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venerdì 17 giugno 2016

Vogliamo l'Europa dei popoli fratelli o quella delle élite economico-politiche ? Articolo di Luca Bagatin

Quanto accaduto in Gran Bretagna in queste ore è terribile. L'omicidio di una giovane deputata laburista, Jo Cox, da parte di un neonazista, è seriamente deprecabile, oltre che sconvolgente. Tanto più quando apprendiamo che, la stessa, era oggetto di minacce da mesi. Minacce bellamente ignorate dalla polizia britannica.
La follia di un neonazista, simpatizzante dell'apartheid sudafricano peraltro, non può comunque inficiare le giuste ragioni di chi non vuole l'Europa delle plutocrazie.
La Gran Bretagna di Cameron, dunque, un po' come tutta Europa, deve seriamente fronteggiare la minaccia di un nuovo vento neofascista e neonazista, alimentato da un'immigrazione incontrollata e che spaventa e che è foriera, come abbiamo già scritto in un altro articolo, di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e per questo va arrestata.
O i popoli europei scelgono di essere solidali fra loro, oltre le volontà dei loro governanti, oppure non se ne uscirà facilmente.
O vogliamo l'Europa dei popoli fratelli, oppure quella delle élite economico-politiche e, se scegliamo il primo caso, occorre ripensare completamente al modello di sviluppo economico, che deve essere votato all'uscita dal capitalismo ed all'autogestione delle imprese e ad un modello che guardi ad politica partecipativa ed attiva da parte dei cittadini, in luogo dei mediatori politico/partitici.
Diversamente saremo schiavi dell'utilitarismo economicista, che sfrutta il lavoro a basso costo offerto dall'immigrazione generata da guerre e povertà scatenata dall'Occidente opulento e dal commercio delle armi.
L'Europa che sognavano i nostri Padri repubblicani e socialisti libertari - Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi - non era certo l'Europa dei governanti, degli investitori in Borsa, delle imprese che pretendono la crescita illimitata sulle pelle dei lavoratori, dei consumatori, degli immigrati. Una crescita che in Francia ha portato, come già in Italia, ad una legge sul lavoro – la Loi Travail – che smantella i diritti dei lavoratori in nome della competitività dei mercati. Mercati che vanno, invece, aboliti, in nome dell'umanità, dei diritti e dei doveri di cittadinanza dei popoli europei che devono finalmente appropriarsi della propria sovranità economica e politica.
Utopia, si dirà, perché i cittadini non sono capaci di autogestirsi. E' proprio così ? In Francia sembrano invece voler rivendicare le proprie conquiste sociali e così in Belgio. Ed in Spagna l'ottimo risultato del partito civico Podemos sembra andare in questa direzione e così l'Austria che per la prima volta ha eletto un Presidente verde critico nei confronti delle politiche di austerità.
L'Italia, diversamente, sembra rimasta ferma o quasi, ammansita dalle promesse e dalle misure di un Pifferaio magico che fa il gioco delle tre carte togliendo da una parte e aggiungendo dall'altra.
La sua Capitale, poi, mi appare sempre come una città isolata, lontana dalla realtà, dalla mentalità isolata, fatta di gente isolata e che tende a isolare senza rendersene conto, pur con eccezioni importanti, in quanto ho notato che sempre più spesso, a Roma e non solo, molte cose che dovrebbero essere curate dal Comune, sono invece curate dai residenti. Penso ad esempio al verde pubblico o ad alcune strade che sono state pulite o rimesse a nuovo (un parco cittadino persino arredato) con il contributo diretto dei cittadini.
Ciò significa, a parer mio, che la politica e le istituzioni italiane sono diventate sterili, spesso inutili ed inutilmente costose, come quelle di Bruxelles che sindacano sulla lunghezza di questo o quell'ortaggio, ovvero su questioni lontane dai bisogni reali delle persone.
E' forse il momento di dare spazio ai cittadini ed alla comunità attiva. E' forse il momento di permettere ai cittadini di decidere del proprio destino, senza più essere cullati dall'illusione di essere governati. E' forse il momento di diventare un'autentica comunità di persone pensanti.

Luca Bagatin

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