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giovedì 28 luglio 2016

Per una vita amorosa e sessuale qualificante. Articolo di Luca Bagatin

Il tasso di erotismo si abbassa proporzionalmente al tasso di incomunicabilità fra le persone, non parliamo poi dell'incomuniccabilità fra i sessi, di cui peraltro già accennammo in un altro articolo (http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/06/lincomunicabilita-nei-rapporti-di.html).
Articolo nel quale evidenziavamo l'eccessiva virtualità dei rapporti, ma soprattutto dei non-mezzi di comunicazione: smartphone, tablet...sino ad arrivare al massimo della mercantilizzazione/mercificazione, che è il classico sito di incontri a pagamento, che è poi la variante virtuale della ben nota agenzia matrimoniale.
Ovvero aspetti surrogati - come del resto lo è la richiesta/domanda di prostituzione – che allontanano dalla realtà dei rapporti sentimentali autentici e che, essendo surrogati, finiscono per essere effimeri se non per sfociare nello squallido onanismo (e non parliamo tanto dell'aspetto fisico che pure può essere legittimo ed appagante, quanto piuttosto dell'aspetto mentale e psichico, che alla lunga rischia di fossilizzarsi e di ammorbare) e nella fuggevolezza dei rapporti.
I rapporti, dunque, sono fuggevoli, come fuggevole è la vita modernista racchiusa nello schema produci-consuma-godi-crepa; anziché nel vivi-ama-sviluppa-crea tipico delle antiche civiltà della terra, molto più sviluppate delle società edoniste, materialiste e borghesi costituitesi dalla Rivoluzione Industriale in poi.
I rapporti sono fuggevoli e l'amore, oltre che l'erotismo crollano. Perché questi necessitano di tempo, come il corteggiamento che dovrebbe essere un mix ideale fra mente e corpo. Fra conoscenza della mente e del corpo: propri ed altrui.
Ed i rapporti d'amore sono il fondamento di una società sana, nonviolenta, autogestionaria, non ossessiva né possessiva.
Il possesso, infatti, è l'esatto opposto del sesso. Se c'è sentimento non vi può essere possesso. Ove vi è possesso non vi è né sentimento né sesso di qualità.
Il possesso riguarda in particolar modo talune culture machiste o fondamentaliste religiose. Culture che, almeno per quel che concere i rapporti con l'altro sesso, necessitano un po' di essere guidate in quanto rischiano di rovinare i rapporti medesimi e non già di far primeggiare l'amore, bensì l'odio, la prevaricazione, la violenza e la stupidità umana.
Mi rivolgo dunque in particolare a quei maschietti bigotti che, per tradizione, cultura o per inclinazione mentale, non vogliono che la loro fidanzata/compagna/moglie si vesta in modo succinto e seducente nella vita di tutti i giorni. Niente di più sbagliato. Lasciare liberi le vostre donne ! La donna seducente e in abiti succinti non è mai una donna necessariamente facile. Anzi. E se non lo sapete allora c'è da chiedersi se davvero conoscete la vostra donna e se l'amate davvero !
Se invece preferite seguitare nel vostro bigottismo ed imporre alla vostra donna i vostri diktat, non lamentatevi se poi questa preferirà la compagnia di altri uomini o di un amante.

Non essere possessivi non significa ad ogni modo affatto accettare situazioni assurde e molto in voga di questi tempi chiamate “poliamore”. Il “poliamore”, con tutte le sue varianti, è solo un modo per lasciarsi aperte più porte e – in barba ai sentimenti propri ed altrui – scegliere quella che in quel preciso momento conviene di più. Il “poliamore” è infatti l'ennesimo surrogato prodotto dalla società fluida-fuggevole-edonistico-capitalista per gratificare l'essere umano senza che questo metta troppo in gioco la propria emotività.
L'emotività, dunque, va sempre messa in gioco ed è la linfa vitale che conduce ad una vita amorosa e sessuale qualificante.


Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it

martedì 26 luglio 2016

L'immigrazione è un fenomeno padronale.

L'immigrazione è un fenomeno padronale.
Chi critica il capitalismo approvando l'immigrazione, di cui la classe operaia è la prima vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l'immigrazione restando muto sul capitalismo, dovrebbe fare altrettanto.

(Alain De Benoist)

sabato 23 luglio 2016

"Libertà è libertà dal bisogno per approdare al sogno !" Riflessioni di Luca Bagatin

La povertà non è una questione superabile con l'assistenza, ma con l'umanità.
L'assistenza è un concetto introdotto dai borghesi per pulirsi la coscienza.

Il terrorismo e la violenza trovano terreno fertile nel "Lumpenproletariat", ovvero nel "Sottoproletariato", di cui nessuno si è mai curato (si curano solo della classe media...bah)
I borghesi ed i governanti sottovalutano l'aumento della povertà in Italia, ma anche nel resto del mondo.
Ne pagheremo - se non ne stiamo già pagando - tutti le conseguenze. 
 
Ironia dei "social": trovano pornografici dei corpi nudi, ma non i Pokemon e tutto ciò che ne consegue.

