Sembra che agli Stati
Uniti d'America, ancora una volta, dopo i falliti golpe dell'ex
deputato Guaidó, il fatto che il Venezuela abbia mantenuto la sua
sovranità nazionale e il suo governo socialista autentico,
democraticamente eletto, non vada proprio giù.
E così Trump ha firmato
l'ordine esecutivo di embargo totale, ovvero tutte le proprietà del
Venezuela negli USA vengono bloccate e ogni transizione economica
viene del tutto vietata.
Il Presidente venezuelano
Maduro parla di “crimine contro il popolo”, perpetrato dal
governo di Trump. Una “grave aggressione che mira a far fallire
il dialogo”, afferma una nota del Ministero degli Esteri del
Venezuela. Una aggressione che “strangolerà la popolazione”,
afferma ancora il governo socialista di Caracas.
Del resto, il dialogo fra
governo e opposizione, era già stato avviato a fine maggio, con
l'invio di rispettivi rappresentanti in Norvegia e tutto sembrava che
stesse tornando alla normalità. Guaidó, del resto, falliti i vari
tentativi di golpe - non avendo ricevuto né l'appoggio della gran
parte della popolazione, né dell'esercito - e travolto dallo
scandalo dei presunti “aiuti umanitari”, non poteva fare altro
che scendere a patti con il governo. Il quale si è sempre dimostrato
aperto al dialogo e disposto a indire nuove elezioni parlamentari.
Nonostante ciò, gli USA,
massimi sostenitori di Guaidó assieme all'Unione Europea, non sono
stati per nulla soddisfatti e, non potendo cacciare Maduro sul piano
né democratico né golpista – essendo sostenuto dalla maggioranza
del popolo venezuelano – ci provano ancora una volta, oggi,
attraverso l'embargo. Come sta facendo da decenni con Cuba. Tentando
quindi di affamare la popolazione.
Una vera ennesima
violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.
Il Venezuela, ad ogni
modo, conta sull'appoggio di importanti Paesi quali Cina e Russia, i
quali sostengono da sempre il dialogo internazionale e un nuovo
ordine multipolare fondato sulla cooperazione internazionale.
Il Ministro degli Esteri
della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Arreanza, ha
pertanto chiesto un pronunciamento dell'ONU relativamente a tale
embargo.
Arreanza ha così
dichiarato: “Mi rivolgo al Segretario Generale delle Nazioni
Unite e all'Alto Commissario per i diritti umani […] si tratta
della violazione del diritto all'alimentazione, alla salute, alla
tranquillità di 30 milioni di venezuelani; le minacce di invasione
militare, la tensione politica permanente. Non è forse questa la più
grande violazione dei diritti umani del continente ?”.
Concretamente, tale
embargo, impedisce al governo di accedere alle fonti di finanziamento
internazionali; congela miliardi di dollari del Venezuela nelle
banche internazionali e sanziona le operazioni in oro e in
criptovaluta; proibisce il commercio di petrolio via mare e confisca
i beni di proprietà del Venezuela nel territorio USA. Oltre a ciò,
impedisce alla Banca Centrale del Venezuela di operare nel sistema
finanziario internazionale.
Il Presidente socialista
Nicolas Maduro, ad ogni modo, punta al dialogo con Washington e ha
dichiarato, nel corso di una intervista con il giornalista
statunitense Max Blumenthal: “C’è speranza per un dialogo, un
nuovo tipo di rapporti tra gli Stati Uniti e la rivoluzione
bolivariana, e il Venezuela. Ho detto al presidente Trump che se un
giorno, oggi o in futuro, ci sarà un’opportunità per un dialogo
rispettoso e comprensivo, sono pronto a tendere la mano. Che Dio lo
voglia !”.
Luca Bagatin
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