Quanto accaduto in Gran Bretagna in
queste ore è terribile. L'omicidio di una giovane deputata
laburista, Jo Cox, da parte di un neonazista, è seriamente
deprecabile, oltre che sconvolgente. Tanto più quando apprendiamo
che, la stessa, era oggetto di minacce da mesi. Minacce bellamente
ignorate dalla polizia britannica.
La follia di un neonazista,
simpatizzante dell'apartheid sudafricano peraltro, non può comunque
inficiare le giuste ragioni di chi non vuole l'Europa delle
plutocrazie.
La Gran Bretagna di Cameron, dunque, un
po' come tutta Europa, deve seriamente fronteggiare la minaccia di un
nuovo vento neofascista e neonazista, alimentato da un'immigrazione
incontrollata e che spaventa e che è foriera, come abbiamo già
scritto in un altro articolo, di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e
per questo va arrestata.
O i popoli europei scelgono di essere
solidali fra loro, oltre le volontà dei loro governanti, oppure non
se ne uscirà facilmente.
O vogliamo l'Europa dei popoli
fratelli, oppure quella delle élite economico-politiche e, se
scegliamo il primo caso, occorre ripensare completamente al modello
di sviluppo economico, che deve essere votato all'uscita dal
capitalismo ed all'autogestione delle imprese e ad un modello che
guardi ad politica partecipativa ed attiva da parte dei cittadini, in
luogo dei mediatori politico/partitici.
Diversamente saremo schiavi
dell'utilitarismo economicista, che sfrutta il lavoro a basso costo
offerto dall'immigrazione generata da guerre e povertà scatenata
dall'Occidente opulento e dal commercio delle armi.
L'Europa che sognavano i nostri Padri
repubblicani e socialisti libertari - Giuseppe Mazzini e Giuseppe
Garibaldi - non era certo l'Europa dei governanti, degli investitori
in Borsa, delle imprese che pretendono la crescita illimitata sulle
pelle dei lavoratori, dei consumatori, degli immigrati. Una crescita
che in Francia ha portato, come già in Italia, ad una legge sul
lavoro – la Loi Travail – che smantella i diritti dei lavoratori
in nome della competitività dei mercati. Mercati che vanno, invece,
aboliti, in nome dell'umanità, dei diritti e dei doveri di
cittadinanza dei popoli europei che devono finalmente appropriarsi
della propria sovranità economica e politica.
Utopia, si dirà, perché i cittadini
non sono capaci di autogestirsi. E' proprio così ? In Francia
sembrano invece voler rivendicare le proprie conquiste sociali e così
in Belgio. Ed in Spagna l'ottimo risultato del partito civico Podemos
sembra andare in questa direzione e così l'Austria che per la prima
volta ha eletto un Presidente verde critico nei confronti delle
politiche di austerità.
L'Italia, diversamente, sembra rimasta
ferma o quasi, ammansita dalle promesse e dalle misure di un
Pifferaio magico che fa il gioco delle tre carte togliendo da una
parte e aggiungendo dall'altra.
La sua Capitale, poi, mi appare sempre
come una città isolata, lontana dalla realtà, dalla mentalità
isolata, fatta di gente isolata e che tende a isolare senza
rendersene conto, pur con eccezioni importanti, in quanto ho notato
che sempre più spesso, a Roma e non solo, molte cose che dovrebbero
essere curate dal Comune, sono invece curate dai residenti. Penso ad
esempio al verde pubblico o ad alcune strade che sono state pulite o
rimesse a nuovo (un parco cittadino persino arredato) con il
contributo diretto dei cittadini.
Ciò significa, a parer mio, che la politica e le istituzioni italiane sono diventate sterili, spesso inutili ed inutilmente costose, come quelle di Bruxelles che sindacano sulla lunghezza di questo o quell'ortaggio, ovvero su questioni lontane dai bisogni reali delle persone.
E' forse il momento di dare spazio ai cittadini ed alla comunità attiva. E' forse il momento di permettere ai cittadini di decidere del proprio destino, senza più essere cullati dall'illusione di essere governati. E' forse il momento di diventare un'autentica comunità di persone pensanti.
Ciò significa, a parer mio, che la politica e le istituzioni italiane sono diventate sterili, spesso inutili ed inutilmente costose, come quelle di Bruxelles che sindacano sulla lunghezza di questo o quell'ortaggio, ovvero su questioni lontane dai bisogni reali delle persone.
E' forse il momento di dare spazio ai cittadini ed alla comunità attiva. E' forse il momento di permettere ai cittadini di decidere del proprio destino, senza più essere cullati dall'illusione di essere governati. E' forse il momento di diventare un'autentica comunità di persone pensanti.
Luca Bagatin
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