Abbandonare la cultura liberal-radicale, come ho fatto nel corso degli anni, significa abbandonare l'ideologia del desiderio, per ricercare ed approdare al sentimento. Ovvero non già alla ricerca dei diritti ed alla "società del piacere", ma alla riscoperta dei doveri verso il prossimo e, dunque, alla Civiltà dell'Amore.

martedì 19 luglio 2016

La Turchia e l'Occidente liberaldemocratico. Articolo di Luca Bagatin

L'Occidente cosiddetto liberaldemocratico, ovvero che parla molto di libertà e la propaganda, spesso persino imponendone i modelli consumistici (privi di qualsivoglia libertà) agli altri, non conosce, invero, la libertà.
In Turchia c'è chi parteggia o ha parteggiato per i militari golpisti, senza conoscerli. Personalmente preferisco sospendere il giudizio. Ricordo ancora quando un manipolo di camionisti turchi aggredì noi verdi e radicali, nel 1999, al porto di Trieste, allorquando manifestavamo in modo nonviolento contro la pena di morte in Turchia e fra noi c'era un giovane ragazzo curdo. Fummo aggrediti in territorio italiano e solo l'intervento dei militari della Guardia di Finanza evitò il peggio.
Parliamo della Turchia membro della NATO e che vuole entrare a tutti i costi nell'Unione Europea ! Una Turchia che, ancora oggi, vilipende il popolo curdo e non ammette il genocidio degli armeni. E non ammettono queste cose nemmeno i cosiddetti turchi “laici”.
A questo bisognerebbe pensare. Alla dignità dei popoli curdi e armeni dimenticati dall'Occidente, forse perché non rappresentano – nel mondo – alcuna lobby economica. Ed invece essi vogliono semplicemente vivere in pace ed armonia ed autogestirsi attraverso il confederalismo democratico. Ed in Siria hanno iniziato per primi a combattere contro il terrorismo di Daesh e continuano a farlo.
Viva il popolo armeno e curdo, quindi ! E viva gli indiani d'America ! Viva i popoli liberi e sovrani ovunque essi siano !
Questa la libertà che l'Occidente liberaldemocratico non conosce poiché, come ci ha insegnato l'ex Presidente dell'Uguguay José “Pepe” Mujica e come ricorda l'economista francese Serge Latouche “Una società felice consuma poco; per indurre a consumare bisogna creare insoddisfazione”.
L'Occidente liberaldemocratico si fonda sul consumismo e, dunque, sull'insoddisfazione (umana, spirituale, sociale, sessuale...) e dunque non è felice e spesso ha creato l'infelicità di altri, esportando la sua personalissima idea di libertà e democrazia, ovvero colonizzando, sfruttando e depredando.
La democrazia è altro: è governo diretto delle persone, non già delle lobby, delle élite, dei politici o del danaro.
La libertà è autogestione e compartecipazione.
La democrazia e la libertà sono l'esatto opposto della violenza, dello sfruttamento e della prevaricazione.
Sarà il caso di iniziare a rifletterci un po' su.

Luca Bagatin

giovedì 14 luglio 2016

Povertà in aumento e la politica prosegue nel parlare d'altro. Articolo di Luca Bagatin

Dei poveri non si è mai curato nessuno, in particolare in Italia.
Forse perché ritenuti “pochi”, forse perché costoro spesso non votano e non leggono i giornali, in quanto hanno problemi ben più seri a cui far fronte rispetto alle elucubrazioni dei politici.
Purtuttavia i dati ci dicono – e da tempo – che il numero della povertà assoluta è in aumento. In particolare nell'ormai sedicentemente ricco Nord italia.
L'Istat infatti rileva che il 7,6% degli italiani – pari a 4 milioni e seicentomila persone - è sotto la soglia di povertà assoluta e vive con meno di 800 euro al mese al Nord (ma posso assicurarvi che c'è chi vive con molto meno) e con meno di 500 euro al mese al Sud.
Notizie che ai politici italiani sembrano da sempre non interessare, impegnati a parlare di questioni che con le necessità dei cittadini non hanno nulla a che vedere, come ad esempio la più grande arma di distrazione di massa del momento, ovvero il referendum costituzionale.
A costoro è sufficiente ritirare lo stipendio e avallare misure di austerità imposte in terra straniera. E favorire unicamente chi un lavoro già lo ha (come i fantomatici 80 euro renziani, sconto di imposte percepito solo da chi, appunto, già lavora) o è già sindacalizzato.
Ai giovani, ai disoccupati, ai precari ed agli anziani (ai quali si sta sempre più tagliando l'accesso alla sanità pubblica gratuita) nessuna garanzia da sempre.
Del resto i governi della sinistra hanno favorito il capitalismo assoluto in favore di banche e imprese tanto quanto quelli della destra e a discapito di lavoratori, precari, giovani e anziani. Lo abbiamo già scritto, peraltro, in diversi altri articoli.
La ricetta seguita dai politici è stata pressoché la seguente: favorire tutte le politiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla BCE attraverso privatizzazioni selvagge; austerità; flessibilità del lavoro; rafforzamento delle élite e conseguente perdita di sovranità popolare; apertura indiscriminata delle frontiere e conseguente sfruttamento della manodopera straniera a basso costo; rafforzamento delle istituzioni europee a scapito delle diversità di ogni nazione e dei rispettivi popoli; politica estera invasiva nei confronti di Stati sovrani – che peraltro ha favorito il terrorismo internazionale come nel caso libico (ciò vale in particolare per la Gran Bretagna di Blair - colpevole peraltro di aver mentito al suo stesso popolo nella faccenda delle armi di distruzioni di massa in Iraq rivelatisi inesistenti – e per la Francia di Sarkozy e Hollande, rea non solo di aver barbaramente fatto uccidere Gheddafi, ma anche di sostenere Paesi legati al terrorismo come l'Arabia Saudita e di aver tentato di rovesciare il governo laico siriano di Assad).
E pensare, peraltro, che la Brexit era vista come una catastrofe sino a poco tempo fa ed invece pare che il pericolo sia scongiurato, al punto che i prezzi degli immobili inglesi si stanno riducendo e, chissà, magari un meno abbiente britannico potrà finalmente comperarsi una casa sul suolo di Sua Maestà Britannica, non più landa esclusiva per ricchi borghesi.

