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venerdì 10 giugno 2016

In memoria di Giacomo Matteotti e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli. Articolo di Luca Bagatin

10 giugno 1924. 9 giugno 1937.
Date importanti nelle quali videro la morte personaggi coraggiosi, antifascisti della prima ora.
I fratelli Carlo e Nello Rosselli furono fieri oppositori del Fascismo sin dagli esordi, così come lo fu il deputato socialista Giacomo Matteotti, trucidato dalle camice nere il 10 giugno 1924.
Carlo e Nello Rosselli, teorici del socialismo liberale e militanti del Partito d'Azione e delle Brigate partigiane Giustizia e Libertà, uccisi in Francia il 9 giugno 1937.
Giacomo Matteotti, socialista turatiano e prima vittima del criminale Benito Mussolini.
Come Matteotti, i Rosselli, furono peraltro anticomunisti riformisti ed oggi e sempre andrebbero ricordati ed emulati, pur in quest'Italia che ne vorrebbe oscurare la memoria, al punto che, nei libri di testo scolastico, sono ricordati solo marginalmente
Il messaggio di questi martiri dell'antifascismo liberalsocialista ci giunge come pura ed autentica voce di speranza e di verità incontestabile, alternativa alla violenza, alle violenze di ogni totalitarismo.
"Uccidete me: ma l'idea che è in me non la ucciderete mai", ricorda Giacomo Matteotti ai dittatori d'ogni colore politico, ai catto-clerico-talebani d'oggi e ieri. Uccidete. Fate strage di verità, attraverso le vostre menzogne, ipocrisie e calunnie. Ma le idee permangono e così tutti coloro i quali continuano a portarle avanti.
Di Nello Rosselli, appassionato storico repubblicano, vorrei ricordare l'ottimo volume "Mazzini e Bakunin" (in libreria è disponible l'edizione dell'Einaudi), che è un saggio utilissimo per chiunque voglia approfondire le radici storiche del Liberalsocialismo e del Repubblicanesimo in Italia, che sono poi le origini dell'operaismo nel nostro Paese. Si tratta di un testo storico-politico che ripercorre -appunto - l'origine del movimento operaio italiano che, contrariamente a quanto ha voluto farci credere una certa storiografia marxista, ha origini mazziniane e garibaldine: repubblicane quindi, così come il colore rosso, mutuato poi da socialisti e comunisti, che fu per la prima volta utilizzato dai seguaci del Mazzini e di Garibaldi.
La storia del movimento operaio delle origini, a partire dalle Società Operaie e di Mutuo Soccorso, si interseca e si fonde con le lotte Risorgimentali per la libertà e l'emancipazione dall'Impero Asburgico, dalla Chiesa e dalla Monarchia Sabauda.
In "Mazzini e Bakunin", l'ottimo Rosselli ripercorre quegli avvenimenti storici a partire dall'analisi dei due protagonisti dell'Italia risorgimentale: il repubblicano e Apostolo dell'Unità d'Italia Giuseppe Mazzini, con la sua vocazione alla democrazia ed all'unione fra capitale e lavoro e l'anarchico russo Michail Bakunin, che fu all'origine del movimento libertario italiano ed europeo. Figure emblematiche e per certi versi contrapposte, ma a loro volta unite, assieme ai socialisti ed ai marxisti, nella Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, i cui ideali oggi andrebbero recuperati e contrapposti al capitalismo globalista che ingloba i popoli ed i poveri.
"Mazzini e Bakunin" è certamente un testo illuminante e tutto sommato di semplice lettura per tutti coloro i quali vogliano conoscere un pezzo di Storia patria troppo spesso negato e misconosciuto, così come lo è “Socialismo Liberale” di Carlo Rosselli, che, assieme ai “Doveri dell'Uomo” di Mazzini andrebbe studiato nelle scuole per far comprendere alle giovani generazioni che, per un presente ed un futuro migliore, l'unica alternativa è la democrazia autentica, il sacrificio, il dovere, la libertà unita all'emancipazione sociale.

Luca Bagatin

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