicamente
la criminalità organizzata e le imprese che sfruttano e sfrutteranno
la manodopera immigrata a basso costo.
Deportazione che causa lo sradicamento
forzato di interi popoli dalle loro terre d'origine per giungere in
un Occidente i cui usi e costumi sono diversi.
La diversità è sempre una ricchezza.
Il mescolamento forzato non lo è per nessuno.
L'illusione della società multienica -
generata dal capitalismo attraverso la diffusione dell'edonismo, del
libero commercio e delle guerre - non genera cultura e condivisione,
ma solo confusione e perdita delle identità.
Guardiamoci bene dal diventare come gli Stati Uniti d'America, crogiolo massimo di incultura, confusionismo e macelleria sociale. Il fenomeno dell'immigrazionismo, come ricorda il filosofo Alain De Benoist, non è altro che immigrazione incontrollata e forzata. Generata, come dicevamo, dal colonialismo, dal neocolonialismo, dalle guerre e dallo sfruttamento del Terzo Mondo e che si è tradotta in esodi di massa che portano danari solo alle imprese e perpetuano lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e lo sradicamento identitario di tutti. E ciò genera e genererà nuove lotte fra poveri. Poveri che in Europa sono esponenzialmente in aumento, con l'Italia che annoverava a marzo di quest'anno – come rilevato dall'Istat – 1 milione e 470 mila famiglie residenti indigenti (oltre 50.000 le persone senza dimora, peraltro).
Guardiamoci bene dal diventare come gli Stati Uniti d'America, crogiolo massimo di incultura, confusionismo e macelleria sociale. Il fenomeno dell'immigrazionismo, come ricorda il filosofo Alain De Benoist, non è altro che immigrazione incontrollata e forzata. Generata, come dicevamo, dal colonialismo, dal neocolonialismo, dalle guerre e dallo sfruttamento del Terzo Mondo e che si è tradotta in esodi di massa che portano danari solo alle imprese e perpetuano lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e lo sradicamento identitario di tutti. E ciò genera e genererà nuove lotte fra poveri. Poveri che in Europa sono esponenzialmente in aumento, con l'Italia che annoverava a marzo di quest'anno – come rilevato dall'Istat – 1 milione e 470 mila famiglie residenti indigenti (oltre 50.000 le persone senza dimora, peraltro).
Il liberoscambismo economico e le
sedicenti politiche di accoglienza hanno dunque fallito e sono
foriere di diseguaglianze, di morti e di sfruttamento, con buona pace
di quanto afferma la Presidentessa della Camera Laura Boldrini,
rappresentante di quella sinistra che ha scelto la strada del
capitalismo e del liberalismo assoluto, ovvero delle libertà
garantite solo ai ricchi.
Occorre, dunque, ripensare
completamente la politica economica europea, che guardi ad una uscita
progressiva dalla logica del capitale, per aprire una stagione
fondata sull'autogestione delle imprese e la cooperazione fra i
popoli. Se l'Europa sarà unita su queste logiche, allora sarà
un'Europa unita e solidaria. Diversamente continuerà ad essere
l'Europa dei ricchi, dell'impresa privata e delle lobby. L'Europa
della troika che affama i popoli.
Occorre, come afferma Jean-Claude
Michéa, rompere con la logica dell'utilitarismo e dell'economicismo,
rompendo con l'individualismo borghese anticomunitario, recuperando
il socialismo di Marx, Sorel, Proudhon, Mazzini e George Orwell (che
è peraltro la strada che intraprese la Libia di Gheddafi ed il
Socialismo del XXI secolo latinoamericano, osteggiato ancora oggi
dagli USA), chiudendo finalmente con la logica totalitaria del lavoro
flessibile e precario generato dalla concorrenza fra le imprese,
ovvero dalla logica del mercato.
Logica che, tornando all'inizio del
nostro articolo, sta generando le deportazioni di massa di immigrati
alle quali stiamo assistendo. Con le conseguenti sofferenze che ben
costoro conoscono e che nel medio lungo-periodo conosceremo tutti.
Luca Bagatin
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