Ecco che, dunque, occorre semplicemente cambiare il paradigma e l'ottica dalla quele si guarda il mondo. Come uscire dalla crisi ? Uscendo progressivamente dal sistema capitalistico-borghese; attraverso una politica della decrescita economica ed una crescita delle politiche in favore del sociale e dell'ambiente; attraverso il reddito universale di cittadinanza che permetta ai poveri di vivere dignitosamente; attraverso una sanità efficiente e gratuita ed alla quale hanno diritto tutti i cittadini per il solo fatto di essere degli esseri umani; attraverso l'abbandono del colonialismo e del neocolonialismo e l'abolizione del commercio di armi e piani di sviluppo per il Terzo Mondo che favoriscano le condizioni affinché gli attuali migranti – veri e propri deportati - trovino una opportunità di riscatto nella loro terra d'origine; attraverso la rinegoziazione e l'abolizione progressiva del debito con l'estero, che è matematicamente impagabile e serve solo ai Paesi ricchi ed ai ricchi borghesi per mantenere il potere sui poveri; attraverso l'autogestione delle imprese da parte di chi vi lavora.
Nessuna utopia, solo realtà di un mondo più giusto e più umano al quale nessun politico pensa, in quanto attento a favorire la ricca borghesia e le grandi imprese, affinché queste mantengano nell'ignoranza e nella povertà – ovvero nello stato di bisogno - la stragrande maggioranza della popolazione del Pianeta.

Luca Bagatin

martedì 12 luglio 2016

L'Ecuador della Revolucion Ciudadana: una intervista di Luca Bagatin a Federica Zaccagnini, già coordinatrice della Escuela de Formacion Continua Sobre el Buen Vivir ecuatoriano

Federica Zaccagnini, trentaseienne romana, ha lavorato per il Governo dell'Ecuador ed è stata la coordinatrice della Scuola di formazione continua sul Buen Vivir ecuatoriano (Escuela de Formacion Continua Sobre el Buen Vivir ecuatoriano) per conto del Ministero degli Esteri della Repubblica dell'Ecuador.
Poiché dell'Ecuador si parla molto poco nel nostro Paese, in particolare dell'Ecuador del XXI secolo, che ha visto l'ascesa dell'attuale Presidente Rafael Correa, il quale – con la sua Revolucion Ciudadana - ha ridotto drasticamente il tasso di povertà e le diseguaglianze sociali, approvato una nuova Costituzione inclusiva e molto altro, ho voluto intervistare Federica al fine di approfondire i miglioramenti che hanno interessato questo fiero Paese latinoamericano.


Luca Bagatin: Dunque Federica, iniziamo dal tuo percorso professionale che ti ha condotto in Ecuador.
Federica Zaccagnini: Sono stata in Ecuador la prima volta nel 2005, dunque in un periodo pre-Revolucion Ciudadana. Qui ho svolto il mio servizio civile all’estero per la FOCSIV. Esattamente ero a Tulcan - una città alla frontiera nord con la Colombia - e mi occupavo di microcredito per le donne nell'area rurale e urbana marginalizzata.
Tornata in Italia, i miei studi si sono focalizzati tutti su quel Paese. Ho così realizzato prima la tesi di Laurea sulla dollarizzazione dell’economia in Ecuador e, dopo aver passato un altro periodo come Professore Full Time in una Università ecuadoriana, ho realizzato anche la ricerca per la tesi del dottorato su una questione che caratterizza molto il Paese, ovvero, sulla migrazione. Infatti si calcola che nel mondo ci siano fra i 2,5 e i 3 milioni di ecuadoriani espatriati a causa delle pessime condizioni di vita a cui li hanno condotti da una parte le politiche neoliberiste, dall’altra la stessa dollarizzazione.
Pensa che per realizzare tale cambiamento di moneta, che nel corto periodo – fra l’altro- ha portato ad un peggioramento delle condizioni socio-economiche, le banche sono state chiuse per “realizzare il cambio monetario” e quello che è successo è che a causa della fortissima svalutazione, la maggior parte dei piccoli e medi risparmiatori hanno perso tutto. Il risultato è stato: caos, depressioni, emigrazioni, e finanche morti e suicidi.
Avendo studiato le nefandezze delle politiche neoliberiste portate avanti dalla commistione élites-politici corrotti e Whashington Consensus, non potevo che guardare con speranza ed ammirazione la proposta politica di Rafael Correa, che ebbi l’onore di intervistare per il quotidiano “il manifesto” all’inizio della sua avventura.
Quando iniziai a dare il mio contributo a tale ammirevole processo, ebbi l’opportunità di progettare assieme al Ministro degli Esteri Ricardo Patiño e ad alcuni giovani volontari e funzionari del ministero, la Escuela de Formacion Continua Sobre el Buen Vivir ecuadoriano. Ovvero uno strumento di tipo accademico che da una parte informasse a livello globale ed in profondità sulle straordinarie politiche che si stavano mettendo in piedi e dall’altro creasse un centro di dibattito fra governo, deputati, giovani, studenti e militanti ecuadoriani e stranieri.
C’è da dire che non mi sarei mai aspettata che un governo ed i suoi ministri potessero aprire le porte della loro rivoluzione in modo così trasparente e generoso come lo ha fatto il Governo ecuadoriano.
Questo la stampa non lo racconta, ma lo hanno vissuto centinaia di giovani e ricercatori.

