Una data simbolo.
Storica. Dimenticata.
Abolita prima dal
fascismo e poi mai reintrodotta dalla Repubblica della partitocrazia
e del clericalismo.
Perché mai ?
Forse perché essa
simboleggiava e continua a simboleggiare la fine dello Stato
Pontificio e la caduta del potere temporale dei Papi dei cattolici. E
rimane simbolo di anticlericalismo, democrazia, laicità e libertà
spirituale.
Quel 20 settembre 1870,
con la presa di Roma, nota anche come Breccia di Porta Pia,
allorquando i Bersaglieri italiani irruppero nello Stato Pontificio e
lo conquistarono, l'Italia fu finalmente unita. Gli ideali del
Risorgimento, mazziniani e garibaldini, trovarono quantomeno parziale
compimento, per quanto, i successivi accordi fra il becerume
liberal-monarchico al governo dell'Italia e la cosiddetta Santa Sede,
mutilarono quella nobile vittoria anticlericale.
Con l'infausta Legge
delle Guarentigie, infatti, il Regno d'Italia non solo garantì
l'inviolabilità del Pontefice nella sua persona, ma anche
l'inviolabilità dei suoi onori sovrani; la possibilità di avere
delle forze armate; l'extraterritorialità dei palazzi vaticani, i
quali rimanevano esentati dalla legge italiana e fu garantito
finanche un introito annuo da corrispondere al Papa e al suo
entourage di oltre 3 milioni di lire (oggi corrispondenti a circa 15
milioni di euro) !
Una legge vergognosa, che
diverrà ancor più vergognosa con le ulteriori concessioni allo
Stato Pontificio concesse dal fascismo mussoliniano, con i Patti
Lateranensi (ancora oggi presenti nella Costituzione italiana) e con
il successivo Nuovo Concordato, il peggior errore che Bettino Craxi –
pur grande statista – potesse commettere.
Ad ogni modo, nonostante
questi obbrobri clericali e di genuflessione ad uno Stato straniero,
il XX Settembre rimane una data simbolica, purtroppo ancora oggi non
più celebrata e festeggiata come tale e ricordata unicamente dalla
Massoneria italiana e da qualche associazione laica e anticlericale.
E ciò, nonostante siano state depositate alcune proposte di legge
trasversali di reintroduzione di tale festività.
Ad ogni modo quello
spirito garibaldino, che pur fu sconfitto negli anni successivi al
Risorgimento (si pensi che Garibaldi si ritirò, povero e deluso,
nella sua Caprera, dimettendosi finanche dalla carica di deputato al
Parlamento, per tornare a fare l'agricoltore), continua ad aleggiare
nei cuori di coloro i quali hanno combattuto e combattono ancora per
un ideale.
Giuseppe Garibaldi,
simbolo di socialismo originario e di lotta ai tiranni disse: “Il
giorno in cui i contadini saranno educati nel vero, i tiranni e gli
schiavi saranno impossibilitati sulla terra”.
In alcune zone del mondo
questo monito e auspicio si è avverato. In Italia evidentemente no,
ma l'eroe non è colui che vince sulla terra, ma colui il quale vince
nello spirito e lo spirito è e rimane senza tempo.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento