Ennesima manifestazione
di protesta a Mosca, sabato 22 settembre, giudata dal Partito
Comunista della Federazione Russa (KPFR) di Gennady Zjuganov, contro
l'aumento dell'Iva (dal 18% al 20%) e dell'età pensionabile imposte
dal governo Putin-Medvedev: da 55 a 60 anni per le donne e da 60 a 65
per gli uomini.
Ennesima manifestazione
di cui la gran parte dei media europei sembra non parlare, in quanto
forse occorrerebbe ammettere che, ciò che sta avvenendo in Russia,
non è dissimile da quanto accaduto nei Paesi europei e nei liberisti
USA in questi anni (attuate tanto da governi di destra quanto da
governi di sinistra): misure di austerità, tagli ai servizi
pubblici, aumento dell'Iva, innalzamento dell'età pensionabile,
liberalizzazioni selvagge, tutto a scapito dei rispettivi popoli e
tutto imposto dalle politiche liberal-capitaliste del Fondo Monetario
Internazionale, non a caso rifiutate e contrastate in tutti questi
anni dai Paesi socialisti dell'America Latina (Cuba, Nicaragua,
Venezuela, Bolivia, Uruguay in primis), invisi agli USA.
Nella Federazione Russa,
alle amministrative del 9 settembre scorso, il Partito Comunista di
Zjuganov ha visto aumentare e finanche raddoppiare i suoi consensi,
confermandosi il maggior partito di opposizione al
liberal-capitalismo putiniano e l'unico in grado di sconfiggerlo e di
contenere pericolose derive d'estrema destra.
Un grande insegnamento
anche per l'Europa e forse anche per gli USA. Una Europa che deve
decidere se proseguire nell'austerità imposta dal
liberal-capitalismo - di destra e sinistra - oppure ricercare una via
socialista autentica, che riporti al centro gli esseri umani, i
precari, i disoccupati, gli anziani, i bambini, le donne.
Emancipandoli e garantendo loro un presente e un futuro dignitoso e
di pace sociale.
Luca Bagatin
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