Luca Bagatin: Che cosa ha portato l'elezione dell'economista di ispirazione socialista e cristiana Rafael Correa alla carica di Presidente dell'Ecuador nel 2006 ?
Federica Zaccagnini: Iniziamo con il dire che Correa, prima di essere un politico, è ed era un docente universitario e un economista dello sviluppo. Questo gli permise di creare un team di persone preparatissime, ma outsider e contro la vecchia partitocrazia corrotta che potesse contrapporsi al modello neoliberista ed esclusivista.
Io sono convinta che la Revolucion Ciudadana è anche frutto di quell’ondata di cambiamento e rivendicazione dei diritti delle persone re-iniziata nel continente con la Rivoluzione Bolivariana di Hugo Chavez in Venezuela e con l'elezione di Evo Morales in Bolivia, ma nella fattispecie la Revolucion Ciudadana si ispira sia al Socialismo del Secolo XXI che alla Rivoluzione Liberale di Eloy Alfaro, Presidente ecuatoriano di inizio '900.
L'Ecuador è sempre stato un Paese ricco di risorse energetiche e naturali che, prima del suo avvento, erano detenute da pochi ricchi oligarchi o da imprese di stranieri o multinazionali.
Il nuovo team auto organizzatosi intorno a Correa, assieme ad alcune persone che componevano movimento Jubileo Dos Mil, ovvero il movimento cristiano che chiedeva l'abolizione del debito dei Paesi poveri, presentarono quale candidato alla Presidenza della Repubblica Rafael Correa, senza presentare liste elettorali, con la richiesta di eleggere una Assemblea Costituente che promulgasse una nuova Costituzione inclusivista e democratica. Nuova Costituzione che superasse l’individualismo neoliberista e proponesse una società solidale in cui l’essere umano non fosse considerato come un soggetto al servizio della finanza e del mercato, ma che il mercato e la finanza ritornassero ad occupare il loro posto di strumento nelle mani delle persone, al fine di rendere migliore la vita di queste.
Così accadde: Correa fu eletto e la nuova Costituzione approvata dai cittadini ecuadoriani con l'80% dei consensi, che fra l'altro prevede il diritto all'istruzione pubblica e gratuita per tutti, la cittadinanza universale, il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto eterosessuali ed omosessuali ed l riconoscimento dell’acqua come diritto umano inalienabile ed a gestione pubblica.

Luca Bagatin: In che cosa si sostanzia il modello ecuadoriano del Buen Vivir, proposto ed introdotto da Correa ?
Federica Zaccagnini: Nella costruzione di un'economia popolare e solidale, inclusivista e rispettosa dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori. L'elemento che più caratterizza il Buen Vivir è che tale modello di sviluppo prende in considerazione la vita in comunità, superando l’individualismo e considera come unità sociale le aggregazioni delle persone unite da una vicinanza culturale, di interessi, fisica. Forse in economia potremmo dire che si predilige il benessere collettivo alle curve di preferenza individuali.
Grazie alla creazione di una Commissione di Audit del debito estero, l’Ecuador si è rifiutato di pagare quella parte di debito che la commissione ha considerato immorale ed illegittimo ed ha rinegoziato il proprio debito. Si tratta di un caso di successo assoluto, diretto da Ricardo Patino che come Ministro dell’Economia all’epoca, il quale era a capo della Commissione di Audit. Ciò ha fatto emergere tante irregolarità ed abusi da parte dei prestatori ed ha portato il Paese a risparmiare milioni di dollari. Un esempio al quale anche l'Italia dovrebbe guardare, rinegoziando il proprio debito.
In Ecuador si sono inoltre rinegoziati i contratti petroliferi con le imprese estrattrici di petrolio, secondo il principio che il 100% del petrolio ecuadoriano è dello Stato; che l’80% delle utilità derivanti dalla vendita vanno allo Stato e che una parte consistente di tali utilità, pari al 12%, vanno investite per migliorare le condizioni di vita nella zona di estrazione.
I primi decreti del Presidente Correa hanno inoltre abolito il lavoro interinale e si sono ridotti i salari degli incarichi pubblici a partire da quello del Presidente. Si è lavorato molto sul riconoscimento dei diritti dei lavoratori, l’innalzamento dei salari minimi, l’obbligo di iscrizione dei propri dipendenti all’equivalente della nostra INPS.
La Rivolucion Ciudadana di Correa ha provveduto a costruire nuove scuole, ospedali, una nuova rete viaria, nuove cittadelle con abitazioni popolari. Ha costruito cittadelle amazzoniche nel rispetto della natura e delle culture ancestrali, restituendo dignità a quella popolazione che viveva in miseria al lato della fonte della ricchezza petrolifera.
Nell’aprile scorso sono entrate in funzione le prime quattro turbine della prima struttura di produzione idroelettrica del Sudamerica, con sede in Ecuador appunto, che sarà in grado di produrre energia meno costosa rispetto all'attuale importazione di gas e che dunque libererà risorse dello Stato attualmente impegnate per i sussidi del gas domestico e porterà entrate delle esportazioni dell’energia idroelettrica.
E’ stata appena terminata anche una grande diga che fornisce acqua alle piantagioni anche durante i periodi di secca.
Tutto ciò è stato possibile attraverso l'introduzione di piani di sviluppo quadriennali per il Buen Vivir, alla regolazione dell'attività delle multinazionali straniere, alla diversificazione delle relazioni internazionali, politiche, commerciali e di investimento, oltre che attraverso una riforma fiscale.
Si sta dunque passando da un'economia basata sull'esportazione di materie prima ad un'economia diversificata, fondata sulla conoscenza e sulla formazione. Ma il cammino intrapreso da questa rivoluzione è ancora lungo. C’è ancora molto da fare, e, molto da migliorare e ciò l'ha affermato lo stesso Presidente Correa, il quale terminerà il suo mandato il prossimo anno ed ha già dichiarato che non si candiderà di nuovo.


Luca Bagatin: Il Presidente Correa, nel 2010, è stato vittima di un Colpo di Stato, se non erro. Puoi parlarcene ?
Federica Zaccagnini:
Quello che ha colpito Correa nel 2010 è apparentemente nato a seguito di misure da lui intraprese in favore dei ceti più bassi della polizia. Il governo Correa ha infatti abolito le gratifiche per i gradi più alti di tale corpo, innalzando il salario medio dei poliziotti comuni ed equipaggiandoli meglio. Ciò ha provocato una sollevazione della polizia, fomentata da menzogne e da alcuni ex Presidenti. Correa tentò il dialogo con coloro i quali stavano protestando a Quito, ma viene aggredito fisicamente e ben presto si scoprì che l’ordine era di uccidere il Presidente e che la protesta era stata organizzata capillarmente per sfociare in Colpo di Stato. Infatti Correa venne ricondotto in ospedale perché aveva appena subìto una operazione al ginocchio. L’ospedale militare venne dunque accerchiato della polizia, la quale, a sua volta, venne accerchiata da gran parte della popolazione ecuadoriana a sostegno di Correa.
Correa sarà infine salvato dai corpi speciali dell'esercito. Ci furono diversi morti e feriti fra cui uno studente universitario che perse la vita difendendo l’elezione democratica di quattro anni prima.
Ma i Colpi di Stato moderni, in America Latina, sono spesso Colpi di Stato soft, che fanno spesso leva sulla stabilità economica e finanziaria o sulla denuncia di corruzione, creando scontento ed attraverso l'organizzazione di manifestazioni popolari che dimostrano un ipotetico malcontento della popolazione. Questo è il nuovo Plan Condor, che va dal Brasile al Venezuela, passando per tutti i Paesi rivoluzionari e progressisti, che siano marcatamente sovrani. L’Ecuador per esempio nel 2009 ha fatto chiudere la base militare USA nella città di Manta.
Vi sono ad ogni modo altri tentativi di destabilizzazione del Paese, in particolare provenienti dall'Agenzia Centrale di Intelligence degli USA, come ad esempio i tentativi di spionaggio ai danni del governo dell'Ecuador fatti pubblici anni fa da Wikileaks, oppure la recente denuncia da parte di Telesur delle connessioni tra oppositori del governo e giornalisti con la stessa CIA.
Non da ultimo il caso Chevron-Texaco, per il quale un’ azienda petrolifera è condannata da una sentenza giudiziaria a pagare milioni di dollari ai cittadini colpiti dai danni ambientali nell’Amazzonia ecuadoriana ed invece un arbitrato con sede negli USA accetta - secondo il governo ecuadoriano in modo illegittimo - una istanza presentata dalla multinazionale, con la finalità di far pagare il suo danno ambientale allo Stato ecuadoriano. Qual è qui l’obiettivo? Da una parte ovviamente non creare un precedente, altrimenti le imprese estrattrici di petrolio dovrebbero pagare tali somme per tutti i luoghi che hanno contaminato nel mondo e dall’altra colpire un governo progressista e sovrano sottraendogli risorse per mantenere il proprio livello di investimento nel sociale.

Luca Bagatin

Poiché l'Ecuador è stato colpito da recenti scosse di terremoto, queste sono le coordinate alle quali potete inviare il vostro contributo.

lunedì 11 luglio 2016

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo la nota stampa dell'Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Ambasciatore Rodríguez: “Per l’ALBA l’integrazione non deve essere una conseguenza dei mercati”.

L’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Julián Isaías Rodríguez Díaz ha
tenuto una conferenza dal titolo "L'ALBA e gli scambi di beni e merci" presso l'Università Sapienza
di Roma, durante il seminario "Recenti sviluppi nella legislazione economica e commerciale in
America Latina" organizzato dal Master in International Business Law.
Il seminario è stato introdotto Il seminario è stato introdotto dal professor Daniele U. Santtosuosso,
che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza dei processi di cambiamento attivi in America
Latina, il cui obiettivo è consolidare l'unione dei popoli secondo i principi di uguaglianza e giustizia
sociale.
Per il più alto rappresentante del Venezuela in Italia, Julián Isaías Rodríguez, l’Allenza Bolivariana
per i Popoli della Nostra America "non persegue benefici economici ma sociali per i nostri popoli" e
quindi per ALBA "integrazione non dovrebbe essere conseguenza dei mercati”.
Rodríguez ha evidenziato che i più grandi successi di ALBA sono stati ottenuti in ambito sociale,
grazie soprattutto alla complementarietà dei popoli. Secondo l'ambasciatore del Venezuela, il
MERCOSUR e l’ALBA sono processi integrazionisti che si completano se si unisce l’aspetto
economico al sociale, soprattutto se in questo legame l’aspetto sociale non è trascurato.
Secondo Rodríguez “l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America ha come obiettivo
principale il sociale. Per questo motivo non applica in maniera identica a tutti i suoi membri, le
politiche commerciali ed economiche. Prende in considerazione le differenze tra di essi in modo
che ciascuno apporti ciò che è nelle sue potenzialità, in modo che i paesi più forti sostengano i più
deboli”.
Durante il suo discorso, Rodríguez ha sostenuto che una caratteristica dei latinoamericani è la
sensibilità e che su questa base e sul riconoscimento dell'altro si devono costruire nuovi rapporti
d’integrazione che a loro volta abbiano come obiettivo principale l’essere umano non come oggetto
ma come soggetto di cambiamento, partecipativo e protagonista.
Per i ragazzi del master in economia, l'intervento del diplomatico venezuelano ha aperto nuovi
orizzonti facendo capire che la creazione di nuove strutture geopolitiche è ancora possibile. È
ancora possibile creare un mondo in cui le culture e gli stili di vita dei popoli siano rispettati e in cui
l'economico non è il fattore chiave che s’impone sui diritti dei cittadini

La Massoneria è l'essenza del Verbo del Cristo

Trovo assurdo che un massone possa dirsi anticristiano o, allo stesso tempo, che possa esisere una fantomatica Massoneria cristiana.
L'essenza della Massoneria È l'essenza del Verbo del Cristo.

(Luca Bagatin) 

sabato 9 luglio 2016

Il Socialismo del XXI secolo: un saggio edito dal Circolo Proudhon. Articolo di Luca Bagatin

In Europa le notizie sull'America Latina sono scarse o spesso distorte e ad uso e consumo del mainstream.
Nell'Europa del trionfo del capitalismo assoluto, sostenuto tanto da destra che da sinistra, è quasi impensabile parlare, senza pregiudizi, del Socialismo del XXI secolo, termine coniato dal sociologo tedesco Heinz Dieterich per caratterizzare la corrente politica e sociale che ha fatto rinascere, negli ultimi quindici anni, Paesi che vanno dal Venezuela all'Uruguay, passando per Bolivia, Argentina, Brasile ed Ecuador, senza dimenticare il Nigaragua sandinista.
Ebbene, è benvenuto un saggio come quello dei giovani Luca Lezzi (classe 1989) ed Andrea Muratore (classe 1994), edito dalle edizioni Circolo Proudhon e dal titolo emblematico: “Il socialismo del XXI secolo. Le rivoluzioni populiste in Sudamerica”.
Sebbene lo stile tradisca un po' la giovane età degli autori, il saggio è un compendio che colma diverse lacune nel panorama geopolitico e storico italiano, che poco sa o parla di determinate realtà.
Il saggio di Lezzi e Muratore innanzitutto offre un ampio spettro della realtà latinoamericana, presentando la realtà storica, sociale, politica ed economica di tutti gli Stati latinoamericani, focalizzando l'attenzione sui Presidenti socialisti, libertari e peronisti che hanno governato questi Stati negli ultimi sedici anni.
In secondo luogo pone, per la prima volta in Italia in un saggio divulgativo e ce ne compiacciamo, l'accento sull'aspetto positivo del termine “populista”. Termine che deriva dall'omonimo movimento politico e sociale sorto in Russia alla fine dell'800 e caratterizzatosi per porsi a tutela del contadini e dei servi della gleba.
Tale termine fu spiegato di recente nella sua accezione positiva solo dal filosofo francese Jean-Claude Michéa ed a lungo è stato denigrato tanto dagli aristocratici che dai ricchi borghesi in chiave antipopolare e lo è ancora oggi dai media e dal mainstream.
Ecco che invece, tornando alla ribalta nell'America Latina del Socialismo del XXI secolo, il populismo torna a porre al centro l'essere umano, i suoi sogni e bisogni ed ecco che Lezze e Muratori, nel loro saggio, ci parlano della “decade dorada” che si aprì con l'elezione di Hugo Chavez a Presidente del Venezuela – nel nome del Libertador Simon Bolivar – e proseguì con l'elezione di Lula e della Roussef in Brasile, dei Kirchner in Argentina, di Correa in Ecuador, di Morales in Bolivia e di Mujica e Tabaré Vazquez in Uruguay.
Una decade che ha favorito la nascita dell'ALBA, ovvero dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe, comprendente principalmente Venezuela, Cuba, Nicaragua, Ecuador e Bolivia, vero e proprio progetto di cooperazione economica fra Paesi fratelli e sovrani.
Ma, come nasce il Socialismo del XXI secolo ? Sarebbe da chiedersi innanzitutto perché nasce. Esso nasce principalmente dalla necessità di ampi strati della popolazione di liberarsi dalla vecchia partitocrazia corrotta, dal neocolonialismo delle multinazionali straniere e dalle politiche di indebitamento propugnate dal Fondo Monetario Internazionale. Tali istanze sono recepite, in Venezuela, dal Comandante Hugo Chavez e la sua opera farà da volano agli altri Paesi vicini, con l'eccezione della Colombia, del Perù e del Paraguay ed in parte del Cile, che pur è raccontata nel saggio di Lezzi e di Muratore.
La Rivoluzione chavista sarà pertanto una Rivoluzione Bolivariana, nel nome del Libertador, la quale porterà ad una nuova Costituzione rispettosa dei diritti civili ed umani e votata a larghissima maggioranza dai cittadini; alla nazionalizzazione del settore petrolifero, i cui introiti saranno utilizzati a beneficio delle missioni sociali e della scolarizzazione e ciò porterà il Venezuela a ridurre drasticamente i morti per fame e l'analfabetismo ed alla rottura con il Fondo Monetario Internazionale. Tutte politiche che porteranno comunque a tentativi di golpe continui sostenuti dagli Stati Uniti d'America e dalle multinazionali straniere, le quali vedranno perdere il loro potere in Venezuela e sul continente Latinoamericano.
Politiche molto simili saranno adottate da Evo Morales – primo Presidente indigeno - in Bolivia, la quale vedrà crescere il suo PIL del 5% all'anno, accumulando importanti surplus fiscali e riducendo drasticamente le diseguaglianze sociali, la povertà e l'analfabetismo.
L'Ecuador guidato dall'outsider della politica, ovvero l'economista socialista cristiano Rafael Correa, a capo dell'Alianza Pais, ovvero il movimento civico e civista di ispirazione socialista da lui fondato, ha reintrodotto il concetto del “Buen Vivir”, ovvero un modello di sviluppo già in uso dalle antiche civiltà indigene, basato sul concetto del riconoscimento vitale fra uomo e natura e su un'economia fondata sulla conoscenza. Correa, infatti, ha investito moltissimo nella formazione dei cittadini ecuadoriani e su piani di sviluppo in grado di fornire totale indipentenza economica e sociale al Paese.
L'Argentina dei coniugi Kirchner, poi, sino a che hanno governato, è riuscita a liberarsi dal giogo neoliberale di Menem e De La Rua che, oltre ad aver creato diseguaglianze sociali, aveva affossato completamente il Paese.
Il kircherismo, interpretando in chiave moderna in peronismo, è così riuscito a rimettere al centro del progetto politico l'essere umano. Rinegoziando il debito con l'estero, rivalorizzando i prodotti nazionali e penalizzando le importazioni, nazionalizzando i settori chiave dell'economia estrattivista, istituendo il salario minimo, riformando il mercato del lavoro, istituendo forti tutele contro i licenziamenti arbitrari ed investendo sulla formazione scolastica. Fu così che il tasso di povertà si è ridotto e così l'analfabetismo.
Purtroppo, la divisione interna del fronte peronista e la conseguente partecipazione alle elezioni Presidenziali del candidato Sergio Massa, in contrapposizione al candidato kirchnerista Daniel Scioli, ha causato la vittoria dell'oligarca Mauricio Marci, il quale sta facendo nuovamente scivolare l'Argentina verso il suo tragico passato, cancellando ogni riforma sociale dei Kirchner e riducendo la democrazia nel Paese, esautorando di fatto il Parlamento.
Il Brasile lulista resiste, pur fra i tentativi di golpe striscianti e così l'Uruguay della felicità di José Pepe Mujica e Tabaré Vazquez, di cui abbiamo spessissimo parlato.
Purtuttavia, come il saggio di Lezzi e Muratore ravvisa, la prematura morte di Hugo Chavez ed il venir meno di leadership forti all'interno del fronte del Socialismo del XXI secolo, rischiano di far perdere all'America Latina l'occasione di proseguire nel suo riscatto ed in una possibile integrazione economica e sociale.
Il Presidente Nicolas Maduro in Venezuela non è Chevez. Come ho altre volte scritto, dovrebbe fare un passo indietro ed aprire al fronte giovane del Partito Socialista Unito del Venezuela, riscoprendo lo spirito chavista e bolivariano delle origini. Idem il Brasile. E in Argentina il fronte peronista dovrebbe ricompattarsi in nome del popolo amato da Evita e Juan Peron, oltre che dai coniugi Kirchner.
In generale, ad ogni modo, pur fra mille difficoltà e sofferenze patite dai popoli latinoamericani nella loro lunga marcia verso l'emancipazione, possiamo dire che questi hanno molto, moltissimo da insegnare a noi europei.
A noi europei che viviamo una crisi di valori e di rapporti umani. A noi europei egoisti e tronfi che ci riteniamo da sempre superiori a tutti gli altri...salvo a quegli statunitensi che, invece, avrebbero molto da imparare sia da noi che dai latinoamericani.
A noi europei che abbiamo dei partiti socialisti che, di fatto, sono capitalisti e antipopolari e che abbiamo delle destre confusioniste e neonaziste e dei liberalismi privi di ogni tipo di libertà ed apertura mentale e sociale.
Il Socialismo del XXI secolo, dunque, non è ideologia, ma essere umano e amore per l'umanità.
C'è molto, molto da approfondire e da studiare in merito e senza pregiudizi. Un saggio come quello di Luca Lezzi e di Andrea Muratore ci aiuta a saperne e a capirne certamente di più.

Luca Bagatin

giovedì 7 luglio 2016

Libertà è autogestione e autogoverno: scegli la Terza Via dell'Amore (garibaldina, libertaria, peronista, chavista e socialista autogestionaria) ! Riflessioni di Luca Bagatin

Mi dicono che i temi che tratto sono troppo ostici e trasgressivi: massoneria, sessualità, erotismo, politica latinoamericana, politica alternativa e libertaria... A me questa sembra invece la normalità, ovvero tematiche utili a migliorare la coscienza e la vita delle persone.
Non amo scrivere o masturbarmi sul sesso degli angeli, parlando di Renzi, Grillo e sciocchezze simili.



È molto fastidioso notare come certa destra italiana utilizzi l'immagine ed il nome di Evita Peron.
La destra ha sempre rappresentato l'aristocrazia, la sinistra la borghesia. Entrambe hanno sempre rappresentato il capitalismo e i ricchi.
Evita e Peron, che si sono sempre proclamati socialisti, oltre la destra e la sinistra, hanno invece sempre rappresentato il popolo ed i poveri.



Non affidare mai la tua vita agli altri. Vivi libero e indipendente da tutto e tutti.


La sinistra italiana ed europea ha sempre difeso i borghesi ed i capitalisti, mai i ceti meno abbienti ed i disoccupati.
I miei punti di riferimento ideali, in merito, rimangono Jean-Claude Michéa ed Alain De Benoist, ovvero i socialisti rivoluzionari oltre la destra e la sinistra.



A parer mio occorre tornare ad investire nei servizi pubblici e farli autogestire dai lavoratori medesimi, in collaborazione con gli utenti.
Se ne otterrebbero servizi a prezzi calmierati per quanto concerne il trasporto (taxi compresi, da rendere interamente a partecipazione pubblica/cittadina), la telefonia, il servizio idrico, l'energia elettrica...
Il privato spesso è truffaldino e lo vediamo continuamente.
E' quanto propongo nell'ambito di Amore e Libertà da qualche annetto e prossimamente ne uscirà un mio saggio in merito.



Contro aristocrazia e borghesia scegli la Terza Via: garibaldina, libertaria, peronista, chavista, socialista autogestionaria !

mercoledì 6 luglio 2016

Commemorati i 205 anni di indipendenza del Venezuela. Articolo di Luca Bagatin

Il 5 luglio 1811 il Venezuela, grazie all'azione del Libertador Simon Bolivar (1783 - 1830) – il Garibaldi dell'America Latina – si liberò dal giogo spagnolo e proclamò la sua indipendenza.
Il 15 agosto del 1805 Bolivar – ventiduenne - giurò solennemente, a Roma, sul Monte Aventino (o Monte Sacro) e pronunciò le seguenti parole: Giuro per il Dio dei miei genitori, giuro per il mio onore e per la mia Patria, che non darò riposo al mio braccio né pace alla mia anima finché non avrò rotto le catene che ci opprimono per volontà del potere spagnolo.
Egli mantenne dunque la promessa che fece a sé stesso ed al popolo venezuelano e, a vent'anni da quel giuramento, l'Impero spagnolo crollò.
Bolivar si adoperò, sino alla morte per l'integrazione dell'America Latina in un unico continente, ma la sua opera sarà completata – e solo in parte – nel XXI secolo, da parte del Presidente Hugo Chavez, che alle gesta di Bolivar si ispirò.

Oggi, nel momento storico nel quale le oligarchie ed i potentati economici stranieri stanno tornando a vilipendere i popoli liberi dell'America Latina, è più che mai necessario commemorare il 205esimo anniversario dell'Indipendenza del Venezuela, così come ha fatto a Roma l'Ambasciatore Julian Isaias Rodriguez Diaz, già Vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela con Hugo Chavez.
E' con spirito di umanità che noi europei liberi dovremmo stringerci in un abbraccio fraterno con i popoli dell'America Latina libera e sovrana che, in nome del Socialismo del XXI secolo, ha molto da insegnarci al fine di poterci liberare tutti dall'oligarchia del capitalismo, dell'egoismo e della diseguaglianza. Al fine di far prevalere l'amore e la concordia fra i popoli.

Luca Bagatin

 

La Toscana, la Massoneria ed i Cinque Stelle. Articolo di Luca Bagatin

In Toscana vi sono numerose logge massoniche. E' Storia e patrimonio culturale del nostro Paese, purtroppo poco studiato, diffuso e conosciuto.
La Massoneria, infatti, nella Penisola italiana si diffuse dapprima nel Mezzogiorno e successivamene proprio a Firenze, ove fu fondata la prima loggia nel 1731 e di questa fece parte il primo martire della Massoneria, ovvero il poeta Tommaso Crudeli, che sarà vittima delle torture della Santa Inquisizione cattolica e ciò solo in quanto affiliato all Massoneria.
La Storia della Massoneria italiana, in particolare, ma non solo italiana, è una storia spesso di persecuzioni ad opera dell'ortodossia clericale, la quale vedeva i massoni quali “concorrenti spirituali”, in quanto si proclamavano liberi, di buoni costumi e spesso erano cristiani o comunque deisti, persone di spirito e teosofi. Parimenti i massoni saranno perseguitati in tutto il XVIII e XIX secolo da gran parte delle monarchie europee, in particolare dall'Impero Austriaco e dal suo satellite, ovvero quel Granducato di Toscana che vedeva svilupparsi, nelle logge massoniche, una mentalità volta alla libertà di pensiero, di stampa e di associazione. Per non parlare della chiusura delle logge massoniche operate dalla dittatura fascista e dell'invio nei lager ed al confino di molti Liberi Muratori.
E così è normalissimo che oggi la Toscana (ma anche regioni come il Piemonte, la Sicilia, Il Veneto, L'Emilia Romagna...) sia zeppa di massoni, eredi della lunga tradizione Libero Muratoria europea.
Leggiamo, in questa fonte presa dal sito del Movimento Cinque Stelle della Toscana http://www.movimento5stelletoscana.it/trasparenza-legge-parla-chiaro-consiglieri-e-assessori-dichiarino-se-sono-massoni/ , che il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle della Toscana, Enrico Cantone, pone una richiesta al Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani. Una richiesta alquanto in contrasto con la libertà di associazione e della tutela della privacy, ovvero di verificare se i consiglieri regionali ed i membri della Giunta hanno ottemperato all'obbligo di dichiarare la loro situazione associativa, includendo in quest'ultima anche l'appartenenza a logge “di qualsivoglia natura” (cosa voglia dire “di qualsivoglia natura” non ci è dato di sapere). Oltre a ciò, il consigliere Cantone afferma che sta valutando “l'istituzione di un osservatorio sulla massoneria” in Toscana.
Ora, iniziamo con il ricordare una cosa fondamentale, ovvero il fatto che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato per ben due volte lo Stato italiano per violazione della libertà di associazione e ciò nei casi delle leggi regionali della Regione Marche (nel 2001) e Friuli Venezia Giulia (nel 2007), che imponevano di dichiarare l'appartenenza a qualsivoglia associazione (con particolare riferimento alla Massoneria) per accedere alle cariche regionali.
In Toscana, dal 2012 esiste una legislazione simile, che obbliga le cariche pubbliche regionali a dover dichiarare l'appartenenza a qualsivoglia associazione. Ciò appare dunque in contrasto, peraltro, con la normativa sulla privacy ed il diritto alla riservatezza delle persone, garantito peraltro in sede europea.
Oltre a ciò non si comprende davvero la richiesta dei Cinque Stelle in merito e la necessità di un “osservatorio sulla massoneria”, in quanto la Massoneria è una associazione come tutte le altre, riconosciuta dallo Stato ed i cui nomi degli iscritti sono regolarmente comunicati agli organi istituzionali competenti. Più trasparenza di così !
La Massoneria, lo ricordiamo per l'ennesima volta, non è altro che una libera associazione di elevazione spirituale e morale. Per farne parte occorre, peraltro, avere la fedina penale pulita (è uno dei documenti richiesti per l'affiliazione !). Le sedi sono pubbliche, tanto quanto lo sono le pubblicazioni massoniche e le riviste del settore.
I pregiudizi massonofobici, in generale, dunque, dovrebbero terminare una volta per tutte sarebbe ora fossero normati attraverso una apposita legge, come avviene per l'odio razziale e l'omofobia, perché di questo stiamo parlando.
Ci auguriamo che la classe politica si occupi di ciò, ovvero dei diritti dei cittadini e delle loro libertà di pensiero ed associazione, anche perché i suoi stipendi sono pagati dalla collettività (e dunque anche da massoni e simpatizzanti, oltre che da persone di colore, omosessuali ecc... !).
Per quanto riguarda gli “osservatori”, più che un “osservatorio sulla Massoneria”, sarebbe opportuno istituire un osservatorio di cittadini in merito ai partiti, ai movimenti politici ed agli eletti nelle istituzioni. I cittadini che, come già detto, mantengono il sistema politico con le loro tasse, hanno il diritto di osservare direttamente – in apposite assemblee pubbliche - l'operato dei loro eletti e le relative riunioni politiche dei partiti e movimenti. E, in futuro, ci auguriamo anche che i cittadini, senza necessità di mediatori, abbiano la possibilità di autogovernarsi direttamente e di poter prendere direttamente le decisioni che riguardano il loro stesso presente e futuro.
La democrazia passa anche e proprio da qui.

Luca Bagatin